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venerdì 30 luglio 2010

Nuovo attacco a colpi di OGM, quando li vogliono imporre...

COMUNICATO EQUIVITA 30/07/10

La contaminazione: un metodo illegale tra i più rapidi ed efficaci per imporre gli Ogm

Mentre a Bruxelles la Commissione Europea allenta i freni sulle autorizzazioni alle colture transgeniche col pretesto che i singoli Stati membri potranno vietarne l’adozione sul territorio nazionale, l’Italia, Stato in cui:

·     la grande maggioranza dei cittadini è contraria agli Ogm
·     l’apertura agli Ogm può causare la perdita di un patrimonio culturale di rilievo legato ai prodotti alimentari di qualità
·     il decreto legislativo n°212, 24 aprile 2001, impone che la semina di piante geneticamente modificate sia soggetta a specifica autorizzazione (pena l’arresto fino a 6 mesi e la multa fino a € 51.700)
·     il recente decreto firmato congiuntamente dal
Ministro delle Politiche Agricole
dal Ministro dell’Ambiente
dal Ministro della Salute
dalle Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto
vieta la coltivazione del mais MON810

è assoggettata ai potentati biotech - che da sempre hanno promosso gli Ogm perché coperti dai loro brevetti - con l’ennesima azione illegale. Si tratta della semina di un campo di mais MON810, i cui danni per la salute sono stati dimostrati e che è stato vietato in numeorsi Stati europei. Il Procuratore della Repubblica di Pordenone, benché avvisato da numerosi interventi e appelli, in particolare di Greenpeace e della “Task Force per un’Italia libera da Ogm”, non ha saputo intervenire in tempo utile per bloccare la contaminazione.

Ciò avviene mentre all’Alta Corte d’Appello dell’Ufficio Europeo dei Brevetti è in corso un lungo dibattito che riguarda un numero sempre crescente di richieste di brevetto su piante e animali non geneticamente modificati - ovvero su coltivazioni e allevamenti che usano metodi tradizionali – alcuni dei quali sono stati già rilasciati.

e le Stelle stanno a guardare

 ...e le Stelle stanno a guardare
di Corrado Belli
VIDEO AL LINK DELL'ARTICOLO ORIGINALE

Prima eravamo noi a guardare loro cercando di capire cosa fossero e perché brillavano, ora sono loro a guardare noi chiedendosi che razza di bestie siamo e perché ci scanniamo l’uno con l’altro.

Di certo la nostra mente (disumana) non riesce ad elaborare al 100% il significato della parola “Umano/Umanità”, se ci riuscirebbe tutte queste guerre e Genocidi tra popoli non esisterebbero, magari avrebbe escogitato un altro sistema per la regolamentazione della Popolazione sulla Terra.. ma non cosi, provocando sofferenze e dolori ad oltranza.

Vengo al dunque di queste mie riflessioni scrivendo alcune notizie recenti.

Israele continua la Mattanza contro le popolazioni Arabe, martedì scorso la Polizia Israeliana ha invaso il Villaggio al-Arakib nel deserto di Negev, 1.500 Poliziotti hanno fatto sgombrare le 300 persone che si trovavano in quel Villaggio e hanno raso al suolo le abitazioni di quella tribù di Beduini che da decenni vive in quella zona, non contenti di aver raso al suolo le abitazioni hanno cominciato a sradicare anche le piante e gli alberi ..compresi gli ulivi, adesso queste persone si trovano senza casa e senza un lavoro da praticare, pur mostrando la documentazione che quelle terre appartengono da millenni a quello che è rimasto di quel popolo, le Autorità Israeliane hanno detto loro che non avevano alcun diritto di vivere in quei posti.
Attivisti Israeliani e giovani appartenenti alla tribù hanno fatto resistenza contro le forze di Polizia che in numero sproporzionato usavano violenza contro queste persone, causando molti feriti ed alcuni di loro sono stati arrestati, per completare il quadro criminale del Governo Israeliano sono stati invitati centinaia di Radicali Nazionalisti di Destra che con i Bus si sono piazzati fuori dal Paese per assistere alla demolizione acclamando di gioia per ogni casa che veniva abbattuta.

Nel Deserto del Negev vivono 155.000 Beduini che sono di Nazionalità Israeliana, più della metà vivono in quei Paesi non riconosciuti dal Governo Israeliano, vengono trattati come bestie perché sono Arabi e seguono l’Islam come religione, dal 1948 Israele ha negato di riconoscere quei Paesi e i suoi abitanti e ha fatto di tutto per falli scomparire, ha sempre negato loro acqua, corrente elettrica, scuole, strade e l’eliminazione dei rifiuti, questi paesi vengono sistematicamente uno dopo l’atro rasi al suolo al fine di realizzare la Politica di Ebraizzare le Popolazioni li presenti, qui è chiara la brutalità che viene usata per la pulizia Etnica usando Razzismo e terrore di Stato, con queste manovre il Governo Israeliano cerca di fare posto ai nuovi arrivati di Religione Ebraica provenienti da tutte le parti del Mondo che da 20 anni continuano ad arrivare.

giovedì 29 luglio 2010

Stop alla corrida in Catalogna, ma per il filosofo Savater è meglio di una partita di calcio

Ancora si insiste a voler definire sport un assassinio, di considerare provvidenziale una mattanza perché crea posti di lavoro.
Fino a che prevarrà questa mentalità spero sia l'uomo ad estinguersi

Barbara

Stop alla corrida in Catalogna, ma per il filosofo Savater è meglio di una partita di calcio

A volte le belle notizie arrivano contestualmente a quelle brutte, o perlomeno a dichiarazioni che fanno riflettere sulla reale sensibilità dell’essere umano. Il parlamento catalano, oggi 28 Luglio, con 68 voti a favore 55 contrari e 9 astensioni, ha votato a favore dell’abolizione della corrida. A partire dal 2012 quindi, il tradizionale quanto cruento e crudele spettacolo non potrà più avere luogo sul territorio della Catalogna. E’ la seconda regione spagnola ad aver preso una decisione di questo tipo; la prima era stata quella che fa riferimento alle Isole Canarie, ma la Catalogna è la prima regione peninsulare, nel cuore della Spagna quindi ad aver bandito la corrida dalle sue terre. Sicuramente una grande vittoria degli animalisti.

La lotta è stata lunga, e il percorso da fare per vietare completamente la corrida dalla Spagna, obiettivo delle associazioni animaliste internazionali, lo sarà almeno altrettanto. Ma per quale motivo le battaglie per garantire almeno i diritti minimi agli animali sono così difficili? Tralasciando gli enormi interessi economici che  sovente calpestano tali diritti,  nelle parole del filosofo Fernando Savater, intellettuale estremamente popolare in Spagna, è forse possibile ritrovare un’altra motivazione, più sottile, meno esplicita, ma non per questo meno potente, anzi: la mentalità. Sulle pagine del Corriere dello stesso giorno in cui la Catalogna prende una decisione dai più accolta come una vittoria della civiltà, è possibile leggere un’intervista doppia, da una parte chi è contro, dall’altra chi invece parteggia per il mantenimento della corrida.

Quest’ultimo è appunto il filosofo Savater, che per difendere la sua posizione, cita , come molti altri, l’arte e la cultura che la storica manifestazione spagnola rappresenterebbe. Posizioni queste, che chi scrive, come tanti,  non potrebbe mai condividere, ma posizioni che rappresentano comunque una fetta di popolazione non trascurabile, e che nel dialogo vanno necessariamente tenute presenti. Il punto non è però questo. Nell’intervista al filosofo, è possibile leggere alcune frasi che lascerebbero molte persone a dir poco scandalizzate, la prima: “abbiamo diritti etici solo verso gli uomini, altrimenti non potremmo mangiare animali” .

Israele: rabbino Shapira, bisogna uccidere i bambini non-ebrei

Israele: rabbino Shapira, bisogna uccidere i bambini non-ebrei
TELAVIV - È stato arrestato solo per qualche ora il rabbino supremo Yitzhak Shapira dopo aver incitato i sionisti a "uccidere i non-ebrei e i loro bambini". Secondo quanto riferisce lo stesso quotidiano israeliano Ha'aretz, Shapira che è leader spirituale di una comunità religiosa-militare detta "Hai Yeshiva" è l'autore del controverso libro "The King's Torah" in cui teorizza come pratica religiosa l'assassinio di non-ebrei e dei loro bambini. Shapira, nel suo libro, spiega le condizioni che a suo avviso rendono legale per un ebreo l'uccisione di un non-ebreo o di un "gentile". Ad esempio se il "gentile" critica Israele è dovere religioso ucciderlo. La polizia ha fatto irruzione nell'ufficio del religioso per raccogliere alcune copie del libro la cui diffusione è stata dichiarata illegale. 

Kosovo è Serbia

Una sentenza ingiusta ma quasi scontata quella di ieri all’Aja sulla secessione del Kosovo. La Corte del tribunale internazionale era stata chiamata a pronunciarsi sulla legittimità dell’indipendenza unilaterale decisa il 17 febbraio 2008 dagli occupanti albanesi, in combutta e con il sostegno sfacciato del mondo euro-atlantico.
Il giapponese Hisashi Owada, presidente del tribunale, leggendo il verdetto ha dato ragione agli albanesi affermando che l’atto di indipendenza unilaterale non viola la legge.
Una sentenza non vincolante che rimuove però non soltanto la stessa Carta dell’Onu (vi si afferma l’inviolabilità territoriale dei Paesi membri…) e dimentica la valenza storico-culturale del Kosovo per Belgrado, considerato dai serbi la culla della loro civiltà.
I giudici, di cui 10 su 14 si sono dichiarati a favore di secessionisti, hanno preferito dare ragione a coloro che hanno sistematicamente ucciso, con l’ausilio delle milizie dell’Uck, migliaia di serbi della regione adottando le tecniche della pulizia etnica e dei trasferimenti forzati col placet della comunità “occientale”, Stati Uniti in testa.
Viene sancito così il diritto di Washington a ottenere il controllo strategico dei Balcani con una guerra, messa in atto a suon di “bombardamenti umanitari”, per distruggere la Federazione jugoslava, insediare nel cuore d’Europa una gigantesca base militare – quella di Camp Bondsteel (Kosovo), forte di 7.000 uomini – e riposizionare la Serbia nel mondo atlantico allontanandola dalla Russia, suo storico alleato.
Dal canto suo il governo di Belgrado ha risposto alla sentenza invitando i serbi a mantenere la calma e a non accettare provocazioni, ribadendo che “non riconoscerà mai, in nessun caso” la dichiarazione d’indipendenza pronunciata il 17 febbraio 2008.
Immediate anche le proteste dei serbi del Kosovo, alcune migliaia di persone sono scese in strada a Mitrovica, tenute d’occhio da un imponente dispositivo di forze dell’ordine e mezzi della missione Nato Kfor. Lo stesso ministro degli Esteri serbo, Vuk Jeremic, ha ricordato che il verdetto rappresenta un presupposto pericoloso per tutti i Paesi, mettendo a rischio la loro sovranità e integrità territoriale con altre potenziali secessioni. Ma agli atlantici questo non importa.
Con tali premesse, c’è da giurare che l’ex premier albanese kosovaro Haradinaj, capo dei terroristi Uck, alla sbarra all’Aja, verrà consacrato Santo.

Stampa Libera

 ed una piccola premessa storica da Comidad

L'AGGRESSIONE MILITARE-AFFARISTICA USA CONTRO IL PAKISTAN



Il governo Obama ed il quotidiano "New York Times" hanno messo in piedi quella consueta messinscena mediatica detta "democrazia americana", recitata in modo da far ripetere ai disciplinati commentatori ufficiali i soliti slogan sulla assoluta libertà della stampa americana, che non esiterebbe a mettere in piazza i segreti militari e di Stato, se è per il "pubblico interesse". Sarà la solita coincidenza, ma la notizia principale che emerge dalle "rivelazioni" del "New York Times" sulla guerra in Afghanistan è proprio quella che serviva all'Amministrazione Obama per inasprire la sua aggressione contro il Pakistan. I "documenti" rivelerebbero infatti che i servizi segreti pakistani collaborano con i cosiddetti Talebani per organizzare aggressioni contro gli occupanti della NATO, cioè il Pakistan sarebbe un finto alleato ed in effetti un nemico, quindi il colpevole dell'impasse militare della NATO. Afghanistan e Pakistan rappresenterebbero perciò un unico fronte. Sarà un caso, ma è esattamente la stessa cosa che Obama ripete da due anni prima di diventare presidente, ed è l'unico suo esempio di coerenza che si sostenga esclusivamente per propria evidenza; mentre, per il suo salvataggio finanziario delle assicurazioni mediche private, i media hanno avuto il loro bel da fare per riuscire a spacciarlo come "riforma sanitaria".
Il sistema mediatico non è congegnato in modo tale da riuscire ad impedire a tutte le notizie scomode di filtrare, ma questo sistema è comunque in grado di far soffermare l'attenzione del pubblico soltanto sulle notizie che fanno comodo ai potentati affaristici; ciò attraverso il meccanismo dei commenti e delle opinioni. Una notizia che i media non commentano per lungo tempo, per lo più non viene notata.
Poco più di un mese fa era infatti circolata l'informazione sull'inchiesta di una commissione del Congresso USA sullo "scandalo" delle tangenti elargite ai signori della guerra afgani, ed agli stessi Talebani, per permettere ai convogli di rifornimento per le truppe statunitensi di transitare indisturbati in certi territori. Una relazione del Dipartimento della Difesa USA ha scaricato la colpa di tutto sulle agenzie private di contractor incaricate della sicurezza dei convogli, mentre ha scagionato da ogni responsabilità diretta gli eroici militari statunitensi,

mercoledì 28 luglio 2010

LA FINE DELL’ERA DEGLI IPERMERCATI E LA GUERRA COOP-ESSELUNGA

DI GABRIELE TRAVAGLIENTI
ilsole24ore.com/

Una delle sensazioni più spiacevoli è quella di vivere, in una provincia come quella italiana, eventi che, al centro del mondo capitalistico, sono già avvenuti 20 anni fa.

E’ la famosa “sindrome di Dumas”, vivere “20 anni dopo”.
Così ci capita di dover assistere, nell’Italia attraversata dalla guerra tra bande e tra cricche, all’ennesima guerra Esselunga contro Coop. Paginoni di pubblicità pubblicati dai principali quotidiani nazionali che raccontano la solita storia di monopolismo nelle regioni “rosse”. L’esatto simmetrico di quello che succede in quelle “blu?”, “bianche”, “nere.?”, no, nere non è politicamente corretto.

A Modena il sistema Coop controlla circa l’85% del mercato ed Esselunga vuole entrare. Ma il problema non è questo. Il problema è che Modena ha gli stessi abitanti di San Sebastian, vive nello stesso sistema economico, ma ha una superficie di grande distribuzione 10 volte maggiore di quella di San Sebastian!

E la superficie urbanizzata di Modena, quella fatta di strade, fogne, costruzioni, scuole, etc. è di 4000 ettari, contro i 1800 di San Sebastian.
Modena è una città costruita per l’automobile. Dispersa sul territorio, fatta di autostrade e ipermercati. San Sebastian è una città compatta, costruita per andare a piedi, eco-sostenibile, piena di piccoli negozi.

Wikileaks, legittimi sospetti

di Matteo Pistilli
Da cittadini interessati, responsabili e per quanto possibile informati, leggiamo con interesse ogni tipo di informazione possibile. In tempi come questi in cui il pensiero unico è più che mai forte c’è poco da fare gli schizzinosi e c’è bisogno della giusta apertura mentale per ascoltare le più diverse fonti.

Ma, chiaramente, quello che non deve mai mancare è uno spirito critico necessario per interpretare quello che leggiamo così da potergli attribuire un giusto valore. E’ per questo motivo che ci pare interessante porre brevemente l’attenzione sul fenomeno “Wikileaks”(1) in questi giorni agli onori della cronaca per aver diffuso documenti “segreti” sulla guerra in Afganistan. In questi rapporti si leggono le difficoltà Usa, i civili morti, i fallimenti che per persone informate non rappresentano niente di nuovo se non che le fonti sarebbero documenti ufficiali.

Ma alla luce di anche altre informazioni contenute in questi rapporti e alla luce della lettura del “manifesto” di Wikileaks vengono spontanei alcuni dubbi, che probabilmente investono tutti noi.

martedì 27 luglio 2010

Sei domande e sei risposte per capire il disastro nel Golfo del Messico



Oggi diffondiamo “Orizzonte nero” (pdf), un documento che spiega con sei domande e sei risposte cosa sta realmente accadendo in Louisiana, dopo l'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon. Occorre fare chiarezza sulle molte falsità che in questi giorni vengono diffuse.
Decenni di maree nere non ci hanno insegnato niente. Dopo tante promesse di "rivoluzione verde" e Green Economy, agli inizi di aprile 2010, Barak Obama ha ridato il via alle esplorazioni petrolifere offshore negli USA, dopo una lunga moratoria.
Un pedaggio pagato alle lobby petrolifere per far passare un “Climate Bill” (la legislazione per la riduzione delle emissioni di gas serra) che riduce le emissioni degli USA solo del 4% rispetto al 1990 (anno di riferimento del Protocollo di Kyoto). Obama è stato subito ripagato da BP, proprietaria della Deepwater Horizon, con una marea nera che lascerà il segno.
Le nostre sei domande, con le loro risposte, ci fanno capire perché questo era un disastro annunciato:
1. Un incidente senza precedenti?
Falso! La moratoria alle estrazioni petrolifere offshore negli USA non è cominciata per caso. Nel 1969 esplodeva infatti la piattaforma Santa Barbara (California): in dieci giorni, furono rilasciate in mare 12-13.000 tonnellate di petrolio. Almeno 10.000 uccelli furono uccisi. Dieci anni dopo era la volta della Ixtoc 1, della compagnia di Stato messicana PeMex: 450-480.000 tonnellate di petrolio furono rilasciate in mare nell'arco di oltre 9 mesi, nel Golfo del Messico. È il maggior rilascio di petrolio in mare mai registrato, con danni anche negli USA che la PeMex non volle mai pagare. Migliaia di tartarughe marine furono sgomberate con gli aerei dalle spiagge messicane, pesantemente contaminate. Altri pesanti rilasci di petrolio furono causati dalle 30 piattaforme danneggiate o affondate dall'uragano Katrina, nel 2005: proprio in Louisiana.

2. Una tecnologia all'avanguardia?
Falso! La piattaforma Depwater Horizon non è della BP, che l'ha affittata dalla Transocean, alla modica cifra di 500,000 US$ al giorno. Con quella stessa cifra, la BP avrebbe potuto acquistare, e utilizzare, un sistema di bloccaggio del pozzo "a distanza"

Vogliono cancellare le Mag

Strani liberisti questi banchieri non etici, non vogliono l'ingerenza dello Stato ma quando vogliono eliminare la concorrenza ne chiedono il provvidenziale aiuto
Barbara


15/07/2010 – gab
Finanza etica a rischio a causa di una nuova normativa che vuole limitare la proliferazione di più soggetti finanziari .In Parlamento si sta discutendo su una nuova normativa che porterebbe di fatto a cancellare uno strumento di finanza realmente autogestita dai soci finanziati e finanziatori.
La Banca d’Italia ha lavorato in quest’ultimo anno nell’elaborazione di una nuova normativa avente l’obiettivo di limitare l’indiscriminato proliferare di intermediari finanziari, i cosiddetti 106 del Testo Unico Bancario. Ma l’esito rischia di essere funesto per la finanza etica.
Si può firmare on-line l’appello per il riconoscimento delle MAG nella riforma del nuovo Testo Unico in materia bancaria attualmente in discussione al Parlamento.
Riportiamo il testo dell’appello:

Gentile Onorevole,
da alcuni decenni le MAG (Mutua Autogestione) si occupano di Finanza mutualistica e solidale.
Le MAG, che svolgono come attività principale la Finanza Mutualistica e Solidale, sono attualmente quattro (Mag2 Finance Milano, Mag4 Piemonte Torino, Mag6 Reggio Emilia, Mag Venezia) – altre quattro (Cesena, Firenze, Reggio Calabria, Roma) sono in fase di formazione – e svolgono da più di trent’anni un ruolo sociale importante per le collettività di riferimento; ciò non solo per le migliaia di soci compartecipi e di finanziamenti effettuati, ma anche sotto il profilo della formazione, della cultura e dell’assistenza tecnica all’avvio ed allo sviluppo di enti non profit (Cooperative, Mutue, Associazioni, Onlus, Fondazioni di Servizi Sociali).
Con il testo in consultazione nel mese di maggio sul sito del Ministero dell’Economia e della Finanza ed ora in discussione alle camere, relativo all’attuazione della direttiva sul credito al consumo e della delega di cui all’art. 33 della legge 88/09 in materia di intermediari finanziari si dirà: “abbiamo tutelato il microcredito”; si dirà: “abbiamo tutelato l’etica nella finanza” ma è veramente così?
La Finanza Mutualistica e Solidale non trova invece riconoscimento nel testo, non c’entra nulla con il microcredito e rischia di essere equiparata alle altre comuni finanziarie oggetto di sempre maggiori adempimenti e controlli.
La Finanza mutualistica e solidale opera con criteri stringenti ed inequivocabili:
1. pone attenzione alla provenienza del denaro,
2. ha modalità partecipate di gestione del denaro,
3. ha finalità sociale a prescindere dall’importo.
Il Microcredito come disciplinato dal testo in consultazione:
1. non pone attenzione alla provenienza del denaro,
2. non ha modalità partecipate di gestione del denaro,
3. e risulta irrilevante la finalità sociale a prescindere dall’importo.
Concretamente quindi una “banca armata” potrà costituire una finanziaria che fa microcredito (come è già stato fatto da alcuni soggetti che attualmente operano in Italia), e presentarsi automaticamente tra i “buoni”. Sarà, invece, praticamente impossibile agire come fanno le MAG e raccogliere denaro “dal basso”, ipotizzando un uso diverso dello stesso e dei rapporti su di esso basati.
La nuova normativa non prevede nessun cambiamento sociale, nessuna ipotesi di cambiamento sociale, ma solo assistenza e pubblicità. Si regaleranno gli abiti smessi e non si concederà la possibilità di comprarsene dei nuovi con dignità.
C’è la crisi: le banche devono adattarsi. E tutti dobbiamo adattarci alle banche.
Il/la sottoscritto/a, facente parte della rete delle Cooperative MAG4 Piemonte, MAG 6 , MAG Roma e MAG Firenze chiede che venga inserito un adeguato riconoscimento della finanza mutualistica e solidale con le seguenti possibilità di formulazione di emendamento:
1. all’articolo 111, al comma 4, dopo le parole “le associazioni non lucrative” inserire le parole “ e le società cooperative di finanza mutualistica e solidale nel rispetto delle modalità operative determinate dalla Banca d’Italia”.
2. all’articolo 112 aggiungere un comma 6bis dal seguente testo “I soggetti che operano nella finanza mutualistica e solidale sono iscritti in una sezione separata dell’elenco di cui all’articolo 111, comma 1 e possono svolgere la propria operatività, in considerazione del valore sociale, nel rispetto delle modalità operative determinate dalla Banca d’Italia”.
La commissione Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera in data 6 luglio 2010 ha valutato favorevolmente lo schema di decreto legislativo con la seguente osservazione:
“valuti la Commissione di merito l’opportunità di prevedere nell’ambito delle disposizioni del provvedimento un adeguato riconoscimento della finanza mutualistica e solidale che, nel rispetto delle modalità operative determinate dalla Banca d’Italia, ne salvaguardi i caratteri qualificanti e l’operatività, in considerazione del rilevante ruolo sociale dalla stessa svolto».”
Per firmare l’appello vai su http://www.mag4.it/index.php


Terra Nuova

Contro la “monsantizzazione” del cibo, parte un appello


Sempre più spesso il controllo dell’intera produzione alimentare passa per le mani delle multinazionali biotech. Dopo i brevetti sulle sementi Ogm, adesso la Monsanto è arrivata a rivendicare addirittura pancette e bistecche come proprie invenzioni. Ma c’è chi si oppone a questo scenario inquietante, e parte l’appello contro la “monsantizzazione” del cibo.

di Andrea Bertaglio [1] fonte: terranauta

Il controllo dell’intera produzione alimentare passa nelle mani delle multinazionali biotech con una elaborata strategia globale, focalizzata sull’inclusione nel mercato della materia vivente
Si sa, il controllo dell’intera produzione alimentare passa nelle mani delle multinazionali biotech con una elaborata strategia globale, focalizzata sull’inclusione nel mercato della materia vivente. Ma fino a che punto sarà permesso a colossi come Monsanto, Syngenta, Dupont e pochi altri, di richiedere brevetti sui vegetali geneticamente modificati (rilasciati a partire dagli anni ‘80 dopo l’approvazione di leggi brevettuali che avevano consentito di privatizzare la materia vivente) e brevetti sui vegetali prodotti in modo tradizionale, ossia senza modifiche genetiche?

Islanda ultimo fortino di libertà di espressione

anche se con toni ovviamente strumentali riporto questo articolo da Repubblica solo per il dato in sé, ovvero che l'Islanda ormai sia rimasto l'unica nazione a garantire libertà di espressione
A seguito l'articolo di Debora Billi che spiega da dove nasce questa censura e le sue implicazioni
Barbara


Islanda il paese senza bavaglio
di Guido Rampoldi
Una legge per dare ospitalità a tutti i siti web censurati del mondo. Ecco perché Reykjavik ha deciso di sfidare i regimi liberticidi

L´Islanda ha approvato una legge che garantisce uno "scudo" quasi totale a chi metterà su Internet segreti militari, giudiziari, societari e di Stato di pubblico interesse
La giustizia non potrà impedirne la pubblicazione né perseguire e rivelare chi li ha svelati.

Viaggio nel paese che ha deciso di dire di no ai bavagli imposti da tutti i regimi
Il parlamento ha votato a giugno all´unanimità una proposta di una deputata anarchica
I blogger saranno protetti dai processi. "Sarà difesa la libertà d´espressione"
La piccola isola potrebbe diventare il bunker del giornalismo d´inchiesta

REYKJAVIK. Alle tre di quella notte, quando il parlamento è stato chiamato a votare, la deputata anarchica Birgitta Jonsdottir non era affatto certa che la sua proposta sarebbe passata. E un mese dopo ancora si chiede se tutti i colleghi avessero capito l´entità della sfida che la piccola Islanda si impegnava a lanciare all´universo mondo - a Stati di polizia e a compagnie petrolifere, al Pentagono e a grandi banche,

giovedì 22 luglio 2010

Grillo un talento di comico che scherza con la salute


Grillo/Casaleggio oggi si scaglia contro l'inciucio idrico di PDL e PdmenoL, per fortuna che Lui sgama chi vuole danneggiare i cittadini, c'è da aspettarsi quindi che lui, il Grillo, sia una figura che non dia adito al minimo dubbio, purtroppo non mi sento proprio di metterci la mano sul fuoco.

Nel post di oggi, è lieto di annunciare di aver “regalato “il microscopio Esem per le nanoparticelle all'Università di Urbino che a sua volta annuncia di essere in procinto di regalarlo all'Arpam di Pesaro.

L'Università di Urbino ringrazia la Onlus Bortolani (i cui bilanci come prevederebbe la normativa sulle Onlus dovrebbero essere pubblici sono un mistero ad oggi, mentre sul sito si possono leggere le ingiurie contro il Dott. Stefano Montanari delle quali esiste una disamina perfetta di Marco Cedolin) per la “donazione” del microscopio, senza ricordare che I CITTADINI hanno PAGATO il microscopio Esem, come è sempre stato dichiarato da Beppe Grillo nel corso dei suoi spettacoli,come specificato nel post “La Ricerca Imbavagliata”, il microscopio era destinato personalmente ai dottori Antonietta Gatti e Stefano Montanari al fine esclusivo di consentire le ricerche sulle nanopatologie e non altro. 
Non è stato generosamente offerto dalla Onlus Bortolani alla ricerca, come si lascia intendere dal post di questa "Annunciazione", sarebbe carino, onesto e trasparente venisse spiegato come sono stati raccolti i soldi, ma chi si è dato da fare materialmente come per incanto sparisce.
Bene, oggi si annuncia che il microscopio va alla Arpam, che lo userà per la ricerca sull'amianto, sulla cui nocività ben dal 1992 la legge italiana non ha dubbi, perciò cosa ci sia da ricercare sull'amianto non saprei proprio, ma lo sapranno questi espertoni, poi lo intende utilizzare anche per ricerche su non meglio precisati altri materiali che potrebbero nuocere alla salute.
Bene, ed il Dott,. Montanari e la Dott.ssa Gatti cosa pensa ci stessero facendo il caffé?
Basta andare sul sito della Nanodiagnostics per leggere l'elenco dei loro tests, risultati e ricerche che evidentemente la Arpam non si sente di tenere in considerazione e preferisce ricominciare da zero?
Mi giunge nuova che le Arpa ora siano dedite alla ricerca "libera".

Decrescita e Welfare State


1. Il welfare state e i servizi sociali sono legati con un nesso inscindibile alla crescita del prodotto interno lordo. Poiché la spesa pubblica dipende dalle entrate e le entrate statali sono costituite dalle imposte indirette e dalle imposte dirette, se il pil cresce, crescono sia il valore delle merci scambiate e il gettito dell’IVA, sia i redditi delle persone fisiche e delle persone giuridiche, quindi l’ammontare delle tasse su di essi. L’entità dei servizi sociali che uno Stato può offrire è dunque direttamente proporzionale al valore del pil e all’ammontare dell’imposizione fiscale che ne deriva.
2. Se la distribuzione del reddito tra le classi sociali fosse lasciata al mercato, si verificherebbero grosse diseguaglianze tra i più forti e i più deboli. Per questo la socialdemocrazia, ma in modi diversi il socialismo reale e, più in generale, quel magma variegato di varianti e sfumature politiche che nel corso della storia si sono schierate a sinistra, sono caratterizzate e unificate dall’obbiettivo di operare attraverso lo Stato una più equa redistribuzione della ricchezza prodotta. I metodi con cui hanno perseguito e perseguono questo obbiettivo sono molto diversi, ma questa è la finalità ultima, che le unifica e le distingue dal magma delle varianti e sfumature politiche che costituiscono la destra. [BOBBIO, DESTRA E SINISTRA].
3. Un’immagine che viene spesso utilizzata per definire queste dinamiche è quella della torta, la massima aspirazione dei golosi, dei transiti di cibo per usare una definizione di Leonardo da Vinci. Più è grande e più ce n’è per tutti. Su questo destra e sinistra concordano. Ciò premesso, lo scontro tra queste due varianti politiche unificate dall’ideologia della crescita avviene sui modi di spartire le fette.

Nasce Acqualiberatutti, Comitato per il no a referendum

Acqua libera tutti? Liberi di specularci sopra, che dire, PD, una forza innovativa dirompente..uniti con il PDL per defraudare i cittadini, come sempre.
barbara


Presentato ufficialmente oggi, alla Camera dei Deputati, Acqualiberatutti, il comitato per il No al referendum sulla nazionalizzazione dell’acqua. “Se vincerà il fronte del sì – denuncia il neocomitato – uno dei risultati inevitabili sarà che gli italiani dovranno pagare una nuova tassa per l’acqua, dal momento che per far fronte agli sprechi e ai necessari investimenti di ammodernamento degli acquedotti servono 60 miliardi di euro”.Secondo Acqualiberatutti (che sta raccogliendo le adesioni di politici di entrambi gli schieramenti, ricercatori, professionisti e società civile), chi ha firmato contro la “privatizzazione dell’acqua” ha in realtà firmato contro la libertà di organizzazione del settore.

mercoledì 21 luglio 2010

Archiviazione processo Enel a Rovigo


Credo che ormai traspaia in tutta la sua evidenza il fatto che mi sto davvero stancando.
Essere per anni il bersaglio favorito dei trastulli di farabutti e d’imbecilli non è affatto divertente, e ancor meno lo è continuare a spingere un masso in salita per vederlo precipitare a valle non appena la vetta è raggiunta. Se, poi, a questo masso ci sta aggrappata una folla di persone, la fatica e la rabbia s’ingigantiscono.
Ho pazientato con una torma di seminfermi di mente. Ho fatto tutto quanto potevo per spiegare tranquillamente cose che pure non avrebbero avuto bisogno di spiegazione. Ho sempre chiesto un confronto pubblico con tutti i miei accusatori e, tranne la serata recente di Vinovo cui ha partecipato la tenera, in qualche modo eroica, signora andata allo sbaraglio a sostenere palesi assurdità smentite dai documenti e dalla cronologia, nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontarmi. Strepitare davanti a migliaia di ragazzotti osannanti - peraltro tutti da assolvere per non aver compreso il fatto - e non dire una parola sulle porcherie supportate; lanciare fango nascosti dietro lo schermo di un computer collocato chissà dove ma sempre a distanza di sicurezza; approfittare viscidamente delle trappole offerte da una burocrazia acefala ed immorale: tutte cose che fanno parte del più volgare repertorio della pusillanimità e dell’ipocrisia mescolate insieme in un cocktail mortale.
Nel clima di squallore in cui siamo ormai costretti a sopravvivere, da tempo, ormai, i farabutti e gl’imbecilli di cui sopra si servono dell’archiviazione del processo penale contro l’Enel (http://www.lexambiente.it/aria/122/4327-Aria.%20Inquinamento%20da%20nanoparticelle%20(disastro%20ed%20omicidio%20colposo).html) per tentare d’invalidare le nostre ricerche, e questo a maggiore dimostrazione dell’ignoranza dei livelli che queste ricerche hanno raggiunto, livelli testimoniati pure dai tentativi di qualche ateneo italiano di appropriarsi dei risultati che noi abbiamo ottenuto ormai anni fa. È ovvio che costoro non hanno alcuna competenza e non hanno capito nulla di quell’archiviazione, ma tant’è.

Burattini del nuovo millennio. Più know how e meno apertura mentale


Francesco Bevilacqua
Il Corriere di Bologna titola oggi in seconda pagina: «Troppi ragazzi al liceo, ma servono i tecnici». Nell’articolo principale viene riportata una serie di lamentele da parte di alcuni addetti ai lavori: alle Aldini Valeriani (famoso istituto tecnico emiliano) si rimpiange i tempi quando «i genitori facevano la fila fin dalle quattro del mattino» per iscrivere i figli, così come un dirigente del progetto trait d’union fra scuola e imprese Quadrifoglio evidenzia il fatto che i ragazzi e i genitori si stiano ri-orientando sempre di più verso i licei.

La CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia del Lavoro) conferma effettivamente queste dichiarazioni con un rapporto che registra il 54% delle preferenze dirette verso i licei e individua una carenza a livello nazionale nell’ordine dei due milioni e mezzo di lavoratori specializzati, in particolare di figure quali informatici, addetti alla logistica e al marketing, progettisti elettronici e infermieri....
 L’appello dell’assessore regionale alla scuola va sempre nella stessa direzione: «Bisogna ridare centralità alla formazione tecnica». L’assessore provinciale addebita questa situazione alla situazione di indeterminatezza generata dalla riforma Gelmini e allo scollamento fra mondo della scuola e mondo del lavoro.

Ecco quindi quello che vuole oggi il mondo delle imprese: ragazzi formati, preparati al lavoro, persone già in grado di inserirsi in un percorso professionale a diciannove anni. Figure altamente specializzate che, come dicono dalla CNA, «sono un valore aggiunto e fondamentale per le imprese».

martedì 20 luglio 2010

Ordine delle Lobbies: non finanziare la ricerca che serve alla gente

immagino che tutto questo non abbia niente a che fare con i programmi dell'inceneritorista Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
barbara
Cara Italia,
Amarti è stata per me una cosa naturale, naturale come lo è amare chi ti ha partorito. Amarti è stato facile, perché il tuo fascino di scrigno di tesori che non hanno uguale mi aveva stregato come aveva fatto per tanti prima di me e come, chissà, continuerà per chi mi seguirà.
Darmi da fare per te al limite delle mie capacità, per modeste che fossero e siano, non mi è costato sacrificio perché quello era l’imperativo categorico cui non avrei mai potuto non rispondere. E ora?
Ora l’amore è svanito in una nuvola di polveri, polveri tutt’altro che romanticamente ultrafini.
Senza che io avessi il diritto di stupirmene, visto che la Storia deve essere maestra, tu sei rimasta il bordello del grido dantesco sul cammino verso il Purgatorio, preda consenziente di satrapetti rapinosi, di faccendieri mutilati di ogni morale, di istituzioni indistinguibili dalle cosche, di araldi di un’informazione truffaldina, di cialtroni strepitanti in piazza. È così che hai ucciso l’amore: mostrando sguaiatamente la tua oscenità.
Io non sono che una delle tue vittime,

sabato 17 luglio 2010

Scie chimiche Prova definitiva

Un KC-10 viene ripreso da due piloti dall'interno della cabina di un velivolo che segue a distanza ravvicinata. I due piloti, nello scambiare qualche battuta, constatano che il KC-10 (aviocisterna militare) sta disperdendo "chemtrails" e, in tutta evidenza, chiunque può confermarlo, visto che le scie che vediamo uscire da quel KC-10, provengono da ogni dispositivo, fuorché dai motori!

Dal canale http://www.youtube.com/user/USAFFEKC1O

Cani sciolti

da Tanker Enemy

Siamo alle solite. Anche questa estate l'uso delle scie chimiche di tipo non persistente e le irrorazioni notturne di SO2 hanno spesso preso il posto delle classiche scie persistenti diurne. Il problema è che molti poco provveduti e che hanno orecchiato la questione chemtrails sono convinti che le attività di aerosol si sono fermate. Essi osservano un cielo sgombro, ma non notano la completa assenza di formazioni nuvolose cosidette "da bel tempo" e si illudono di essere stati graziati per qualche recondito motivo.

Il nostro paese è, per quanto ci consta, l'unico ad adottare tali metodologie di dissimulazione, soprattutto in presenza di alta pressione. Ciò dimostra che il programma di irrorazione viene gestito autonomamente dalle singole strutture militari e dai governi, basandosi su esigenze precise. Nel nostro caso, data la notevole consapevolezza dei cittadini italiani, via via sempre più sensibilizzati attraverso la Rete e grazie ad alcuni programmi televisivi, gli attuatori del piano di aerosol clandestino hanno studiato metodi atti a camuffarsi il più possibile.

Ninna nanna per ARPA sola



Chi legge i miei articoli, chi segue le mie conferenze e chi mi ascolta come consigliere comunale non ignora la mia posizione nei riguardi di quel curioso ente chiamato ARPA, un acronimo per Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Come molti enti pubblici, anche questo è pletorico, anche questo è ipofunzionante, anche questo pesca nelle tasche dei contribuenti.
Che cosa ci offre in cambio? Beh, tante cose, ma non sempre ciò per cui noi lo manteniamo.
Forse in omaggio al suo nome, l’ARPA è impegnatissima a suonarci dolcissime ninne nanne di regime che ci fanno dormire tranquilli. Ogni volta che l’ambiente è minacciato – e succede quotidianamente in una miriade di località – gli arpisti pizzicano le loro corde e il popol bue si addormenta beato con le parole “non è successo niente” sussurrate all’orecchio.

La Maddalena la finta bonifica ed i malati reali

Avete visto l'ultima inchiesta di Gatti sui fondali di La Maddalena?
 
http://espresso.repubblica.it/multimedia/video/25239849

INCREDIBILE?
Foto e filmati dell'inchiesta sono un pugno allo stomaco ma d'incredibile ci sarebbe solo lo stupore dei sardi che si stupiscono se non si sapesse che, purtroppo, per prendere per buona una qualsiasi cosa abbiamo bisogno che ci arrivi dal "continente". Un grande grazie a FabrizioGatti e all'Espresso che hanno contribuito a farci vedere quello che avevamo davanti agli occhi e non abbiamo voluto vedere e soprattutto per avere fatto riemergere, anche se inconsapevolmente, le angosce insostenibili cheabbiamo voluto reprimere sulla ben più grave contaminazione provocata dall'ex basenucleare degli Stati Uniti (si veda il Comunicato dei disoccupati e precari di La Maddalena ).

L'inchiesta per forza di cose documenta SOLO l'inquinamento – noto, ufficialmente riconosciuto, visibile, tangibile - dell'ex Arsenale della Marina militare
italiana e la bonifica truffa, denunciata da tempo con dovizia diparticolari dalla stampa sarda ma passata inosservata, forse perchè non sostenuta dall’impatto emotivo delle immagini.

La contaminazione più subdola delle centrali atomiche Usa (tali sono i reattori dei sottomarini a propulsione e testata nucleare di stanza a La Maddalena dal 1972 al 2008), denunciata da anni dalle associazioni di base maddalenine e sarde, ufficialmente sempre negata, non è documentabile con la forza delle immagini, non si vede, non si tocca, non si elimina con l'uso delle benne, è rilevabile solo con analisi scientifiche oneste e complesse (come quelle svolte negli anni'80 da G. Cortelessa, nel 2004 dalla francese Criirad e dall'università dellaTuscia che hanno documentato la concentrazione di elementi  radioattivi, in ordine, cobalto, torio + 400 volte la norma, plutonio), è deducibile dallo sfacelo sanitario a conoscenza di chiunque voglia cimentarsi con gli aridi numeri
ufficializzati dalla Regione nel gennaio 2006 (+73,9% d’incidenza dit umori del sangue associati in letteratura medica alle radiazioni ionizzanti ed elettromagnetiche) e le grottesche spiegazioni propinateci dalla“scienza di Regione” per allontanare i sospetti dalla Us Navy sul +177,6%di morti per linfoma Hodgkin, il +335% di casi di melanoma ecc.

Un mare di deroghe

che dire, basta occultare questi dati altrimenti l'economia si inabissa ancora di più, ma visto che ci teniamo a far aumentare il PIL proponiamo di stipulare un'assicurazione sulla vita con le ASL locali...
barbara con disgusto..


di Gianni Lannes
Più bandiere blu meno reati ambientali? Più controlli meno tuffi proibiti? Stesse spiagge, stesso mare ma bagni vietati o ammessi secondo i confini regionali, come se la capacità di resistenza umana ai colibatteri e ai reflui chimici rientrasse in un corredo genetico trasmesso federalmente. Caraibi d’Italia o pattumiera del Mediterraneo? Gratta e vinci l’inghippo, a parte la preclusione ai comuni mortali per arenili e scogliere demaniali. Basta incrociare i numeri (ultimo quinquennio) dello stesso ministero e i riscontri delle associazioni ambientaliste (Greenpeace, Legambiente, Wwf) per comprendere che i conti ufficiali non tornano. Se poi si naviga, si nuota o ci si immerge attorno e lungo lo Stivale, l’impressione è che i soliti esperti abbiano fotografato la Polinesia. Chi bara in alto? «In Italia non è mai stato fatto un programma di ricerca scientifica sulle coste» avverte Giuseppe Cognetti, docente di biologia marina all’università di Pisa. Che fare? «Avviare un programma di ricerca per stabilire l’effettivo stato di salute delle coste italiane – suggerisce il professor Cognetti – I controlli istituzionali vengono invece fatti solo se c’è un pericolo imminente». Il quadro che ne risulta è impreciso. «Se si fa un’analisi sugli organismi bersaglio – ribadisce l’esperto – per esempio, i mitili che non si spostano e che concentrano una gran quantità di plancton filtrando anche più di un litro d’acqua all’ora, e si va a vedere la concentrazione dei metalli pesanti, allora si ottiene una base di controllo valida che permette di valutare l’effettiva pericolosità di una zona».

venerdì 16 luglio 2010

fiaccolate e sigle contro la mafia insieme ai partiti dei clan

ancora una volta un plauso al coraggio ed alla coerenza della Casa della Legalità che non regge il moccolo a pagliacciate di finta democrazia   

La stampa non  pubblica tale comunicato, atteggiamento che pare molto corrispondere ad un ordine di silenzio di cui la malavita si fa forza, onde evitare magari di subire la perquisizione dei ROS come successo al Secolo XIX 

Barbaranotav

La Casa della Legalita non sara' alla fiaccolata di Sanremo: non facciamo i paravento

Scritto da Le Case della Legalità della Liguria   
sabato 10 luglio 2010


IL COMUNICATO STAMPA DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA E DELLE SEZIONI PROVINCIALI DI GENOVA, SAVONA, IMPERIA E LA SPEZIA (che nessuno ha osato pubblicare)

La Casa della Legalità - Onlus (www.casadellalegalita.org) da anni denuncia nel dettaglio le infiltrazioni mafiose in Liguria, attraverso inchieste pubbliche e collaborando con i reparti investigativi dello Stato, dando fattivo contributo a molteplici operazioni antimafia e di tutela del territorio. Con questo lavoro quotidiano si sono evidenziate pesanti connivenze, contiguita ed in alcuni casi pesanti complicità, di pezzi della politica, del mondo economico, finanziario e delle pubbliche amministrazioni, con esponenti appartenenti o legati a cosche di 'Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorre...

Oggi apprendiamo che "Libera Liguria" vuole organizzare una fiaccolata contro le mafie a Sanremo insieme ai partiti. La Casa della Legalità non aderisce e non parteciperà a questa iniziativa che si palesa essere l'ennesimo paravento della politica per garantirsi l'immagine di una verginita' persa da anni. E' infatti la spregiudicatezza di certa politica e di pezzi importanti dell'economia che, più o meno consapevolmente, ha aperto la porta all'infiltrazione ed al radicamento delle mafie in Liguria, a partire dalle grandi speculazioni edilizie ed i traffici di rifiuti, tra cave, discariche e false bonifiche ambientali.

Spuntano inceneritori come funghi tossici

Mentre a Torino si annuncia l'apertura del cantiere per la costurzione dell'inceneritore del Gerbido (rimando all'ottimo articolo di Marco Cedolin, Torino nasce l'inceneritore ma nessuno ci fa caso ) e si rimandano gli ingenui cittadini  al Polo Cittadino della salute del Comune di Torino  al quale sono certa indirizzeranno le domande sulla prevenzione primaria (ovvero non immettere inquinanti di provata cancerogenicità nell'ambiente) durante la settimana di "Tutela dello Star Bene", in Toscana la procura dispone la chiusura di un cancrovalorizzatore, mentre la Regione accellera sull'apertura di altri impianti.
La Regione Toscana  pare apprezzare molto l'esempio campano cominciando a prospettare l'incubo emergenza rifiuti così che potrà imporre gli inceneritori con la forza.
L'assessore all'Ambiente Anna Rita Bramerini della Regione Toscana dichiara ( La Repubblica di Firenze pag. 5 del 10/7/2010) che: "Ad indicare la strada dei termovalorizzatori è una direttiva europea, che mette in guardia dai rischi ambientali delle discariche e punta al recupero energetico, la raccolta differenziata ed il riciclaggio....".

L'Assessore regionale Anna Rita Bramerini non deve aver ben compreso l'intento della direttiva europea, se si riferisce alla Direttiva 2006/12CE che recita "è auspicabile favorire il recupero dei rifiuti e l'utilizzazione dei materiali di recupero come materie prime per preservare le risorse naturali", nella stessa si aggiunge: "si auspiaca che gli Stati Membri adottino le misure appropriate per promuovere in primo luogo la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti".

giovedì 15 luglio 2010

Decrescita significa vivere in armonia con la natura

Giuseppe Carpentieri

MDF Parma
Giuseppe Carpentieri (MDF Parma) risponde all'intervista di Paolo Ferrero.
Caro direttore Marsiletti, chi vi scrive è un socio del Movimento per la Decrescita Felice (MDF) di Parma nonché membro del direttivo nazionale, dopo aver letto l'intervista pubblicata, di Paolo Ferrero su Parmadaily (11 luglio 2010), mi è parso doveroso scrivere un chiarimento per i lettori della sua testata.

Prima di tutto è meglio chiarire che in Italia si sono sviluppate diverse opinioni politiche circa il concetto di decrescita e diversi modi di affrontare tale argomento, c’è chi discute in ambito teorico concettuale e chi tenta di applicare tale teoria.
C’è chi pensa debba essere un partito e chi pensa debba essere un cambio di paradigma culturale che non ha colori di partito ma riguarda la società intera.
Ricordiamo che la decrescita fonda la sua teoria politica sul concetto di bioeconomia e già questo aspetto dovrebbe far pensare a chi né discute, forse a volte senza approfondire, che nessun soggetto politico esistente pone al centro del pensiero i problemi derivanti dagli attuali sistemi produttivi, che ahimé sono tutti fondati sulla termodinamica classica e, l’economia di sistema (macro e micro) ignora tali leggi della fisica, compreso l’attuale sistema di capitali sia esso monetario, finanziario (borse telematiche) che appunto produttivo (industria)....

I meritevoli capitani d'industria


Lo stato della nostra industria è semi-comatoso, non credo che vi siano molti dubbi.

Il pesce "puzza dalla testa", dicevano i nostri nonni. Questa massima resta sacrosanta.

In prima analisi la colpa dello sconquasso può e deve essere attribuita alla scarsa capacità e smisurata rapacità della Elite che lo genera/dirige/gestisce, ben raccordata con l'oligarchia dominante le sorti del nostro sconclusionato paese.

Alle volte si può mettere giù in modo molto semplice. Uno dei nostri ineffabili lettori/commentatori l'ha fatto, in un commento al precedente post di Debora.

Peripezie di una nave libica

di Antonio Caracciolo

Monitorando la stampa embedded: ( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=35572 ) la si trova accuramente raccolta nel sito sionista «Informazione Corretta» ed anche in un sito “cristiano sionista” detto «Notizie su Israele», che escono quotidianamente; ricavo la sensazione che i servizi israeliani abbiano mobilitato tutti i loro uomini dislocati nelle redazioni e tutti i mezzi noti e ignoti di cui non da oggi dispongono per orientare la cosiddetta opinione “pubblica” che in pratica è semplicemente l’opinione “pubblicata”. I sistemi sono sofisticati e ampiamente collaudati. Anche nell’apparenza di una cronaca oggettiva e neutra non è difficile per un occhio esperto cogliere l’orientamento di chi scrive e cosa egli vorrebbe far credere e indurre a pensare in chi per avventura legge. È il classico mondo orwelliano di cui sempre parliamo. Probabilmente, non esiste e non è possibile una “imparzialità” e terzietà in fatti che richiama direttamente in causa la nostra coscienza morale, le nostre capacità intellettuali e la nostra attitudine a comprendere la quotidianità, ma anche e non da ultimo la nostra qualità di cittadini e di soggetti politici, che una concezione assai astratta e formale vorrebbe sovrani degli stati di cui fanno parte. In realtà, non siamo sovrani e veniamo ingannati quotidianamente dai nostri politici, che si riempono la bocca e ci riempiono la testa con la parola “democrazia”, che pretendono di esportare con la guerra in paesi che poveretti questa nostra democrazia non la possiederebbero. Non siamo così generosi da portargliela in casa, beninteso in cambio delle loro risorse e della loro perpetua obbedienza.

mercoledì 14 luglio 2010

Come l'UE parassitaria usa i cittadini come cavie


COMUNICATO EQUIVITA 14/07/10

Una mela avvelenata per i cittadini europei

Indifferente alle raccomandazioni dei 27 Ministri che nel dicembre 2008 hanno all’unanimità richiesto ufficialmente una valutazione degli effetti non solo ambientali e sanitari, ma anche socio-economici degli Ogm più approfondita e più indipendente (visto che fino ad oggi essa si è basata sui dati forniti dalle stesse aziende produttrici di Ogm),

la Commissione europea, come già preannunciato un mese fa, rinuncia alla tutela dei cittadini europei e propone, a livello europeo, un’autorizzazione accelerata delle nuove colture Ogm (le nuove autorizzazioni includono 16 varietà vegetali già in lista d’attesa).

A fronte di questa concessione alle multinazionali biotech (uniche interessate - in quanto detentrici dei brevetti che coprono le piante, gli animali e tutta la loro discendenza - alla diffusione degli Ogm) la Commissione dichiara di consentire agli Stati membri, da ora in poi, la libera scelta sul transgenico (saranno consentiti i divieti nazionali).

Un doppio raggiro dei cittadini europei in quanto:

martedì 13 luglio 2010

Fernando Rossi: il 35% dell’economia italiana è gestita dalla malavita organizzata


Parliamo a proposito della manovra economica del governo italiano con l’Onorevole Fernando Rossi, senatore nella XV Legislatura (dal 28 aprile 2006 al 28 aprile 2008) che oggi fa parte del movimento ‘Per il Bene Comune’. Il 27 maggio scorso il Consiglio dei ministri ha approvato quella che ormai è nota in Italia come manovra economica che in due anni dovrebbe permettere al governo italiano di risparmiare 24 miliardi di euro. “Nessuno metterà le mani nelle tasche degli italiani”, ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ma dalle crescenti proteste di lavoratori, pensionati e ora persino sindaci, pare che sia proprio la gente comune a dover fare i sacrifici. Senatore Rossi, quali sono i versanti sui quali la manovra economica mira a risparmiare 24 miliardi di euro?
Sono molteplici dal taglio delle spese in particolare quelle della sanità per le regioni, al rinvinio dei rinnovi contrattuali dei lavoratori pubblici e privati, a tutta una seria di interventi che riguardano il rinvio di opere pubbliche e quindi una seria di interventi per ridurre la spesa pubblica.
L'Italia è la settima-ottava economia al mondo. Era proprio indispensabile intervenire in settori come la sanità delle regioni e ora gli stipendi che Lei ha citato per ridorre il deficit?
La questione ormai non è gestita dai singoli paesi. La prova è stata fatta con la Grecia ed è un modello che s’intende applicare anche ad altri paesi. Con la crisi dell’alta finanza che parte già dagli Stati Uniti due anni fa nel settore mobiliare, poi viene usata la ‘Shock Economy’ con le banche americane e salta da più di 400 istituti bancari e ora si parte dalla considerazione “c'è chi vive al di sopra delle proprie possibilità”, che viene utilizzata per andare ad una riduzione della spesa degli stati. Ovviamente è una riduzione della spesa sociale degli stati. È la politica che l'alta finanza vuole praticare, cioè un livellamento verso il basso delle condizioni di vita e dei diritti dei cittadini. Attraverso la paura del fallimento economico, il giochino è riuscito in Irlanda, adesso è riuscito in Grecia nonostante le proteste sociali e lo si vuole applicare all'Italia, poi alla Spagna, al Potagallo a tutti paesi, a ridurre la spesa pubblica e concentrare il potere nelle mani della Grande Finanza.

L'Onorevole, Lei parla di Grande Finanza, alta finanza, può spiegare un pò meglio cosa intende di preciso?
E' un mondo quello controllato da Usa e Israele che ha degli organismi che lo dirigono dalla Banca Mondiale, alle varie borse, al Fondo Monetario, alla Banca Centrale Europea e alle varie banche nazionali che sono tutte private, non gestite dallo stato

Caccia il cacciatore


L’annunciata presentazione del DDL da parte del Senatore del PDL Valerio Carrara che istituisce in Italia il reato di ostruzionismo alla caccia, costituisce un palese tentativo di intimidazione, anche se non il primo, nei confronti della maggioranza dei cittadini contrari all’attività venatoria, sia per motivi etici che per i danni provocati da questa obsoleta e crudele pratica.
Di fatto si punta a imbavagliare, non solo il legittimo dissenso alla caccia, ma anche la voce di chi vivendo in campagna, è costretto a difendersi dalla furia impallinatrice dei cacciatori che ad ogni stagione si riversa contro gli animali e le persone.

“Siamo di fronte ad una forzatura anti democratica e illiberale” denuncia Daniela Casprini presidente dell’Associazione Vittime della Caccia e aggiunge “Il Senatore Carrara si ricordi che la sicurezza dei cittadini in rapporto all’esercizio dell’attività venatoria è un diritto primario e non può essere in alcun modo compresso!”

“Contrapporsi alla presenza di gente armata che pensa di vagare impunemente nelle immediate vicinanze di abitazioni o a ridosso di sedi stradali, è in primo luogo un sacrosanto atto di legittima difesa che nessuna legge può imbrigliare” conclude Daniela Casprini.

L’Associazione esprime la sua più netta contrarietà e profondo sdegno al tentativo del Senatore Carrara di conferire un’ulteriore status di intoccabilità alla lobby venatoria, in barba anche al libero esercizio di critica e di pensiero, elementi questi, fondanti della nostra Costituzione, e ricorda infine che l’opinione pubblica si mobiliterà in massa al fine di bloccare questo DDL e screditare quanti ancora insistono ad imporre la barbarie alla maggioranza degli italiani contrari.

Maurizio Giulianelli Ufficio Stampa Associazione Vittime della Caccia
 

Energia gratis per tutti

eh già, e chi lucra più? Diamine vogliamo anche mandare all'aria la seconda rivoluzione verde, quella dei megaimpianti fotovoltaici ed eolici che garantiscono appalti sovvenzionati?
Vogliamo pensionare il petrolio? Sia mai....
La scienza se non serve le multinazionali soprattutto militari per lucrare è bene sia messa a tacere..

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