lunedì 20 giugno 2011

Si deve imporre il cantiere!
Lascio perdere le bestialità sui dati...pura propaganda!

La Marcegaglia che ti aspetti


Fra le persone che nel corso della propria carriera hanno sproloquiato a vario titolo in merito all'alta velocità in Val di Susa, non poteva certamente mancare il leader dei "prenditori" d'accatto Emma Marcegaglia, intervenuta oggi all'assemblea dell'Unione industriale di Torino.
La Presidente di Confindustria, perennemente alla ricerca di contributi statali, attraverso i quali socializzare le perdite, ha dichiarato con piglio autoritario "Quando sento che per un’opera come la Tav si è creata “la libera Repubblica de La Maddalena”, dove circa 150 persone bloccano l’avvio dell’opera e l’apertura dei cantieri, penso che non sia degno di un Paese civile".
Ritenendosi in tutta evidenza titolata a stigmatizzare quello che non conosce, dimenticando che in un "Paese civile" lei e la congrega d'imprenditori che le fanno seguito, sarebbero stati mandati da tempo a lavorare sul serio, anziché "vivere alla grande" sulle spalle dei contribuenti italiani, di cui (sui numeri la buona Emma è stata male informata) le decine di migliaia di valsusini che si oppongono al TAV fanno purtroppo parte......

Non soddisfatta della sua prima esternazione, la Marcegaglia ha poi aggiunto
"Il ripristino della legalità vuol dire far accettare le leggi dello Stato ovunque. Che nel civilissimo Piemonte ci sia un’area “off limits” è qualcosa di inaccettabile. E non commento il fatto che la Fiom abbia espresso solidarietà a queste persone".
Dando sfoggio di un senso dell'ironia che non sospettavamo appartenerle, dal momento che legalità e leggi dello Stato sono parole con le quali la confraternita da lei capitanata ha assai poca dimestichezza, ovunque e in qualunque contesto si trovi ad "operare" nel paese.
La critica alla Fiom, per aver dato solidarietà ai cittadini che lottano per i propri diritti (da lei definiti con spregio "queste persone") è poi un chicca di quelle da custodire gelosamente, nel novero delle bestialità esperite nel corso della sua fulgida carriera.
Anche se portata da chi, come lei, fa parte della platea che ha tributato applausi all’ad  della Thyssenkrupp, condannato nel processo, per il rogo nello stabilimento di Torino che costò la vita  a 7 lavoratori, finisce per suonare come un complimento.

Marco Cedolin

La Sig.ra che invoca alla legalità..eccola qua

Record di infortuni nelle fabbriche Marcegaglia


Secondo i dati Eurostat, gli infortuni sul lavoro in Italia ogni 100 mila occupati sono 2674 (dati del 2007 pubblicati dall'Inail). Cioè 26,74 infortuni per ogni mille occupati. L'Italia non è messa male perchè la media dell'area Euro è più alta: 3279 infortuni cioè 32,79 ogni mille occupati.
Nello stabilimento Marcegaglia di Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova, là dove l'azienda della presidente di Confindustria ha la testa operativa, nel 2010 gli infortuni sul lavoro sono stati 135 su un totale di 1183 dipendenti. Per stare dentro la media Eurostat, la Marcegaglia avrebbe dovuto avere non più di 32 infortuni all'anno (31,63 per la precisione) invece ne ha avuti quattro volte di più, il 300 per cento in più della media italiana. E nei primi due mesi del 2011 gli infortuni nella stessa azienda sono stati già 20.
Una piccola strage che viene denunciata dalla Fiom-Cgil lombarda sulla base dei dati forniti dall'azienda. Da cui emerge un bollettino medico impressionante: lo scorso anno, in 63 casi si è trattato di infortuni agli arti superiori, in 35 agli arti inferiori, in 23 al capo, in 6 al torace, in 6 casi alla colonna vertebrale- bacino. Il documento si dilunga anche sui tipi di infortunio: 46 ferite, 37 contusioni, 23 lussazioni-distorsioni, 11 fratture, 8 lesioni da sforzo, 7 da corpi estranei, 3 lesioni da agenti chimico-fisici. Infine, tra gli agenti di infortunio: materiali, sostanze e radiazioni; l'ambiente di lavoro; le attrezzature e gli utensili; i mezzi di sollevamento e trasporto. Siamo di fronte a una situazione inaccettabile dice Mirco Rota, segretario generale Fiom Cgil Lombardia . Un'azienda non pu permettersi di essere all'avanguardia sul mercato a discapito della sicurezza dei lavoratori.
La Marcegaglia, in effetti, è una delle aziende di punta del sistema industriale italiano: settore nevralgico, quello dell'acciaio, circa 6.500 dipendenti distribuiti in 50 stabilimenti nel mondo (in Italia sono una quindicina) e soprattutto un nome blasonato, anche per il ruolo assunto da Emma Marcegaglia. Che si è pronunciata più volte a favore della prevenzione degli infortuni. Solo qualche mese fa, in una lunga intervista al quotidiano confindustriale Il Sole 24 Ore, ha affermato perentoriamente che il grave problema degli incidenti sul lavoro si sconfigge con la prevenzione e l'informazione.
Lo ha fatto dicendosi soddisfatta della riduzione, nel 2010, del numero dei morti sul lavoro in Italia sotto la soglia dei mille. Un dato contestato dall'Osservatorio indipendente di Bologna che di morti ne ha contate 1080 e che aveva comunque verificato un aumento del 6 per cento rispetto al 2009. Tra l'altro, a dispetto degli auspici di Marcegaglia o delle campagne del ministero del Lavoro quelle in cui la colpa degli infortuni è scaricata sulla scarsa attenzione o sulla poca cura da parte dei lavoratori gennaio 2011, sempre secondo l'Osservatorio di Bologna, ha già oltre il 60 per cento in più dei morti per infortuni sui luoghi di lavoro rispetto a gennaio 2010.

Clandestino

2 commenti:

  1. No comment!
    Bisogna essere sempre più uniti, un popolo veramente unito non può sconfiggerlo nessuno

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  2. è la verità, I am e pare una chimera essere un popolo unito, è tutt'altro che facile...anche qui ci sono nei momenti di noia degli skazzi, ma l'importante è ritrovare l'unità quando serve e per ora ha sempre funzionato.
    Tenere divise le masse su falsi credi è un giochetto da ragazzi in realtà per le élite, proprio perché l'uomo sempre più atomizzato rifugge da un'appartenenza "comunitaria", ha le sue "etichette" da difendere contro gli "altri".

    Ciao e grazie!
    Barbara

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