domenica 15 giugno 2014

sempre per la saga "quanto ingrassa i tedeschi questa Ue".....

L’IMPERO IN COSTRUZIONE: IL DIRITTO USA SI IMPONE SUL TERRITORIO EUROPEO
Il Belgio e gli Stati Uniti hanno appena stipulato un accordo con l’intento di applicare in Belgio una legge americana contro la frode fiscale, il Foreign Account Tax Compliance Act (FACTA).

La firma dell’accordo ha avuto luogo questo 23 aprile. Numerosi paesi, quali il Regno Unito, la Francia, la Germania e il Giappone hanno già firmato con gli USA un accordo che applica questa legge sul loro territorio. A partire dal primo gennaio 2015, le istituzioni finanziarie dovranno dichiarare alle autorità americane i movimenti dei conti posseduti da cittadini americani. Dal momento in cui il montante supera i 50.000 dollari o si sono verificati un certo numero di movimenti con il territorio americano, la banca deve fornire un resoconto preciso delle entrate e delle uscite di fondi.

Se una banca non si sottopone a questa procedura, tutte le sue attività con gli USA saranno sopratassate fino al 30%. La sanzione può andare fino al ritiro della licenza bancaria negli Stati Uniti.

Questi accordi firmati dai paesi membri dell’UE con l’amministrazione americana violano le leggi nazionali di protezione dei dati personali, nonché la Direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, «relativa alla protezione delle persone fisiche riguardo al trattamento dei dati a carattere personale e alla libera circolazione di questi dati»,direttiva integrata nel diritto di tutti gli Stati membri. L’applicazione del FACTA sul suolo dell’antico continente viola il diritto nazionale dei paesi europei, così come il diritto dell’ UE. Queste legislazioni non sono soppresse, ma sospese. Conviene non tenerne conto nei rapporti con gli USA.

Precedenti accordi che legalizzano la raccolta dei dati dei cittadini europei da parte delle autorità USA procedevano ugualmente. Dopo l’attentato dell’11 settembre 2001, Swift, società americana di diritto belga aveva trasmesso clandestinamente, al Dipartimento del Tesoro Americano, decine di milioni di dati confidenziali riguardanti le operazioni finanziarie dei suoi clienti. Malgrado la flagrante violazione dei diritti, europeo e belga, questa confisca non è mai stata rimessa in discussione. Al contrario, l’Ue e gli USA hanno firmato parecchi accordi destinati a legittimarlo [1].

Swift era soggetto al diritto belga e a quello della Comunità europea, dal momento che la localizzazione della sua sede sociale è a La Hulpe. Questa società era assoggettata ugualmente al diritto americano dal momento che la localizzazione del suo secondo server (computer, ndt) è sul territorio degli USA, permettendo così all’amministrazione americana di impadronirsi direttamente dei dati. Quindi, la società ha così scelto di violare il diritto europeo, per sottomettersi alle ingiunzioni dell’esecutivo americano. Però, dalla fine del 2009, i dati Swift inter-europei non sono più trasferiti negli Stati Uniti, ma su un secondo server europeo. Ma, se gli americani non hanno più accesso diretto ai dati, questi vengono trasmessi loro, su loro richiesta, in  « pacchetti » e solo essi controllano il processo di elaborazione delle informazioni. Inoltre, appena, firmati gli accordi, gli americani hanno messo delle nuove pretese. L’amministrazione americana aveva già dichiarato nel 2009 « che le transazioni tra le banche europee e americane avrebbero dovuto essere carpite, senza che ci fosse una necessità dimostrata.»

Similmente, l’UE non si è mai opposta alla consegna dei dati PNR (Passenger Name Record – codice prenotazione passeggero, ndt) delle compagnie aeree situate sul suo suolo. Le informazioni comunicate comprendono nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, data di nascita, nazionalità, numero del passaporto, sesso, ma anche gli indirizzi durante il soggiorno negli USA, l’itinerario degli spostamenti, i contatti a terra, nonché i dati medici. Vi sono riassunte delle informazioni bancarie, quali i metodi di pagamento, il numero della carta di credito ed anche il comportamento alimentare che permette di rilevare le pratiche religiose. L’iniziativa unilaterale americana, di impadronirsi di questi dati, è stata automaticamente accettata dalla parte europea, che ha dovuto sospendere le sue legislazioni per rispondere alle esigenze d’oltre-oceano.[2]

Nei due casi, passeggeri aerei e affare Swift, la tecnica è identica. Infatti, non si tratta di accordi giuridici tra due parti, tra due potenze formalmente sovrane. Non esiste che una sola parte, l’amministrazione USA la quale, nei fatti, si rivolge direttamente ai cittadini europei. Nei due testi, il potere esecutivo americano riafferma il suo diritto di disporre dei loro dati personali e esercita direttamente anche la sua sovranità sui cittadini dell’UE.

La supremazia del diritto statunitense sul territorio europeo è anche una delle scommesse nelle trattative per la creazione di un grande mercato transatlantico, il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership – TTIP, ndt).

Grazie al TTIP, le imprese americane potranno, in nome della libera concorrenza, querelare uno Stato che gli rifiuta dei permessi per lo sfruttamento del gas di scisto o che impone delle norme alimentari e degli standard sociali. Questo sistema di regolamentazione delle controversie potrebbe permettere agli americani di far cadere dei pezzi interi della normativa europea, creando dei precedenti giuridici di fronte alla giustizia privata americana. Il principio di introdurre un tale meccanismo è stato in effetti accettato dagli Europei nel mandato di negoziato, consegnato a giugno 2013 dai ministri del commercio europei alla Commissione. L’istanza privilegiata per tali arbitraggi è il Centro Internazionale per il regolamento delle controversie relative agli investimenti (ICSID, International Centre for Settlement of Investment Disputes in inglese), organo dipendente dalla Banca Mondiale fondata a Washington, i cui giudici, avvocati d’affari o professori di diritto sono nominati caso per caso: un arbitro designato dall’impresa querelante, uno dallo Stato di Washington, e il terzo dal segretario generale dell’ICSID.[3]

Se questa procedura, parzialmente accettata, entrerà in gioco nel quadro del futuro grande mercato transatlantico, il diritto europeo si eclisserà ancora una volta, di fronte ad una giustizia privata situata sul suolo americano, nella quale la parte statunitense giocherà un ruolo determinante.

Jean-Claude Paye, sociologo, autore de L’emprise de l’image. De Guantanamo à Tarnac (L’influenza dell’immagine. Da Guantanamo a Tarnac, edizioni Yves Michel novembre 2011, ndt)



28.05.2014


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