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venerdì 29 luglio 2011

No Tav FUORI LEGGE

Ieri notte, ci informa Repubblica (dopo aver letto le veline della Questura) che a Chiomonte i "bruti" notav si sono scontrati con le forze dell'ordine, ci fornisce un video a supporto della velina stessa, video che avrebbe avuto bisogno di un buon montatore per mostrare ciò che non è avvenuto.
In ogni caso, tale notizia ben argomentanta qui, ha l'effetto di un assist per scoraggiare la partecipazione alla manifestazione di domani sabato 30 Giaglione-Chiomonte che a quanto pare in democrazia infastidice molti, i sindaci purtroppo sono stati i primi a "lasciarsi condizionare" e  loro malgrado a suffragare l'idea che i cittadini della Val Susa siano diventati improvvisamente tutti Blec Bloc.
Mi auguro che i sindaci non abbiano sentito più forte il richiamo del partito (PD) piuttosto che quello della gente,  fortunatamente ci saranno tanti amministratori delle Liste Civiche Notav.

Gli scontri probabilmente inesistenti hanno anche dato pretesto per le ennesime perquisizioni, basta infatti avere un adesivo notav sulla macchina per essere considerato un fuorilegge, se vengono ritrovate maschere anti gas queste vengono prontamente sequestrate come fossero armi, si è tenuti a dare spiegazione se si è in possesso di un volantino notav (devono essere dei provvedimenti speciali emessi nel giro di una notte o poco più), dopo  i fogli di Via (moderna messa al bando) ad un attivista,  ecco le testimonianze di alcuni perquisiti:

Il sogno americano, tra default, Rfid obbigatori e divieto di avere orto

Usa: rischio default, Pentagono teme proteste popolari, schierate 20 mila forze anti-sommossa

WASHINGTON – Mentre si avvicina lo spettro di default economico negli Usa, il Pentagono teme proteste estese nel paese e per questo è corso ai ripari schierando 20 mila forze anti-sommossa nelle città americane.

A rivelarlo è il sito Global Research che spiega che il Pentagono si vede costretto alla militarizzazione del territorio dato che il mancato raggiungimento di un accordo tra Obama e i repubblicani nei prossimi giorni scatenerebbe l’ira dei cittadini.
Irib

Nel 2013 Sarà Obbligatorio l'Impianto di un Microchip RFID per Tutti gli Americani Washington rende obbligatorio l’impianto di un microchip RFID per tutti gli americani

Prodotto tipico italiano: riso al vaccino

Ogm: al via in Italia la sperimentazione di riso con vaccino?

Ha ottenuto il via libera in Italia la sperimentazione di un riso geneticamente modificato in modo da contenere un vaccino. L'autorizzazione è stata data dal ministero per le Politiche agricole in seguito alla revisione dei protocolli sperimentali di ricerca. La sperimentazione “avverrà in campo aperto, ma in condizioni sperimentali controllate e secondo criteri molto restrittivi”, ha rilevato Elisabetta Lupotto, del Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura).

La Confederazione Italiana Agricoltori commenta la possibile coltivazione di riso biotech con vaccino nel nostro Paese: senza certezze sulla salubrità del prodotto, nessuna piantagione in campo aperto in Italia. 
“Il riso biotech con il 'vaccino', per il momento, non verrà coltivato in Italia”, ha commentato in una nota la Cia che aggiunge: “Nel nostro Paese, infatti, le sperimentazioni in campo aperto sono bandite dal 2007. Questo non significa che siamo ostili alla ricerca, ma al contrario vorremmo che fosse sviluppata, dove possibile, per offrire le dovute garanzie di 'non contaminazione' a quei produttori che operano con metodi convenzionali, biologici o biodinamici”.

“Quando si tratta di coltivazioni in campo aperto - sottolinea la Cia- bisogna utilizzare tutta la cautela possibile, senza cedere alle pressioni di chi vorrebbe accelerare le semine solo per ottenere profitti. Bisogna ricordare - conclude quindi la Cia- che altri Paesi stanno ancora pagando i danni commerciali provocati dalla contaminazione accidentale biotech di alcuni tipi di riso autorizzati solo per la sperimentazione e finiti invece nelle partite di prodotto convenzionale destinate all’esportazione”.

I No tav? Al confino

ARRIVANO ANCHE I FOGLI DI VIA.. 

Ecco l’ennesimo attacco da parte della questura di Torino al Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno. Dopo la demonizzazione di Stefanino e la denuncia di ieri a Silvano causata dal ritrovamento durante la perquisizione della sua macchina di maschere antigas è arrivato oggi in giornata anche un foglio di via a Fabio, giovane no tav da anni parte integrante del comitato. Fabio oggi mentre si trovava in un bar di Susa a fare colazione con un amico è stato fermato e portato nella caserma dei Carabinieri dove è stato trattenuto per tre ore. Qui gli è stato notificato il provvedimento giudiziario. Già dall’arrivo della notizia molti no tav si sono raccolti in presidio davanti alla caserma.  Nella notifica gli è stata vietata la permanenza nei comuni di Chiomonte, Giaglione, Exilles, Gravere e Susa. Fabio da molti anni partecipa attivamente al movimento ed è anche tra i redattori di due siti che fanno informazione no tav, notav.info e infoaut.org. Inoltre per motivi di lavoro è inviato a Chiomonte per Nuova Società giornale on-line diretto da Diego Novelli.
Fabio a differenza di quanto viene dichiarato nella notifica fin da piccolissimo ha vissuto la Val Susa nella sua quotidianità, spesso  andava  nella casa affittata nel comune di Exilles, e tutt’ora spende molto del suo tempo libero in quell’abitazione. L’amore per la valle quindi lo ha naturalmente spinto a sentirsi parte di questo movimento e a difendere il territorio in cui è cresciuto. Non di certo un professionista della violenza estraneo alla Val Susa come la questura vorrebbe far credere, ma bensì un giovane impegnato nella difesa di una terra che ha sempre amato ed abitato. Sentiamo echi di ventennio, dopo il divieto di accesso alle terre acquistate da notav senza previa autorizzazione nella zona della Maddalena adesso viene addirittura impedito l’accesso ai territori della valle a chi li ha sempre vissuti. Le truppe di occupazione assediate nel loro fortino non solo vietano la libertà di esprimere il proprio dissenso verso un’opera inutile e distruttiva, ma in più ci vogliono cacciare dalla nostra valle facendoci passare per fuorilegge. 

Attenzione: Politica Italiana Pericolo Mortale

Pochi giorni, in pochi giorni i politici italiani (da aggiungere a Bruxelles) sono "legittimati" a prendere decisioni letali, ironia della sorte a nostre spese ovviamente.

Eccone degli esempi (si raccomanda il Malox dopo la lettura di tutti gli articoli):


A che pro si devono intascare tutti questi soldi? Qual è la loro utilità per il  Bene Comune?
Non paghi di una finanziaria lacrime e sangue (intimata da chi detiene la nostra sovranità nazionale ovvero organism come FMI, BCE, Banca Mondiale et similia), estorgono per conto Nato l'ulteriore tributo di 16,5 milioni di euri solo per l'Afganistan e per soli 6 mesi s'intende (diamine, la democrazia "costa") ed altre "spesucce" per la guerra specificati nell'articolo Il Partito del Signor Sì di Campo Antimperialista.
Ora, questi onerosi signori,  per interposta "istituzione", dispongono due bei "regalini" ai cittadi di Porto Tolle e di Porto Empedocle, rispettivamente una centrale a carbone (ammazza che innovazione) ed un rigassificatore, insomma gli affari sono affari, e si sà, "il progresso porta lavoro", "nobilità l'uomo", lo inquina ed uccide pure ma non importa.

La bravissima Maria di Blogeko spiega in poche parole come si possano creare posti di lavoro (come Pallante Maurizio, Presidente del Movimento della Decrescita Felice va dimostrando con esempi pratici messi in atto da amministrazioni virtuose, spesso straniere) corroborando la spiegazione con studi seri, senza avvelenare le persone irretendole con la falsa promessa di posti di lavoro, udite udite, senza rischiare la salute e pregiudicare l'ambiente, leggasi
Porto Tolle, vince il carbone I posti di lavoro sono uno specchietto per le allodole.
Ma i nostri onerosi passacarte forse non sono pagati a sufficenza per essere anche "competenti" per le decisioni che fanno ricadere su noi "comuni mortali".

Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza imponendo il rigassificatore di Porto Empedocle, quando la cittadinanza si dimostra "reazionaria" (come il Chiamparino definisce i notav e chi crede nella decrescita) si dimostra fortunatamente provvidenziale uno dei numerosi organi posti a salvaguardia degli affari da questi "ottusi" cittadini.
Riguardo ai rigassificatori, è bene leggersi  A chi servono i rigassificatori di Marco Cedolin appunto per comprenderne "i beneficiari".
Disturba questo silenzio di tomba da parte dei cosiddetti ambientalisti da cortile in merito ai rigassificatori.

Bene, quindi che fare? Possiamo confidare nella saggezza e serietà di quel sedicente "nuovo che avanza" che punta a  sostituirsi "all'inetto" Berlusconi e ridare dignità all'Italia?


Quelli che di amicizie consolidate non si privano di certo...
Un'inchiesta del 2005 che evidenzia i legami con delle cosche ed i politici del "nuovo che avanza"...

Per finire in bellezza, possono i politici non mostrare i "muscoli" o meglio, le doppiette contro gli animali, eterni capri espiatorio per le frustrazioni umane?

Decidono lo sterminio dei lupi, per legge, che è cosa gravissima di per sé, MA  anche la totale INETTITUDINE, IGNORANZA  che hanno dell'ecosistema è spaventosa, ricordatevelo che come ABUSANO del loro potere per disporre della vita altrui in totale SPREGIO DELLA NATURA niente impedisce loro, come dimostrato sopra di fare altrettanto con tutto e tutti.


82 pecore uccise in Piemonte, si chiede uccisione di lupi

mercoledì 27 luglio 2011

Ieri manganellati i pastori sardi

Riporto le parole di Iam per questo ennesimo sfregio ai cittadini, parole che purtroppo condivido appieno e che sanno inquadrare perfettamente la situazione di diritto nella quale ci troviamo:
"Parole tratte da questo video,  postato sul blog amico Dietro il Sipario,  di uno  dei manifestanti  che ieri sono stati duramente caricati dalla polizia. Nessuno li ascolta. nessuno gli spiega che sono stati venduti, lo siamo stati tutti per essere assoggettati alle leggi europee e peggio ancora a quelle della Organizzazione Mondiale del Commercio (la famigerata WOT), che le loro leggi sono al di sopra di quelle nazionali e di quelle europee e poco importa che la Sardegna sia un Regione autonoma, di fatto le Regioni potrebbero benissimo non esistere più, come pure le Provincie. Servono solo come luoghi di potere, per scambi clientelari non di certo al servizio dei cittadini di una Nazione che non esiste più. I fatti parlano chiaramente.
Quando si usa la violenza non c'è possibilità di dialogo, attaccano perché dietro non c'è niente con cui costruire un dialogo. Il loro è un didakt e nessuno si deve ribellare. Regime Totalitario? Bé direi di si e direi anche VERGOGNA!"

Panni sporchi. Il segreto tossico dietro l'industria tessile

Panni sporchi. Il segreto tossico dietro l'industria tessile

Pubblicazione - 13 luglio, 2011
Con questo estratto del report "Dirty Laundry: Unravelling the corporate connections to industrial water pollution in China" denunciamo il problema dell'inquinamento dei fiumi cinesi causato dagli scarichi tossici dell'industria tessile.

Nostre ricerche hanno rivelato il legame commerciale fra i proprietari di due complessi industriali cinesi del tessile - lo Youngor Textile Complex e il Well Dyeing Factory Limited - di cui è stato esaminato l'impatto degli scarichi nei fiumi e marche sportive nazionali e internazionali, tra cui Abercrombie & Fitch, Adidas, Bauer Hockey, Calvin Klein, Converse, Cortefiel, H&M, Lacoste, Li Ning, Meters/bonwe, Nike, Phillips-Van Heusen Corporation (PVH Corp), Puma e Youngor. Leggi il rapporto.

In Toscana, ad oggi risulta che l'86% dei lavoratori su 194 controllati non è in regola, fonte Altra Città,immagino con quale solerzia, sia nel passato che oggi, venga posta l'attenzione alla tutela dell'ambiente.

Barbara

Il buco nero finanziario

PRIMA DEL SETTEMBRE NERO

DI PIEMME

Dopo il venerdì nero della borsa italiana (venerdì 15 luglio) e il lunedì nerissimo (lunedì 18 luglio) i più ritenevano che le cose si sarebbero rimesse a posto, anche perché si sapeva che il vertice a 17 dell'Eurozona che ci sarebbe stato giovedì 21 luglio, avrebbe preso misure urgenti per salvare la Grecia. Cosa che in effetti è accaduta. Il Vertice ha raddoppiato a 800 miliardi di euro, non è cosa da poco, il Fondo salva-stati(Efsf). Tuttavia questa iniezione di morfina, ovvero di denaro sonante, nel sistema circolatorio del capitalismo europeo, pare aver esaurito in due giorni il suo effetto.

Lunedì 25, l'altro ieri, un nuovo terremoto ha scosso le borse europee, e di nuovo, anzitutto quella di Milano. Vendite a tutto spiano delle azioni delle banche e degli assicurativi italiani. Essi pagano, come da tempo segnalato, l'avere in pancia montagne di titoli di stato italiani, oramai considerati ad altissimo rischio.

I «mercati», leggi i grandi gruppi della finanza speculativa (ripetiamo annidati in primo luogo a Londra e New York) hanno quindi non solo confermato la loro bocciatura della «manovra» tremontiana, ma la stessa manovra detta «antincendio» decisa del vertice europeo del 21 luglio.
E' oramai un segreto di Pulcinella che i «mercati» ritengono che il Fondo salva-stati vada portato ad almeno 1.500 miliardi. La cifra che la grande finanza ritiene appena suffiente ad eviotare davvero il crollo dell'euro. In altre parole la finanza speculativa esige che i governi europei, crescita o non crescita, gli trasferiscano quella somma. Decidano essi dove andarla a prendere e come: se stampando più moneta, se facendo acquistare dalla Bce altri titoli di stato dei PIIGS, o con l'applicazione di misure di austerità ancora più draconiane. Si assiste

"Non avete diritto a vivere senza radioattività" Ecco le autorità

“Non avete diritto a vivere senza radioattività”. Fukushima, autorità con la faccia di bronzo


A proposito di Fukushima le autorità giapponesi hanno un’impassibile faccia di bronzo. Veramente. Dicono alla gente animata da sacrosanta rabbia che non ha diritto ad abitare in un luogo senza radioattività.
Per darvi un’idea dell’aria che tira laggiù, vi mostro un video: un incontro pubblico con un rappresentante della Commissione per la sicurezza nucleare.
Gli domandano se la gente di Fukushima non ha il diritto di evitare la radioattività e di vivere in un ambiente sano come tutti gli altri. Guardate come risponde.
Il video è in giapponese con sottotitoli in inglese. Comunque, l’esponente della commissione dice che il Governo ha fatto il possibile per ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni. Ulteriormente pressato, afferma con espressione impassibile di non essere certo che la gente di Fukushima abbia diritto ad un ambiente sano. Faccia di bronzo davvero.

La gente vuole che venga esteso il raggio di evacuazione. Vuole andarsene da Fukushima. Il commissario, sempre impassibile, risponde che chi lo desidera se ne vada a sue spese: quando si vive in un posto sicuro, il Governo chiede di rimanerci.
Impassibile, raduna le sue carte e se ne va. La gente lo insegue per le scale domandandogli di analizzare le urine – si sono rivelate radioattive, segno che la contaminazione non è solo all’esterno, ma è penetrata nell’organismo.
Uno addirittura gli si para davanti bloccandogli la strada. L’analisi delle urine non fa parte dei miei compiti, risponde il commissario. Ed esce senza neanche accelerare il passo. La sua faccia di bronzo – contrapposta alla sacrosanta rabbia della gente – stride come un gessetto quando si spezza sulla lavagna.
Su Boing Boing la gente arrabbiata di Fukushima affronta le autorità


Blogeko

PS Piccolo aggiornamento: Giappone conferma condanna per gli attivisti delle balene

E' un governo genocida, come tutti quelli occidentali

domenica 24 luglio 2011

Strage di Oslo: per i giornali mainstream la verità si accomoda pro elettorato suo

Come introdotto nel titolo, la stampa maistream italiana pare agire meglio sia dell'intelligence che del Primo Ministro norvegese, annunciano con una certa sicumera chi sia il colpevole. Peccato che i responsabili della strage siano secondo Libero, nella sua versione di ieri gli islamici (oggi ha già cambiato versione, chissà domani chi sarà il mandante/colpevole) mentre per Adn Kronos  la responsabilità sarebbe unicamente di un estremista di destra cristiano.
In foto l'attentatore nella "investitura" di "estremista" massone (immagine anche passata al Tg3 con "opportuni" tagli, ovvero il grembiulino).

Suggerisco vivamente, per chi si nutre di controinformazione, per chi si sente alquando infastidito dalle comode versioni ON DEMAND di cui sopra, per chi ha bisogno di avere risposte sui possibili moventi e sul  "Qui prodest" le seguenti letture (considerazioni ben lontane dall'esser poste dai pennivendoli di regime):


Attacco terroristico ad Oslo: chi è stato? Del Washington's Blog tradotto da Come Don Chisciotte

Ed infine faccio mie le considerazione di Essere Niente nel suo post Fuck Nuovo Ordine Mondiale Fuck

La stampa ci fa sapere che questo folle piano sarebbe stato portato a termine da un solo uomo per fini religiosi, non si cimenta ad analizzare altre piste  per arrivare ad altro movente o moventi. Negli articoli di cui sopra emergono interessi giganti, dagli accordi con la Russia sulla "spartizione" del petrolio nell'Artico, dal riconoscimento dello Stato Palestinese, dal rifiuto all'ammissione di una gara di appalto a ditte israeliane per un giacimento di petrolio in Iraq, dal ritiro anticipato dalla guerra in Libia, che danno corpo a piste decisamente più "compromettenti" di una banale versione per il popolo bue, versione che tende ad attribuire al credo religioso dell'ipotetico attentatore o attentatori l'unico movente della follia.


I Masters of the Universe finanziario che hanno in ostaggio il mondo

Padroni dell'universo e sovranità dei popoli: il caso BlackRock di G. Colonna
In queste settimane, e probabilmente ancor di più nei prossimi mesi, la questione di chi controlla l'economia mondiale potrebbe diventare argomento frequente di discussione. Clarissa da anni sta cercando di fornire analisi che le persone comuni possano agevolmente seguire e che possano risultare di stimolo ad ulteriori approfondimenti. I nostri lettori vengono in questo modo invitati ad accompagnarci in un lavoro di ricerca che sviluppiamo nella logica di quello che scriveva anni fa Ezra Pound: "Resta il dovere di tentare di escogitare un'economia sana, e di tentare di imporla con il metodo più violento in assoluto: far sì che le gente rifletta".
In merito al controllo dell'attuale economia mondializzata, abbiamo scritto di recente che esso si sviluppa a partire da grandi centri finanziari - un'espressione questa che, se non spiegata in modo concreto, rischia suggerire al comune cittadino l'immagine di oscuri burattinai che tirano i fili delle speculazioni che ogni giorno spostano per il mondo migliaia di miliardi, distruggendo in pochi secondi, come accaduto anche nella Borsa italiana nelle ultime settimane, la ricchezza prodotta col lavoro di popoli interi. In realtà, il solo vantaggio di oggi è che queste forze si mostrano con estrema evidenza, per cui basta applicarsi con attenzione per comprendere come esse operano in concreto.
C'è un'espressione inglese che viene usata di frequente dagli addetti ai lavori: masters of the universe, "padroni dell'universo", per definire il potere dei grandi gruppi finanziari mondiali. Per farne comprendere la portata, faremo un caso concreto, senza con questo voler attirare su di un nome l'odio o il risentimento di nessuno, semplicemente per illustrare come la potenza del denaro speculativo abbia raggiunto dimensioni e capacità mai viste nella storia.
BlackRock, l'esempio che proponiamo, è una società americana con sede a New York che, al 31 marzo 2011, dispone di 9.300 dipendenti, dislocati in 26 Paesi del mondo in Nord e Sud America, Europa, Asia, Australia, Medio Oriente ed Africa. Il suo attuale amministratore delegato è Laurence D. Fink, che ne è stato anche il fondatore, nel 1988.
Fink, quando lavorava alla First Boston, una delle principali banche americane, ebbe un'intuizione fondamentale, che lo rende uno dei precursori del sistema dei titoli derivati basati sui mutui ipotecari: si rese conto infatti che le banche avrebbero potuto creare, coi crediti immobiliari presenti nel proprio portafoglio, un nuovo tipo di prodotto da collocare sui mercati finanziari, creando cioè proprio quel mercato che è stato all'origine del crack finanziario dell'estate del 2007 e del successivo dilagare dell'attuale crisi internazionale.
Ai primi successi che permisero a Fink di far guadagnare alla First Boston cento milioni di dollari in soli tre mesi, seguirono delle perdite consistenti, che portarono al licenziamento dello stesso Fink, il quale però, grazie a questa esperienza non del tutto positiva, aveva

Scorie nucleari, approvata legislazione UE

Con quali criteri si esige che questi siti saranno irraggiungibili per 300 MILA anni e che niente li intaccherà vorrei proprio vedere.

Speriamo che almeno faccia chiudere una volta per tutte con il nucleare.

Barbara

Scorie nucleari, approvata legislazione UE

Marco Mancini

Ci vorranno dei bunker per stoccare le scorie nucleari. E’ questa in sostanza la decisione della Commissione Europea che ha deciso sulle modalità di smaltimento dei rifiuti provenienti dalle centrali nucleari. Una modalità di smaltimento che, per quanto sarà stringente, renderà ancora meno economico utilizzare questa fonte energetica. Il provvedimento varato ieri pone i confini dell’azione in materia nucleare, facendo un po’ d’ordine nella giungla di scorciatoie ed altri escamotage trovati dai Paesi che detengono le scorie, compresa l’Italia che, ricordiamo, anche se non ha centrali nucleari attive, ancora non riesce a smaltire quelle di 30 anni fa.
In sostanza la direttiva Ue prevede che per stoccare questi pericolosissimi barili, in grado da soli di intossicare aree di chilometri di diametro e che si biodegradano in centinaia di migliaia di anni, c’è bisogno di un vero e proprio bunker, un “deposito collocato in uno strato geologico profondo” recita il testo, il quale cioè si deve trovare a diverse centinaia di metri sotto terra, in un punto irraggiungibile dove eventuali imprevisti non possano provocare inquinamento del suolo.
Inoltre la direttiva limita molto l’uscita di rifiuti radioattivi dai confini di chi li ha prodotti. Molti infatti trovavano oggi “rifugio” in Africa, nelle isole caraibiche o del Pacifico, ma per poter ospitare questi rifiuti, i siti che li accoglieranno dovranno già prevedere queste direttive, ed attualmente, secondo la Ue, non esistono in nessuna parte al mondo.

giovedì 21 luglio 2011

CON IL TUO SASSO, ultima parte del monologo di Riccardo Lestini

CON IL TUO SASSO, ultima parte del monologo di Riccardo Lestini dedicato ai fatti di Genova

L’ultima parte di questo spettacolo è dedicata al 20 luglio, esattamente alle 17 e 27, quando in Piazza Alimonda, dall’interno di un Defender dei Carabinieri, partono due colpi di pistola, il primo dei quali raggiunge in pieno volto un ragazzo di ventitre anni, Carlo Giuliani, uccidendolo.

Tutto questo ha inizio almeno due ore prima, quando il corteo delle “Tute Bianche”, partito intorno alle quattordici dallo stadio Carlini, viene a trovarsi tra VIA TOLEMAIDE e CORSO GASTALDI. Proprio in questo punto, il corteo viene IMPROVVISAMENTE e IN MODO DEL TUTTO IMMOTIVATO, CARICATO.
Perché dico improvvisamente? Perché dico in modo del tutto immotivato? Dico questo perché in quel momento la situazione è assolutamente tranquilla, dal corteo non è partita la benché minima provocazione, siamo in punto AUTORIZZATO DAL QUESTORE e ancora BEN LONTANI DALLA ZONA ROSSA.
Eppure questo corteo viene lo stesso caricato. E le cariche si susseguiranno, in modo sempre più violento e massiccio, per oltre due ore. E qui bisogna ricordare che via Tolemaide e Corso Gastaldi, sono strade molto strette, chiuse da una parte dalla massicciata della ferrovia, e dall’altra dai palazzi. NON CI SONO CIOÈ VIE DI FUGA, e a chi ha detto che davanti alle cariche i manifestanti dovevano “abbandonare il campo”, va forse ricordato che è davvero difficile abbandonare il campo con VENTIMILA PERSONE ALLE SPALLE.
Sono solo tre le vie di fuga che si aprono sulla sinistra. Una di queste è VIA CAFFA, una via molto stretta che da’ sull’adiacente PIAZZA ALIMONDA. Ed è proprio da qui, da Piazza Alimonda, che un piccolo contingente di Carabinieri, scortato da DUE DEFENDER, decide di attaccare il corteo del Carlini anche sul fianco. Per non rimanere schiacciati, alcuni manifestanti reagiscono con un lancio di oggetti all’indirizzo dei Carabinieri. Probabilmente è una trappola: nonostante il lancio d’oggetti sia veramente minimo, i Carabinieri ripiegano prontamente in Piazza Alimonda, sempre scortati dai due Defender.
A questo punto i manifestanti si lanciano in un comprensibile inseguimento liberatorio all’indirizzo dei Carabinieri, raggiungendoli così in Piazza Alimonda. Una volta in Piazza, il primo Defender riparte immediatamente. Il secondo no, inspiegabilmente resta lì, fermo, e viene preso d’assalto da un piccolo gruppo di manifestanti. E pochi minuti dopo, dall’interno di quello stesso Defender, partiranno i due colpi di pistola, il primo dei quali raggiungerà in pieno volto Carlo Giuliani, uccidendolo.

Il 5 maggio 2003, il giudice ELENA DALOISO ha formalmente archiviato il caso PROSCIOGLIENDO IL CARABINIERE MARIO PLACANICA DALL’ACCUSA DI OMICIDIO VOLONTARIO, SULLA BASE DI DUE CONSIDERAZIONI: LA PRIMA È CHE PLACANICA NON AVREBBE SPARATO AD ALTEZZA D’UOMO, MA IN ALTO…SOLO CHE POI UN SASSO, O MEGLIO UN CALCINACCIO, SCAGLIATO DA UN ANONIMO MANIFESTANTE, SAREBBE ENTRATO ACCIDENTALMENTE IN COLLISIONE CON IL PROIETTILE, DEVIANDONE LA TRAIETTORIA E FACENDOLO CARAMBOLARE SUL VISO DI CARLO.
La seconda è che È STATO RITENUTO LEGITTIMO L’USO DELL’ARMA DA FUOCO, IN QUANTO PLACANICA È STATO RITENUTO IN UNA SITUAZIONE DI OGGETTIVO PERICOLO DI VITA, MINACCIATO DA UN AGGRESSORE CHE STAVA BRANDENDO UN ESTINTORE AL SUO INDIRIZZO.
Uso legittimo dell’arma da fuoco in quanto LA JEEP ERA INCASTRATA, CIOÈ IMPOSSIBILITATA A MUOVERSI.
Uso legittimo dell’arma da fuoco in quanto LA JEEP ERA ISOLATA, SENZA CONTINGENTI DI POLIZIA O CARABINIERI NEI PARAGGI CHE POTESSERO SOCCORRERLA.

Questa è quella che si dice “la verità ufficiale”, la verità dell’archiviazione. Eppure quel giorno, in Piazza Alimonda, sono successe cose molto strane. Quindi vale la pena tentare, nei limiti del possibile, di fare una piccola ricostruzione.

mercoledì 20 luglio 2011

Guerra in Libia: intervista a Joe Fallisi

Guerra in Libia: intervista a Joe Fallisi

Intervista per European Phoenix di Federico Dal Cortivo a Joe Fallisi, tenore italiano e attivista per i diritti umani, sulla questione libica.


D: Sig. Fallisi nei giorni scorsi è arrivata la notizie che la cosiddetta Corte Penale Internazionale dell’Aja ha deciso di incriminare e spiccare mandato di arresto contro Muammar Gheddafi, lei che ne pensa? Di che cosa dovrebbe essere imputato il Rais? Un Tribunale come quello dell’Aja, a cui ad esempio gli Stati Uniti non riconoscono alcun potere verso se stessi, che reale autorevolezza può avere?

Moreno Ocampo e i funzionari lavapiatti come lui (per non parlare dei loro capi e mandanti), se esistesse l’inferno, si sarebbero già assicurati un posto nel girone più buio. Tutta questa gente spudorata sa benissimo chi abbia commesso e continui a perpetrare, nell’ambito della “guerra” in Libia, crimini contro l’umanità – e del genere peggiore. Sono i cari “ribelli” tagliagola-seno della Cirenaica a libro paga delle potenze predatrici (oltre a queste ultime, beninteso). Il “Tribunale dell’Aja” è uno strumento dell’armamentario politically correct in mano all’Anglogiudamerica. Un altro è l’ONU stessa. E lo si è visto con le risoluzioni a favore della no-fly zone, ovvero del bombardamento-impestamento-distruzione d’un Paese libero e sovrano che non aveva mai dichiarato guerra a nessuno.

D: L’attacco alla Libia, perché di un vero e proprio attacco militare si tratta, è stato come al solito fatto passare per “intervento umanitario”, tipica espressione con la quale la Nato in questi anni dichiara guerra senza dichiararla ufficialmente, lei cosa pensa sia stata la causa scatenante?

Quali sono i reali interessi in gioco che hanno spinto la Francia sempre più interventista e la Gran Bretagna, a premere per l’intervento militare diretto?


Era da molti anni (una decina, secondo il generale Wesley Clark, cfr. http://www.youtube.com/watch?v=cUhlFO5qjVE) che l'America stava preparando l’aggressione alla Libia, il Paese più ricco e progredito (ed equo) dell’Africa e d’importanza strategica decisiva. Le sollevazioni in Tunisia e in Egitto, in parte spontanee, in parte fomentate e manovrate da quelli che io chiamo i Signori del Caos (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/85038), hanno costituito il via libera al tentativo di putch (inane) e all’”intervento umanitario” immediatamente successivo. Gli Stati coinvolti in veste di attori principali dell'assalto alla Giamahiria (USA, Francia, Gran Bretagna) sono tutti in grave crisi economica e sperano, con questa avventura neocolonialista, di impossessarsi delle risorse libiche (non solo il petrolio, ma anche l’acqua e l’oro dei forzieri della Banca centrale di Tripoli) e di poter costruire un’immensa base a servizio dei loro interessi geopolitici, come già è stato fatto in Kosovo. E, come lì, utilizzando appositi collaboratori “islamici” delinquenziali. Gheddafi, dopo l’attacco armato di Reagan alla Libia, si era sì riavvicinato all’Occidente, facendo molte (troppe) concessioni - e indirettamente favorendo il formarsi, all’interno del regime, di una casta di corrotti e venduti “privatizzatori”, tutti poi, non a caso, passati al nemico -, ma nell’essenza era rimasto il combattente rivoluzionario (e antisionista) di sempre. I padroni di Washington, Londra, Parigi, Tel Aviv lo sapevano. Avevano malissimo digerito la realizzazione, dovuta in larga parte alla Giamahiria, del satellite africano, così come, ancor più, il programma libico di creare una moneta comune (il dinaro d’oro) che avrebbe sostituito le valute straniere negli scambi commerciali del continente.

La guerra dei droni

La fantascienza è qui adesso ma le vittime sono REALI 
Ecco la tecnologia a servizio dell'umanità.


Barbara

Minacciosi rapaci high-tech volteggiano giorno e notte su Afghanistan, Pakistan, Iraq, Yemen, Somalia, Libia e altri paesi. La specie più diffusa è quella dei Predatori, droni dotati di videocamere e sensori all'infrarosso, gli occhi attraverso cui gli operatori li telecomandano da una base negli Stati uniti, a oltre 10mila km di distanza. Individuata la preda, essa viene attaccata con missili «Fuoco dell'inferno». Il Predatore di ultima generazione, denominato Mietitore (ovviamente di vite umane), ne può trasportare 14. Questi e altri droni stanno rapidamente proliferando: il Pentagono, che dieci anni fa ne aveva una cinquantina, ne possiede oggi oltre 7mila.
La U.S. Air Force sta addestrando più «piloti remoti» per i droni che piloti di cacciabombardieri. E sui droni da guerra puntano non solo gli Stati uniti, ma tutte le maggiori potenze. Anche l'Italia usa in Afghanistan (e forse anche in Libia) droni Predatori, telecomandati dalla base di Amendola in Puglia. Grazie ai miliardi di dollari destinati alla ricerca e allo sviluppo, la specie si sta rapidamente evolvendo. Si stanno sperimentando droni spaziali, come l'X-37B della U.S. Air Force: completamente robotizzato, è in grado di rientrare alla base dopo la missione. Può distruggere satelliti avversari (accecando così il nemico prima dell'attacco); può lanciare dallo spazio i «dardi di Dio», con l'impatto cinetico di un meteorite; può allo stesso tempo lanciare dallo spazio testate nucleari. Nella base aerea Wright-Patterson (Ohio) si stanno sperimentando droni miniaturizzati,

sabato 16 luglio 2011

La tanker Savina Kaylin e il cargo Rosaria D’Amato: Verità nascoste e menzogne di stato


Domande che l'ottimo Chetoni si pone.

Barbara

Verità nascoste e menzogne di Stato

In primo piano su "Mattina in Famiglia" il problema della nave Napoletana "Savina Caylyn" sequestrata dai pirati da febbraio. Interviene in diretta da Napoli la moglie del direttore di Macchina la quale è riuscita a parlare con il marito a bordo con cui aveva perso i contatti da 2 mesi
 
La tanker Savina Kaylin e il cargo Rosaria D’Amato sotto sequestro nel Puntland
Dismesso l’uso dei dizionari (Zanichelli, Garzanti, Dardano, ect), alla voce “Repubblica delle Banane” Wikipedia riporta: “Attualmente il termine è entrato nel vocabolario di tutti i giorni per indicare un regime dittatoriale, stabile nell’instabilità, dove le consultazioni elettorali sono pilotate e la corruzione ampiamente diffusa così come una forte influenza straniera che può essere politica o economica o ambedue le cose, sia diretta che pilotata attraverso il governo interno.”
Per estensione, il termine è usato per definire esecutivi dove un leader concede vantaggi ad amici e sostenitori, senza grande considerazione delle leggi (in Italia se ne fa partecipe l’”opposizione” che si alterna con la “maggioranza”), mettendo alla porta il giudizio espresso degli elettori.
Alla voce caratteristiche si indica la collusione tra Stato e interessi monopolistici dove i profitti sono privatizzati e le perdite socializzate.
Chiudiamo qui la tiritera ritenendoci ampiamente autorizzati, a buon titolo, a definire l’Italia delle istituzioni, della politica e dei Poteri Forti un sistema-Paese ampiamente cleptocratico, caraibico.
Detto questo, passiamo a un po’ di “attualità” che ne metta in mostra qualche aspetto di “politica estera” da barzelletta, partendo da un comunicato dell’ANSA dello scorso 5 luglio.
Secondo l’agenzia di stampa, la Tanzania è pronta a mettere in campo la sua intelligence per aiutare l’Italia ad ottenere quanto prima il rilascio degli 11 (5 italiani) marittimi della petroliera Savina Kaylin, 105.000 tonnellate, 226 mt di lunghezza, tanker, e dei 22 (6 italiani) della Rosaria D’Amato, cargo, di 112.000 tonnellate, 225 mt di lunghezza di proprietà ambedue di armatori italiani. I dati sono nostri.
La prima sequestrata da “pirati somali” con modalità pagliaccesce, come abbiamo già avuto modo di descrivere, affidandoci alla lettura di una corrispondenza di un inviato de La Repubblica: il famosissimo “rapito” in Afghanistan Daniele Mastrogiacomo, passato dal Paese delle Montagne alla “cronaca” da una località imprecisata nel Corno d’Africa. La seconda di cui si è parlato solo per registrare il “furto” in pieno Oceano Indiano e chiuderla lì, senza clamore, visto l’imbarazzante precedente della Savina Kaylin.
La Kaylin è “fuori controllo” dal 24 Gennaio e la D’Amato dal 21 Aprile. Ambedue sono state scortate a “destinazione” con l’assistenza, perchè così è stato, delle fregate Zefiro ed Espero della Marina Militare che operano, e hanno operato, tra lo Stretto di Bab el Mandeb e il Golfo di Aden, con l’operazione Atalanta dell’UE e Ocean Shield della NATO.

Manovre finanziarie nel manuale di colonialismo del FMI

Lunedì scorso le agenzie di stampa ci hanno fatto sapere che a Damasco si sarebbe verificato un attacco da parte di "manifestanti" contro le ambasciate di Stati Uniti e Francia, con una debole reazione da parte della polizia. Ancora non si può stabilire se sia stato il governo siriano ad ispirare l'azione, oppure se si sia trattato di una rivolta anticoloniale che aveva l'intenzione di smuovere dalle sue storiche ambiguità il regime degli Assad, da sempre pronto alla compromissione con gli USA. Ma se il fatto si fosse davvero verificato, costituirebbe comunque un dato positivo; infatti, se si ha un nemico, non ha senso far finta che esso non ci sia, perciò tanto vale ricambiarlo con un'ostilità che gli sottragga l'alibi di star svolgendo il ruolo di osservatore neutrale o, addirittura, di arbitro.
C'è anche da sottolineare che le ambasciate USA non costituiscono obiettivi puramente simbolici; anzi, rappresentano qualcosa di ben più insidioso di semplici centrali di spionaggio, poiché funzionano come apparati di eversione politica e sociale, in cui vengono poste le basi logistiche e le relazioni politiche sia per colpi di Stato, sia per "rivoluzioni colorate". Per questo motivo, l'attacco all'ambasciata americana può essere stato utile a preservare la capitale Damasco da ulteriori "rivoluzioni colorate", simili a quelle che si sono già verificate nel nord della Siria.

Storia di un'iniquità e paura dell'equità

Di seguito l'ultimo video da Arcadianet Tv con nuovi esperimeti di "grafica" molto belli in apertura e chiusura.
Ma nel video, La "distribuzione" capitalista della ricchezza, non mi sono cimentato semplicemente in un tema ovvio, l'iniquità nella distribuzione di risorse nelle varie aree nel mondo, ma ho riflettuto sul perché in Occidente siamo così bloccati ad accettare una cambiamento di questa cosa.
Se ci rifiutiamo di concedere al mondo povero più risorse per vivere decorosamente non stiamo infatti difendendo il nostro benessere, che qualcuno teme di veder compromesso da una maggiore equità, ma la ricchezza eccessiva di qualcuno - nomi e cognomi nel video - che sta oscenamente sopra di noi.

Video La "distribuzione" capitalista della ricchezza

giovedì 14 luglio 2011

La manovra da 79 miliardi, un golpe dei mercati

Faccio mie le considerazioni di Michelangiolo Bolognini, che ben sintetizza il colpo di Stato silenzioso della finanza ai danni dei soliti, NOI, l'ultima ruota del carro ( meglio, chi il carro lo tira).

Le sue considerazioni sono partite dagli attacchi speculativi ad hoc, attacchi volti a dimostrare l'insoddisfazione per una che ieri era di "soli" 48 MILIARDI, ma i mercati non erano contenti (non lo sono nemmeno di una manovra da 79 miliardi come dichiarato dai portavoce loro). Viene anche trovato un ordigno inesploso a Roma (un dispositivo che non si trova proprio dal ferramenta,  che strano tempismo, ricorda il lontano '92-93, quando la finanza prese il potere assoluto a suon di bombe) oggi la manovra è di 79 miliardi (dettagli dal blogger Nichilista che ha fatto un ottimo lavoro di chiarezza).
Napolitano sul Corriere:
«Nel prossimo futuro occorreranno altre prove di coesione», ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rispondendo ad una domanda su cosa fare per stabilizzare i conti pubblici.

Draghi su Tempi.it:

Secondo il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi «la manovra presentata dal governo è un passo importante, ma occorre definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure ulteriori volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. Perché a questo soprattutto guardano i mercati»

Il sole24 ore (il giornale dell'industria parassitaria, quella del libero mercato con i soldi pubblici):
"Purtroppo il costo di non fare niente è ancora maggiore e la nostra classe politica non sembra essersene resa conto. Dobbiamo agire subito, domani potrebbe essere troppo tardi."

Capito? I politici non ubbidiscono abbastanza ai dettami dei mercati, caspita, non sanno che è il loro scopo? 

Rimando alla salutare lettura di I "Bocconiani e la ricetta per uscire dalla crisi" di Sollevazione

mercoledì 13 luglio 2011

Attacco speculativo contro Italia: fortuna che l'appartenenza all'euro "ci avrebbe salvati"

 
  Aggiornamento: Inserisco qui un'azzeccata "conclusione" di Debora Billi

 

L'Italia è il nuovo bersaglio. Facile: in piena crisi, con un governo e un'opposizione che litigano per il palcoscenico in quella che è ormai la tragedia quotidiana degli Italiani, con i media pronti a qualunque genere di servizietto data la loro profonda commistione con il potere politico e finanziario, con la struttura dello stato interamente devoluta all'obbedienza di organizzazioni o istituzioni private internazionali.
Ancor più semplice piegare una massa la cui opinione pubblica è plasmata dalla televisione: un insieme sfaccettato, composto però anche di molti furbetti, approfittatori, opportunisti, da numerose persone sotto ricatto (posto di lavoro, casa, lista all'ospedale, carriera universitaria o professionale), da troppi gruppi affetti da malsane ambizioni (ah! quanto può la promessa di una poltrona

martedì 12 luglio 2011

Ecco chi ci apprestiamo a votare, la "sagra paesana"

Il Berlusca è al tramonto, scomparso dalle scene. I suoi litigano e tengono in vita il moribondo esecutivo solo per la poltrona. Il Paese, o almeno buona parte di esso, invoca elezioni anticipate per poter finalmente mandare al governo "gente responsabile per salvare il Paese".
Faremmo bene ad approfondire chi è e cosa farà in realtà questa gente, che ci apprestiamo a votare con tanto entusiasmo e sollievo immaginando finalmente un'Italia liberata. Interessanti lumi ce li fornisce Enrico Letta, uno dei massimi rappresentanti del CLN PD, in questa intervista uscita su Repubblica.
Sottolineando che il partito si muove "sulla linea del Colle", onde fregiarsi della benedizione del Presidente che, si sa, in Italia è più indiscutibile dello stesso Pontefice ed è "amatissimo" per default, ecco che Letta ci spiega la ricetta che verrà cucinata non appena Berlusconi finirà nel suo sarcofago egizio.

Freedom Flotilla o False Flag?

 Il sistema è astuto, crea i cattivi ed i buoni, solitamente suddivisi in destra e sinistra, a destra si relega i cattivi, a sinistra son quelli dai buoni sentimenti.
Peccato che quest'ultimi siano creati per "dissuadere" o meglio "addomesticare", "normalizzare" le proteste o progetti all'apparenza anti-sistema. In Italia lo possiamo vedere con i movimenti, che difficilmente riescono a rimanere apartitici, deve esserci sempre la solita manina rossa a dirottarne gli scopi.Vedasi il Dal Molin, che una volta entrato in giunta Pd non si sente più (ci sono altri esempi che non tratterò qui).Una tecnica ad esempio che usano per "appropriarsi" dei movimenti è quella di elaborare piattaforme omnicomprensive, chiedere la partecipazione del movimento mettendo una riga nella piattaforma che ne "avalli" la partecipazione ed il gioco è fatto. Si pensi al cantiere che abbiamo qui a Chiomonte ed alla fiaccolata (che caso strano non ha infastidito nessuno ed è piaciuta pure alla stampa -in questo caso da Repubblica che tanti strali lancia a favore della To-Ly- che caso) che è stata organizzata a Torino con la partecipazione del movimento no tav, su una piattaforma che cita i  "beni comuni". Peccato che i soggetti firmatari/promotori siano legati a quei partiti che tali beni comuni hanno tradito a più riprese. Con la morte del povero Arrigoni  l'area di sinistra si è completamente appropriata della causa palestinese, epurando coloro che non essendo legati ai partiti di sinistra  risultino "non graditi" (strane defezioni ad incontri per contribuire alla Flotillia promossa da sogggetti non di sinistra, disconoscimento addirittura di collaborazioni di lunga data). Peccato, per i palestinesi ai quali una mano tesa faceva comodo e penso non interessino loro le "credenziali" politiche di chi tende loro la mano. Ma tant'è.


FF2 - Freedom Flotilla o False Flag?


‘Il Mediterraneo non è proprietà di Israele’ (ma della NATO sì!)
Il logo riprenderebbe i colori della Palestina, ma se si osserva bene la scritta, sembra riprendere invece i colori del vessillo monarchico libico usato dai golpisti di Bengasi.
Il quotidiano arabo al-Hayat, di Londra, il 30 aprile 2011, aveva riferito che Khaled Mashaal e altri alti funzionari di Hamas, avrebbero progettato di trasferirsi dalla Siria al Qatar, mentre l’ala militare si sarebbe installata nella Striscia di Gaza e un ufficio d’interesse di Hamas sarebbe stato aperto a Cairo. Ma un funzionario di Hamas, secondo la radio militare israeliana, avrebbe smentito tutto ciò, dicendo che la direzione del partito non aveva intenzione di lasciare Damasco, ed ha anche negato la notizia che l’Egitto avesse accettato di aprire una sede di Hamas. Secondo al-Hayat, il Qatar aveva accettato di ospitare la leadership di Hamas, dopo che l’Egitto e la Giordania avevano respinto la richiesta, ma avrebbe rifiutato di ospitare i capi militari. Tali notizie sono state pubblicate subito dopo che Fatah e Hamas avevano accettato di firmare un accordo di riconciliazione. Gli Stati Uniti, nel frattempo, tramite il direttore della pianificazione politica del Dipartimento di Stato, Jacob Sullivan, facevano sapere che: “se un nuovo governo palestinese nascerà, lo valuteremo in base alla sua politica e ne determineremo, quindi, le implicazioni per la nostra assistenza“. Sullivan aveva sottolineato che qualsiasi nuovo governo palestinese dovrebbe accettare i principi fissati dal quartetto diplomatico di Stati Uniti, ONU, UE e Russia, per la cosiddetta roadmap per la pace. Questi tre principi sono: rinunciare alla violenza, accettare gli accordi passati e riconoscere il diritto di Israele ad esistere. L’accordo, annunciato al Cairo, ha visto Fatah che domina la Cisgiordania e i governanti islamici di Gaza, essere d’accordo nel formare un governo di transizione prima delle elezioni, entro un anno. “Sosteniamo la riconciliazione palestinese a condizioni che promuova la causa della pace“, ha sottolineato Sullivan. “I termini di questo accordo, le specifiche di esso e come sarà attuato, sono aspetti che stiamo continuando a studiare.”
Qualche mese prima a Doha, capitale del Qatar, il 25 ottobre 2010, legali e avvocati  internazionali che rappresentavano le vittime della Gaza Freedom Flotilla (la prima ovviamente) avevano annunciato la costituzione del “Gruppo Giustizia per la Gaza Freedom Flotilla.” L’annuncio si ebbe dopo la conclusione di un incontro di due giorni tenutosi il 23 e 24 ottobre, volto a coordinare le azioni legali per far ritenere Israele responsabile dell’attacco alla Freedom Flotilla del 31 maggio 2010. L’incontro era ospitato da al-Fakhoora*, una iniziativa basata a Doha (Qatar) che riunisce 70 rappresentanti di 20 paesi. I gruppi di pressione internazionale, gli esperti legali e dei media, e gli avvocati presenti si incontrarono in una serie di workshop per elaborare una strategia globale per le azioni legali nazionali, regionali e internazionali, un coordinamento inter-organizzativo e la mobilitazione dei media. Il Gruppo Giustizia per la Gaza Freedom Flottiglia è il centro del coordinamento, volto a facilitare la comunicazione e lo scambio di informazioni tra gli avvocati che lavorano per conto delle vittime della prima flottiglia.

domenica 10 luglio 2011

Un piatto di lenticchie

Si può compensare o ridurre il danno rappresentato dalla più grande base militare Usa in Europa in costruzione al posto di un’ex aeroporto civile, tolto d’imperio alla comunità locale, da uno Stato che si priva di un’area di sua proprietà pur di obbedire ai desiderata di una potenza straniera, alleata di nome e padrona di fatto? Per un cittadino che non voglia rassegnarsi alla condizione di suddito, la risposta non può essere che no. La nuova caserma al Dal Molin di Vicenza era e resta un clamoroso abuso: di sovranità nazionale, perché l’Italia, indifferentemente governata dalla destra o dalla sinistra, ha regalato una porzione di territorio a Washington che vi installa truppe e armamenti usati per guerre americane (Irak, Afghanistan); di sovranità locale, perché Roma non ha riconosciuto alcun diritto di autodeterminazione alla popolazione vicentina negandole finanche una semplice consultazione (avvenuta comunque in modo autogestito, senza valore legale), e questo in base a un’inesistente natura di “difesa nazionale” attribuita a un insediamento interamente extraterritoriale; infine è stato uno stupro di democrazia.....
- la tanto decantata democrazia - perché a vent’anni dalla fine della Guerra Fredda il trattato bilaterale del 1955 che ha dato legittimità formale al via libera italiano è coperto da un anacronistico segreto che ha reso impossibile qualsiasi trasparenza sui lavori, sulle conseguenze ambientali, su eventuali dotazioni belliche, e che soprattutto nega agli italiani tutti di poter rifiutare, se lo volessero, concessioni così umilianti e arbitrarie.
Detto questo, si può capire che gli amministratori locali cerchino di salvare il salvabile e portare a casa almeno qualche contropartita per non vedersi cornuti e mazziati. Mercoledì 6 luglio il sindaco Achille Variati (Pd) ha firmato un protocollo d’intesa col governo in cui ottiene un magro piatto di lenticchie: 10,5 milioni di euro per la bonifica del terreno rimasto libero

venerdì 8 luglio 2011

No Tav- Pronti? Si dorme!!

Purtroppo non sò che cosa stia succedendo, constato con amarezza una gran mancanza di volontà di reazione all'instaurazione del cantiere. Sono passate quasi due settimane dall'occupazione della Maddalena per la realizzazione del tunnel. Le iniziative latitano, peccato, perché l'accesso alla baita che è costata denunce per abusivismo, adesso è libera, la si potrebbe "vivere", ma purtroppo non si muove foglia. Lascio le mie perplessità alla cara amica Cathy.
Barbara

NO TAV - Pronti? Si dorme!!





Catherine

A distanza di una settimana dalla marcia sulla centrale di Chiomonte allo scopo di dimostrare che il TAV non lo vuole nessuno - e non soltanto i valsusini come si è potuto anche constatare dall'affluenza alla protesta del lunedì 26 giugno - e non reiterando qui le numerose e valide ragioni che motivano questo rifiuto portato avanti da 20 anni dai coraggiosi Valsusini, si può ben vedere che gli italiani cominciano ad avere una visione molto più chiara della situazione, non solo sulle infrastrutture-fregature come il TAV o il ponte di Messina per citare le più famose, ma sulla politica tutta che, e si sta delineando sempre di più, non risponde affatto a chi le ha affidato i propri voti, i propri soldi, la propria forza di lavoro, la propria vita, cioè i cittadini, ma risponde a interessi finanzieri e lobbies che poco hanno a che fare col benessere dei cittadini.
Tutto questo quadro sembrerebbe molto roseo: constatare che le tattiche politiche, il cui TAV - mantenuto a distanza dai motivatissimi abitanti della Valle - è un emblema perfetto, appaiono sempre più evidenti a un sempre più gran numero di persone è davvero confortante, ma il problema che sembra profilarsi all'orizzonte è l'affaticamento del movimento stesso. 
E ciò è dovuto a diverse ragioni....