martedì 28 agosto 2012

Obama intima alla Cina di sottostare al suo volere. Si sà, chi osa opporsi al "Washington Consensus", magari perché ci tiene alla propria sovranità, diventa una minaccia e si guadagna un posto nella lista dei cattivi. La chiamano "questione di sicurezza nazionale", anche se coinvolge nazioni a migliaia di kilometri di distanza.
Ecco il "discorso" da vero uomo della tolleranza e della pace Obama, un "nobel":
Con la maggior parte delle centrali nucleari del mondo e un po’ più della metà del genere umano, l’Asia definirà ampiamente se il secolo prossimo sarà segnato da conflitti o dalla cooperazione … In qualità di Presidente ho, quindi, preso una decisione deliberata e strategica, come nazione del Pacifico, gli Stati Uniti
svolgeranno un ruolo più ampio e di lunga durata nel plasmare questa regione e il suo futuro … ho detto alla mia squadra di sicurezza nazionale di rendere la nostra presenza e missione nell’Asia-Pacifico una priorità assoluta … Come abbiamo pianificato e previsto per il futuro, assegneremo le risorse necessarie per mantenere la nostra forte presenza militare in questa regione. Noi preserveremo la nostra capacità unica di proiezione di potenza e scoraggeremo le minacce alla pace … I nostri interessi durevoli nella regione richiedono la nostra duratura presenza nella regione.
Gli Stati Uniti sono una potenza del Pacifico, e noi siamo qui per rimanervi. In realtà, stiamo già modernizzando il dispositivo difensivo degli Stati Uniti nell’Asia Pacifico. Sarà più ampiamente schierato, mantenendo la nostra forte presenza in Giappone e nella penisola coreana, rafforzando al tempo stesso la nostra presenza nel Sud-Est asiatico. Il nostro atteggiamento sarà più flessibile, con nuove funzionalità per garantire che le nostre forze possano operare liberamente… Credo che saremo in grado di affrontare le sfide comuni, quali la proliferazione e la sicurezza marittima, e la cooperazione nel Mar Cinese Meridionale .” [2]

Eppure, di grattacapi "nazionali" Mr "Yes we can" ne ha. Deve aver adottato il motto "I don't care" e "lascia" che il Dipartimento di sicurezza interno si riempia di munizione come stesse per invadere la Siria. Date un'occhiata qui:

 Wall Street si sta preparando: qualcosa di grosso bolle in pentola!

A Torino per il prossimo PRIMO settembre la comunità ivoriana residente in Italia manifesterà per mostrare le atrocità del colpo di stato subìto ed "avallato" dall'establishment, Onu in primis. Che strano, l'Occidente vuole togliere di mezzo il "despota" Assad mentre la Costa d'Avorio venne bombardata per mettere il fantoccio di turno. La "comunità internazionate" tanto quanto gli anti razzisti ad intermittenza (è il Pentagono che schiaccia il loro tasto di attivazione) è restata a guardare mentre persone inermi venivano massacrate proprio dagli aerei dei "buoni". Perciò nessuna discussione. Gli ivoriani se ne facciano una ragione. L'occidente ha deciso per loro chi li debba comandare e gli antirazzisti si allarmeranno quando qualche barcone approderà o meno sulle coste di qualche nazione europea. Di solito i dirittoumanisti manifestano per chiederli i bombardamenti, non per impedirli.

Per brevi aggiornamenti sulla catastrofe umanitaria e carneficina compiuta dalla santa alleanza imperialista per il bene leggere:

L’Onu e la Francia si macchiano di crimini contro l’umanità
di Francesca Dessì - 06/04/2011
Un massacro. Non ci sono altre parole per definire l’operazione militare messa in atto nella notte tra lunedì e martedì dalla Francia e dall’Onuci per “proteggere i civili”. Si parla di 2307 morti e di migliaia di feriti tra la popolazione ivoriana. continua qui

Costa d`Avorio. Massacro nel campo profughi di Niambly

 

 Segnalo ottimi articoli da non mancare:

L'impossibilità di abbattere Assad e di isolare l'Iran

Coperazione finanziaria della Russia con Damasco - 120 nazioni Non Allineate a Teheran -Turchia in affanno - Egitto si avvicina all'Iran
Tito Pulsinelli 
L'esercito siriano ha rotto l'assedio di Rabla, a una trentina di chilometri da Qusayra , al sudest della città di Homs. I dodicimila abitanti di fede cristiana sono in salvo. Al riparo delle bande armate antigovernative che al grido di "i cristiani se ne vadano in Libano. e gli sciiti in Iran!", avevano trasformato in un inferno la loro esistenza e le loro dimore  in trincee. Ai prediletti da Hillary Clinton però -addestrati dai turchi,
finanziati ed armati con generosità dalle petromonarchie arabe- non è riuscito di provocare l'esodo massiccio come ad Homs, dove 50mila abitanti dovettero abbandonare i loro quartieri. La censura mediatica (1) dei paesi fautori del cambio forzato di regime, Continua su Selvas

I responsabili dietro il dramma siriano

di Olga Chetverikova
E’ diventato chiaro, recentemente, che il vecchio progetto occidentale per la Siria – la conversione di Aleppo nella Bengasi del paese, un punto di appoggio per una travolgente offensiva contro le forze governative – sia stato sventato in modo irreversibile.
Dopo aver modificato la loro tattica, i curatori del processo, che telecomandano l’opposizione siriana da Parigi, Tel Aviv, Londra e Washington, sono passati a una combinazione di: Continua su Silvia Cattori.net

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