lunedì 24 novembre 2014

Rai come "bene vitale" ed acqua come bene voluttuario.
Da quando è entrato in vigore il digitale terrestre, sono molte le zone che non ricevono il "servizio" Rai. Nonostante ciò, per legge, hanno imposto il pagamento per un qualcosa di cui molti abitanti non solo farebbero a meno, ma non ricevono il segnale. Una semplice e mera estorsione per arricchire cortigiani e saltinbanco del regime. E la gente si deve togliere il pane di bocca altrimenti lor signori non sono in grado di "offrire" tale pregiato servizio, a costo di non riuscire a pagare la bolletta energetica e rischiare di rimanere al buio.
Intanto, l'acqua può essere staccata alle persone che non pagano. Ecco come in democrazia si aiutano le persone in difficoltà. Forse conviene loro trasferirsi in un campo nomadi dove la bolletta è pagata dal Comune?
Come mai questa decisione? In vista di privatizzare il servizio idrico si doveva offrire ai potenziali acquirenti il diritto di assassinare la gente privandola di un servizio vitale?

Democrazia è quel sistema che serve per privilegiare pochi a danno di molti, al di là della definizione scritta sul dizionario. Basta "viverla" questa democrazia per apprezzarne le meraviglie, al di là della vignetta usata in testa, la realtà è un'altra. Come ci avvisa Orwell in 1984, la menzogna è verità.

Sempre per apprezzare il progresso della democrazia, (perché questa è la sua essenza, da quando le forze buone del pianeta ci hanno liberato è stato un susseguirsi sì di conquiste, ma prontamente ritirate per essere sostituite dal regime di banche, finanza e multinazionali) che necessita di uno stato di polizia a servizio del capitale, giunge questa notizia, non è la prima né sarà l'ultima della serie:

Licenziato per un Like
22 Novembre 14 
Dopo il provvedimento disciplinare dato dalla Nestlè a Perugia ad un dipendente che aveva postato su Facebook nell'orario di lavoro, arriva il licenziamento in un'azienda sarda per un 'Mi piace' di troppo.

E' la Cs&D a licenziare il suo dipendente per violazione degli "obblighi contrattuali di diligenza, correttezza, buona fede e lealtà". Il 40enne sardo Marco Pinna, responsabile del reparto distribuzione ortofrutta dell'azienda, ha postato un "mi piace" ad un commento di un suo ex collega oggi pensionato: l'azienda non ha gradito il gesto ritenendo inopportuno il commento e inviando al dipendente una contestazione disciplinare nella quale si chiedeva "giustificazioni scritte entro cinque giorni" che sono pervenute puntuali dall'avvocato dell'accusato.

Giustificazioni che non sono servite perchè ritenute insufficienti. E' così che dal 30 ottobre il 40enne è stato licenziato.

Nel caso della Nestlè di Perugia invece grazie anche ad un confronto con i sindacati presenti, l'azienda ha intrapreso un provvedimento disciplinare ma non il licenziamento.

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