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lunedì 26 settembre 2011

La guerra in Libia non esiste per la marcia Perugia Assisi che parla di lavoro

Aggiunta: Si sono tanto "affranti" per le sorti dei migranti lasciati morire dalla Nato stessa, ecco già questo denota o la mala fede o la malafede, non concedo il beneficio dell'ingenuità a chi ritiene che la Nato sia paladina dei diritti umani e contemporaneamente si "stupisce" che lascia i migranti morire in mare.
Non paghi, questi pacifinti, continuano a sostenere la causa "umanitaria" dove Nato richiede, continua a non vedere UN ACCIDENTE DEI CRIMINI COMMESSI dalla Nato e dai suoi galoppini del Cnt.
Segnalo uno dei tanti reportage di giornalisti seri (come Thierry Meyssan, come documenta Russia Today per citare due esempi) , non venduti che riportano con precisione di tali crimini, COME MAI STI PACIFINTI NON LI VEDONO E SE LI VEDONO, PERCHE' LI CENSURANO E NON LI CONDANNANO??????


Caccia alle streghe nella Libia "libera" di Lizzie Phelan
Probabilmente gli "oratori" della marcia convergendo con la versione di Obama secondo la quale non estirebbe la guerra in Libia, hanno preferito ripiegare su temi certo importanti quali moralità in politica e lavoro. E' una marcia dell'ipocrisia, la più bieca e opportunistica perché si tratta di assistere silenziosamente complici dell'ennesimo massacro, ma non paghi, si vuole anche apparire pacifisti. Come non notare che tra gli "sponsor" politici della manifestazione stessa vi siano istituzioni e personaggi che "si impegnano contro il degrado", si impegnano a non stare a guardare e dato l'asservimento totale alla cementificazione, al neoliberismo è vero, si impegnano a darci dentro tutti insieme. Il sindaco di Perugia dichiara che l'Italia migliore è in piazza per la marcia, ma, a proposito di "degrado" difende Bersani dallo scandalo Penati adducendo ad brutto tentativo di "gettare fango" boicottando l'alternativa che il Pd sta costruendo. Peccato che il suo alternativo partito non consideri l'ipotesi di abbandonare uno che uno scenario di guerra ma rinnovi fedeltà all'imperialismo atlantico con il sangue, d'altri s'intende. 

Quella "Italia migliore", che gradisce i bombardamenti "umanitari", non si interroga su come mai si levino sempre tante voci in coro indignate per lo smantellamento dei diritti dei lavoratori  ma da questo coro non si levi mai una parola di rimprovero per i sindacati che firmano la "svendita" di tali diritti da ormai venti anni, come mai non si riproveri gli ambienti sindacali (non sarebbero loro i tutori dei deboli?) di aver fatto fallire il referendum per l'estensione dell'art 18 (ricordate Cofferati? Andate al mare) anche agli operai di aziende sotto i 15 dipendenti che a quanto pare si ritengano figli di un Dio minore, come mai non abbiano pensato di  raccolgliere firme per indire un referendum per l'abrogazione della Biagi (di tempo ne hanno avuto eh, ben 8 anni)  invece di limitarsi a banfare di precariato  in occasione di qualche sceneggiata in piazza, o più semplicemente, visto che lor signori amano la globalizzazione sostenendo che si "estendono i diritti agli altri popoli" (peccato non siano in grado di proporre esempi di quando ciò sarebbe avvenuto almeno una volta), come mai non hanno pensato a richiedere un reddito minimo di cittadinanza, già in essere in tutti ma proprio tutti i paesi europei? Sono sviste parecchio grossolane ed evidenti per non presumere siano in "combutta" con lo status quo per non stravolgerlo, perciò ecco che sulla guerra adottano la stessa politica doppiogiochista.

Penso che Marinella Correggia ben espliciti l'ipocrita marcia per salvarsi la faccia (nella lettera riporta solo alcune delle evidente macroscopiche che in Libia è in corso un'aggressione non una tutela di civili, ma nonostante sia caduta la maschera, costoro  "parlano d'altro"), sotto riporto le parole di Ferrero e le consideraziondi di Gaspare Sciortino  dal sito Aurora che spiega molto bene quanto l'imperialismo sia caro ai cosiddetti "alternativi radicali".

Barbara

LETTERA APERTA AGLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI ED A TUTTI I PACIFISTI ITALIANI
DI MARINELLA CORREGGIA

Roma, 21.09.2011

Alla Tavola della Pace

Via della Viola, 1

06122 Perugia Fax: 075/5739337 email: info@perlapace.it

e p.c.

alle associazioni, ai “movimenti”, agli organi istituzionali ed ai media invitati alla Conferenza di presentazione della “Marcia per la pace” Perugia-Assisi, 2011.


Nel manifesto di convocazione della "Marcia per la Pace" sono contenuti generici appelli contro "le guerre", "la violenza", "il commercio delle armi" ed a "mettere fine alla guerra in Libia, in Afghanistan".

Ma allora vi chiediamo: da sei mesi è in corso in Libia, a soli 500 km dall'Italia, una sanguinosa guerra che ha comportato 9.000 azioni di bombardamento, che ha causato immani distruzioni e privazioni per la popolazione, migliaia, o forse decine di migliaia, di vittime civili innocenti, centinaia di migliaia di profughi.

DOVE ERAVATE IN QUESTI 6 MESI? Eravate voltati dall'altra parte?


Piccoli gruppi come i nostri hanno tentato di sensibilizzare l'opinione pubblica con una serie di manifestazioni ignorate dalla stampa. Abbiamo manifestato davanti all'ambasciata di Francia, davanti a Montecitorio, in Pza Venezia; ci siamo recati presso le ambasciate dei paesi non belligeranti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Cina, Russia, India, Brasile, Sudafrica) per chiedere di favorire un cessate il fuoco immediato ed una mediazione tra le parti sotto l'egida di organizzazioni neutrali quali l'Unione Africana o i paesi sudamericani. Tramite comunicati abbiamo invitato tutti a partecipare a queste azioni di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, eppure ci siamo sempre ritrovati soli. Dove eravate? Quali iniziative per fermare la guerra avete intrapreso voi?

Non vi siete accorti che i paesi aggressori (USA, Francia, Gran Bretagna, Italia, paesi della NATO, monarchie arabe reazionarie come il Qatar e gli Emirati) stavano violando lo spirito e la lettera della risoluzione dell'ONU che parlava di una presunta azione di "protezione dei civili", ponendosi invece l'obiettivo di un cambio di regime con la forza delle armi? Non vi siete accorti che gli insorti erano continuamente riforniti di armi e appoggi logistici e militari e sobillati a non aderire ad alcuna trattativa? Non vedete che l'unico scopo di questa operazione è la spartizione delle risorse della Libia in un ambito neo-coloniale?

Perché non una parola di condanna avete espresso sui bombardamenti e le azioni militari degli aggressori? L'unica parola di condanna esplicita l'avete rivolta contro un altro paese, la Siria, dove il governo ha aperto un dialogo con l'opposizione più responsabile. Ma anche in questo caso, come in Libia, frange di Al-Qaeda, integralisti islamici radicali ed ex-combattenti dell'Afghanistan vengono forniti di armi e sobillati da USA, Francia, Gran Bretagna e monarchie arabe reazionarie (Arabia Saudita in testa) a destabilizzare il governo, negando ogni dialogo.

STATE FORSE INDICANDO AI BOMBARDIERI DELLA NATO IL PROSSIMO  OBIETTIVO?

Vi ricordiamo che tutte le guerre e le aggressioni precedenti sono state precedute da bugie palesi (armi di distruzione di massa di Saddam, massacro di 10.000 civili libici mai avvenuto con relative false immagini di fosse comuni, ecc.) e giustificate con la retorica dei "diritti umani" violati.

VI CHIEDIAMO: VI RISULTA CHE LE CONDIZIONI MORALI E MATERIALI DEI CIVILI DELL'IRAQ, DELLA SOMALIA, DELL'AFGHANISTAN, DEL KOSSOVO, ED OGGI DELLA LIBIA SIANO MIGLIORATE DOPO GLI INTERVENTI ARMATI "UMANITARI" OCCIDENTALI? L'UNICO RISULTATO SONO STATI MILIONI DI MORTI E DI PROFUGHI, GUERRA CIVILE, DISASTRO UMANITARIO, CROLLO DI TUTTE LE CONDIZIONI DI VITA.

Ed ora le popolazioni delle città libiche di Sirte, Bani Walid e Sabha rischiano di essere massacrate dagli insorti, sotto l'egida di una operazione ONU approvata "per proteggere i civili" e con il silenzio-assenso vostro e di chi vi sostiene.

IN QUESTE CONDIZIONI LA "MARCIA DELLA PACE" DIVENTA UN SEPOLCRO IMBIANCATO.

Questi sono i motivi per cui non aderiamo alla marcia in quanto associazioni. Non avalliamo iniziative rituali ed istituzionali, ma continueremo con le nostre iniziative concrete a favore di un cessate il fuoco e di un dialogo tra le parti in Libia, come in Siria.

Rete NoWar – Roma Citizens against War – Rome


Almeno Peacelink fa notare certe incogruenze ormai impossibili da ignorare:

Libia: Ban Ki-moon come Ponzio Pilato di fronte all'assedio di Sirte

Ecco le dichiarazioni di Ferrero, futuro "alleato di Bersani":

"Contro il degrado di questa Italia, non possiamo stare a guardare".

Non a caso uno dei temi cardine della Marcia Perugia-Assisi di quest'anno sarà il lavoro, poiché non può esserci pace senza giustizia sociale, come hanno ricordato il rappresentante della Cgil e quello delle Acli. Ma anche i giovani, i primi a poter e a dover parlare di futuro, ma anche del presente, che li vede in questo paese le principali vittime dei tagli alle risorse per l'istruzione e lo stato sociale. Se ne incontreranno 4 mila a Bastia Umbra. Ci sono le associazioni come Libera e le vittime di mafia, come ha ricordato Tonio Dall'Olio. Ma un forte gesto simbolico sarà messo in campo durante la Marcia anche per ricordare la tragedia muta dei migranti che muoiono in mare: 1.500 dall'inizio dell'anno, ha ricordato Paolo Ciconte di Amnesty International. Che dedica quest'anno la sua presenza alla Marcia proprio ai morti dimenticati dei viaggi della speranza e della disperazione, distribuendo 1.500 maschere bianche che marceranno fino ad Assisi. "
Tratto dal Manifesto


domenica, 04 settembre 2011 L'insostenibile adesione della sinistra italiana ed europea all'imperialismo.

“Noi eravamo per la trattativa prima della guerra, siamo per la trattativa oggi. Pensiamo che la costruzione di una Libia democratica, liberata dal dittatore Gheddafi e dalle sue camarille senza diventare un protettorato dei bombardatori sia l’unico obiettivo legittimo. Prendiamo atto che non è così per coloro che hanno fatto l’ennesima guerra umanitaria e la distanza da loro non è solo politica ma anche morale”. Le precedenti parole sono del segretario di Rifondazione Comunista in un articolo pubblicato su Liberazione il 2 settembre. Nell'articolo il segretario di Rifondazione espone anche un punto di vista corretto circa l'ipocrisia della guerra umanitaria in realtà fatta per il puro interesse di impadronirsi del petrolio libico da parte dell'alleanza atlantica, così come della resistibile menzogna sottesa alla risoluzione n. 1973 con la quale si dovevano “proteggere i civili". Parla naturalmente anche dell'informazione con l'elmetto e dell'attuale scomparsa del protagonismo dell'Onu nell'attuale frangente delle carneficine compiute dai mercenari della Nato, dopo aver aperto e legittimato lo scenario di aggressione e guerra..
Ma il punto dirimente dell'intero articolo che ne costituisce la sintesi e l'indirizzo politico è il passo finale da me citato. “Pensiamo che la costruzione di una Libia democratica, liberata dal dittatore Gheddafi e dalle sue camarille senza diventare un protettorato dei bombardatori sia l’unico obiettivo legittimo.”
Quindi nei fatti Ferrero concorda che era un obbiettivo legittimo costruire, da parte di soggetti terzi, diversi dal popolo libico, una Libia “democratica”. A questo punto l'interventismo della Nato e dei suoi bombardieri potrebbe essere soltanto un incidente di percorso, una contraddizione che poteva essere evitata! Bisognava, in effetti...”liberare la Libia dal dittatore Gheddafi e dalle sue camarrille!” In questa breve frase è concentrata tutta la miseria del pensiero della sinistra italiana (ma anche europea...leggere analoghi articoli del quotidiano dei comunisti francesi) e la sua perdita di orientamento nell'attuale assetto unipolare del pianeta contrapposto ai nuovi poli emergenti (Cina, India, Venezuela, nonché la vecchia Russia).
Nei fatti si confessa in maniera abbastanza palese l'adesione all'orizzonte euroamericano sia in termini ideologici, cioè i valori della democrazia e dei diritti civili, sia in termini economici il cui grimaldello è proprio la guerra imperialista, della quale però non si accetta l'efferatezza e l'ipocrisia !
Niente male Ferrero!
Adesso credo sia chiaro perchè la sinistra italiana, non ha mosso un dito (con l'onorevole eccezione della piccola area organizzata dell'Ernesto che quantomeno si è spesa in un'opera di controinformazione militante sui social network) prima e durante l'aggressione imperialista. Non a caso anche Ferrara (esponente di una destra antinterventista quantomeno a parole) se ne è accorto dalle pagine del suo quotidiano e ha potuto sbeffeggiare i pacifisti per la loro adesione all'oltranzismo della fazione democratica americana.
Il pacifismo senza se e senza ma di ieri (Iraq, Serbia) che non riusciva a distinguere tra aggressore e aggredito, ma che ad ogni modo portò in piazza centinaia di migliaia di persone si è trasformato in astensionismo critico (né con la Nato né con Gheddafi) circa la contesa geopolitica considerata affare interno agli assetti imperiali.
Nei fatti una posizione “foglia di fico” che nasconde la sostanziale adesione all'orizzonte strategico occidentale e atlantico (in politica non fare equivale ad aderire a qualcosa d'altro!) e l'adesione ad un' indifferenzialismo cinico e neoqualunquista quando, addirittura, non suffragato da analisi sedicente marxista (vedi le risibili produzioni di Antonio Moscato e Sinistra Critica nonché dei sedicenti trotzkisti francesi consulenti di Sarkozy che avvalorano la tesi della rivoluzione Libica e scoprono nientedimeno le magliette di Che Guevara tra i “ribelli”).
Non intendo spendere una parola in questa breve nota circa le ragioni geostrategiche dell'imperialismo nell'attuale fase di drammatica crisi del capitalismo occidentale come foriere dell'ennesimo scenario di aggressione e di guerra di inizio secolo. Presuppongo che i lettori di questa nota siano sufficientemente colti e informati.
Intendo piuttosto focalizzare l'attenzione su alcuni punti che a mio parere sono dirimenti per tutti coloro che vogliono continuare a credere nella possibilità della costruzione di una forza comunista modernamente attrezzata all'attuale fase.
a) La sinistra (eclettica plurale) dopo lunga agonia, è definitivamente morta a Tripoli e non è il caso di riesumarla.
b) I comunisti se vogliono avere un futuro (quantomeno di riorganizzazione nel breve periodo) devono riattrezzarsi sull'analisi di fase del nuovo assetto imperialista, in potenza multipolare, e riscoprire un riposizionamento, momento per momento, a fianco della lotta degli stati sovrani e legittimi aggrediti, abbandonando l'equidistanza pelosa e lo scimmiottamento dei contenuti dell'avversario (...sono dittature, manca la democrazia, non ci sono i diritti civili ...e tutte le altre nobili amenità propagandate dalle tv di Obama e degli sceicchi dell'Arabia Saudita che naturalmente di diritti e democrazia ne fanno un grande esercizio a Guantanamo o nelle bidonville di Detroit, oppure nelle repressioni militari nel Golfo Persico e della penisola arabica).
c) L'imperialismo euroatlantico, nel quale il nostro paese è inserito nel reparto degli ufficiali di complemento senza potere decisionale, insieme all'esercizio della guerra permanente neocoloniale, per l'acquisizione delle fonti d'energia, insieme all'esercizio del banditismo predatorio per la sottrazione dei capitali (vedi fondi congelati della Libia), attua nelle sue cittadelle la definitiva graduale eliminazione dell'anomalia storica dello stato sociale novecentesco. L'avversario è lo stesso in Libia e in Italia.
I pentiti del comunismo novecentesco in servizio permanente effettivo (PD) e i gruppi di opinione delle formazioni democratiche ad essi legate (Di Pietro, Sel, ecc) costituiscono il polo politico che più coerentemente rappresenta il precedente blocco di interessi di cui al punto c. Inoltre costituiscono la punta avanzata e di sfondamento ideologico in seno al conflitto organizzato in funzione di un suo deragliamento verso falsi obbiettivi quali le campagne fintamente moralizzatrici, l'antipolitica, il leaderismo acritico e delegante nonché l'ennesima ristrutturazione delle regole elettive verso la completa blindatura del maggioritario.
d) Paradossalmente la destra presenta delle evidenti fratture al suo interno, sostanziate dall'agitazione dei gruppi di interessi populistico-protezionisti della Lega e dalle lobby che vedevano di buon grado una saldatura con l'asse Berlino-Mosca.
e) E' da rigettare per tutti coloro che ambiscono soltanto a costruire un'opposizione all'imperialismo con base di massa continuare a farneticare di alleanze democratiche (nei fatti con i partiti organizzati e le lobby dell'avversario).
Viceversa va scoperto e sperimentato un percorso inedito di alleanza democratica con tutti coloro che hanno a cuore l'indipendenza politica ed economica dall'imperialismo, secondo percorsi di sganciamento (vedere l'interessante movimento in Grecia, rappresentato coerentemente dal KKE) e sollecitando l'aggregazione politica di organismi che abbiano l'obbiettivo della difesa dell'economia nazionale dalla fase predatoria e banditesca dell'imperialismo finanziario.
g) si pone all'ordine del giorno la necessità della ricostruzione del partito comunista, capace di innescare una battaglia di cambiamento radicale rispetto alle attuali linee politiche dei due partiti comunisti esistenti in Italia, per la riunificazione, sconfiggendo al loro interno le illusioni del radicalismo post-moderno manovrato dall'imperialismo. E' necessario ricostruire interesse nel paese circa la trasformazione radicale in senso socialista come obbiettivo attuale e risposta alla crisi del capitalismo euroatlantico.

Gaspare Sciortino 3/9/11

Sito Aurora

3 commenti:

  1. In genere questi ipocriti di professione quando dovrebbero parlare di problemi interni come la seria difesa dei diritti dei cittadini e del lavoro, parlano invece di questioni internazionali, di massimi sistemi, delle donnine di B. etc.; e quando, marciando per la pace, dovrebbero parlare della guerra d’aggressione in atto a Sud di Lampedusa, e del nostro ruolo di ascari in questa guerra coloniale, allora parlano di questioni interne come il lavoro. Da molti anni la “sinistra” è servizievole, fino alla complicità in operazioni ignobili e gravi reati, con quelle forze straniere che hanno seminato zizzania insanguinando il nostro Paese con le stragi e gli omicidi politici

    http://menici60d15.wordpress.com/2011/04/03/la-sinistra-smagnetizzata/

    Forze che ora hanno seminato zizzania in uno stato sovrano per poi invaderlo, massacrando innocenti. E che sono il braccio armato di quei poteri che stanno depredando il Paese e che condizionano, menomandola, la vita quotidiana dei cittadini.

    Grazie a Barbara e agli autori riportati per avere indicato in maniera netta e forte il gesuitismo della “sinistra”. Una sinistra che di radicale ha solo la doppiezza.

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  2. errata corrige: la Grecia anche non prevede il reddito minimo garantito

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  3. Barbara cara, tutti fanno pura demagogia, dicono quello che la gente vuole sentirsi raccontare per non perdere il loro potere, i loro privilegi. Fortunatamente i nodi stanno venendo al pettine, molti stanno riscoprendo la natura ribelle e nonostante le scie chimiche, le onde elettromagnetiche non riescono ad offuscare Menti di grande intelletto, offuscano gli stupidi come loro....

    Partecipare alle assemblee con Ferrieri è una bella esperienza. Mi aguguro che il 12 ottobre si mobiliti tutta Italia.

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