lunedì 16 giugno 2014

vedi anche Iraq. La riprova che la guerra e il terrorismo non sono che la continuazione della politica con altri mezzi di Fernando Rossi

L’origine del SIIS, specie invasiva

LA RI-INVASIONE AMERICANA DELL’IRAQ, SOTTO COPERTURA
di Tony Cartalucci

Pesantemente armate e ben finanziate, e organizzate come un esercito professionale permanente, le forze dello Stato Islamico di Siria e Iraq (ISIS) si sono riversate in Iraq dalla Turchia e dalla Siria nord-orientale, prendendo le città di Mosul e Tikrit, e ora minacciano la stessa capitale Baghdad.  Gli Stati Uniti hanno messo in piedi due racconti senza fondamento: il primo, che le agenzie di intelligence statunitensi, nonostante le loro risorse in- e sopra l’Iraq (droni) non sarebbero state capaci di prevedere l’invasione; il secondo, che l’ISIS sarebbe una specie di organizzazione terroristica che si auto-finanzia rapinando banche e raccogliendo donazioni su Twitter.


[...] A dispetto delle informazioni raccolte dai droni e del programma CIA in atto da 8 anni lungo tutto il confine turco-siriano per monitorare e armare i militanti “moderati” che combattono il governo siriano, gli USA affermano di essere stati colti “di sorpresa”.

Se i droni e gli agenti della CIA non erano abbastanza per scoprire l’imminente invasione, forse alla CIA sarebbe bastato leggere i giornali.

A marzo 2014, il Lebanon Daily Start riportò che l’ISIS stava apertamente ritirando le sue forze dalle province di Latakia e Idlib in Siria occidentale, per schierarle in Siria orientale lungo il confine con l’Iraq. Se un giornale libanese sapeva che l’ISIS si stava spostando verso est, come mai la CIA non lo sapeva? L’ovvia risposta è che la CIA lo sapeva, e finge ignoranza perché preferisce essere sospettata di incompetenza che di complicità con l’orribile attacco terroristico che l’ISIS sta portando avanti nell’Iraq settentrionale.
[...] L’articolo: http://journal-neo.org/2014/06/13/nato-s-terror-hordes-in-iraq-a-pretext-for-syria-invasion/ documenta la strategia statunitense, saudita e israeliana di creare e schierare estremisti settari in tutta la regione per contrastare Iran, Siria, Hezbollah e Libano.

La mossa dell’esercito dell’ISIS contro Baghdad è la manifestazione finale di questa cospirazione: un esercito permanente che opera nell’impunità, minacciando di rovesciare il governo siriano ed epurare le forze pro-iraniane in Iraq, e minacciando lo stesso Iran con la creazione di un ponte tra i sicuri rifugi NATO di Al Qaeda in Turchia, l’Iraq settentrionale e i confini dell’Iran. L’Occidente parla di “terroristi” per mascherare il fatto che è stato esso stesso a creare e schierare l’ISIS, ed è perciò responsabile delle atrocità che questo sta compiendo.

Di fatto è una ri-invasione dell’Iraq da parte degli interessi occidentali, ma questa volta senza forze occidentali partecipanti direttamente; usando invece una forza per procura, con cui l’Occidente nega in tutti i modi alcuna connessione. Tuttavia, solo la sponsorizzazione degli stati può spiegare le dimensione e l’abilità dell’ISIS.

[...] Mentre l’Occidente dichiara l’ISIS malvagio anche per intervenire più direttamente in Iraq settentrionale e Siria orientale e creare la tanto desiderata “zona cuscinetto” ove ospitare, armare e finanziare spedizioni terroristiche ancora più vaste, Siria, Iraq, Iran e altri hanno l’opportunità di prevenire il coinvolgimento occidentale e schiacciare l’ISIS, mettendo all’angolo ed eliminando la spedizione della NATO e degli stati del Golfo, guadagnando anche punti geopolitici per aver sconfitto l’ultimo “cattivo” di Washington. Le operazioni congiunte di Iraq e Iran a nord e a sud dell’ISIS, e lungo i confini con la Turchia, potrebbero circondare l’ISIS per poi distruggerlo, come ha fatto la Siria con le forze terroristiche sponsorizzate dalla NATO.
Qualunque sia l’esito regionale, resta che l’Occidente ha ri-invaso l’Iraq, con una forza altrettanto se non ancora più brutale della dottrina “colpisci e terrorizza” del 2003. L’Iraq rischia un’altra dura occupazione se non riuscirà a raccogliere, al suo interno e dai suoi alleati stranieri, abbastanza forze per contrastare e schiacciare questa minaccia.

Fonte: Land Destroyer

Traduzione: Anacronista

Nella Foto in alto: i convogli degli jihadisti  dell”ISIS , composti da   Toyota coordinate e  nuove di zecca, le stesse che si vedono tra i terroristi che operano ovunque dalla Libia alla Siria, e che la NATO ammette di armare. (…)
Controinformazione


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