giovedì 12 maggio 2011

Nel savonese l'illegalita' tra mafia, politica e affari... e Pietro Fotia e' agli arresti!


Il 2011 può essere certamente l'anno che segna l'arrivo della Primavera su Savona. Una Primavera che spazza via quelle nebbie che avvolgevano e proteggevano contiguità, connivenze e complicità...


Il cambio della stagione l'avevamo già evidenziato per il caso "cemento"... della T1 di Ceriale - il più grande cantiere del savonese - dove è scattato il sequestro (richiesto dalla Procura, disposto dal Gip e confermato dal Tribunale del Riesame) del cantiere della "Geo srl" di Andrea Nucera, per quei reati che, come "Casa della Legalità", avevamo indicato nell'esposto alla Procura ed al Noe, ovvero lottizzazione abusiva e falso documentale. E, come avevamo detto e scritto, le responsabilità non erano certamente solo quelle del costruttore, ma (come conferma ora l'inchiesta della Procura) anche di chi aveva avvallato nella Pubblica Amministrazione, tra funzionari, assessore e sindaco di Ceriale, quell'approvazione che noi dicevamo, in tempi non sospetti, illegittima.

Ma è già prima di questa significativa inchiesta che avevamo visto che la stagione era cambiata anche sulla questione cruciale chiamata "mafia"... Come quando, dopo la consegna di un nostro dossier al Procuratore Capo ed al Prefetto, vi è stata l'istituzione di un Pool interforze della Polizia Giudiziaria presso la Procura dedicato al contrasto delle mafie, chiudendo così quella triste pagina che, con i "la mafia qui non c'è", ha garantito protezioni eccellenti ai signori delle cosche ed alle loro indicibili alleanze.


Di passi avanti, nel contrasto ai signori delle cosche, se ne sono compiuti, grazie al lavoro di quei reparti dello Stato che abbiamo sempre detto essere pronti e preparati ad affrontare una situazione preoccupante che aveva segnato da tempo il passo dal "radicamento" alla "colonizzazione", e grazie alla determinazione della Procura di Savona. Come "Casa della Legalità" abbiamo fornito quindi ogni supporto possibile, con la raccolta di segnalazioni (che rompevamo via via sempre di più il muro di omertà), con le nostre inchieste, le pubblicazioni e, quindi, con denunce ed esposti.

Abbiamo puntato l'indice sulle pesanti irregolarità della "partita" relativa alle Cave, a partire da quella acquisita dai Fotia a Cosseria (cava Rianazza) per arrivare a quella di Balestrino (cava Camporosso) in mano ai Fazzari-Gullace ed "eredità" della grande stagione criminale del "duetto" Francesco Fazzari & Carmelo Gullace. Ed anche qui, a seguito di documenti esposti ed aggiornamenti costanti che la "Casa della Legalità" ha prodotto, si è arrivati ai controlli antimafia del 4 maggio scorso, nelle due cave savonesi.

Abbiamo puntato le attenzioni sulle attività del Fameli (dalle immobiliari straniere, alle truffe tutte locali, passando per la Sala Giochi e Punto Scommesse che ora, pare, siano destinate a trasformarsi in "galleria d'arte") e quelle dell'orbita Gullace, ai nuovi uomini dei Piromalli che da Gioia Tauro hanno raggiunto la riviera... Si è conquistato, dopo quasi vent'anni, lo sgombero della vecchia "Villa Fazzari" che l'amministrazione comunale aveva lasciato in uso alla famiglia Fazzari (e pure lo sgombero della casa comunale che non si sa ancora perché era occupata dal Mimì, cumpare della famigliola).

Caso per caso, abbiamo indicato sempre non solo gli uomini delle cosche, ma anche quelle amministrazioni pubbliche che ne hanno agevolato e garantito l'attività... perché, come diciamo sempre, se i mafiosi avessero trovano porte chiuse, impermeabili, non avrebbero potuto mai passare!

Ed è così che abbiamo denunciato e segnalato (nelle sedi opportune), così come documentato anche pubblicamente sul sito, i grandi affari dei Fotia, famiglia della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti, a partire da quelli della SCAVO-TER.
Affari che, basta rileggere gli articoli pubblicati (i link per trovarli sono in coda), si sviluppavano con un rapporto privilegiato con le amministrazioni di centrosinistra ed in un contesto dove all'assenza di trasparenza e correttezza della Pubblica Amministrazione, si aggiunge una cortina fumogena che avvolge uno dei settori chiave, come quello dei rifiuti (a partire da quelli speciali), con Discariche gestite da società aventi propria base in impenetrabili Paradisi Fiscali.

Oggi la notizia dell'Operazione DUMPER della Guardia di Finanza con la Procura di Savona.
Reati contestati: corruzione, riciclaggio, dichiarazioni fiscali fraudolente e falsità in atti pubblici in concorso.
Un giro di assegnazioni di lavori pubblici del Comune di Vado Ligure che, attraverso la scappatoia della somma urgenza, eludeva le normali procedure. Soldi di lavori pubblici che finivano a sponsorizzare la "Tirreno Power - Riviera Vado Basket"... ed un funzionario del Comune di Vado Ligure, responsabile di quelle procedure di assegnazione che era anche il patron della squadra di pallacanestro che incassava, ovvero l'Ing. Roberto DROCCHI... che è anche consigliere comunale uscente a Savona del PD (e ricandidato per le elezioni del prossimo fine settimana).
Con il DROCCHI, agli arresti è finito anche Pietro FOTIA (quello che sfidava la Procura a processarlo, quando Il Secolo XIX ha "osato" pubblicare la notizia che la famiglia FOTIA è legata alla cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI e che il Pietro FOTIA, con il vecchio Sebastiano, erano in prima fila al funerale di Francesco FAZZARI, durante il quale hanno avuto anche un summit con i MAMONE, legati all'altra cosca, quella dei GULLACE-RASO-ALBANESE, imparentati con i PIROMALLI)... quel Pietro FOTIA che, con un fine atteggiamento intimidatorio, davanti alle Forze dell'Ordine, nell'estate scorsa, con accanto i propri fratelli, si prodigò in una nemmeno troppo velata minaccia al Presidente della "Casa della Legalità".

Con DROCCHI e FOTIA sono finiti in carcere, a conferma ulteriore di quell'asse con il sud Piemonte che più volte abbiamo indicato come "Casa della Legalità", Andrea BALACLAVA di Cuneo, oltre a Mario TARICCO, nato ad Ovada ma residente a Savona.
Accanto ai 4 arrestati vi sono poi altri indagati a piede libero, tra cui gli altri due fratelli FOTIA, ovvero Donato e Francesco.

I fatti emersi non sono per noi una novità, anzi, più volte abbiamo indicato che attorno ai rapporti FOTIA e PD vi fosse un terreno paludoso che occorreva bonificare profondamente... anche perché le anomalie dei rapporti dei FOTIA con le amministrazioni a guida PD, a partire da Savona (ben oltre al consigliere comunale ricandidato ed ora arrestato) per passare ad altri Comuni della provincia, sono ben più ampie come abbiamo già documentato a chi di dovere e come, nei prossimi giorni, ancora documenteremo. Ma, attenzione, se tra FOTIA e PD vi era (ed è) un rapporto privilegiato non è che anche le amministrazioni di centrodestra sdegnassero tale rapporto, come, ad esempio, anche nella città di Alassio, dove i FOTIA si danno da fare e dove potente è quel Marco MELGRATI che non retrocede mai dalla linea "la mafia qui non esiste" e che ha chiamato, prima di decadere da Sindaco, proprio ad Alassio, come Segretario Generale quello STRANGI che era il Segretario Generale e Direttore Generale di quel Comune di Gioia Tauro sciolto per mafia perché operava nell'esclusivo interesse del clan dei Piromalli.

Per ora ci fermiamo qui. Non abbiamo ancora letto l'Ordinanza e quindi non vogliamo in alcun modo far emergere elementi che siano ancora coperti da segreto istruttorio... perché come più volte abbiamo scritto non ci interessano gli scoop ma colpire in via definitiva mafia, corruzione ed illegalità!

Lanciamo invece tre inviti:

- al PD Ligure: promuova una Commissione d'Inchiesta indipendente, ovvero composta da persone estranee al Partito. Assegni a questa commissione il compito di verificare e pubblicare ogni risultanza di una attenta analisi:
* dei finanziamenti presi dai singoli candidati alle diverse elezioni, a partire dal 2005, oltre a quelli presi direttamente dal PD (prima da DS e Margherita), da Fondazioni e associazioni collegate, società e Feste di partito;
* dei casi di contiguità, connivenza e complicità con esponenti della criminalità organizzata;
* dei conflitti di interesse e dello stato patrimoniale dei propri eletti ed amministratori.
Costituisca questa Commissione, chiami a comporla soggetti che non hanno rapporti di sudditanza verso alcuno e che siano effettivamente autonome, e si impegni a provvedere anche con le espulsioni di quanti risulteranno essere soggetti "compromessi", indipendentemente che vi siano o meno rilievi penali su quanto emergerà. Lo faccia a livello regionale e per ogni provincia, iniziando proprio da Savona. Questo sarebbe un segnale di trasparenza e reale volontà di fare pulizia al proprio interno, dopo il caso dei rapporti particolari a Genova con i Mamone (già emersi chiaramente dall'inchiesta del Gico e poi evidenziati dalle recenti pubblicazioni sui appalti e agevolazioni da parte delle P.A.) a quello che ora sta iniziando ad emergere a Savona.
Dichiarare di avere fiducia e rispetto nella Magistratura non basta, occorre che la politica faccia pulizia al proprio interno. Serve che lo faccia prima che arrivi la Magistratura, ed anzi che lo faccia segnalando tutto quanto risulterà necessario alla Magistratura stessa.
Il PD sarà disposto a passare dalle dichiarazioni ai fatti su questo tema? Vorrà dare questo segnale, pronto a chiedere le dimissioni dalle cariche pubbliche (oltre che di partito) di coloro che hanno avuto ed hanno contiguità, connivenze se non addirittura complicità con esponenti della criminalità organizzata o finanziaria?

- all'Unione Industriali di Savona: considera la famiglia Fotia sempre ben accolta, anche alla luce di questa ennesima risultanza frutto del lavoro dell'Autorità Giudiziaria, nel proprio salotto? Non sarebbe il caso di dare seguito, anche in questo ambito, ai proclami sulla Legalità che a parole si sprecano ma nei fatti si dissolvono nel nulla, mentre le imprese oneste e pulite vengono - in particolar modo in periodo di crisi come quello attuale - soffocate, annientate e distrutte dall'economia-criminale?

- alle Banche: anziché continuare nel dare grandi sostegni ad imprese di famiglie da anni indicate come appartenenti alla 'ndrangheta, con gravi e inconfutabili indizi di mafiosità, non sarebbe il caso che si dessero quegli aiuti alle piccole aziende in difficoltà che invece trovano sempre le porte chiuse e che, quindi, vengono spinte a rivolgersi a quelle pseudo confederazioni di imprese, legate a quella masso-mafia, che, con società finanziarie di prestanome accreditati dalla Banca d'Italia, finiscono per "divorarsele" lasciando formalmente le imprese intestate a nomi insospettabili?

Se l'economia e la politica decideranno a Savona (come altrove) di voltare pagina nei fatti, allora il lavoro della Procura avrà ancora una maggior ricaduta e, quindi, libererà Savona da quella cappa che, tra corruzione, illegalità ambientali, riciclaggio e mafia, ne ha soffocato lo sviluppo, l'ambiente e la vita, in questi lunghi anni passati.


PS
A fine aprile ci è stato notificato un avviso di chiusura indagini relativo all'articolo "FOTIA, COSCA MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, A SAVONA TANTO AMATI". L'avviso veniva dalla Procura di Torino... La querela non è stata presentata dai Fotia ma dal pm Alberto Landolfi. Si tratta di un nuovo avviso, riformulato, in quanto quello precedentemente notificatici vedeva insieme come parte lesa: il pm Alberto Landolfi ed il boss Carmelo Gullace. Quale sia la notizia di questo dettaglio valutatela voi.


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