lunedì 16 maggio 2011



Il leader di Sel Vendola indica la via per risorgere dalle proprie ceneri: missioni umanitarie e accoglienza nei Cie

   



Il segretario di Sel, Vendola critica tanto il berlusconismo ma nello stesso tempo usa le stesse strategie di comunicazione dell’odiato Silvio. Attraverso un video messaggio il leader della sinistra minimalista cerca di trasmettere un senso di disprezzo per il Paese berlusconizzato. “Ci sono tante domande che dovrebbero interrogare l’Italia di oggi: come è la vita nei nostri comuni, come è il lavoro quando c’è la fortuna del lavoro, come è questo ambiente ferito ed inquinato”. Così inizia il lungo monologo del poeta di una sinistra già rifondarola che si è liquefatta sulle missioni militari all’estero e sulla precarizzazione del lavoro. Eh sì perché proprio su queste due questioni primarie del manifesto della sinistra radicale: rifondazione, comunisti italiani e verdi, c’è stato il crollo. Diliberto, Bertinotti e poi il suo successore Giordano nonché Pecoraro Scanio pur essendo contro le guerre umanitarie hanno sempre votato a favore del rifinanziamento delle missioni per non far cadere quei governi da loro appoggiati. Il conto di questa ipocrisia dei due piedi in due scarpe gli è stato poi presentato dal proprio elettorato. Non per niente sono fuori dal Parlamento.

Adesso il poeta Nichi tenta la risalita usando però le stesse odiate tecniche del Sai Baba di Arcore. “Come è la vita dei più piccoli, dei più giovani, dei più vecchi, la vita di chi è diversamente abile”, questa la cartolina di Vendola per descrivere un quadro della società in peggio dopo gli anni di berlusconismo. Ora possiamo pure attribuire al Cavaliere tutte le colpe che vogliamo per scaricarci la coscienza ma dare per scontata questa tesi non ci sembra onesto. Il degrado della società, la flessibilità, la precarietà e gli stipendi miserevoli non li possiamo certo addossare soltanto al Sai Baba azzurro. E la stessa cosa le guerre umanitarie, né tantomeno la realizzazione dei Cpt per gli immigrati. Le migliaia di giovani che ogni anno scendono in piazza proprio per condannare queste politiche dovrebbero avere ben chiare queste cose. D’Alema e Prodi hanno bombardato come Berlusconi; la flessibilità e quindi la precarizzazione più oscena l’hanno introdotta con il primo governo Prodi, approvando il cosiddetto pacchetto Treu; i luoghi di “accoglienza” ovvero i Cpt sono stati ideati da Napolitano all’epoca in cui ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno del mitico Prodi. Queste cose bisogna tenerle ben presente altrimenti non si è credibili né quando si scende in piazza né quando si festeggia la vittoria di un governo di centrosinistra. Né tantomeno quando si applaude Vendola o Napolitano. Va vi rendete conto quanta ipocrisia anche nelle parole dell’inquilino del Colle nel dire che in Libia non siamo in guerra.


“Sinistra Ecologia Libertà è l’idea di un centrosinistra nuovo, capace di costruire un cantiere grande e credibile di alternativa al berlusconismo”, questa la poesia di Nichi che non incanta più nessuno. Il leader del centrodestra ha le sue brave colpe, in primis quella di essere un imprenditore prestato alla politica. E soprattutto quella di essere un bugiardo su tutti i fronti ma non è che poi sia da meno degli altri politicamente corretti e che sfilano nei cortei.

“I governi Berlusconi -così sottolinea il presidente della regione Puglia- hanno rappresentato un colpo permanente ai diritti sociali, ma anche ai diritti di libertà, ma anche un colpo ai diritti umani di questo Paese”. E dice che in sostanza con questi anni di berlusconismo il Paese è diventato più crudele, dal mercato del lavoro alla solidarietà verso gli immigrati. “L’Italia è un Paese spaventato di fronte alle sfide dell’immigrazione”, questo dice il poeta della sinistra radicale su uno dei problemi che maggiormente sentono gli europei. Purtroppo la poesia di Vendola non porta da nessuna parte se non a dare una mano al disegno criminale del liberismo anglo-americano delle multinazionali e della grande finanza: un mercato di schiavi, senza diritti e con salari miserevoli.






14 Maggio 2011 

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