venerdì 13 settembre 2013

Telegraph: Nel 2011 l'Italia aveva formulato dei piani per uscire dall'euro (parole di Bini Smaghi)

Dal britannico TelegraphEvans-Pritchard commenta alcune sorprendenti affermazioni che l'ex membro italiano della BCE, Lorenzo Bini-Smaghi, ha placidamente fatto nel suo recente libro. Affermazioni che dovrebbero destare l'attenzione sia dell'elettorato italiano sia di quello tedesco.

di Ambrose Evans-Pritchard; ultima modifica, 12 settembre 2013

E così, adesso lo sappiamo: nell'ottobre/novembre del 2011 Silvio Berlusconi aveva seriamente proposto dei piani per tirare l'Italia fuori dall'euro, provocando così la sua immediata rimozione dall'incarico e decapitazione politica da parte dei gendarmi delle politiche dell'eurozona.


Un ex membro della BCE, Lorenzo Bini-Smaghi, nel suo nuovo libro "Morire di Austerità", che per chi conosce l'italiano merita di essere letto, ha placidamente sganciato delle vere e proprie bombe .

Il signor Bini-Smaghi, fino a poco tempo fa uno dei sei membri del consiglio esecutivo della BCE, e per molti anni l'uomo dell'Italia a Francoforte – ha dichiarato che Silvio Berlusconi è stato rovesciato dall'incarico di premier Italiano nel novembre 2011, non appena ha iniziato a scuotere sul serio la gabbia dell'eurozona.

Più precisamente avrebbe discusso (minacciato?) un'uscita dell'Italia dall'euro nel corso di una riunione privata con altri uomini di governo dell'eurozona, presumibilmente con la cancelliera Angela Merkel ed il francese Nicolas Sarkozy, dato che lui non fa negoziati coi subalterni. ("L'ipotesi d'uscita dall'euro era stata ventilata in colloqui privati con i governi degli altri paesi dell'euro").

Lo sospettavamo da tempo. Adesso è confermato.
Il signor Bini-Smaghi rivela anche che la Merkel ha continuato a pensare che la Grecia avrebbe potuto essere fatta uscire dall'euro senza rischi fino all'inizio dell'autunno 2012, quando ad un certo punto lo Pfenning ha affermato che ciò avrebbe scatenato l'inferno, con reazioni a catena che avrebbero inghiottito l'intero sistema. A quel punto ha invertito la rotta, correndo ad Atene per elogiare il nuovo governo per i suoi eroici sforzi. ("Merkel l'ha capito solo nell'autunno del 2012").
Egli conferma poi che la Germania si trova in una situazione davvero difficile per i 547 miliardi di euro di crediti della Bundesbank alle banche centrali di Grecia, Portogallo, Irlanda, Italia, Cipro e Slovenia.

Siamo sempre stati rassicurati sul fatto che i cosiddetti crediti Target2 nel sistema dei pagamenti interni della BCE erano delle regolazioni di tipo tecnico,  senza rischi significativi.

Il signor Bini-Smaghi dichiara che qualsiasi Stato dell'eurozona che lasci l'euro dovrebbe probabilmente affrontare un default sulle obbligazioni estere. "La banca centrale nazionale non sarebbe in grado di ripagare i debiti accumulati verso altri membri del sistema euro, che sono registrati nel sistema interno dei pagamenti dell'Unione (noto come Target2). L'insolvenza provocherebbe grosse perdite per le controparti in altri paesi dell'eurozona, compresi banche centrali e Stati."

Gli elettori tedeschi potrebbero volerne sapere di più prima delle elezioni di domenica della prossima settimana, poiché i loro leader politici gli hanno sempre raccontato una storia diversa. Anche il partito anti-euro AfD – ora quotato al 4% nei sondaggi e con buone chance di entrare al Bundestag – potrebbe trovare questo argomento interessante.

Per quanto posso capire, la Bundesbank (così come le banche centrali di Finlandia, Olanda e Lussemburgo) compensa i crediti Target2 sul Club Med [il blocco dei paesi mediterranei, ndt]  vendendo titoli alle banche con sede in Germania. Lo fa per motivi di politica monetaria.

Ciò significa che se l'euro salta, la Bundesbank è ancora in debito di questo denaro verso le stesse banche private, che potrebbero essere Deutsche Bank, ma anche Nomura, Citigroup o Barclays. Non è una bufala.  La Bundesbank non può fare default su questi titoli.

Può anche essere che io abbia poco cervello, ma devo ancora sentire una spiegazione soddisfacente su come tutto ciò possa essere scongiurato senza danni, come ci viene raccontato da una lunga serie di illustri economisti. Non li ho mai visti rispondere a questa domanda. Pubblicano lunghi articoli, abbagliando tutti con la loro scienza, come gli economisti sono propensi a fare (spesso bluffando), ma non arrivano mai al punto critico.

La prima cosa è che Target2 è l'altra faccia della fuga di capitali intra-UEM. Gli investitori privati si sono ritirati dal Club Med, scaricando i loro crediti sui contribuenti tedeschi e degli stati creditori del nord. Mettetela come volete, ma questa è la realtà.

Sì, la Bundesbank può stampare denaro con gaia dissolutezza in una crisi del genere – e dovrebbe farlo per evitare uno shock deflazionistico, e su scala molto più ampia di quanto mai pensato finora  all'interno dell'eurozona.  Non c'è dubbio che la Germania se la caverebbe, ma le sue dottrine economiche ne uscirebbero a pezzi.

La posizione ufficiale della Bundesbank è che la controversia su Target2 è in realtà una tempesta in un bicchier d'acqua. Il fatto è che non ci credono nemmeno loro. Un banchiere della Bundesbank con una responsabilità diretta in Target2 ha detto in mia presenza che "la cosa lo preoccupa ogni notte". Il presidente stesso della banca, Jens Weidmann, ha ammesso l'anno scorso che gli squilibri sono un "rischio inaccettabile".

Io sospetto che qualcuno stia cercando di gettare fumo negli occhi dei tedeschi, e non è lo splendidamente schietto Jens Weidmann. Io sono in disaccordo con le sue teorie monetariste, ma la sua onestà intellettuale è superba.

Pubblicato da Henry Tougha

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