venerdì 16 novembre 2012

San Mario Draghi il magnanimo

Ma non è un amore quest'umanoide GS? Ha bacchettato la Germania in favore della Grecia. Ma chi meglio di lui conosce ed applica il concetto di solidarietà ed altruismo? E' senz'altro un candidato ideale al Nobel per la pace. In effetti, il titolo è stato conferito all'Ue che di fatto è proprietà della BCE. Ma che felicità sapere di essere nelle mani di un uomo tanto saggio ed altruista? La BCE insieme agli altri due componenti della Triade elargiscono "aiuti" in continuazione, ah quanto "aiutano"...Quale miglior esempio di rettitudine potrà mai la storia offrire all'umanità?

Non c'è giorno che passa che i greci non esprimano immensa gratitudine alla magnanima TROIKA

Monia Benini descrive nei minimi particolari la natura di queste generose donazioni elargite per puro spirito umanitario:

LA MENZOGNA DEGLI AIUTI - vedi video

Gli 'aiuti' che vengono elargiti agli Stati rappresentano un cavallo di Troia che impicca i paesi membri dell'UE con nuovi debiti e con un'occupazione silente da parte delle lobby. Dal piano Marshall del dopoguerra, ai moderni aiuti alla Grecia: le dinamiche e i motivi nascosti dei piani di 'salvataggio'.

  

Come non ricordare le sue caritatevoli parole, ora gliele canterà di santa ragione a quella cattivona della Germania che pensa di spadroneggiare nella Ue, tanto da indurre molti a scrivere che siamo in un IV Reich capeggiato dalla Merkel. Ah meno male che ci penserà il ghandiano, retto, morale e presentabile banchiere della Goldman Sachs a guidare la ribellione contro questo IV Reich, fino a ripristinare la giustizia e l'eguaglianza (degli spread) tra i popoli...Per "l'integrazione" s'intende...

Barbara

Draghi: La fine della sovranità dei paesi europei

Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, ha detto in un'intervista al quotidiano tedesco "Der Spiegel", che è a favore al diritto di controllo dell'Unione Europea sui bilanci delle nazioni.
« Molti governi non hanno ancora capito che hanno perso la loro sovranità nazionale molto tempo fa. Poiché sono fortemente indebitati, ora sono dipendenti della buona volontà  dei mercati finanziari ».
« L'euro deve essere basato su una maggiore integrazione »
e dare così
« più potere ai politici nominati dagli Stati e non eletti dal popolo ».
http://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2012/html/sp121029.en.html

In attesa di improbabili novelli San Giorgio, ecco la versione di Mario Draghi, potentissimo governatore della Banca Centrale Europea, consegnata all'intervista concessa al settimanale tedesco Der Spiegel (pubblicata su L'Eco di Bergamo del 2/11/12). Due i passaggi chiave:

http://olivatireport.blogspot.gr/2012/11/il-soffio-del-draghi-gli-stati-europei.html

Tutto Uno

Draghi: tagli alla spesa pubblica e più potere a Bruxelles

Il presidente della Bce ribadisce la linea del rigore e ricorda alla Germania che se crolla la Grecia può crollare l’euro
Filippo Ghira

Per rendere concreto il consolidamento dei conti pubblici, i governi europei dovrebbero varare misure centrate sulla riduzione della spesa corrente e non quindi sull’aumento delle tasse. Per Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, questa è l’unica via da perseguire in un momento di crisi come questo. Deve essere un processo credibile e irreversibile.
Con interventi e strutturali che incidano sui centri di spesa e che abbiano effetto sullo spread, il differenziale di rendimento con i Bund tedeschi.
Intervenendo alla inaugurazione dell’anno accademico della Bocconi, l’ex vicepresidente di Goldman Sachs per l’Europa, ha toccato proprio tale questione, sostenendo se i tassi di interesse applicati ai diversi Paesi dell'area euro non possono e non devono essere identici, non è però accettabile che emergano diversità così rilevanti che finiscono per destabilizzare l’intera area dell’euro.
Di conseguenza, assicurare la stabilità finanziaria dell'eurozona (quindi pure della Grecia) è interesse di tutti i Paesi europei, in primis dei Paesi creditori che hanno una esposizione maggiore.
Un riferimento alla Germania le cui banche sono le più coinvolte in Grecia per avere in portafoglio la maggiore fetta dei titoli pubblici di Atene. E al tempo stesso un monito ad Angela Merkel a tenere sempre presente che siamo tutti sulla stessa barca. Se affonda Atene, se insomma il governo greco dichiarasse bancarotta, perché nessuno vuole più comprare i suoi titoli pubblici e perché qualcuno (la Germania) ha bloccatogli aiuti internazionali, chiedendo maggiore austerità, tutti i Paesi europei ne verranno coinvolti e potrebbe saltare l’intero edificio dell’euro.
Considerato poi che il mondo si è fatto più largo e che un Paese membro della Ue non ce la può fare da solo, è necessario per Draghi andare avanti sulla strada della integrazione politica, trasferendo sempre maggiori poteri decisionali ad una autorità centrale a Bruxelles, un vero e proprio governo che dovrà derivare dall’attuale Commissione europea. Certo, ha ammesso, ci vorrà molto tempo ma si può andare avanti realizzando le misure già avviate come l’unione fiscale e l’unione monetaria. E soprattutto, tenendo conto dell’attuale fase di crisi e di recessione, vanno attivate politiche strutturali per la competitività e la crescita che sono fattibili. Come, la riforma del lavoro che dovrà essere reso sempre più precario e più flessibile per permettere alle imprese di licenziare senza problemi di fronte a un calo degli ordini.
Draghi nutre comunque fiducia che l'Europa uscirà rinvigorita dalle difficoltà che sta attraversando. Ma, ha avvertito, spetta ai governi lo sforzo maggiore per il recupero della credibilità. Spetta ai governi eliminare le incertezze che persistono tra i cittadini Quelli che due giorni sono scesi in strada per protestare. L’ex Goldman Sachs è tornato a difendere l'operato della Bce nell'affrontare la crisi. Come le misure “non convenzionali” di politica monetaria che, a suo dire, avrebbero assicurato la stabilità dei prezzi, il primo compito della Bce. Come sia stato fatto è presto detto. Prestando per tre anni 1.000 miliardi alle banche europee al tasso dell’1% per dare aiuti a imprese e famiglie. Soldi che sono stati invece utilizzati dalle banche per ricapitalizzarsi e rifarsi di investimenti andati a male e di speculazioni vere e proprie. Questo perché la speculazione pura e dura è nel Dna di tutte le banche. E non solo di quelle anglofone.
Ma la Bce, ha avvertito Draghi, non può sostituirsi agli Sati e all'azione dei governi nazionali. Né sotto il profilo dell'efficacia della politica economica, né sotto quello della legittimità democratica. Tocca quindi ai governi il compito di dissolvere definitivamente le incertezze dei mercati e i timori dei cittadini. Molto è già stato fatto molto. I governi hanno attuato interventi correttivi dei conti pubblici. Con il Fiscal Compact, il Patto di Bilancio, si è sancito il principio del pareggio di bilancio nelle legislazioni nazionali. Con il Fondo permanente salva Stati (Esm)  si è offerta la possibilità di un'assistenza finanziaria ai Paesi in difficoltà, per contenere il contagio della crisi, acquistando i loro titoli a lungo termine mentre la Bce potrà comprare quelli da 1 a 3 anni. Per andare verso un governo centrale europeo servirà l'unione bancaria che sarà dotata di una struttura europea unica di vigilanza.
Si deve avere un approccio pragmatico e chiedersi quali siano i requisiti minimi per costruire e completare l'Unione economica e monetaria. Nessun Paese, ha avvertito Draghi, è legittimato a condurre politiche che danneggino gli altri membri della comunità europea di cui fa parte. Senza la condivisione della sovranità nazionale a livello europeo, ha sostenuto Draghi, dove “condivisione” significa cessione ad una struttura tecnocratica “sovranazionale”, la stessa sovranità dei singoli Stati è in pericolo. Quindi, rinunciate a tutta la vostra sovranità e lasciatela alla Bce e alla Commissione europea.
 


16 Novembre 2012  Rinascita

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