sabato 22 dicembre 2012

Il rimborso spese diventerà lo stipendio minimo garantito per chi decidesse di non essere troppo choosy. Una somma nell'ordine di 400 euro LORDI mensili. Dipende da Regione a regione come si conviene in un "sano" regime competitvo. Gli italiani non saranno egualmente elemosinati in tutto il territorio italiano, alla faccia dello stato unitario descritto nella costituzione.
Saremo tutti stagisti. Fino ad un massimo di 24 mesi, poi termina lo stage. E come pensate che vada a finire? Dopo 24 mesi di stage i contratti saranno trasformati in contratto a tempo indeterminato? L'ennesima presa in giro. Si sbarazzeranno degli stagisti per prenderne altri da sfruttare per due anni. Con il 47% di disoccupati (10,7% di disoccupati certificati + 36,3% di inattivi che sempre disoccupati sono) dai quali attingere chi pensate verrà assunto in futuro con un vero contratto di lavoro? Insomma non si può essere né
schizzinosi e nemmeno egoisti, bisogna lasciare anche agli altri la possibilità di essere sfruttati per 24 mesi e poi non dovrebbe essere così difficile trovare un nuovo impiego da stagista, l'importante è che si lavori, se poi il salario basta a malapena per le sigarette è un problema in fondo di secondaria importanza. Saremmo tutti "in between jobs", tra una corvé ed un'altra. Decisamente più dignitoso che essere NEET (Not in Education, Employment or Training alias DISOCCUPATI).

Il governo dell'equità ha "superato" (termine usato nel programma dell'Unione del 2006) articolo 18 e legge Biagi in un sol colpo. Hanno superato anche il servizio generosamente offerto dalle agenzie interinali che si facevano pagare ben bene (mentre al lavoratore temporaneo veniva liquidata una miseria), ma con la crisi sono diventate anch'esse dinosauri da superare. I miei complimenti ai banchieri golpisti, un  espediente per cinesizzare gli italiani in modo permanente. Proprio come vogliono i cari principi europei tanto devoti alla competitività ed in barba a chi sostiene quanto sia "solidale" l'Europa.

Il pennivendolo del corriere dice che è meglio di niente. E pensare che una volta perfino i giornalisti si lamentavano dei pochi spicci per pezzo. Ne deve essere passata di acqua sotto ai ponti per sostenere che sia meglio di niente. Il nuovo che avanza impone di non fare i difficili. 
Non c'è dubbio che tra qualche mese i quotidiani titoleranno "sale l'occupazione", poco importa se con 400 euro lordi ossia un rimborso spese non si possa certo programmare alcun consumo tanto meno una famiglia.
Con questa "offerta speciale" le imprese non avranno più scuse per non assumere almeno per 24 mesi, ed i tecnici potranno propagandare questa conquista come una vittoria sul lavoro nero. Un forfait di questa entità è estremamente competitivo anche con il lavoro sommerso. Emergeranno questi lavoratori eterni stagisti, rivelando al mondo che gli italiani non sono tutti choosy, anche se morti di fame. Il regime Monti si congeda (per ora) regalandoci una miriade di fregature concentrate nella legge di stabilità, premiando gli amici (tipo la mafia delle grandi opere e sanità privata).

Per il capitolo "credbilità internazionale" da segnalare la svendita di Avio e le piastrelle Marazzi agli americani.
Le azioni Generali del 4,5 possedute da Banca d'Italia saranno messe in vendita.

Hanno pensato bene di riconfermare la qualifica  di carne da macello per il popolo approvando IL PAREGGIO DI BILANCIO, ossia 20 anni di finanziare da 45 MILIARDI.

Applausi ai tecnocrati.
Barbara


LA NORMATIVA NON PREVEDE ALCUN TETTO VERSO L'ALTO SULLE SOMME PER CHI FA UN TIROCINIO
Addio allo stage gratis in azienda 
Compenso minimo a 400 euro (lordi)
I timori che diventi occupazione mascherata e i limiti da sei a 24 mesi. Nel 5,3% dei casi l'indennità supera i 750 euro


ROMA - Partita dal settore aereo, la filosofia del low cost si è fatta largo nei campi più diversi. Ed è diventata di moda anche per gli stage, quel ponte fra studio e lavoro che un tempo si riduceva alle famose fotocopie e adesso rischia di trasformarsi in un impiego vero e proprio con una sola, fondamentale differenza: lo stipendio. Una volte su due, in Italia, lo stage non prevede nemmeno un rimborso spese. Il compenso è pari a euro zero nel 52,4% dei casi, secondo l'ultimo studio curato dall'Isfol, l'Istituto per lo sviluppo della formazione dei lavoratori, e dalla «Repubblica degli stagisti», una rivista on line tutta dedicata a questo argomento. Ma adesso le cose dovrebbero cambiare con una soglia minima di 400 euro lordi al mese. Non sarà una fortuna ma almeno è qualcosa, specie di questi tempi.

La novità è prevista dalla bozza delle linee guida sui tirocini che il ministero del Welfare ha definito la settimana scorsa e che due giorni fa è stata discussa dalla commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni. Sarebbe una rivoluzione. Oggi non esiste uno «stipendio» minimo per gli stagisti. Non a livello nazionale almeno, anche se alcune Regioni hanno fissato un livello base valido solo nel loro territorio.

Un primo passo era stato fatto con la riforma del mercato del lavoro approvata quest'estate: dice la legge Fornero che per gli stage va riconosciuta una «congrua indennità, anche in forma forfettaria, in relazione alla prestazione svolta». E aggiunge che la somma va fissata entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge con un documento che metta d'accordo governo e Regioni. I 180 giorni scadono alla fine di gennaio e l'intesa sulle linee guida sembra a buon punto. Il via libera da parte della Conferenza Stato-Regioni dovrebbe arrivare nella prima riunione dopo le feste, probabilmente il 24 gennaio.

«L'impianto del documento va bene c'è solo qualche dettaglio da mettere a punto» dice Gianfranco Simoncini, assessore alle Attività produttive della Toscana e coordinatore della commissione Lavoro per la conferenza delle Regioni. Rispetto alla bozza iniziale un punto è già stato cambiato: non c'è più il limite massimo al rimborso mensile. La regola era stata pensata dai tecnici del ministero sempre con l'obiettivo di evitare un uso distorto dello stage che a volte può mascherare un contratto sottopagato. Ma è stata tolta per non mettere fuori legge quei tirocini più ricchi che pure ci sono: nel 5,3% dei casi, sempre secondo il sondaggio citato prima, l'indennità supera i 750 euro al mese.

Le linee guida prevedono anche dei limiti di tempo: il tirocinio standard non potrà durare più di sei mesi; quello di reinserimento, riservato a disoccupati e cassaintegrati, non più di un anno; quello riservato ai disabili non più di due anni. Tutti limiti che non sono prorogabili. Non sarà possibile fare più di uno stage presso lo stesso datore di lavoro e ci sarà anche un tetto al numero di stagisti a seconda delle dimensioni dell'azienda: al massimo uno stagista per le aziende fino a cinque dipendenti e così via a salire. Mentre le imprese senza dipendenti potranno avere tirocinanti solo se appartengono al settore dell'artigianato artistico, anche se su questo punto c'è ancora da lavorare.

Quando entreranno in vigore le nuove regole? Dipende, in ogni caso non subito. Le linee guida sono una traccia, adesso toccherà alle Regioni scrivere la propria legge. Per dire, la Calabria potrebbe anche decidere che il compenso minimo debba essere di 600 euro al mese, la Toscana potrebbe confermare i 500 euro previsti dalla legge che ha approvato alcuni mesi fa ed è già in vigore: la più avanzata dal punto di vista della tutela dello stagista. In ogni caso non sarà possibile scendere sotto quella soglia, 400 euro, che diventerà politicamente vincolante dopo l'intesa della Conferenza Stato-Regioni.

Perché una strada così complicata? Potrebbero pensare i 500 mila italiani che solo nel 2011 sono entrati nell'esercito degli stagisti. La formazione professionale, e quindi anche il tirocinio, è una materia che appartiene alla competenza esclusiva delle Regioni. La Corte costituzionale lo ha ricordato appena due giorni fa, quando ha cancellato l'articolo 11 della riforma voluta nel 2011 dal governo Berlusconi che, pur senza fissare un compenso minimo, introduceva dei limiti per alcuni tipi di stage validi in tutto il territorio nazionale. La Corte costituzionale ha stabilito che con quella legge lo Stato era andato al di là delle sue competenze e quelle regole andavano scritte dalle Regioni. Cosa cambia adesso? Che il governo ci riprova in maniera soft : non impone più le sue norme direttamente su tutto il territorio nazionale ma prima si mette d'accordo con le Regioni sui principi base e poi lascia loro il compito di fissare i dettagli.
Con questo schema le nuove regole sugli stage dovrebbero essere al riparo dai ricorsi delle Regioni. Non è un caso che il governo Monti abbia cercato di ridisegnare gli equilibri tra Stato e Regioni con la riforma del titolo V della Costituzione, che avrebbe riportato una serie di poteri dalla periferia verso il centro. Il disegno di legge costituzionale è stato approvato in consiglio dei ministri ma poi è stato travolto dagli eventi di questo concitato scorcio di fine legislatura. Il problema resta, però. E sarà ben in vista sul tavolo del prossimo governo, qualsiasi colore e geometria abbia.
Lorenzo Salvia



PAREGGIO DI BILANCIO, DAL SENATO L'OK DEFINITIVO
Il ddl per l'attuazione del principio di pareggio ha avuto il via libero con 222 voti a favore, 4 contrari e nessun astenuto.
L'aula del Senato
ROMA - Il Senato ha approvato con 222 sì e soltanto 4 voti contrari il ddl attuativo della riforma del pareggio di bilancio in Costituzione. Il provvedimento, che aveva ottenuto già il via libera della Camera il 12 dicembre scorso, è quindi legge. Dà attuazione all'articolo 81 della Costituzione, modificato in base agli impegni presi in sede Ue. 


CHE COSA E' IL PAREGGIO DI BILANCIO. Il pareggio di bilancio comporta che l'ammontare delle spese pubbliche sostenute dallo Stato e dagli altri enti pubblici sia uguale alle entrate: lo Stato, in tal modo, evita di ricorrere all'indebitamento, ossia al deficit di bilancio pubblico. L'ammontare totale dei disavanzi pubblici accumulati ogni anno porta invece alla formazione del debito pubblico.

venerdì, 21 dicembre 2012


21/12/2012 
Il pareggio di bilancio è legge. Il Senato fa un bel 'pacco' di natale agli italiani.

Il Senato approva con 222 sì, ben oltre la maggioranza assoluta (il consenso è stato di tutti i gruppi politici), e quattro no il ddl attuativo della riforma del pareggio di Bilancio in Costituzione. Il provvedimento, già approvato alla Camera, ora è legge. In questo modo l'Italia ha rispettato senza fiatare gli impegni imposti dall'Europa con il fiscal compact.


Cosa cambia da oggi? La riforma dell'articolo 81 della Costituzione è operativa e nessuna misura, dal welfare alla scuola al lavoro, potrà essere presa se incompatibile con il pareggio di bilancio. Si trasforma la nostra Carta da baluardo in difesa dei diritti a baluardo in difesa del pareggio di bilancio. I diritti, quello all'uguaglianza, alla salute, al lavoro, vengono messi in secondo piano. Perché? Perché ce lo chiede l'Europa!



2 commenti:

  1. Ciao Barbara,volevo augurarti un sereno Natale e...

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  2. Ciao Erborista!!
    Grazie mille per gli auguri e l'alberino davvero carino carino!
    Grazie!
    Ovviamente ricambio con affetto gli auguri, spero tu possa trascorrere serene feste!
    Un abbraccio..
    Barbara

    Ciao Jose Maria,
    grazie mille per la visita e per l'interesse per il mio blog, sono lusingata che anche da così lontano possano interessare i contenuti del blog..ora passo a salutarti sul tuo sito e grazie per la segnalazione........
    Un salutone
    Barbara

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