mercoledì 25 agosto 2010

Tito Pulsinelli
Il convergente chiachiericcio di quei cinque o sei politici sospinti in primo piano o in fase di crescita promozionale, in questi giorni di afa noiosa e di immininenti regolamenti di conti, ha mostrato l'ampiezza del loro orizzonte geo-economico quando accusano il declinante primo ministro di persistere con le "cattive compagnie".
I postfascisti e i postcomunisti affilano la spada contro Berlusconi per le relazioni con Putin e Gheddafi. Sì, dicono proprio così: Putin e Gheddafi (sic).

I post-tutto (e il contrario di tutto) non menzionano mai la Russia o la Libia, tantomeno accennano al ruolo energetico di prim'ordine assolto da questi due Paesi, e neppure che costituiscono uno sbocco non prescindibile per il rattrappito commercio internazionale italico. "Putin e Gheddafi" sarebbero violatori recidivi dei diritti umani e -come tali- vanno "puniti ". La medesima ammenda deve essere estesa ipso facto anche all'Iran.

I post-tutto non ci dicono, però, dove l'Italia che si apprestano a dirigere, si approvvigionerà di materia prima energetica, nè in che modo costruiranno l'indispensabile e improcrastinabile diversificazione energetica. Vedono demoni dappertutto: compreranno alla Shell, BP o Exxon?
I D'Alema e i Fini, cioè i grandi privatizzatori di ieri e quelli nuovi che si apprestano a svendere Finmeccanica ed ENI, non hanno nessuno scrupolo quando spediscono l'esercito italiano ad aiutare gli USA a violare i diritti umani nei Balcani, in Iraq e in Afganistan. Oltretutto, in guerre perse in partenza.

Sono spudorati nel fiancheggiamento automatico e garantito degli Stati Uniti
nell'epoca della sua decadenza persino militare e della "barbarie giuridica" -si dice così La Russa o Fassino?- della legalizzazione del sequestro di persona, della tortura e dei campi di prigionia clandestini. Chissà perchè a Washington diventano ipersensibili quando i "diritti umani" sarebbero violati da nazioni esportatitrici di gas e petrolio. Eccezion fatta per l'Arabia saudita ed alcuni Emirati.



Eppure la Russia e la Libia non hanno invaso nè fanno guerra a nessuna nazione. Gli scolaretti romani salgono sul pulpito della loro immaginaria superiorità etica e tuonano contro "Putin e Gheddafi", ossia contro chi mantiene sensate relazioni con Russia e Libia.

Due paesi con cui gli USA hanno scarse relazioni, il cui boicottaggio economico è autolesionista solo per l'Unione Europea -non per la Germania che se ne impippa- e soprattutto per un'Italia totalmente dipendente energeticamente, priva di qualsiasi fonte alternativa: nucleare, eolica o di altro tipo.
Il governo in gestazione, formato da Fini, D'Alema, Draghi, Montezemolo e molti riciclati del post-comunismo e post-fascismo, si sbarazzerà delle ultime strutture nazionali in campo energetico e della meccanica strategica, e metterà mano alla liquidazione delle scuole pubbliche. Privatizzerà l'INPS, cioè la trasferirà in mani rigorosamente anglosax, perchè sono gli ultimi superstiti balocchi appetitosi dell'ex giardino d'Europa.

Lo faranno in nome della modernizzazione, del "progresso" e del sano realismo finanziario, in realtà per acquiescenza agli sponsor che li stanno aiutando in tutti i modi -leciti e no- stabiliti nell'ultima adunanza degli innominati del Bildberg in quel di Barcellona. Privatizzazione accelerata, rafforzamento dell'EuroNATO, condiscendenza piena e "carnale" al partecipare in tutte le avventure programmate dal Pentagono. Anche nei mari caldi e nei grandi fiumi delle Americhe meridionali, a fianco della IV Flotta. "Non è vero che l'Italia spenda molto per la difesa..." ha sillabato D'Alema.

 Selvas

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