domenica 28 ottobre 2012

“Perchè il contante ha finalmente avuto il suo chip.”

Questo è il titolo di una delle notizie in evidenza su YahooUk di pochi giorni fa.
L’articolo prosegue dicendo che ormai girare coi contanti non ha più senso e afferma che: “Il contante è il re, ci veniva detto. Bene oggi il re è morto”  e parte poi con un elenco di tutti i vantaggi della moneta elettronica.

Grazie alla carta potremo aver traccia di tutte le nostre spese, la qual cosa è utile per gestire i nostri budget, poi bisogna considerare che alcune carte ti fanno guadagnare punti ogni volta che spendi un pound, oltre a tutta una
serie di sicurezze che da la carta rispetto i contanti.
Qui il link per chi volesse leggere l’articolo:  http://uk.finance.yahoo.com/news/never-pay-cash-103325011.html
Bisogna dire che in Inghilterra, in USA e in altri paesi come la Svezia pagare con la carta anche il caffè è ormai un’usanza acquisita, quindi un articolo di questo tipo viene digerito dalla gente senza troppi sospetti.
Il fatto che per noi italiani non sia ancora così naturale ci permette di leggere il tutto con uno spirito più critico: vi ricordate la storia della rana immersa in una pentola piena d’acqua che non si accorge dell’aumentare progressivo della temperatura fino a quanto diventa troppo alta e muore? Bene per una volta noi italiani siamo fuori dall’acqua e possiamo osservare i nostri fratelli inglesi cuocere senza accorgersene.
Torniamo indietro: la questione dei chip sottocutanei per il controllo delle masse è ormai un tema molto dibattuto.  Non voglio aggiungere altro se non elencare alcuni dati di fatto.
La promozione mediatica verso la moneta elettronica è sempre più spinta: questo articolo ne è un esempio come le recenti dichiarazioni di Monti.
In alcune scuole americane vengono dati grembiuli con chip RFID per controllare la posizione dei bambini. (Qui un recente articolo sul tema uscito su Wired: http://www.wired.com/politics/security/news/2005/02/66554 )
C’è un’azienda inglese, la PositiveID corporation nata nel 2009 dalla fusione tra la Verichip Corporation e la Steel Vault corporation che produce sistemi a base di chip RFID sttocutanei per misurare alcuni parametri fisiologici come la glicemia e comunicare istantaneamente con macchinari ed ospedali qualora ci fossero anomalie.
In alcune università, tra cui l’italianamontiana Bocconi, il tesserino universitario può fare anche da bancomat. Quindi i giovani iniziano a familiarizzare con l’idea di avere dati anagrafici e carta di credito in un unico oggetto.
Ormai a quasi tutti i cani si fa mettere il chip di riconoscimento.
Ci sarebbero molte altre cose ma per ora fermiamoci qua.
Se anche solo 5 anni fa qualcuno avesse parlato della possibilità impianto di un chip sottocutaneo per avere insieme carta di identità, tessera sanitaria, patente, bancomat, controllo parametri vitali, etc… non solo pochi ci avrebbero creduto, ma molti si sarebbero scandalizzati. Come la rana insegna, il tempo passa, la temperatura sale e nessuno più si scandalizza all’idea. Provate a sondare in giro, a parlare alla gente cercando di illustrare tutti i vantaggi di avere tuttociò che ci serve in un unico dispositivo e magari proteggerlo sottocute: vedrete che il numero di persone a favore aumenta di mese in mese.
Altre informazioni un po’ più approfondite: la sopramenzionata PositiveID come detto nasce nel 2009 dalla fusione della VeriChip Corporation con la Steel Vault Corpoation.
La VeriChip Corporation era, e quindi ora lo è la PositiveID, l’unica società autorizzata dal massimo organo di sanità americano, l’FDA, a produrre chip RFID impiantabili nell’essere umano.
A sua volta la VeriChip è una società controllata dalla Digital Angel Corporation. Non ve la faccio lunga, ma se scartabellaste in mezzo alle numerose carte burocratiche tra i principali finanziatori del progetto trovereste i Rothschild. Giusto per non essere avaro di prove se leggete in questo sito ( http://www.mwe.com/jeffrey-rothschild/ ) il profilo di Jeffrey Rotschil torverete ( consiglio di cercare con lo strumento trova del browser internet) i collegamenti con la DigitalAngel, nello specifico si parla di 82 milioni di sterline.
Quante informazioni! Inutile ricamarci troppo attorno, a ciascuno unire i puntini come meglio preferisce.
Vi lascio con lo spot pubblicitario commissionato nel 2008 dalla VeriChip all’agenzia OnTheBall Marketing

Senmut

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