lunedì 14 aprile 2014


Riguardo alla manifestazione di sabato scorso a Roma, mi associo completamente alle considerazioni di Gianni Dessì qui sotto riportate. 

Aggiungo che, la tanto celebrata Costituzione antifascista è stata attuata solo per quanto riguarda la repressione del dissenso non conforme. Basti pensare alle numerose manifestazioni contro la Ue e la troika,o contro le scie chimiche, organizzate da partiti e gruppi non riconducibili agli "egemoni" della cultura politically correct, che sono stati assediati, dalla polizia? No, da fantomatici gruppi antifascisti. In pratica, affiancando le FFOO nel "preservare" la democrazia nata 70 anni fa grazie alla collaborazione di partigiani, yankees e mafiosi liberati per l'occasione.
Fatto sta, che, ieri in piazza, sono stati usati slogan "accattivanti", come quelli che domandavano il diritto alla casa e ad un reddito, ma non si comprende come mai in 70 anni di egemonia culturale di sinistra (ogni pensiero alternativo è condannato e messo al bando sul nascere, mentre a chi lo esperisce viene precluso ogni spazio), di istanze in nome delle masse deboli la cui tutela ci è stato raccontato, dovrebbe essere l'unico scopo delle sinistre, non se n'è vista l'ombra. Quel poco che esisteva in materia di diritti è stato smantellato, con la complicità di sindacati e società civile antifascista, in nome DELL'AMATA EUROPA E TROIKA DELLE BANCHE.
Alla manifestazione ha aderito anche SEL, tanto preoccupata per i poveri, ma il cui leader rideva al telefono dei tumori di Taranto con Archinà. La Boldrini, esponente di SEL, ottenendo l'esclusione dell'opposizione ha fatto approvare un decreto IN FAVORE DELLE BANCHE, DETTO BANKITALIA.
Ora, se quelle sigle in piazza fossero state un minimo sincere, avrebbero ripudiato con sdegno la partecipazione di questi rappresentanti, ma così non è accaduto.

Il “cuore”, senza la testa, non basta: trappole di sistema e vicoli ciechi
BLOG | 10 APRILE, 2014 - 14:32 | DA GIANNI DESSÌ

Sappiamo fin troppo bene che la principale arma con la quale il sistema dominante ha garantito, e ancora garantisce, la sua sopravvivenza è la disinformazione di massa, attuata principalmente tramite il controllo dei mass media e delle fonti d’informazione.
Con questa si può controllare e anestetizzare facilmente la massa, ma non tutti coloro che, di volta in volta, cercano di estranearsene. Assimilabili nell'ampia categoria del crescente generico dissenso, per le classi dominanti, costituiscono tanto un pericolo potenziale quanto un’appetibile “mercato di voti” da aggredire e riportare all’ovile.
Qui entrano in gioco, non meno subdole ed efficaci, le strategie di dispersione o cattura dei “lupi" più riottosi, che sfuggiti dai recinti, rischiano di cadere nelle tagliole disseminate ad arte, ben prima di giungere all’agognata “foresta”. Il solo “cuore”, senza la testa non basta.
L’esigenza dell'agire politico deve necessariamente fare i conti con scelte politiche operate “cum grano salis”, senza cadere istintivamente nei facili abbagli e negli specchietti per le allodole.
Anche quando si hanno le idee chiare su ciò che si vorrebbe ottenere, cosa di per se già rara, è facile perdersi nella confusione e commistione, del tutto e del suo contrario, dove finzioni e realtà si nutrono spesso nelle stesse mangiatoie. Cercare di (ri)conoscere le mimetizzazioni del nemico ed i suoi “cavalli di Frisia”, se non risolve, certamente aiuta.
Innanzitutto, si deve operare un corretto discernimento tra i “troll sistemici”, e il reale antagonismo, fuori e contro il sistema.
I primi sono veri e propri contenitori di riciclo, esclusivamente funzionali al captare il dissenso in libera uscita per traghettarlo dentro vicoli ciechi di sterile opposizione o verso posizioni “border line” partitiche, che garantendo costantemente i piedi in due staffe, consentono, da un lato, di cavalcare il malcontento (che traducono in voti e poltrone istituzionali) e, dall’altro, di garantire mano libera a chi di dovere. La ben conosciuta opposizione di sistema, creata dal sistema per conto del sistema.
Li si riconosce immediatamente da alcune caratteristiche endemiche: trasformismo cronico, “rinnovamento” in assenza di epurazione, incoerenza cronica tra il dire e il fare. Generalmente, eccellono negli slogan, molto meno nelle analisi. L'importante, per loro, e' solo il catturare i pesci al momento giusto e con il tema giusto.
Producono slogan con una potenza di fuoco impressionante, 

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