giovedì 12 maggio 2011

Cagliari, la protesta dell’evasore tartassato

CAGLIARI – In diecimila in corteo hanno paralizzato il traffico di Cagliari, urlando slogan, portando in piazza anche una finta cassa da morto contenente partite Iva. E’ la colorita e finora pacifica protesta dell’”evasore tartassato”, delle partite Iva contro le cartelle e le ganasce fiscali di Equitalia. I manifestanti, arrivati soprattutto dal Sulcis Iglesiente, una delle zone più in crisi della Sardegna, chiedono una moratoria per il pagamento dei debiti dovuti allo Stato, alle Amministrazioni locali ed agli Enti previdenziali, diverse modalità di riscossione ed oneri più adeguati.

Una parte dei manifestanti (alcuni hanno mobilitato anche una decina di autoarticolati) si sono spostati in corteo davanti alla sede del Consiglio regionale dove era previsto un incontro fra la delegazione delle partite Iva ed il presidente della Regione, Ugo Cappellacci. Alcune delle persone che partecipano alla manifestazione sono rimaste bloccate sulla statale 130, che collega Cagliari ad Iglesias, ed un piccolo gruppo è arrivato in mattinata nel capoluogo dopo una camminata che si è protratta tutta la notte. La protesta è sostenuta anche dagli indipendentisti di Indipendentzia Repubrica de Sardigna (Irs).

Traffico paralizzato a Cagliari dove sono circa diecimila, secondo la Questura, i manifestanti che hanno invaso il capoluogo per protestare contro le cartelle fiscali di Equitalia. Il corteo di manifestanti aumenta sempre di piu’ ad ogni chilometro che percorre, tra l’area della Fiera ed il Consiglio regionale. Vengono gridati diversi slogan non solo contro Equitalia ma anche contro i politici regionali e nazionali colpevoli di ”Pensare solo alle poltrone”. Fra i simboli che vengono portati dai manifestanti, che chiedono anche futuro e lavoro, tre avvoltoi stilizzati con su scritto Equitalia – Politici – Stato, ma anche una cassa da morto in cui giacciono le ”Partite iva”, e cartelli con la scritta ”Uniti possiamo cambiare”. Il corteo ha fatto una breve sosta davanti agli uffici di Equitalia Sardegna, controllato da agenti di Polizia in tenuta antisommossa, per poi spostarsi verso il Consiglio regionale dove una delegazione verra’ ricevuta dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci. Questa sera all’ordine del giorno della seduta della Giunta regionale e’ prevista proprio una delibera per interventi a favore delle imprese indebitate con Equitalia. (ANSA).


 12 maggio 


Giovedì 12 maggio 2011 11.59
 In diecimila contro Equitalia  
Cappellacci: fondo anti crisi
 Alcuni manifestanti protestano contro Equitalia   

E' un Consiglio regionale completamente circondato e blindato dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa quello che gli oltre diecimila manifestanti, in corteo a Cagliari per protestare contro le cartelle di pagamento Equitalia, si sono trovati davanti nella sede di via Roma.

Durante la protesta, che ha letteralmente paralizzato il traffico cittadino, vengono gridati diversi slogan non solo contro Equitalia ma anche contro i politici regionali e nazionali colpevoli di "pensare solo alle poltrone". Fra i simboli che vengono portati dai manifestanti, che chiedono anche futuro e lavoro, tre avvoltoi stilizzati con su scritto Equitalia - Politici - Stato, ma anche una cassa da morto in cui giacciono le "Partite iva", e cartelli con la scritta "Uniti possiamo cambiare". Il corteo ha fatto una breve sosta davanti agli uffici di Equitalia Sardegna per poi spostarsi verso il Consiglio regionale.

LA RISPOSTA - La Regione, oggi stesso, con un provvedimento della Giunta, chiederà al Governo di dichiarare lo stato di crisi territoriale proponendo una moratoria per le cartelle fiscali di Equitalia. Lo ha annunciato il governatore Ugo Cappellacci incontrando una delegazione dei manifestanti. La Giunta si appresta anche a creare un fondo anti crisi di 10 milioni di euro destinato alle imprese indebitate con Equitalia. Ulteriori 10 milioni saranno invece riservati alle famiglie meno abbienti per far fronte agli obblighi di natura tributaria (500 euro al mese a famiglia dal Fondo povertà della legge regionale 1/2009), mentre 30 milioni confluiranno in un pacchetto di garanzie che, attraverso la sfirs, possa ridare fiato alle imprese del Sulcis-Iglesiente, le più colpite dalla crisi, consentendo l'accesso al credito in maniera più semplice e diretta (co-garanzia).

Già la settimana prossima Cappellacci incontrerà i vertici nazionali dell'agenzia delle Entrate, Equitalia e Inps per definire un sistema di accompagnamento delle imprese ai pagamenti, mentre un ulteriore confronto è previsto con il sistema bancario per superare alcune rigidità. "Porteremo avanti questi provvedimenti con determinazione - ha assicurato il governatore - perché è un diritto del territorio ottenere un aiuto per risolvere il problema. E' una situazione che ben conosciamo - ha aggiunto - con il ricorso di strumenti, talvolta sono a dir poco abnormi, all'interno di un sistema totalmente iniquo". Parzialmente soddisfatti i rappresentanti dei manifestanti che hanno chiesto da subito il blocco della "svendita delle prime case con le aste" e lo sblocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, attivando la compensazione tra debiti e crediti.


Ventimila scendono in piazza contro Equitalia

Il Movimento artigiani e commercianti liberi del Sulcis porta la sua protesta a Cagliari

 

CAGLIARI. L'avamposto è partito ieri, alle 20, da Carbonia, a piedi. Novanta chilometri in notturna, poi per i primi della carovana comincerà l'attesa, nel piazzale della Fiera, degli altri ventimila promessi al prefetto. «Di meno non saremo», è l'annuncio del popolo delle Partive Iva. È il loro giorno di protesta, contro Equitalia, da scaricheranno addosso a chi finora li ha lasciati soli ad affogare fra case sequestrate, ganasce fiscali, famiglie sul lastrico e aziende all'asta.

Andrea Impera, uno di loro, è il capopopolo che giovedì scorso ad «Annozero» se l'è presa con tutti, destra e sinistra, governo e opposizione, Agenzia dell'Entrate, Inps e Comuni.

- Perché?
«C'è da chiederselo? Siamo disperati. Vogliono portarci via tutto, ma non ci riusciranno. Se ci provano, finirà male. Devono sapere che alcuni di noi hanno già tentato il suicidio, che altri non sanno più a quale Cristo votarsi per non finire sul lastrico. Vogliono lasciarci morire strangolati dalle banche, o peggio ancora dagli usurai e dagli sciacalli?».

- L'unica vostra parola d'ordine è ribellione.
«Certo. È il Movimento artigiani e commercianti liberi del Sulcis a ribellarsi, a guidare questa rivolta dopo che nessuno ha fatto nulla per fermare lo strapotere di Equitalia, la nostra rovina».

- Ma non avete pagato tasse e contributi: dunque, siete soltanto dei colpevoli in cerca di condono. «Sbagliato. Non siamo un popolo di furbi e ai fuorilegge di professione diciamo di non porovare neanche a infiltrarsi, o sarà peggio per loro».

- Ma voi chi siete?
«Siamo degli evasori per fame. Perché fino a quando c'è stato almeno un po' di lavoro, abbiamo fatto di tutto per rispettare le scadenze. Poi c'è stata la crisi, che ha spazzato via tutto, anche la speranza».

- Siete dei morti che camminano.
«Esatto. Perché adesso invece di darci una mano, vogliono condannarci a morte con una montagna di cartelle
fiscali».

- Dica la verità, non volete pagare.
«Mai. Chiediamo soltanto di non essere cannibalizzati dallo sporco gioco al raddoppio, se sei fortunato, che hanno organizzato dall'Agenzia dell'Entrate all'Inps con gli interessi, mostruosi, e le sanzioni, pazzesche. Meglio che si sappia da subito e così mandiamo a quel paese le malelingue: vogliamo pagare, ma il giusto».

- Cioè?
«Prima di tutto chiediamo la sospensione per almeno un anno delle cartelle in esecuzione. Poi che siano levate le ganasce fiscali ai mezzi di lavoro, qualcuno mi deve spiegare come faccio a mettermi in regola, se poi non posso usare l'auto o il trattore».

- Ci sono anche le case pignorate.
«Le aste devono essere subito fermate. C'è addirittura gente che rischia di perdere la casa per un debito con lo Stato di appena ottomila euro. È disumano».

- Altre richieste?
«Aumentare il periodo di rateizzazione. Siamo in emegenza e settantadue mesi, che adesso è il massimo, non bastano più. Devono essere almeno centottanta».

- Siete anche contro gli studi di settore.
«Sono un'altra rovina. A Roma continuano a credere che viviamo in paradiso, quasi non sappiamo che la Sardegna è invece murata viva. Disoccupati e cassaintegrati, è un disastro nel Sulcis. L'industria è morta e nel pozzo nero ha trascinato il commercio e l'artiginato. O cambiano gli studi di settore, o andrà sempre peggio».

- Chi deve salvarvi?
«È un dovere della politica trovare una via d'uscita, noi da soli non possiamo riuscirci. Dal presidente Cappellacci e dal Consiglio regionale pretendiamo che chiedano al governo di fermare Equitalia».

- Possono farlo?
«Lo può fare il ministro Tremonti. Bisogna chiedeglierlo subito. Perché questa emergenza è peggio di una calamità naturale e se qualcuno non interviene, saremo travolti dal dramma sociale».

- Sarà una manifestazione pacifica?
«Abbiano il sangue alla testa, ma non siamo violenti. Marceremo fino al palazzo della Regione, in viale Trento, dove una delegazione sarà ricevuta da Cappellacci».

- Ma in televisione avete minacciato che farete tremare il Palazzo.
«Lo faremo se l'incontro finirà con un nulla di fatto. Basta con le promesse. Siamo stati da Equitalia e ci ha detto che non può far nulla. Dice che la colpa non è sua ma dagli enti creditori e allora bisogna intervenire sui mandanti di quello che sta per essere un olocausto».


12 maggio 2011

Solo in Sardegna 70 MILA le aziende a rischio su Unione Sarda

1 commenti:

  1. Ogni intromissione dello stato nel economia va respinta Sia che per stato si intenda chi ha soldi localmente che chi ha soldi a livello nazionale o sovranazionale .Basta imposte .

    RispondiElimina