sabato 21 settembre 2013


Il Parlamento Europeo porta l'Eurozona un passo avanti verso il bail-in 


Il 12 settembre il Parlamento Europeo ha votato a favore del Meccanismo Singolo di Supervisione (SSM), uno dei due pilastri dell'Unione Bancaria, con 559 Sì, 62 No e 19 astenuti. Il secondo pilastro è il Meccanismo Singolo di Risoluzione (SRM), l'ente centrale che dovrebbe eseguire il bail-in, ovvero il prelevo forzoso per salvare le banche. 

Approvando il SSM, dislocato presso la Banca Centrale Europea, per vigilare sulle 150 maggiori banche dell'Eurozona (quelle "sistemicamente rilevanti") e decidere di
vita e di morte su di esse, il Parlamento Europeo ha dimostrato ancora una volta di essere un'istituzione corrotta. La sua iniziale obiezione per la mancanza di "trasparenza" sulle procedure del meccanismo è durata 48 ore. Alla fine, la stragrande maggioranza ha accettato che le deliberazioni del SSM rimangano segrete, e che i membri di una Commissione ristretta ricevano un briefing sommario, invece delle minute delle riunioni, dopo aver giurato di non rivelarne il contenuto al pubblico. 

L'SSM ora torna all'Ecofin per l'approvazione finale e dovrebbe diventare operativo nell'autunno 2014. 

L'SRM sarà ora al centro dei negoziati delle prossime settimane. Mentre la Germania ha finora sostenuto che occorre una modifica dei trattati per permettere un fondo singolo nell'Eurozona, la BCE e la Commissione (Michel Barnier) sostengono che l'Art. 114 fornisca ampia copertura legale per il meccanismo di bail-in. Della stessa opinione è il membro tedesco del Consiglio della BCE, Joerg Asmussen. Ma una volta conclusa la campagna elettorale in Germania, il 22 settembre, la posizione di Berlino potrebbe cambiare. Allora tutto sarà predisposto per avviare la confisca di migliaia di miliardi di soldi dei risparmiatori e degli obbligazionisti nel futile tentativo di tenere in piedi il sistema finanziario. Come ammettono gli stessi autori di questo schema, il denaro non sarà sufficiente, tant'è vero che Draghi ha voluto un impegno preventivo dai governi per intervenire con un "backstop", e cioè con i soldi dei contribuenti. 

La follia della politica di bail-in è stata denunciata persino da un ex banchiere della BCE. Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del consiglio della BCE, ha risposto al Commissario Almunia, che magnificava i meriti del bail-in al Workshop Ambrosetti il 13 settembre, che "così si rischia di minare la fiducia degli investitori e ricreare instabilità. Ci stiamo infliggendo qualcosa che non esiste in nessun'altra parte del mondo". Giulio Tremonti, presente al dibattito, ha aggiunto: "Fare l'unione bancaria in Europa a carico dei risparmiatori è una pazzia. C'è un rischio di esplosione". 

Lo stesso giorno, l'ex banchiere centrale di Nicosia, Athanasios Orphanides, ha denunciato i metodi brutali usati dall'UE per costringere Cipro ad adottare il bail-in. Parlando ad un forum all'Università di Francoforte, Orphanides ha detto che l'Eurogruppo ha "ricattato" Cipro. L'attuale politica, a suo avviso, è "insostenibile e porterà ad una morte lenta dell'Europa". Laddove una legge simile dovrebbe essere accuratamente preparata, il governo di Cipro fu costretto dall'Eurogruppo "a cambiare la costituzione e far votare una legge per la confisca della proprietà".




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