domenica 13 aprile 2014

13 apr- Quello della Grecia è un caso di scuola: un Paese ridotto alla fame, con un terzo di cittadini senza lavoro, pagherà a Goldman Sachs & Co. interessi del 5% per cinque anni. Non ci sono in giro molte occasioni di “investimento” così succose, e se le sono accaparrate lorsignori.

Il rischio? Niente paura, la BCE sorveglia, darà «aiuti», prestiti-ponte, farà in modo che la Grecia paghi tutto. E altrimenti, ci sarà un «bailout», e pagheranno i contribuenti europei. La BCE ha già un colossale “Fondo Salva-Stati” a cui noi italiani contribuiamo per 125 miliardi in 5 anni (tanto, nuotiamo nei miliardi in patria). Se fossero onesti, lo chiamerebbero “Fondo Salva-Goldman”. Del resto, c’è un ex dirigente Goldman alla BCE, quindi stanno sicuri. (Maurizio Blondet  effedieffe.com)

Mario Draghi è stato vice-presidente della Goldman per l’Europa dal 2002 al 2005, Mario Monti consigliere
internazionale dal 2005, e il neo-Premier greco Lucas Papademos governatore della Banca centrale della Grecia quando, lo dicono certi resoconti, Goldman Sachs truccò i conti del paese per favorirne l’ingresso nell’euro.


Molti sono i sospetti che circondano Mario Draghi, attuale governatore della Bce, titolare tra il 2002 e il 2005 della carica di vice presidente della Goldman Sachs International. In quel fatale 2005 la Goldman Sachs rifila alla Grecia gli strumenti finanziari indispensabili per nascondere i debiti e metter piede nell’euro. A render possibile il raggiro targato Goldman Sachs contribuisce non poco Lucas Papadémos, il premier greco, membro come Mario Monti della Commissione Triennale, chiamato oggi – al pari del “Supermario” nostrano – a salvare la patria in pericolo.
Una patria accompagnata da lui stesso sull’orlo del precipizio quando, da governatore della Banca Centrale di Atene, affida a Petros Christodoulos, un ex gestore di titoli della Goldman, lo scellerato maquillage dei conti ellenici.


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