Pubblichiamo un articolo tratto dal quotidiano "Il Giornale". L'autrice dedica il pezzo ai rischi connessi ai nano-materiali nell'ambito degli ambienti di lavoro. Le nano-particelle sono micidiali per gli esseri viventi, perché, oltrepassata ogni difesa dell'organismo, si insediano soprattutto nell'encefalo, causando malattie anche gravi. Purtroppo i toni rassicuranti del testo non convincono per nulla sia perché non è certo sufficiente qualche grida manzoniana per difendere la salute sia poiché il nano-particolato non è circoscritto solo ad alcuni stabilimenti e laboratori: le chemtrails, infatti, sono mortali miscele di veleni sotto forma di nano-strutture e nano-composti. L’invasione correlata alle scie chimiche, infatti, è quotidiana e planetaria: ecco perché le malattie provocate da nano-particelle sono in spaventoso aumento fra tutta la popolazione e non solo tra reduci, tecnici ed operai.
Piccoli, piccolissimi, praticamente invisibili ad occhio nudo, ma penetranti. Rappresentano "il pulviscolo del Terzo millennio". Sono i "nano-materiali". Formano uno sciame di microparticelle, frutto delle nuove produzioni sempre più tecnologiche. Ci sono, ma non si vedono. Eppure ci penetrano, lentamente, mentre ancora non sappiamo che cosa ci faranno. Basti pensare all'incredibile impatto che produrranno sull'economia mondiale questi piccoli intrusi, sconosciuti forse, quanto nocivi. Ebbene, entro il 2015, saranno 10 milioni i lavoratori esposti alle nanoparticelle, la cui tossicità è tutta da verificare.
A lanciare l'allarme sulle nanotecnologie è stata l'ottava edizione della conferenza internazionale Ioha su salute, sicurezza ambientale e lavoro, organizzata dall'A.I.D.I.I. (Associazione italiana degli igienisti industriali) con I.N.A.I.L. ed I.S.P.E.S.L., in programma a Roma dal 28 settembre al 2 ottobre, all'Università Urbaniana. E' stata una cinque-giorni che ha riunito più di 1.000 scienziati da 50 paesi del mondo, compresi Cina ed Iran, rappresentando un primato internazionale ed un'eccellenza italiana (sic).
In pratica, dopo il boom della microfibra, è la volta dei nano-materiali. Si progettano nuovi farmaci e chemioterapici, materiali termici, vernici, pneumatici, innovative forme di energie e tanto altro. Ma c'è un rovescio della medaglia. Come spiega Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell'I.S.P.E.S.L., «i nuovi cicli tecnologici causeranno anche nuove esposizioni dei lavoratori impegnati nelle produzioni». Non a caso, il 2009 è stato un anno record per le malattie professionali in Italia, con più di 34mila denunce. Un dato I.N.A.I.L. che fa riflettere. Secondo l'ingegner Michele Casciani, presidente A.I.D.I.I. ed organizzatore della cinque-giorni, «troppo spesso ci si preoccupa del numero degli infortuni, trascurando le malattie professionali, che sono in aumento proprio perché esposte a nuove insidie nei sistemi di lavoro e produzione, come le nanotecnologie. Per fortuna (sic) l'Italia ed i nostri ricercatori sono all'avanguardia in campo internazionale sui temi dell'ambiente e della salute e la nostra conferenza lo ha testimoniato ampiamente». Per gli esperti intervenuti alla cinque-giorni, il 30% delle denunce di malattie professionali riguarda le ipoacusie e le patologie causate da amianto e silicio. Non mancano le nuove patologie muscolo-scheletriche e quelle legate allo stress.
Un altro dato allarmante è costituito da uno studio sull'inquinamento acustico secondo il quale il rumore urbano, associato ad aeroporti o al traffico delle auto, fa aumentare la pressione sanguigna, le malattie cardiovascolari ed il rischio d'infarto. Per dirimere questa guerra tra ambientalisti e fautori della tecnologia presto sarà pronto un decreto ministeriale per censire le aziende che usano nanostrutture sul territorio nazionale.
C'è da confidare nella norma sulle responsabilità sociale delle imprese, la Iso 26000, che ha raccolto il più ampio consenso internazionale degli scienziati intervenuti alla cinque-giorni e che fornirà alle organizzazioni pubbliche e private una guida armonizzata ed universalmente applicabile alle pratiche di responsabilità sociale. Una garanzia in più per tutti i lavoratori.(sic)
Fonte: Il Giornale
Tanker Enemy
Piccoli, piccolissimi, praticamente invisibili ad occhio nudo, ma penetranti. Rappresentano "il pulviscolo del Terzo millennio". Sono i "nano-materiali". Formano uno sciame di microparticelle, frutto delle nuove produzioni sempre più tecnologiche. Ci sono, ma non si vedono. Eppure ci penetrano, lentamente, mentre ancora non sappiamo che cosa ci faranno. Basti pensare all'incredibile impatto che produrranno sull'economia mondiale questi piccoli intrusi, sconosciuti forse, quanto nocivi. Ebbene, entro il 2015, saranno 10 milioni i lavoratori esposti alle nanoparticelle, la cui tossicità è tutta da verificare.
A lanciare l'allarme sulle nanotecnologie è stata l'ottava edizione della conferenza internazionale Ioha su salute, sicurezza ambientale e lavoro, organizzata dall'A.I.D.I.I. (Associazione italiana degli igienisti industriali) con I.N.A.I.L. ed I.S.P.E.S.L., in programma a Roma dal 28 settembre al 2 ottobre, all'Università Urbaniana. E' stata una cinque-giorni che ha riunito più di 1.000 scienziati da 50 paesi del mondo, compresi Cina ed Iran, rappresentando un primato internazionale ed un'eccellenza italiana (sic).
In pratica, dopo il boom della microfibra, è la volta dei nano-materiali. Si progettano nuovi farmaci e chemioterapici, materiali termici, vernici, pneumatici, innovative forme di energie e tanto altro. Ma c'è un rovescio della medaglia. Come spiega Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell'I.S.P.E.S.L., «i nuovi cicli tecnologici causeranno anche nuove esposizioni dei lavoratori impegnati nelle produzioni». Non a caso, il 2009 è stato un anno record per le malattie professionali in Italia, con più di 34mila denunce. Un dato I.N.A.I.L. che fa riflettere. Secondo l'ingegner Michele Casciani, presidente A.I.D.I.I. ed organizzatore della cinque-giorni, «troppo spesso ci si preoccupa del numero degli infortuni, trascurando le malattie professionali, che sono in aumento proprio perché esposte a nuove insidie nei sistemi di lavoro e produzione, come le nanotecnologie. Per fortuna (sic) l'Italia ed i nostri ricercatori sono all'avanguardia in campo internazionale sui temi dell'ambiente e della salute e la nostra conferenza lo ha testimoniato ampiamente». Per gli esperti intervenuti alla cinque-giorni, il 30% delle denunce di malattie professionali riguarda le ipoacusie e le patologie causate da amianto e silicio. Non mancano le nuove patologie muscolo-scheletriche e quelle legate allo stress.
Un altro dato allarmante è costituito da uno studio sull'inquinamento acustico secondo il quale il rumore urbano, associato ad aeroporti o al traffico delle auto, fa aumentare la pressione sanguigna, le malattie cardiovascolari ed il rischio d'infarto. Per dirimere questa guerra tra ambientalisti e fautori della tecnologia presto sarà pronto un decreto ministeriale per censire le aziende che usano nanostrutture sul territorio nazionale.
C'è da confidare nella norma sulle responsabilità sociale delle imprese, la Iso 26000, che ha raccolto il più ampio consenso internazionale degli scienziati intervenuti alla cinque-giorni e che fornirà alle organizzazioni pubbliche e private una guida armonizzata ed universalmente applicabile alle pratiche di responsabilità sociale. Una garanzia in più per tutti i lavoratori.(sic)
Fonte: Il Giornale
Tanker Enemy
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