sabato 2 ottobre 2010

PORTO TORRES
I pastori bloccano lo scalo, scontri con i carabinieri - VIDEO

di Federico Spano
Sono arrivati nello scalo di Porto Torres dalle 6 del mattino per dare vita ad una nuova manifestazione di protesta, gli allevatori del Movimento pastori sardi. Il porto è stato bloccato e i pastori, un migliaio, hanno lasciato uscire soltanto i passeggeri arrivati con la Grimaldi e la Tirrenia. Proprio dalla Grimaldi sono sbarcati alcuni tir che trasportavano maialini e pecore. I pastori hanno forzato il blocco, travolgendo alcuni carabinieri, e hanno raggiunto la nave. I militari hanno reagito con manganellate. La tensione resta altissima

Qualcuno è partito dal giorno prima, molti hanno lasciato i loro ovili nel cuore della notte, per raggiungere il luogo del nuovo blocco: lo scalo marittimo di Porto Torres. I pastori lo avevano giurato quest'estate, a Olbia, durante la protesta davanti all'aeroporto: non smetteranno di lottare sino a quando le promesse dei politici non si tradurranno in fatti concreti. Almeno mille allevatori, arrivati stamattina alle 6 da ogni angolo dell'isola, con campanacci, fischi e bandiere azzurre, hanno bloccato l'uscita del porto.

GUARDA Il video della protesta a Porto Torres

Via libera per i passeggeri, cancelli chiusi per le merci: si continuerebbero a importare in Sardegna animali provenienti dall'estero e prodotti legati alla filiera agro-pastorale che di fatto danneggiano l'economia sarda. Settanta tir, provenienti da Genova, non sono potuti uscire dallo scalo. I mezzi, sono sbucati dalla pancia della nave e si sono fermati nel piazzale interno. Oltre i cancelli, decine di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa.

Una parte dei pastori, intorno alle 10.30, si è spostata nel molo Asi, dove è arrivata la nave proveniente da Barcellona e diretta a Civitavecchia. Alcuni pastori sono riusciti a entrare nel porto e ad avvicinarsi ai tir, scoprendo che alcuni trasportano latte, maialini e pecore provenienti dalla Romania. La voce si è presto diffusa e la tensione tra i pastori è salita alle stelle. Alle 11,20 è stato forzato il cordone di polizia e carabinieri. Sono volate alcune manganellate e diversi agenti sono finiti per terra. I pastori sono riusciti a raggiungere la Grimaldi e ad accerchiare i tir.

Uno dei camion circondati dai pastori trasporta circa trecento maiali con le orecchie bucate ma apparentemente senza targhetta identificativa. Il mezzo, che proviene da Barcellona, è fermo nel piazzale del porto industriale dove i manifestanti sono riusciti a penetrare. Il camion è parcheggiato vicino a un mezzo che trasporta pecore, anch'esso proveniente dalla Spagna. I pastori sono convinti che il bestiame proveniente dall'estero venga punzonato in Sardegna e poi spacciato come sardo, anche sul mercato locale.

Intanto sono arrivati i veterinari della Asl di Sassari per accertare se gli animali siano stati trasportati secondo le normative di legge. Gli autisti dei due tir che trasportano i maialini e le pecore sono spariti, portando con loro i documenti di viaggio, con tutte le informazioni sul carico. Sono in corso le ricerche.

A guidare la manifestazione, il leader del Movimento dei pastori, Felice Floris. "La mobilitazione andrà avanti, perché siamo in attesa di risposte concrete, di provvedimenti che diventano ogni giorno più urgenti - ha detto Floris -. Ribadiamo che gli impegni che il governatore Cappellacci ha preso con i pastori il 14 settembre a Cagliari devono essere onorati. Devono diventare provvedimenti concreti. Da subito. Perché non c'è tempo da perdere. Noi non smobilitano, anzi rafforzeremo la nostra lotta e la nostra denuncia davanti all'opinione pubblica di tutta la Sardegna e di tutta Italia".

Quel che avevamo da proporre alla Regione lo abbiamo detto troppe volte e speriamo veramente che questa volta vengano onorate le parole dette davanti a migliaia di pastori esasperati, ma ancora fiduciosi nelle istituzioni. Tradire questa fiducia sarebbe un grosso errore con conseguenze molto gravi ed imprevedibili. Orami non c'è più tempo da perdere. Il tempo della ragionevolezza e della calma è finito".

La Nuova Sardegna

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