mercoledì 12 dicembre 2012

Diciamo addio all’era dei bamboccioni 
di Claudio Risé
Cosa si aspettano i nostri (troppo pochi) giovani? Capirlo potrebbe aiutare il Paese ad uscire dallo stallo e malessere in cui si trova. Chi, come genitori, educatori, terapeuti, è a contatto coi più giovani, puòindividuare con una certa chiarezza alcuni elementi comuni, presenti fra di loro e piuttosto nuovi rispetto alla generazione precedente. Uno è il rifiuto di ogni atteggiamento paternalista da parte dei “grandi”. Questi ragazzi si considerano persone, e sanno cosa ciò significa. C’è – spesso – la consapevolezza di non sapere molte cose, e a volte la curiosità di conoscerle. Ma ancora più forte è la coscienza della propria dignità. Dal punto di vista psicologico, la loro situazione è diversa da chi li ha preceduti 10 o vent’anni fa. Questi oscillano meno spesso tra depressione e trasgressione, i due poli degli adolescenti a cavallo del millennio. In
compenso sono piuttosto stabilmente “arrabbiati”, in modo meno isterico ma più costante. Gli adulti devono stare attenti a ciò che dicono,

Politica Agricola Comune, quali conseguenze? di Martino Danielli 

In gran parte dell'Europa negli ultimi decenni l'agricoltura ha subito profondi cambiamenti. Negative sono state però le conseguenze della Politica Agricoltura Comune sulla biodiversità, sull'ambiente nonché sul lavoro dei contadini. In gran parte dell'Europa negli ultimi decenni l'agricoltura ha subito profondi cambiamenti L’agricoltura, nella stragrande maggioranza dei paesi europei ed anche in buona parte del mondo, ha radicalmente cambiato metodi e ritmi negli ultimi 30-40 anni; un cambiamento tale da risultare una vera e propria rivoluzione. Ma, come talvolta succede, i risultati di questa rivoluzione sono tutt’altro che positivi, sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista agronomico ed economico. La meccanizzazione agricola ha reso sempre più omogenee le colture e più vasti gli spazi ad esse destinati, ma ha impoverito in maniera precipitosa labiodiversità Continua su Arianna Editrice 


Scordiamoci questi partiti, non lavorano per noi di Maurizio Pallante - Giorgio Cattaneo -  “Solo la 'decrescita selettiva' combatte davvero la recessione, perché tagliando gli sprechi aumenta lavoro e benessere, abbattendo i costi. E se oggi la decrescita non è ancora nell’agenda dei governi, è perché l’ideologia suicida della crescita conviene al blocco di potere che l’ha finora interpretata”. Ecco perché Maurizio Pallante, teorico italiano della decrescita, lancia un appello per unire le forze e riscrivere l'agenda dell'Italia. Maurizio Pallante lancia un appello per unire le forze riscrivere l'agenda dell'Italia Per favore, lasciamo perdere i partiti: con loro è tempo perso. Sanno solo ripetere la fiaba della crescita, che si sta frantumando giorno per giorno sotto i nostri occhi. Di loro non c’è da fidarsi: sono alleati, da sempre, con la grande industria, la finanza e le multinazionali, comprese quelle degli armamenti, necessari per dominare il pianeta allo scopo di garantirsi il monopolio delle risorse planetarie. Il mondo si è rotto, e non saranno certo loro a ripararlo: serve una nuova alleanza sociale, che metta insieme movimenti liberi, cittadini attivi, sindacati indipendenti, piccole imprese, artigiani e agricoltori. Un patto, per invertire la rotta verso l’unica soluzione possibile: la “decrescita selettiva” della produzione di merci, creando occupazione “utile” fondata sui territori, tagliando gli sprechi. “Solo per l’energia, l’Occidente butta via il 70% di quello che produce”. Maurizio Pallante, CONTINUA SU LIBRE IDEE

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