venerdì 25 gennaio 2013

L'Europa bacchetta l'Italia: "Non rispetta diritto al lavoro, politiche per l'impiego insufficienti"

Severo giudizio sugli sforzi fatti dalle nostre autorità. E la Cgil presenta ricorso al Consiglio Ue FONTE
L'ipocrisia è la dote che più di ogni altra da sempre caratterizza la Ue. D'altra parte, come non ricordare il premio Nobel per la pace assegnato all'Unione affaristi sciacalli d'europa,  ricevuto dopo l'impegno speso nell'annientare la Libia ed inaugurato con la destabilizzazione in Siria e l'isolamento a suon di ricatti contro l'Iran e la recente occupazione del Mali? Come fu per Obama, che appena ricevette il Nobel rimase a guardare il massacro dei palestinesi nel corso di Piombo Fuso, mentre era impegnato fra buche e palline nel suo campo da golf.
Così, dopo avere condannato a morte i greci, i portoghesi, gli spagnoli, gli irlandesi  e gli italiani, attraverso le proprie ricette riformiste, dettate dagli usurai e  dai poteri forti
questi squallidi burocrati salgono in cattedra a fare la paternale. Nel 2013 non trovano di meglio che fare riferimento ai dati del 2007-2010. Nessuno sano di mente si aspetterebbe che lor signori europeidi facciano un mea culpa per le riforme cancella sociale e diritti della Fornero, passacarte alle loro dipendenze. Meglio guardare ai dati di 3 e passa anni fa. Periodo che semmai riflette i disastri della Legge Biagi che, anche l'indignata Cgil FIRMO'.

Ma cos'è, provano immensa soddisfazione nel prendere per il culo la gente?

Gli esperti, che hanno il compito di monitorare il rispetto della Carta sociale europea da parte degli Stati membri, ritengono che gli sforzi fatti finora dalle autorità italiane, nell'ambito delle politiche per l'impiego, siano stati "insufficienti".
Senza parole. Quindi, questa carta sociale europea non sarebbe stata rispettata dalle autorità italiane?  E da quando le autorità italiane e di qualunque altro paese sequestrato dall'euro hanno autonomia nel portare avanti iniziative politiche? Per giunta nel sociale. Si intende per caso suggerire che a tali autorità fu chiesto di sforzarsi al fine di aumentare l'occupazione? E come, se quando insieme agli altri compagni di merende, il FMI e la BCE, hanno imposto sempre e solo l'austerità? Un capolavoro di ipocrisia.
Ulteriori dettagli di questi maestri dell'ironia potete leggerli qui.
Hanno perfino il coraggio di lagnarsi se la Ue è invisa ad un numero sempre maggiore di persone e ricorrono a patetici espedienti quali il paventare derive autoritarie.
Incredibile, anche qui un bel nobel all'ipocrisia per il pensiero europeide.

Magari questi inutili quanto costosi burocrati europei potrebbero chiarirci riguardo a come si crea lavoro in una nazione DOVE MUOIONO MILLE AZIENDE AL GIORNO
Certo, sarà sicuramente colpa dei politici. La colpa più grave è quella di essere servi di questi aguzzini, cannibali della finanza che presiedono la Ue, essendo la stessa una loro "creatura", nata con lo scopo di dissanguare i popoli. Inutile che si scarichino le responsabilità a vicenda.
Ripetono che ci vuole più flessibilità, che servono ancora riforme. Dopo aver concesso il minimo stipendo a 400 euri LORDI, cosa intendono per maggiore flessibilità?
CI resta solo più da autorizzare la disposizione di un contenitore all'ingresso di ogni azienda, nel quale raccogliere a mo' di elemosina gli spiccioli destinati ai dipendenti in sostituzione dello stipendio.
Peccato che non sia ciò che chiede l'imprenditoria. Ma i banchieri al governo fingono di non sentire. In Italia non si può far impresa perché si è FAGOCITATI dal fisco. Inutile nascondersi dietro agli anatemi della caccia all'evasore. Se non consegni tutto ciò che possiedi agli esattori preposti alla rapina, sei da mettere alla berlina e se non hai più niente da consegnare, suicidati in silenzio. Monti il presentabile, il morale in fondo ci consola sostenendo che non ci ammazziamo così rapidamente e massicciamente come in Grecia.

Come è ipocrita l'ammissione del FMI di aver sbagliato nel valutare gli effetti dell'austerità ed avvertono che l'Eurozona sarà ancora instabile. Ma va? E chi dobbiamo ringraziare per le ricette tanto sagge quanto imprescindibili che hanno trasformato un continente in un far west per speculatori?

Come Bankitalia che è stata "truffata" da MPS. Certo, come no.

Mps affonda, D'Alema tiene lontano il Pd. Monti: no a strumentalizzazioni. Grilli punge Bankitalia, Napolitano la difende 

Mps, la banca del Pd che nel 2012 è costata 3,9 miliardi agli italiani. Più dei tagli della riforma Fornero

Monti ha dato l'ordine, non strumentalizzare il "caso" che è costato 3,9 MILIARDI. Il capofila di questi parassiti che ogni giorno ricorda agli italiani come abbiano vissuto sopra le proprie possibilità percependo pensioni dignitose o godendo di sanità gratuita, OSANO imporre la censura su questa RAPINA. Ipocrisia senza fine.



ASCA) - Roma, 23 gen - ''Miliardario e tecnico lontani da questioni sociali. Con me la sala verde di Palazzo Chigi sara' aperta al volontariato''. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, al termine dell'incontro con il mondo delle associazioni ad Albano laziale.

Ora veniamo all'Italia presentabile, quella che con il 30% esige di rappresentare tutti.
Il Pd non c'entra niente con l'affaire del Monte dei Paschi di Siena, dice d'Alema, architetto del disastro Banca 121. Ha praticamente chiesto un condono che certo la magistratura non negherà ai suoi amici, come accadde per la scalata Unipol/Bnl per la quale furono tutti assolti perché il fatto non sussisteva. Per la verità esiste ancora un imputato, colui che osò portare alla luce l'amore dei compagni per le banche.

Ma leggiamo le dichiarazioni di D'Alema che parla di rischio bancarotta, forse intendeva già quella di MPS alla quale è andato il gettito dell'IMU? Quindi, nonostante Monti abbia devastato l'Italia con l'ausilio dei voti del suo partito che ora finge di esserne antagonista, baffetto difende comunque l'operato dell'usuraio di Goldman Sachs e lancia un monito  affinché si voti l'Italia giusta e non quella del "male":

D’Alema non ha avuto timore nell’utilizzare gli argomenti del “pensiero unico economico”. Anche per lui, l’Italia era sull’orlo del baratro al momento delle dimissioni di Silvio Berlusconi. “Noi abbiamo lasciato il debito pubblico al 103 per cento del PIL – ricorda il deputato riferendosi al governo Prodi II – Berlusconi in tre anni lo ha portato al 121. Dopodiché è chiaro che in una situazione così drammatica Monti ha dovuto aumentare le tasse per arginare il rischio della bancarotta, questi sono i numeri. Un Paese che non vuole guardare la realtà e che quindi poi prende le decisioni in modo cieco dopo non si lamenti. Questa è la realtà, non è l’opinione di D’Alema o l’opinione di Monti e spero che il Paese voglia voltare pagina, perché se torna a scegliere male pagheremo un prezzo altissimo tutti”.tratto da  D’Alema si adegua: “Il Pd per salvare il Paese” Rinascita

Il male ovviamente è rappresentato da quel partito che, insieme al Pd, ha firmato ogni provvedimento del governo golpista?
Bene, se è quel tal partito causa dell'aumento del debito pubblico (problema diventato tale da quando gli Stati sono stati costretti a mendicare ai mercati), tal partito ha causato anche il debito di tutte le altre nazioni PIIGS? Fortuna che lo skipper di Gallipoli consiglia di guardare in faccia la realtà. Ed a proposito di prendere decisioni in modo cieco, le cui conseguenze si pagano care, che dire dell'ingresso nell'Euro? Chi dobbiamo ringraziare per il trattato di Maachstricht, di Lisbona, per l'eurotassa per entrare in Europa? Decisioni che pagano i cittadini italiani  come i 3,9 MILARDI estorti  andati alla banca rossa di Siena? Concludo con questo estratto:

E ancora: "Il Pd non è più un partito politico, è una banca". Una lettura che chiama in causa anche la Banca d'Italia: un link del blog di Grillo rimanda a quanto scrive 'ilsimplicissimus' sul web: "Se fate una ricarica telefonica da 20 euro dopo pochi secondi, attraverso il sistema Gianos, la transazione viene a conoscenza di Bankitalia. Ma se un istituto di credito banca sposta 900 milioni per un'operazione pazzesca in titoli tossici, i solerti controllori dei nostri poveri spiccioli non se ne accorgono".
E di questa realtà, l'Italia "giusta" cosa dice? 
Si scopre che MPS aveva scommesso sul default dell'Italia per far cassa, che sia per questo che la sinistra venera Monti che ha peggiorato tutti gli indici economici in maniera vertiginosa?
Barbara

In Italia chiudono mille imprese al giorno
Giovedì 24 Gennaio 2013 In Italia chiudono 

E' la durissima realtà tracciata da Unioncamere, che fornisce i numeri della crisi italiana. Sono 364.972 le chiusure nel 2012, +24mila rispetto al 2011 a fronte di 383.883 aperture. Si tratta del valore più basso degli ultimi otto anniMille imprese chiuse ogni giorno nel 2012. E' la durissima realtà tracciata da Unioncamere, che fornisce i numeri della crisi italiana. Sono 364.972 le chiusure nel 2012,  +24mila rispetto al 2011 a fronte di 383.883 aperture (il valore più basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011). Sebbene il saldo tra entrate e uscite sia positivo per 18.911 unità, si tratta comunque del secondo peggior risultato dal 2005 e vicino, dopo due anni di recupero, al 2009, l'anno peggiore della crisi.

Se si considerano le cancellazioni delle imprese ormai non operative da più di tre anni, al 31 dicembre dello scorso anno lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.093.158 unità. Perde l’industria manifatturiera (-6.515 imprese), trascinato dalla forte contrazione dell'artigianato, che chiude l'anno con 20.319 imprese in meno, quello delle costruzioni (-7.427) e dell'agricoltura (-16.791).

Il maggior numero di saracinesche abbassate è al Nord, senza considerare la Lombardia, che perde complessivamente circa 6.600 imprese. Giovani under 35, immigrati e donne, attività del turismo, del commercio e dei servizi alle imprese e alle persone sono le tipologie di imprenditori e i settori di attività che, nel 2012, hanno consentito di mantenere in lieve attivo il bilancio anagrafico delle imprese italiane.

Numeri allarmanti, che non sono nuovi. Era già successo nel 2009, così come nel 2007 e 2008, ma in quegli anni le nuove iscrizioni avevano abbondantemente superato le 400mila unità e pertanto il saldo finale positivo era molto più consistente: a fronte del +0,31% dello scorso anno, nel 2007 si registrò un +0,75% e nel 2008 un +0,59%.

Piuttosto, la Ue chieda lumi al Bilderberger Monti sulla questione lavoro, se davvero è tanto preoccupata per le condizioni di lavoro in Italia, così, tanto per alimentare la sceneggiata.


Precario e flessibile, così Monti vuole il lavoro
Al Forum di Davos, l’ex consulente di Goldman Sachs e di Moody’s attacca la Cgil e se la prende incredibilmente con i governi precedenti che non hanno impedito “le manipolazioni del mercato” 

Filippo Ghira

Al convegno del World Economic Forum a Davos, trovandosi tra “amici” e colleghi che condividono il suo approccio ultra liberista, Mario Monti ha sferrato un attacco alla Cgil accusata di rappresentare un freno alla riforma del mercato del lavoro. Nel sindacato rosso, ha lamentato l’ex consulente di Goldman Sachs e di Moody’s, c’è la più forte resistenza al cambiamento. Un cambiamento che Monti reputa necessario per permettere alle aziende italiane di tornare ad essere competitive sul mercato globale. Una competitività che, per Monti e i suoi sodali, può essere ottenuta soltanto se le imprese acquisiranno quella flessibilità che finora in Italia è stata sconosciuta. Una flessibilità che significa libertà di licenziamento in ogni momento a seconda delle proprie necessità economiche. Un principio introdotto dalla legge del ministro in lacrime, Elsa Fornero, che ha cancellato di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori sostituendo, in caso di licenziamento giudicato illegittimo, il reintegro con una indennità economica. Dal punto di vista dei dipendenti, la riforma ha gettato le basi per sostituire i contratti nazionali di categoria con tanti singoli contratti aziendali. Una svolta che implica la progressiva esautorazione del ruolo del sindacato e il trionfo della legge del più forte con una guerra al coltello tra i lavoratori per assicurarsi uno straccio di posto di lavoro, che peraltro sarà mal pagato visto che i contratti aziendali registreranno il mutamento della busta paga, sempre più condizionata dall’incidenza degli straordinari e dei premi di produzione.
A giudizio dell’ex commissario europeo alla Concorrenza e al Mercato Interno, la riforma Fornero non è andata avanti abbastanza per colpa di un sindacato che ha resistito con decisione al cambiamento e non ha firmato accordo che gli altri avevano firmato.
La Cgil deve quindi cambiare “questa cultura” che la anima. A Monti non viene nemmeno in mente che il no della Cgil derivi dalla volontà del sindacato “rosso” di fare il sindacato, ossia difendere i diritti e la dignità di chi lavora e soprattutto dalla volontà di non collaborare alla trasformazione del lavoro in merce. Una deriva già iniziata da tempo e che è evidenziata dall’utilizzo costante del termine “mercato del lavoro” che si sta tentando di fare passare nel linguaggio comune come una cosa scontata. Il lavoro come merce e che come tale può essere spostato (o eliminato) a piacere, al pari delle materie prime, dei prodotti finiti, degli impianti o dei capitali finanziari. Una deriva inaccettabile per un sindacato degno di questo nome. 

Una deriva che invece sindacati come la Cisl e la Uil hanno accettato entusiasticamente, appiattendosi sulla linea della Fiat che è stata l’azienda che più di ogni altra ha imposto il nuovo modello contrattuale nei propri stabilimenti di Mirafiori e di Pomigliano. Il paradosso è che la Fiat, che pure è uscita da Confindustria e da Federmeccanica e ha disdettato il contratto nazionale dei metalmeccanici, è stata poi in grado di fare passare la sua linea “aziendalistica” alla maggioranza delle imprese di Viale dell’Astronomia. In ogni caso la riforma Fornero non è piaciuta nemmeno al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che l’ha definita “una boiata”. Non una “boiata pazzesca” alla Fantozzi ma pur sempre una boiata perché confusa e farraginosa. Una bocciatura netta da parte di coloro, gli imprenditori, per i quali la legge era stata teoricamente pensata.
E’ necessario continuare le riforme strutturali, appunto il lavoro, ha insistito Monti che rivolto in inglese ai gentili speculatori presenti si è compiaciuto che sia cambiata (grazie a lui ovviamente!) l'atmosfera verso l'Italia. Lui non ha solo sentito la gentilezza dei presenti, ma anche rispetto e fiducia nella stabilità. Lui avverte e vede un concreto interesse per gli investimenti In Italia . Il mondo cambia e non si deve cedere all’illusione che il mondo possa rimanere fermo.
Lui, ha assicurato, è fiducioso nel futuro dell’Italia perché è un Paese molto diverso da un anno fa. Su questo punto non si può essere che d’accordo con Monti. L’Italia è un Paese molto diverso perché gli italiani sono molto più poveri di prima dopo che Monti, e i politici suoi complici che l’hanno votata, li ha rapinati con l’introduzione dell’Imu. La riduzione del debito, ha continuato senza che nessuno lo prendesse a pernacchie, non si può più fare attraverso le tasse. E infatti il debito con Monti al governo è cresciuto dal 120% al 127% e parte degli introiti dell’Imu sono andati per aiutare le banche italiane amiche e per finanziare i fondi europei salva Stati. Monti si ritiene indispensabile e annuncia che tornato al governo avrà ancora molto da fare. Lui ha “una agenda ambiziosa” e sente di avere “una responsabilità sociale” verso gli italiani. E spera che le forze più dinamiche della società sostengano il suo programma di riforme. Per questo ha deciso di presentarsi alle elezioni. Anche se è stata una decisione contro la sua natura e pure contro il suo interesse personale (?). Lui crede di doverlo agli italiani, in particolare a quelli “più fragili”, quelli che hanno pagato il prezzo più alto e intollerabile della disoccupazione e delle privazioni. Come i giovani che sono delle vittime. La colpa è dei governi che lo hanno preceduto. Quelli di destra e di sinistra, o di centrodestra e di centrosinistra,  che non sono stati abbastanza forti contro l'evasione fiscale e la corruzione. I politici, ha lamentato, hanno troppo spesso fatto promesse elettorali senza tenere conto se fossero o meno realizzabili e non hanno invece pensato alle riforme necessarie e non rinviabili. In tal modo, hanno fatto passare l’idea che tutti avessero diritto a tutto, hanno aggravato la crisi e hanno alimentato il nazionalismo e il populismo. E poi, ha affermato ancora, i governi del passato non hanno contrastato gli interessi particolari e le manipolazioni del mercato finanziario.
Ci vuole davvero un bel coraggi, per non dire peggio, a sostenere quest’ultimo punto. Monti è stato infatti consulente di Goldman Sachs e di Moody’s. Due società che hanno manipolato il mercato, la prima con capitali finanziari propri o presi a prestito, la seconda con i rating su questo o quel titolo di Stato italiano o straniero o sui titoli di società private. E tra i titoli manipolati ci sono stati ovviamente i titoli di Stato italiani. Di conseguenza, di cosa sta parlando Monti?
 24 Gennaio 2013  - Rinascita



0 commenti:

Posta un commento