La storia delle apparecchiature elettroniche. Il motivo per cui se si rompono non si possono riparare. Video
E’ appena arrivato sul web il video “The story of electronics” (“La storia delle apparecchiature elettroniche”) di Annie Leonard, che ha già raccontato i retroscena di produzione, inquinamento e consumo nei cartoni animati “La storia delle cose”, “La storia dell’acqua in bottiglia”, “La storia del cap and trade”, relativo quest’ultimo ai nefasti meccanismi finanziari cui va di moda affidarsi per limitare le emissioni di gas serra.
Le apparecchiature elettroniche sono fatte per non durare. Ce ne rendiamo conto conto tutti. Comprare un mouse nuovo costa pochissimo. Cercare di far riparare quello vecchio (poniamo che il gatto si mangi il filo: ogni tanto a casa mia capita) è un’impresa impossibile. Ebbene, tutto questo è parte di una strategia precisa.
Se le apparecchiature elettroniche non si possono riparare o aggiornare, i consumatori ne acquistano di nuove e le aziende ci guadagnano, Ovvio. Ma il prezzo lo pagano gli uomini e l’ambiente.
Computer & C. non sono particolarmente ecologici. Anzi. Per produrli si impiegano Pvc, ritardanti di fiamma, metalli pesanti che sono tossici e velenosi per l’ambiente.
I lauti guadagni delle aziende, spiega Annie Leonard, sono possibili solo perchè esse scaricano sui singoli e sulla società i costi sanitari ed ecologici del loro operato. E questi costi esistono – eccome! – anche quando le apparecchiature elettroniche non più utilizzate vengono avviate al riciclaggio nel Sud del mondo, dove la gente affronta a mani nude le sostanze tossiche e si disfa di ciò che è inutilizzabile senza tanti riguardi per l’ambiente.
La principale soluzione proposta da Annie Leonard è vietare per legge l’esportazione dei rottami elettronici ed investire le aziende produttrici del compito di riciclarli nel luogo in cui sono stati venduti.
Io aggiungo due suggerimenti. Primo, tenere presente l’ ecoguida all’elettronica periodicamente pubblicata da Greenpeace (qui una delle ultime edizioni), che considera fra l’altro l’impegno delle aziende nel riciclaggio e nel ridurre l’uso delle sostanze tossiche. Secondo, pensarci due volte prima di rottamare.
La strada è in salita, lo so. Ma alcuni accorgimenti sono sorprendentemente facili. Ad esempio, un computer vecchiotto torna a correre come un ragazzino se si installa un sistema operativo leggero (e soprattutto gratuito) come Ubuntu, quello che io uso. Ed esistono ottimi metodi casalinghi per riparare alcuni fra i più comuni guasti che mettono fuori uso cellulari e simili.
Le apparecchiature elettroniche sono fatte per non durare. Ce ne rendiamo conto conto tutti. Comprare un mouse nuovo costa pochissimo. Cercare di far riparare quello vecchio (poniamo che il gatto si mangi il filo: ogni tanto a casa mia capita) è un’impresa impossibile. Ebbene, tutto questo è parte di una strategia precisa.
Se le apparecchiature elettroniche non si possono riparare o aggiornare, i consumatori ne acquistano di nuove e le aziende ci guadagnano, Ovvio. Ma il prezzo lo pagano gli uomini e l’ambiente.
Computer & C. non sono particolarmente ecologici. Anzi. Per produrli si impiegano Pvc, ritardanti di fiamma, metalli pesanti che sono tossici e velenosi per l’ambiente.
I lauti guadagni delle aziende, spiega Annie Leonard, sono possibili solo perchè esse scaricano sui singoli e sulla società i costi sanitari ed ecologici del loro operato. E questi costi esistono – eccome! – anche quando le apparecchiature elettroniche non più utilizzate vengono avviate al riciclaggio nel Sud del mondo, dove la gente affronta a mani nude le sostanze tossiche e si disfa di ciò che è inutilizzabile senza tanti riguardi per l’ambiente.
La principale soluzione proposta da Annie Leonard è vietare per legge l’esportazione dei rottami elettronici ed investire le aziende produttrici del compito di riciclarli nel luogo in cui sono stati venduti.
Io aggiungo due suggerimenti. Primo, tenere presente l’ ecoguida all’elettronica periodicamente pubblicata da Greenpeace (qui una delle ultime edizioni), che considera fra l’altro l’impegno delle aziende nel riciclaggio e nel ridurre l’uso delle sostanze tossiche. Secondo, pensarci due volte prima di rottamare.
La strada è in salita, lo so. Ma alcuni accorgimenti sono sorprendentemente facili. Ad esempio, un computer vecchiotto torna a correre come un ragazzino se si installa un sistema operativo leggero (e soprattutto gratuito) come Ubuntu, quello che io uso. Ed esistono ottimi metodi casalinghi per riparare alcuni fra i più comuni guasti che mettono fuori uso cellulari e simili.
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