giovedì 30 giugno 2011

"Il Punto", rubrica a cura di Monia BeniniIn questa puntata...

Non avalliamo il TAV.
Nessuna convenienza e utilità, ma solo una gigantesca torta da spartire fra potere partitico, imprenditoria e grande finanza. Cittadini trattati come delinquenti, mentre c'è già una prima vittima. Forze dell'ordine a migliaia, proprio come nei teatri di guerra: ma non sarebbe il caso di destinarla a combattere mafia e 'ndrangheta anzichè scagliarla contro il popolo italiano che esercita la propria sovranità?


Val di Susa, domenica la riscossa

La grande manifestazione nazionale, indetta per domenica 3 luglio in Val di Susa, potrebbe costituire il viatico per porre fine all’occupazione militare dei terreni oggetto del futuro cantiere propedeutico alla realizzazione del TAV, a distanza di appena 5 giorni dal momento in cui sono stati “conquistati”, per mezzo di una pioggia di gas lacrimogeno tossico, vietato nei teatri di guerra, ma in tutta evidenza dispensabile in quantità nei polmoni della popolazione civile.
Ed è quello che ci auguriamo vivamente, ma sarebbe profondamente sbagliato guardare alla giornata di domenica e alla “riscossa” in termini di confronto “militare” con le forze dell’ordine e vaticinare una battaglia a colpi di pietre, manganelli e lacrimogeni, come molti media mainstream sicuramente faranno.
La “riscossa” infatti non passerà attraverso uno scontro all’ultimo sangue fra cittadini e poliziotti, e questo per tutta una serie di ragioni, la prima delle quali è costituita dal fatto che le forze dell’ordine non costituiscono il vero antagonista di chi si batte contro il TAV, ma solamente il terminale deputato a veicolare sul campo le decisioni della politica. Ed è proprio nel confronto con la politica del malaffare che il popolo che si radunerà il 3 luglio avrà l’occasione per vincere la propria battaglia e riprendere possesso dei terreni stuprati, con la forza dei numeri e dell’evidenza che nessuno (neanche la peggiore consorteria politico/industriale) può nutrire l’ambizione di costruire un cantiere, contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini.....

Proprio nei numeri e nella partecipazione popolare, la manifestazione di domenica, troverà la linfa per restituire al mittente (questa volta speriamo definitivamente) un progetto scellerato nato già morto, al solo scopo di foraggiare decenni di profitti illeciti . Le forze dell’ordine non lasceranno i terreni, perché sopraffatte dalla violenza (probabilmente neppure centomila persone potrebbero conseguire un simile risultato ed in ogni caso non si tratterebbe di una vittoria) ma semplicemente porranno termine all’occupazione, in quanto non esisteranno più i presupposti politici per sostenerne la necessità.

Domenica, in Val di Susa, si troveranno a confronto due mondi. Il primo costituito dai dinosauri che albergano in un modello di sviluppo prossimo a defungere, dove le persone e le idee vengono immolate sull’altare della crescita economica, della mafia e dello scempio ambientale.

Il secondo rappresentato dal nuovo che avanza, seppur a fatica, ritagliandosi con le unghie e con i denti ogni metro del proprio spazio.
Dagli uomini, dalle donne e dalle idee che hanno deciso come sia giunto il tempo di chiudere definitivamente la porta in faccia alla follia della crescita infinita, delle guerre “umanitarie”, delle multinazionali del cemento, della politica con il manganello. Per aprire le finestre su un futuro radicalmente differente, fatto di aria fresca, di opere a misura d’uomo, di vite da vivere e non da lasciarsi scorrere addosso, di rapporti armonici con la natura di cui siamo parte, di persone con la testa alta che hanno il coraggio di guardarsi allo specchio, quando si alzano dal letto la mattina.

Proprio per questo domenica sarà importante esserci, da ogni angolo d’Italia, anche se il viaggio è lungo, anche se comprensibilmente costa fatica e denari. Si tratta di un’occasione irripetibile, per dimostrare che il futuro è arrivato e iniziare a smantellare non solo il cantiere del TAV, ma anche un modello di sviluppo che ci sta soffocando tutti, peggio di quanto non sia riuscito a fare il gas tossico di lunedì mattina.

Lettera alla redazione del TGR
LouBlanc ha scritto
"
Gentile redazione del TGR Piemonte,
da tanti anni ho preso atto della graduale scomparsa di uno dei diritti fondamentali di una repubblica democratica quale la libertà di stampa. Edizioni di TG come quello di oggi e quelli che di solito vengono elaborate dalle redazioni RAI sotto palese pressione di chi controlla l'economia e la politica sono un ritorno al passato nell'era del fascismo ed un insulto ai tanti giornalisti martiri della verità e ai milioni di morti per la libertà e la nostra patria.
Starete li a crogiolarvi sulle vostre poltrone, magari sghignazzando nel leggere lettere come la presente, incapaci di provare vergogna o rimorso, ricchi forse di intelligenza cognitiva ma privi di un'altra fondamentale intelligenza che è quella emotiva e dalla quale nasce la capacità empatica.

La divisione dell'intelligenza studiata da Daniel Goleman era già stata osservata in precedenza da Gilbert, psicologo del processo di Norimberga, il quale osservo come tutti gli imputati appartenenti alle più alte cariche del partito nazista tedesco risultassero ai test estremamente intelligenti. I loro QI erano nettamente sopra la media eppure risultavano deficienti nella sfera emotiva. Capaci di grande intelligenza logica e nel frattempo di giocare al tiro al piattello con i neonati.

La mia mail, che non mi aspetto venga letta visto il poco rispetto che avete dei cittadini, della verità e del vostro mestiere, è ovviamente riferita al servizio odierno sulla situazione in Valle di Susa. In particolare a due dati forniti in maniera tendenziosa e fuorviante con chiaro intento di compiacere l'apparato mafioso e lucroso che cerca di imporre questo scempio.

La prima riguarda Ferdinando Lazzaro, che voi fate passare come un povero ed onesto cittadino vittima di quei pericolosi malviventi dei valsusini. E' triste dovervi ricordare come fare il vostro mestiere ma dovreste prima sapere di chi state parlando. La famiglia Lazzaro da decenni è coinvolta in processi per corruzione, evasione ed altro. Qua una piccola rassegna stampa a riguardo. Vi dovreste vergognare per quello che avete fatto con il vostro servizio. Ritengo che sia oltremodo ingiurioso verso i cittadini accusati dalla vostra redazione di atti di violenza non comprovati da qualsiasi atto giudiziario. Nel servizio il vostro cronista dice "è stato insultato e picchiato" mentre tutto ciò che dite e dice nell'intervista Lazzaro (compresa nuovamente la storia dei proiettili) è fino a prova contraria pura opinione personale priva di alcuna verità giuridica. Nell'imputare arbitrariamente e senza prova alcuna con tanta certezza ai cittadini (che nel rispetto della nostra costituzione manifestano) gesti criminali è un grave atto di diffamazione del quale dovete prendervi la responsabilità.

La seconda riguarda il presunto supporto al sindaco di Chiomonte Pinard che avete trasmesso concludendo con "degl'altri amministratori di valle". In italiano ciò che avete detto ( mi riferisco all'uso della parola "degli" che al contrario di "di altri" non lascia spazio per l'esclusione di alcuno) sottointendendo che tutti gli amministratori siano inclusi. Come di certo sapete e mistificate gli amministratori dei comuni coinvolti dall'opera sono quasi totalmente contrari ed erano presenti a tutte le manifestazioni compreso lo sgombero di lunedì. Quindi dovreste dire quanti amministratori e di quali comuni avrebbero compiuto questo gesto di solidarietà.

Nonostante ritenga plausibile pensare che voi non abbiate minimamente capito il senso di fare cronaca e neppure abbiate un'etica morale, non mi privo dei miei doveri di cittadino democratico e rispettoso della nostra costituzione di richiedervi una rettifica dei falsi e ingiuriosi dati da voi riportati così come previsto dalla legge, nella prossima edizione e con pari visibilità rispetto all'edizione delle 14 di oggi, 30 giugno 2011.

Non una sola parola avete speso per il criminale uso di Gas CS per lo sgombero di Lunedì, che come dimostrato da numerosi studi tra i quali quelli fatti dalla UE, posso essere letali e sono classificati come armi da guerra nella classe delle "armi chimiche". Non una sola parola per le proprietà private come tende e strutture distrutte, squartate e depredate durante lo sgombero all'interno di un'area occupata legalmente con regolare concessione comunale. Qua una galleria fotografica. Non una parola per la morte di Anna Reccia, investita ieri da un mezzo dei Carabinieri diretto a Chiomonte. Non una parola sull'aggressione della rock band Punkreas da parte delle forze dell'ordine in un Albergo di Nichelino. Qua l'audio dell'intervista. Insomma niente di tutto ciò è successo per voi ieri, solo la solidarietà immaginaria a Pinard e un componente di una famiglia con numerosi trascorsi criminali che fa una denuncia e sfoggia una delle medicazioni per microfrattura più vistose che si siano mai viste.

Pensate davvero che queste cose non passino? Il web conta sempre più utenza e ad ogni servizio che fate la vostra credibilità diminuisce in maniera esponenziale. Più create servizi del genere più facile è per i cittadini criticamente informati screditarvi e rivelare la vostra vera natura.

Ogni vostro servizio viene regolarmente analizzato e smentito sostituendo le notizie false e tendenziose che siete soliti dare con i dati reali e diffuse attraverso la rete e le mailing list a milioni di cittadini in italia e all'estero, corredate ovviamente da nomi e cognomi dei giornalisti responsabili. Alle smentite che verranno inviate riguardo il succitato servizio di oggi verranno associati quindi i nomi di Beppe Rovera, Guido Cravero e Alberto Tuninetti.

Aggiungo inoltre un accorato invito a ricordarvi quando vi svegliate al mattino che siete cittadini italiani, che tutto ciò che farete con libertà e diritto nella vostra giornata vi è stato donato con il sacrificio della vita da chi ha combattuto per noi durante la lotta al fascismo e durante i tristi anni della nostra martoriata repubblica, che gli organi di stampa dovrebbero essere liberi, obbiettivi e critici e non al servizio di qualsivoglia organizzazione.

Resto in attesa di un vostro riscontro
ASSASSINIO IN VAL SUSA
In questo blog, non siamo antimilitaristi, nel senso di coloro che se la prendono con la truppa e assolvono i generali. Gli assassini non sono giovani carabinieri confusi, alla guida di mezzi di guerra ingestibili.
Gli assassini sono tutti, tutti coloro che hanno voluto l’attacco armato alla Val Susa. Sapendo che negli attacchi armati, è normale che si uccidano non solo i paesaggi e i luoghi, ma anche le persone.
La donna assassinata si chiamava Anna Recchia, aveva 65 anni. E nessuna pagina su Facebook, credo.
Dal sito NOTav:
PRIMO MORTO DELL’OPERAZIONE “TALPA” BLINDATO DEI CC INVESTE PENSIONATA
Ieri pomeriggio 29 giugno un mezzo blindato antisommossa dei Carabinieri diretto a Chiomonte ha investito e ucciso una pensionata a Venaria. Ci sentiamo di sottolineare da queste pagine quanto accaduto. E’ un’operazione militare a tutti gli effetti per la quantità di numeri e mazzi impiegata e nelle operazioni militari si sa ci stanno anche i morti. Dalle prime notizie l’autista dichiara di essersi fermato a fare rifornimento e poi essere ripartito per fermarsi dopo decine di metri al semaforo. Solo lì dice di essersi accorto di un corpo accasciato a terra dagli specchi retrovisori. Questi mezzi corazzati usati a Chiomonte sono mezzi da guerra dati in mano a dei criminali. Come a Genova ancora una volta l’arroganza e la guerra uccidono sotto gli pneumatici dei mezzi dei carabinieri. Fino a quando ancora? Questa morte è responsabilità della lobby si tav.
Il media mainstream dirà che questa è una forzatura strumentale dei notav. Non è così! In questi giorni decine e decine di mezzi incolonnati fanno su e giù per la valle. La realizzazione dell’opera prevede centinaia di tir – oltre ai mezzi delle forze dell’ordine – ch efaanno su e giù per decenni… Perché i giornali non scrivono che il mezzo che ha investito l’anziana signora era diretto al cantiere della Maddalena? Quando diciamo che il Tav è un’opera dannosa, nociva,necrogena intendiamo proprio questo: un costo sociale, umano e ambientale senza misura con i presunti “vantaggi”. Alla famiglia il nostro pensiero…


MICHELE SERRA, FAI SCHIFO

Michele Serra, paladino della Tav

Il celebre notista di Repubblica sbaglia tutto e si schiera contro i cittadini della Val di Susa. Sostenendo che i lavori per la ferrovia ultra veloce sono giusti e sacrosanti per il fatto stesso che ce li chiede l’Europa, la cui funzione di guida sovrannazionale andrebbe accettata in toto anche quando è «scomoda»

In questi giorni in cui la maledetta Tav è tornata all’onor della cronaca a furia di lacrimogeni e manganellate contro i fieri valsusini, giustamente c’è chi ha puntato il dito contro la disinformazione dilagante sui media di regime. Nessuno del supermercato grandi firme del giornalismo servo e falso si è preso la briga di controllare se le tesi dei No Tav, tutte fatti e cifre, fossero vere o no.

Il succo del discorso, infatti, sta qui: nel caso avessero ragione i contrari all’alta velocità, sostenerla a spada tratta sarebbe non soltanto uno spudorato atto contro la verità, ma soprattutto mostrerebbe l’abbietta irresponsabilità di chi si riempie la bocca di retorica della “crescita” e dello “sviluppo” senza portare un dato certo, una previsione azzeccata, una stima ragionevole. Sono proprio i valligiani gelosi della propria terra e decisi a difenderla beccandosi botte e denunce, quei duri di scorza e puri di cuore accusati di essere retrogradi, antimoderni e particolaristi, sono loro invece le persone sensate, che offrono argomenti solidi e razionali: costi mostruosamente alti a fronte di benefici nulli, incertezza se viaggeranno uomini o merci, buio pesto sul collegamento sulle futuribili linee oltre Milano, trasparenza sugli appalti tutta da verificare. Questo per non parlare di temi che non scaldano l’animo egoisticamente menefreghista dell’opinione pubblica eterodiretta, come: lo sventramento di una valle già offesa quanto basta dal traffico dei camion, la repressione autoritaria di un’intera popolazione spogliata della sovranità locale in nome della democrazia nazionale, e ancora, se vogliamo guardare in fondo all’abisso, lo scempio di dignità e libertà sull’altare dell’economia, che dovrebbe essere un nostro strumento e invece è la nostra intollerante padrona.  Quello che fa schifo è il fariseismo di certi intellettuali doppiopesisti e fregnoni che se commentano gli scontri di piazza fra studenti e polizia agitano il cliché sessantottino della contestazione giusta perché va in culo al governo nemico, mentre se a resistere all’arroganza del potere politico-economico sono montanari attaccati alla propria casa e alle proprie radici, allora no, la protesta non va bene. Uno così è quel radical-chic di Michele Serra, così talentuoso nella scrittura quanto insopportabile nella saccenteria progressista. Nella sua “Amaca” sulla Repubblica di ieri, dopo aver dovuto ammettere - essendo lui di sinistra - che qualche ragione la suddetta sollevazione di popolo deve pure averla, per salvare le ragioni della Grande Opera che tanto piace alla sinistra (tutta quanta compreso Sel e IdV, sia pur con distinguo e sfumature diverse), che ti fa l’opinionista principe del politically correct rosso blasé? Tira fuori dal cappello il più trito, vuoto e stantio dei totem: l’Europa. È l’Europa a salvaguardare il nostro futuro e a impedire che collassiamo nella feccia delle Piccole Patrie (una «dannazione», le definisce l’ex comunista Serra). O la malediciamo sempre – scrive – o ne accettiamo «lo scomodo ma autorevole patrocinio».  Se per lui è soltanto “scomodo” il fatto che un finanziamento europeo a scadenza ultra-prorogata (com’erano i 320 milioni di euro in scadenza il 30 giugno) sia il grimaldello di una costruzione faraonica, sporca di sangue e sbagliata sotto tutti i punti di vista, significa una cosa sola: che va maledetto lui assieme alla sua cara Tav, al fronte unico Pdl-Pd-Lega-sinistra varia ed eventuale che la appoggia, ai gazzettieri che la santificano e ai banksters e prenditori che ci lucrano. Sognando un’Europa delle Piccole Patrie, come la Val di Susa.  Michele Serra, fai schifo. Alessio Mannino Per gentile concessione de “La Voce del Ribelle” L’AMACA del 28/06/2011 (Michele Serra) “Siamo come i galli contro i romani”, dicono i no-Tav. Duole ricordare loro che i romani stravinsero, e usando una potenza soverchiante al cui confronto le legioni di Maroni sono una delegazione amichevole. Giocava, in favore dei romani, un salto tecnologico (e politico, scientifico, amministrativo, culturale, burocratico) di qualche secolo. Chi vince soggiogando popoli e paesaggi non è mai simpatico, ma spesso incarna un’idea di mondo più funzionale e dinamica, che sta in piedi perché (e fino a che) favorisce molte più persone di quante ne danneggia. La lotta dei no-Tav ha molte buone ragioni, e a parte i fanatici che usano quel luogo e quella situazione come una palestra (una vale l’altra), un sacco di gente brava, ragionevole e informata è contro quel buco nella montagna. Ma a favore di quel buco c’è l’Europa, e per quanto arbitraria e discussa sia, l’istituzione transnazionale che chiamiamo Europa è la sola speranza che abbiamo di un futuro pensato su larga scala, e condiviso con altri popoli. Un futuro che ci salvi dalla dannazione delle Piccole Patrie, che sono la sentina di ogni grettezza reazionaria, di ogni chiusura di orizzonte. Non possiamo invocarla quando ci fa comodo, l’Europa, e maledirla quando mette il naso nel nostro cortile. O la malediciamo sempre, come fa con qualche coerenza Borghezio, o ne accettiamo lo scomodo ma autorevole patrocinio. Da La Repubblica del 28/06/2011

Gentile signora Schiavazzi (Repubblica),
chieda alle compagne ed alle mogli degli agenti che così tanta simpatia e tenerezza le ispirano, se sono altrettanto fiere delle seguenti azioni compiute dai loro eroici uomini e mariti in divisa nei confronti di altre donne (tutti mi risultano piuttosto ben documentati e comprovabili):

-          ragazza che ritorna alla Maddalena per smontare la sua tenda (dopo il salvacondotto concordato) attorniata da un gruppo di agenti che le propongono uno  stupro di gruppo;
-          donna anziana cuoca del presidio della Maddalena, violentemente schiaffeggiata;
-          donne di ogni età in prima linea a difesa di una barricata che
rischiano di essere uccise dalla tenaglia di una ruspa guidata da un agente;
-          donne di ogni età ed anche anziane costrette ad arrampicarsi per
i boschi accecate ed intossicate dal gas dei lacrimogeni&..
 Siccome anch'io ieri ero lassù e pure per me esisteva una famiglia, una
moglie ed un figlio in comprensibile ansietà che mi aspettavano a casa,
per la trasparenza e correttezza della comunicazione che così le stanno a
cuore e la sensibilità sui temi al femminile che caratterizza spesso i suoi
articoli, cosa ne direbbe di provare ad abbandonare per una volta i luoghi,
i salotti ed i locali da happy hour del centro torinese da lei tanto amati
e frequentati, e raggiungerci questa sera alla fiaccolata che faremo a Susa?
Avrebbe così modo di vedere da vicino tante altre donne altrettanto fiere
dei loro uomini, ma che a differenza delle mogli degli agenti stanno di
fianco ad essi per difendere insieme  gli stessi valori, le stesse idee, il
futuro dei loro figli e la loro terra
Se così sarà io sarò lieto di conoscerla, presentarle mia moglie ed il mio
bambino di un anno ed offrirle un aperitivo (pensi.li fanno anche qui in
montagna).
Se così non sarà, avrò la prova che al di là delle apparenti frivolezze
sulle quali intrattiene le sue lettrici (e lettori), lei è una giornalista
di parte e per nulla al servizio della trasparenza e correttezza della
comunicazione.
Cordiali saluti.
Andrea

Un pò di questioni tecniche che la politica non considera quando deve governare per conto della mafia:


Un investimento inutile: Alta velocità non vuol dire alta capacità
Molte volte le proteste “ambientaliste” sono state vistosamente strumentali, e hanno ottenuto solo di far crescere di molto i costi delle opere: nel complesso degli investimenti italiani della rete di Alta velocità questo è stato un caso frequentissimo. E smettiamo di chiamarla Alta Capacità: una ridicola foglia di fico, i treni merci non ci viaggeranno mai, come in Francia e Spagna. Questo investimento appare difficilissimo da giustificare, anche stando solo alle cifre ufficiali, ovviamente “ottimistiche” (sia sui costi che sul traffico). Vediamo innanzitutto gli aspetti “strategici”, e smontiamo una serie di luoghi comuni insensati.


1. “Fa parte dei corridoi europei”: vero, ma ridicolo. Questi corridoi prioritari sono cresciuti talmente di numero che oggi sono 30, e coprono fittamente tutta l’Europa: nessun paese o regione poteva essere scontentata. Di priorità non si può proprio più parlare.

2. “Crea sviluppo e occupazione”: falso. Per euro pubblico speso, le grandi opere occupano pochissima gente rispetto a quelle piccole, o alle manutenzioni, di cui c’è estremo bisogno. Il cemento è una tecnologia matura, non è certo l’informatica o la microbiologia genetica.

3. “Perdiamo i soldi europei”: vero, ma di nuovo ridicolo. Se va bene, ma proprio bene, perdiamo 3 miliardi su 22 di costo totale dell’opera... e si tratta di costi preventivi! In realtà, risparmieremmo 11 miliardi (quota italiana) di soldi pubblici non costruendola. Infatti se si chiedesse agli utenti (merci e passeggeri) tariffe che coprano parte dell’investimento, queste diventerebbero così alte che non ci passerebbe su nessuno. Merci e passeggeri pagano volentieri i costi di costruzione delle autostrade, ma in generale non ne vogliono sapere di pagare quelli dell’Alta velocità (pagano al massimo i costi di esercizio).

4. “Altrimenti gli altri costruiscono un corridoio a nord delle Alpi”: questa è pura fantascienza, e qualcuno dovrebbe rispondere di queste frottole.

Vediamo ora gli aspetti più tecnici, non meno fantasiosi.

1. “Sposterà un sacco di camion via dalla strada, con grandi benefici ambientali”. Finora non è mai successo, nemmeno in Francia, patria dell’Alta velocità (i passeggeri ufficialmente previsti sulla nuova linea sono pochissimi, 16 treni al giorno su una capacità di 250 treni al giorno). Ma, paradossalmente, anche se ci riuscisse, le emissioni da cantiere sono tali che compenserebbero questi ipotetici risparmi per i prossimi vent’anni.

2.“ I treni merci italiani con questa linea potranno correre sull’Av francese” (articolo di prima pagina di qualche anno fa del Sole 24 Ore). Peccato che sulla rete AV francese e spagnola i treni merci non ci possono passare proprio; quelli, che di ferrovie ne capiscono, sanno che le merci che vanno in treno non sono interessate alla velocità, ma all’affidabilità e ai bassi costi.

3. “La linea attuale, quando la crisi economica finirà, sarà presto saturata dalla crescita del traffico”. Il traffico su quella direttrice era in calo già prima della crisi, anche sull’autostrada.
Figuriamoci dopo che ci sarà la concorrenza della nuova linea del Sempione via Svizzera. Ma meglio stare sui numeri ufficiali: oggi passano 3 milioni di tonnellate sulla linea esistente, che, recentemente rimodernata, ne può portare 20 milioni. E le previsioni ufficiali della crescita del traffico ferroviario risultano in media sovrastimate del 40%, a livello internazionale. Ma immaginiamo che ci sia davvero questa crescita vorticosa: se è così, andranno molto prima in crisi le direttrici e le aree già congestionate adesso, e quindi questo investimento rimarrebbe comunque a priorità bassissima, soprattutto se i soldi pubblici sono scarsi.

Si ricorda per concludere che il 75% del traffico, della congestione, dei costi per le imprese e per l’ambiente sono nelle aree metropolitane, mica sulle lunghe distanze. Quindi di cose piurgenti da fare ce ne sono davvero tantissime.

Se l’opera avesse qualche sensatezza, i valligiani “protestanti” dovrebbero prendersi gli indennizzi e star buoni, per il maggior interesse collettivo. Ma in questo caso sembra proprio che abbiano qualche ragione.

Certo se si buttano in questo modo i soldi pubblici per ragioni di visibilità politica e di lobby poco illuminate, la Grecia anche per questo verso non può che avvicinarsi. Tuttavia sembra in vista un progetto ancora di dubbia priorità, ma più mirato al traffico merci (l’unico che c’è) e molto meno costoso, forse ad una canna sola. Ma il punto politico non è questo: bisogna salvare la faccia (anzi, le facce, visto l’incomprensibile appoggio “bipartisan” al progetto). Tanto pagheranno i contribuenti, e i cantieri intanto si inaugurano.

Fonte: Marco Ponti - professore di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano
Il Fatto Mercoledì 29 Giugno
NO TAV

Noi abbiamo avvisato della truffa che il Tav rappresenta, ecco poi come va a finire:

1) dalla mailing list ancora IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
-----------------------------------------------------------------
TRASPORTO MERCI: ARRESTATO IMPRENDITORE FERROVIARIO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA

LIBERTÀ DI MERCATO ?  LIBERA CONCORRENZA ?
LIBERTÀ DI BANCAROTTA !


LA CONCORRENZA SUI BINARI È ANCHE QUESTO:
CONSENTIRE 'SCORRIBANDE FINANZIARIE' CHE INTERESSANO TRENI,
VAGONI, CARRI, LAVORATORI E ANCHE MERCI PERICOLOSE !

SI PUO' GIOCARE CON LE LICENZE PER IL TRASPORTO DELLE MERCI
PERICOLOSE COME SE SI GIOCASSE AL 'MONOPOLI' O CON I TRENINI FINTI

DOPO QUELLO CHE È SUCCESSO A VIAREGGIO QUALSIASI TRUCCO
COMMERCIALE SUL TRASPORTO FERROVIARIO DOVREBBE INVECE
ESSERE PROIBITO E DURAMENTE SANZIONATO DALLA LEGGE

----------------
TRASPORTO MERCI: ARRESTATO IMPRENDITORE FERROVIARIO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA

Roma, 28 giu. - (Adnkronos) - I finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Roma hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per bancarotta fraudolenta disposta dal Tribunale capitolino nei confronti di un imprenditore attivo nel settore del trasporto ferroviario di merci.

 Come fa sapere la stessa guardia di finanza, l'operazione rappresenta l'esito finale di complesse indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Paolo D'Ovidio ed eseguite dal Nucleo di polizia tributaria della capitale, avviate a seguito del fallimento della società romana Ferronova S.r.l., in precedenza denominata Del Fungo Giera Servizi Ferroviari S.p.A..

Secondo i finanzieri, la Ferronova S.r.l. è stata deliberatamente portata al fallimento dopo aver subito il depauperamento di ogni risorsa economica. I finanzieri ritengono che alla società fallita siano stati accollati ingentissimi debiti, pari a circa 10 milioni di euro, soprattutto verso il fisco e le banche.


Dall'altro lato, riferiscono i finanzieri, il patrimonio aziendale, stimato in oltre 30 milioni di euro e costituito dai mezzi di locomozione, da importanti autorizzazioni e licenze per il trasporto su rotaia di merci pericolose (gas e carburanti) e da contratti stipulati con clienti di primario rilievo nazionale ed internazionale, è stato trasferito ad una nuova società riconducibile allo stesso imprenditore, la quale ha così potuto proseguire l'attività, assumendo la denominazione Del Fungo Giera S.p.A., al riparo dalle pretese dei creditori.

 Per impedire l'accertamento delle responsabilità penali, in base a quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza, sono stati effettuati continui cambi di denominazione, ripetute trasformazioni societarie, operazioni straordinarie (compresa la cessione di un ramo d'azienda), documentazione contabile carente, intervento di società lussemburghesi e di prestanome, finanziamenti simulati, esposizione di passività fittizie.

L'imprenditore ha invece trasferito la propria residenza a Londra. Quanto realizzato a danno della Ferronova S.r.l., sottolinea la guardia di finanza, è stato successivamente replicato anche con la società che ne aveva proseguito l'attività, la Del Fungo Giera S.p.A., poi ridenominata Impresa Ferroviaria Italiana S.p.A., anch'essa dichiarata fallita dal Tribunale di Roma il 20 maggio 2009. (Rre/Pn/Adnkronos) 28-GIU-11 14:21 

 
 
2) Un colpo di spugna per il Mugello
SUI LAVORI NEL MUGELLO

Tav Firenze-Bologna, tutti assolti
in appello per i danni ambientali


Ribaltata la sentenza che condannò in primo grado il consorzio che fa capo a Impregilo Via il maxirisarcimento

MILANO - Tutti assolti a Firenze i 39 imputati (38 persone più il consorzio Cavet che fa capo a Impregilo) nel processo d'appello sui danni ambientali compiuti durante i lavori alla galleria dell'Alta velocità ferroviaria tra Firenze e Bologna, nel Mugello.

AULA BUNKER - Lunedì dopo molte ore di camera di consiglio, è stato letto nell'aula bunker di Firenze il dispositivo della sentenza con cui la corte d'appello ha assolto il consorzio Cavet e 27 condannati in primo grado. Cancellato anche il maxi-risarcimento da 150 milioni di euro deciso il 3 marzo 2009. Confermate le assoluzioni della prima sentenza. Solo tre imputati dovranno risarcire danni a enti locali e associazioni per cifre assai più modeste.

LA SENTENZA - Il processo riguardava i danni causati all'ambiente dalle imprese del Cavet eseguendo i lavori per la nuova ferrovia della Tav. Tra i principali reati contestati, la gestione abusiva di discariche per i materiali di scavo e lo smaltimento illecito di rifiuti speciali. «La sentenza della corte d'appello conferma la correttezza di Cavet - ha commentato l'avvocato Nino D'Avirro, difensore del consorzio di imprese che ha operato ali lavori dell'alta velocità in Mugello - nella gestione dei lavori alla galleria e del materiale di scavo». In primo grado erano state inflitte pene da tre mesi a cinque anni per 27 imputati, più il maxi-risarcimento danni da 150 milioni al consorzio di società

Corriere

3) Sarà un colpo di spugna anche per Moretti (P4) per la STRAGE DI VIAREGGIO cui ricorre l'orrendo anniversario?

Le bandiere a mezz'asta in tutti gli stabilimenti balneari, e il suono della sirena che ha accompagnato ogni singolo passaggio dei treni dalla stazione, fanno ricordare quel che è stato. Due anni dopo, Viareggio ricorda commossa i suoi 32 morti, le decine di feriti che porteranno addosso per sempre i segni delle ustioni, le devastazioni di via Ponchielli e di via Porta Pietrasanta. Unica, seppur piccola, consolazione, il fatto che l'inchiesta sulla strage ferroviaria è in dirittura di arrivo: oggi nelle officine Lucchini di Lovere nel bergamasco c'è l'ultimo atto dell'incidente probatorio. «Verranno consegnati i risultati delle analisi effettuate da parte dei tecnici della Lucchini», spiega Daniela Rombi. Per cercare di chiarire che cosa accadde alle 23.48 del 29 giugno 2009, quando all'altezza della stazione deragliò un treno merci che trasportava cisterne cariche di gpl, a causa della rottura dell'assile del primo vagone. Proprio da quel carro-cisterna fuoriuscì il gas propano liquido che pochi minuti dopo esplose, bruciando vite umane e un pezzo di città in un enorme incendio, domato dopo molte ore dai vigili del fuoco a prezzo di grandi rischi e fatiche.

Il lavoro dei tecnici, degli investigatori della Polfer e della procura di Lucca ha già portato ad alcune certezze. L'asse ferroviario, per i periti del gip Simone Silvestri, era un rottame corroso dalla ruggine e destinato a spezzarsi, malamente coperto da strati di vernice. Mentre lo squarcio sulla cisterna, a giudizio non solo dei familiari delle vittime, appare provocato da un picchetto di regolazione delle curve e non da uno scambio, elemento irrinunciabile della rete ferroviaria a differenza dei già rottamati o rottamandi picchetti. Così l'incidente probatorio sta indicando che non fu la fatalità a uccidere e ferire, ma l'incuria degli uomini.

Nel pomeriggio si sono riuniti al palasport i familiari delle vittime di alcune tragedie italiane. Con l'obiettivo di costituire una «rete» di denuncia e mobilitazione. Insieme ai due comitati nati dopo la strage ferroviaria (Il mondo che vorrei e l'Assemblea 29 giugno), c'erano i familiari delle vittime del terremoto dell'Aquila e di San Giuliano di Puglia, del disastro aereo di Linate e di Casalecchio di Reno, dei roghi della Thyssen Krupp e del traghetto Moby Prince. In serata corteo fino a via Ponchielli. Aspettando notizie da Lovere che confermino i mancati controlli sul carro cisterna da parte della multinazionale proprietaria Gatx, dalle Officine Jungenthal di Amburgo e dalla Cima Riparazioni di Mantova, fiduciaria del gruppo Fs. Gruppo che da parte sua è sotto accusa per lo squarcio nella cisterna, se sarà confermato che a provocarlo è stato un picchetto e non un pezzo di scambio ferroviario.

Riccardo Chiari
www.ilmanifesto.it

0 commenti:

Posta un commento