NAPOLITANO E LA TRATTATIVA STATO-MAFIA-NATO
Era prevedibile che la caduta del Buffone di Arcore, con la
conseguente fine del suo effetto di distrazione, mettesse in rilievo
altri conflitti d'interesse rimasti precedentemente privi della dovuta
attenzione. In questo senso, non sarebbe corretto dire che Giorgio
Napolitano abbia "ereditato" lo scontro con le Procure, dato che egli ne
era già ampiamente partecipe in precedenza. Nel luglio dello scorso
anno, nel corso di un'udienza al Quirinale ai magistrati in tirocinio,
il presidente Napolitano, in una sorta di slancio profetico, emise un
suo pubblico anatema contro l'abuso delle intercettazioni giudiziarie.
In quell'occasione, molti commentatori affermarono che Napolitano aveva
parlato da supremo garante dell'equilibrio dei poteri costituzionali; in
realtà i fatti successivi hanno dimostrato che Napolitano già pensava
esclusivamente al suo interesse personale di possibile indagato. [1]
Per correre in soccorso di Napolitano, un Eugenio Scalfari scucito e sconnesso,
Per correre in soccorso di Napolitano, un Eugenio Scalfari scucito e sconnesso,