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mercoledì 12 dicembre 2012

Siria, la balla delle armi chimiche

I demo-criminali disposti a lavorare per l'imperialismo Usa sono sempre abbondanti. Soprattutto tra le fila dei cari antirazzisti a buon mercato che non disdegnano affatto le guerre umanitarie. Ci sono "Popoli da salvare" e "rieducare" chi meglio della superiore civiltà occidentale può impartire lezioni di democrazia a questi "truzzi" nel medio-oriente? Questa è la morale di fondo di certi soggetti "Politically correct". Completamente e colpevolmente dimentichi del precedente che è costato la vita a milioni di iracheni con la scusa delle inesistenti armi chimiche da scovare, ecco che subito i servetti italioti si prestano a diffondere ancora menzogne per conto del padrone. Assad ha dichiarato che le armi chimiche ce l'hanno i ribelli e c'è da credergli. Il ministro degli Esteri britannico,
 William Hague, che sostiene di avere "abbastanza" prove in merito al potenziale uso di armi chimiche da parte del Governo di Damasco, deve essersele tenute per sé. Aspettando ancora le prove della detenzione ed uso di armi chimiche da parte di Saddam,  accusa anche quella tanto granitica mossa dagli stessi UK all'epoca dell'umanista Tony Blair, queste "fonti dell'intelligence" devono essere credute per atto di fede. Intanto, la lettera all'Onu da parte di Assad che addossa ogni responsabilità di un eventuale attacco chimico ai ribelli deve contenere prove reali e sostanziali di quanto affermato da Damasco. Lo stesso Ban Ki moon infatti, probabilmente in attesa delle prove di cui ciancia William Hague ha le idee ben chiare.
Barbara


Bashar al-Assad, la Siria e la verità sulle armi chimiche

Scritto da Robert Fisk
Domenica 09 Dicembre 2012
Il padre di Bashar, Hafez al-Assad è stato brutale, ma non ha mai usato armi chimiche. E sapete qual è stato il primo esercito ad usare il gas in Medio Oriente?
di Robert Fisk – The Independent.
Quanto più grande è la bugia, tanto più la gente la crederà. Lo sappiamo tutti chi l'ha detto - ma ancora funziona. Bashar al-Assad possiede armi chimiche. Può usarle contro il suo stesso popolo siriano. Se lo fa, l'Occidente reagirà. Abbiamo già sentito tutte questa roba l’anno scorso - e il regime di Assad ha più volte dichiarato che se – se - avesse posseduto armi chimiche, non le avrebbe mai usate contro i siriani.  Ma ora Washington sta cantando di continuo ancora la solita solfa sul gas . Bashar possiede armi chimiche. Può usarle contro il suo popolo. E se lo fa ...    Beh, se lo fa, Obama, la Signora Clinton e la Nato saranno molto molto furiosi. Ma nel corso della scorsa settimana, tutti i soliti pseudo-esperti che neanche troverebbero la Siria sulla cartina ci hanno avvertito nuovamente sul gas mostarda, gli agenti chimici, gli agenti biologici che la Siria potrebbe possedere, e potrebbe utilizzare. E le fonti?
I medesimi fanta-specialisti che non ci avevano avvertito sull’11 settembre, ma che avevano asserito che Saddam possedeva armi di distruzione di massa nel 2003: le "Fonti Anonime dell’Intelligence Militare". Da nominare d’ora in avanti con la sigla FAIM.


Coup de théâtre

E ora, il coup de théâtre. Qualcuno dall’emittente Canadian Broadcasting Corporation mi ha chiamato questa settimana per parlare in merito all’uso di armi chimiche da parte di Hafez al-Assad a Hama durante la rivolta islamica sunnita che si svolgeva in quella città nel 1982. Le loro fonti erano le stesse vecchie FAIM. Però si dà il caso che mi è successo di trovarmi ad Hama nel febbraio 1982 - ecco il motivo per cui l’emittente canadese mi ha chiamato - e mentre l'esercito siriano di Hafez stava proprio facendo strage fra la propria gente (massacrando, peraltro, i funzionari del regime e le loro famiglie), nessuno tuttavia usò mai delle armi chimiche.
Nemmeno un solo soldato che io abbia visto ad Hama era equipaggiato con maschere antigas. E nemmeno i civili le avevano. L'aria pericolosamente profumata che io e i miei colleghi abbiamo respirato dopo che gli agenti chimici furono usati dall’(allora) nostro alleato Saddam contro i soldati iraniani negli anni ottanta non era presente. E nessuno fra le decine di civili sopravvissuti che ho intervistato in 30 anni dal 1982 ha mai menzionato l’uso di gas.
Ma ora dobbiamo credere che fu usato. E così questa favoletta infantile è iniziata: Hafez al-Assad ha usato il gas contro il suo popolo ad Hama 30 anni fa. Similmente il figlio Bashar può fare la stessa cosa un'altra volta. E non era forse questa una delle ragioni per le quali invademmo l'Iraq nel 2003: perché Saddam aveva già usato il gas contro il suo stesso popolo e poteva farlo di nuovo?

Pura fuffa
Sì, quanto più grande è la bugia, tanto meglio sarà. Certamente noi cronisti abbiamo fatto il nostro dovere nel disseminare questa fuffa. E Bashar - le cui forze hanno pure commesso abbastanza iniquità - sta per essere accusato di un altro crimine che tuttavia non ha ancora commesso e che nemmeno suo padre aveva commesso. Per carità, le armi chimiche sono una brutta seccatura, gente. Ecco perché gli USA hanno fornito a Saddam i componenti per esse, insieme alla Germania (ovviamente).
Ecco perché, quando Saddam usò per la prima volta il gas ad Halabja, le FAIM dissero ai funzionari della CIA di dare la colpa all’Iran. E sì, Bashar ha probabilmente alcune sostanze chimiche dentro dei fusti arrugginiti da qualche parte in Siria. La signora Clinton è preoccupata che possano «finire nelle mani sbagliate» - come se attualmente fossero «nelle mani giuste». Ma i russi hanno detto a Bashar di non usarle. Dovrebbe forse far infuriare la sua unica superpotenza alleata?
E già che ci siamo, qual è stato il primo esercito che ha fatto uso di gas in Medio Oriente? Quello di Saddam? Nossignore. I britannici, naturalmente, agli ordini del generale Allenby, contro i turchi nel Sinai nel 1917. E questa è la verità.


Fonte: http://www.independent.co.uk/voices/comment/bashar-alassad-syria-and-the-truth-about-chemical-weapons-8393539.html
Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.



Ecco il piano di Obama per prendere Damasco assieme ai ribelli siriani 
di Daniele Raineri - su Il Foglio 
Estraggo il punto decisamente saliente:


 Lunedì il sito della rivista Atlantic ha scritto che il Mossad negli ultimi due mesi ha chiesto due volte alla Giordania per conto del governo israeliano l’autorizzazione a bombardare i siti delle armi chimiche e anche che droni israeliani volano sul confine tra Siria e Giordania. A novembre il grande radar siriano M1 che controlla lo spazio aereo verso sud, verso la Giordania, è saltato in aria, la regione ora è un angolo cieco per Assad. Questo fronte sud, più della Turchia, conterà.



Ban Ki-moon svela la farsa delle armi chimiche siriane Il segretario generale delle Nazioni Unite ammette l’assenza di prove riguardo il possibile utilizzo di gas nervino da parte dell’esercito siriano 
Matteo Bernabei 
“L’uso di armi chimiche da parte del presidente siriano Bashar al Assad sarebbe un crimine oltraggioso e vergognoso, ma al momento non disponiamo di alcun rapporto che possa confermare questa tesi”. Basta leggere queste poche parole, pronunciate il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon (foto) in occasione della visita ai campi profughi siriani in Turchia, per capire quale sia il reale pericolo dell’utilizzo di armi chimiche da parte dell’esercito del Paese arabo e quanto invece il caso sia stato montato dai Paesi occidentali per giustificare un’eventuale intervento militare diretto. Il segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, si è detto certo che la Siria stia “considerando” l’uso di questo tipo di armamenti, le opposizioni a Damasco – create e finanziate dall’Occidente - chiedono al mondo di agire per fermare il “disastro, il direttore generale dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) ha addirittura chiesto al governo siriano di ratificare immediatamente il trattato, scongiurando così che “per la prima volta nella sua storia la Convenzione (che Israele non ha ancora firmato, Ndr) possa essere violata e gli armamenti in questione possano essere utilizzati”. Il tutto senza che vi sia uno straccio di prova a conferma di tale intenzioni, un rapporto d’intelligence, o qualsiasi altra cosa. Un marasma creato solo dai sospetti “timori” dell’amministrazione nordamericana, che spera forse di trovare in Siria anche quelle armi di distruzione di massa irachene non rivenute neppure a oltre nove anni dall’invasione del 2003. Usa e “Alleati” stanno cercando in tutti i modi un pretesto per colpire il Paese arabo, lo sa bene anche la Russia che proprio ieri ha espresso i sui timori anche riguardo il reale scopo del dispiegamento in Turchia, lungo il confine siriano, dei missili Patriot, messi a disposizione da ieri anche dall’Olanda. “Per noi non è una minaccia, ma è una indicazione che la Nato si sta impegnando verso un coinvolgimento”, ha affermato ieri il nuovo rappresentante russo presso l’Alleanza Atlantica, Alexander Grushko, il quale ha inoltre assicurato che nel caso in cui il Cremlino notasse trasferimenti di armi chimiche “faremmo le necessarie domande ai nostri interlocutori di Damasco”. Gli Stati Uniti non sembrano aver però l’intenzione di lasciare nulla di intentato e per colpire la Siria sono disposti a tentare ogni strada, anche la più tortuosa. Così dopo aver ignorato volontariamente per oltre 18 mesi la presenza in Siria di gruppi armati jihadisti, l’amministrazione Usa non solo ne riconosce l’esistenza, ma intende portare l’Onu ad agire nei loro confronti, creandosi cosi una nuova opportunità per colpire il Paese arabo. “Sebbene siano ancora una minoranza, gli estremisti stanno conquistando sempre più potere nelle file dell’opposizione siriana, ponendo così un ostacolo alla ricerca della soluzione politica – ha affermato l’inviato nordamericano per la Siria, Robert Ford - per questo, ha aggiunto, gli Stati Uniti stanno collaborando con la nuova Coalizione nazionale delle forze di opposizione siriane per favorire la transizione politica dopo la caduta del regime di Bashar al Assad . Se riusciamo a tenere i leader siriani uniti, credo ci possano essere minori possibilità per Iran, Russia e altri attori pericolosi, come per esempio Hizbollah, di intervenire nel loro tipico modo negativo”. Una spiegazione un po’ contorta che sembra fare da apripista a un’altra eventuale guerra al terrorismo. È orami chiaro che Usa & Co. vogliono la testa di al Assad e il controllo della Siria, in un modo o nell’altro. L’opposizione creata, finanziata e armata dall’Occidente, non sembra in grado di poter sostenere il confronto sotto ogni aspetto con le autorità di Damasco, per questo il fronte interventista cerca strade alternative. Del da farsi discuteranno probabilmente tutti insieme i principali attori della vicenda il prossimo lunedì a Bruxelles, quando il presidente della Coalizione nazionale dell’opposizione siriana, Ahmed Moaz al Khatib, incontrerà i ministri degli esteri dei 27 riuniti per il Consiglio Ue. 
08 Dicembre 2012  - Rinascita

Gb: Assad si prepara a usare armi chimiche Damasco accusa: sono in mano ai ribelli ultimo aggiornamento: 08 dicembre, ore 19:18 Londra - 

(Adnkronos/Ign) - Hague punta il dito contro il regime: ''Ci sono prove da fonti di intelligence". Il ministero degli Esteri siriano invia lettera all'Onu: ''Il pericolo viene dagli insorti'' Il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno verificato l'esistenza di prove che dimostrano come il regime siriano si stia preparando ad usare le armi chimiche in suo possesso. Lo afferma il ministro degli Esteri britannico, William Hague, che parlando con la Bbc sostiene che ci sono "abbastanza prove", provenienti da "fonti di intelligence" da spingere gli Usa a lanciare un "avvertimento" al governo di Damasco. "Il presidente degli Stati Uniti ha avvertito (la Siria, ndr) che ci sarebbero gravi conseguenze, e diceva sul serio", ha detto Hague. La scorsa settimana le autorità governative siriane avevano assicurato che le armi chimiche non sarebbero "mai, in nessuna circostanza" state impiegate contro i ribelli e la popolazione civile. E ora il ministero degli Esteri siriano, in una lettera inviata al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e al governo del Marocco, che detiene la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza dell'Onu, sostiene che il pericolo dell'uso di armi chimiche contro il popolo siriano viene dai ribelli, e non dal governo di Damasco. ''Damasco non userà, in alcuna circostanza, armi chimiche'' dato che ''il governo siriano sta difendendo il proprio popolo contro il terrorismo che è sostenuto da vari Paesi, tra cui gli Stati Uniti''. Il ministero degli Esteri siriano punta poi il dito contro ''i terroristi'', termine usato per indicare i ribelli contro Bashar al-Assad, che ''potrebbero usare armi chimiche contro il popolo siriano''. A sostegno di questa tesi le autorità siriane citano ''il sequestro da parte dei terroristi di un laboratorio per la produzione di cloro a est di Aleppo''. Sotto accusa anche gli Stati Uniti, ''che più di una volta quest'anno hanno sostenuto che la Siria avrebbe potuto usare armi chimiche'' e ''conducendo una campagna contro un eventuale uso siriano di armi chimiche nonostante la Siria abbia più di una volta sottolineato di non voler ricorrere all'uso di queste armi contro il proprio popolo''. Adn Kronos

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