giovedì 31 ottobre 2013


Roma, 30 ott – Criminalizzazione del contante, controllo fiscale orwelliano. Con la scusa di una improbabile lotta all’evasione, il governo pensa a norme sempre più asfissianti, di fatto inutili ai fini del risanamento delle casse dello stato ma pericolose per la restrizione degli spazi di libertà.

Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, facendo il punto in Parlamento sulla legge di Stabilità, ha infatti spiegato che il governo è disponibile, fra l’altro, a introdurre nuove vincoli sull’uso del contante, (attualmente il limite è di mille euro). Il centrodestra si oppone e promette barricate, che puntualmente saranno barattate con qualche battaglia di natura personalistica e sganciata dalla vita concreta dei cittadini.

La lotta all’uso del contante è da tempo al centro delle preoccupazioni dei politici, con sponsor d’eccezione come la giornalista Milena Gabanelli. Chi paga in moneta sonante, ci dicono, sta usando fondi guadagnati in nero o operando affari illeciti. L’idea che un diritto si possa tranquillamente limitare poiché “chi non ha niente da nascondere” non ne trarrebbe alcun danno emerge spesso nel dibattito politico (per esempio nella questione delle intercettazioni selvagge). La concezione della libertà che dimostra chi ragiona in questo modo è quanto meno problematica.

Anche dal punto di vista dell’efficacia pratica delle norme in questione c’è più di un dubbio. Tanto l’economia criminale che la grande evasione, quella che pesa davvero sulle casse dello Stato, utilizzano transazioni finanziarie e trucchi fiscali ben più raffinati, che non si basano certo sull’occultamento degli spiccioli. In compenso generalizzare l’uso della moneta elettronica porterebbe un surplus di controllo e di guadagni per le banche di cui nessuno oggi sente la necessità.

E, a proposito di controllo, adesso arriva anche la notizia che da domani, grazie al decreto legge Salva Italia voluto dal governo Monti le banche e gli altri operatori finanziari dovranno trasmettere all’anagrafe tributaria tutti i dati relativi al 2011 dei nostri conti correnti. Quindi il saldo a inizio e a fine anno, il totale dei bonifici in entrata e in uscita, il totale degli acquisti fatti con carta di credito e delle ricariche per le carte telefoniche. E così via.

Benvenuti nell’era del terrorismo fiscale.

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