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giovedì 21 marzo 2013

Euro delirio

Cipro: un altro passo nel delirio

L'occupazione e la conquista di Cipro da parte dell'Europa delle banche e del Fondo Monetario Internazionale. Una guerra senza armi, il nostro Risiko quotidiano, fra aspetti noti e altri molto meno noti, di quello che ormai può definirsi un olocausto dei popoli europei.

A seguire segg art
Imprese strozzate dallo Stato, ridotto in bolletta dall’euro
Golpe europeo, Murphy: giù la maschera, signor Draghi

L'IGNORANTE ILLUMINATO, L'EUROPA E M5S

Scritto da Daniele Martinelli on marzo 20th, 2013
Caro Gad, rispondo al suo post nelle vesti di libero cittadino, prima che da
commissario alla comunicazione dei deputati 5 Stelle. Parto da alcune rapide delucidazioni, visto che da ciò che scrive sul mio conto, dimostra effettivamente (come dice lei di sé stesso), “modesta ignoranza”, e dunque confusione. Ebbene, alla Camera il mio incarico sarà quello di responsabile della comunicazione del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. Tradotto in parole povere, significa che dovrò ottimizzare la comunicazione istituzionale del portavoce del Movimento, che in questi primi tre mesi sarà Roberta Lombardi. Per comunicazione istituzionale intendo consulenza e realizzazione di articoli, video, post e comunicati da diffondere quasi unicamente su internet, relativi alle attività e all e iniziative parlamentari del gruppo politico. Non compete a me entrare nel merito delle scelte e delle strategie politiche dei deputati del Movimento, tantomeno mi compete suggerire linee, decisioni o prese di posizione. Io non sono un eletto. Sono un professionista della comunicazione nato sulle macchine da scrivere, passato attraverso le redazioni radiofoniche e televisive in cui si doveva saper fare tutto: scrivere testi, condurre, cimentarsi in regia, usare la telecamera, sistemare le luci, l’audio, montare i servizi con metodo lineare, non lineare e poi digitale… Tutti questi lavori messi insieme hanno creato la recente (non per me) figura del videomaker. Che nell’accezione più moderna del termine significa esercitare attività di video-giornalista INDIPENDENTE. Questo è il lavoro che svolgo da almeno 15 anni e che cercherò di onorare con impegno full-time a Roma, in regime di spending review, retribuito al pari di un deputato del M5S: 5.000 euro lordi.
Chiarito questo primo fondamentale aspetto, vengo alle sue considerazioni inesatte e fuorvianti che scrive sul mio conto. La prima, e la più grave, data la sua statura di editorialista da prima pagina ignorante e modesto, è quella di portavoce. Se l’ha scritta in buonafede, vuol dire che ha tralasciato la regola più importante del giornalista, che è quella di documentarsi. Diventerebbe meno ignorante. Se, invece, l’ha scritta in malafede, ho un motivo in più per sperare di vedere azzerati i contributi pubblici all’editoria di cui anche lei beneficia in qualità di articolista sul quotidiano “La Repubblica”.
Lei mi chiede “compiacenza di motivare la gravissima affermazione rilasciata a SkyTG24 sul fatto che l’ingresso dell’Italia nell’euro sia frutto di una mossa massonica“. Tutte le affermazioni fatte in quell’intervista non sono il pensiero o la linea politica del Movimento 5 stelle. Sono mie libere opinioni. Lo av evo precisato durante la telefonata. Se l’avesse ascoltata, probabilmente, avrebbe evitato di fare il cascamorto per compiacere il Partito democratico, di cui non mi meraviglierei se lei avesse la tessera in tasca. Poi, relativamente alla mossa massonica, mi sembra di aver reso abbastanza l’idea. In senso figurato, la massoneria è un’attività di persone influenti nel tessuto sociale che perseguono obiettivi non sanciti da volontà popolare. L’ingresso dell’Italia nell’euro non è stato frutto di una decisione referendaria, o di una consultazione popolare. E’ stata un’operazione elitaria di un gruppo ristretto di uomini di governo in combutta con un gruppo di banchieri. Se la parola massoneria la spaventa, usiamo “consorteria“, o “conventicola“. Ci hanno martellato per anni, a cominciare dal suo beniamino Romano Prodi, con mantra del tipo “meno male che l’Italia, nell’euro, è salva“. Quel che vediamo oggi, senza av ere in dote “autorevolezza in materia economica e geopolitica“, da quando è scomparsa la lira è sotto gli occhi di tutti: debito pubblico alle stelle, costo della vita insostenibile, mancanza di liquidità, taglio dei servizi primari ai cittadini per onorare interessi su interessi, commissariamento degli Stati con sottrazione di sovranità nazionale, restrizione del credito, fuga di capitali nei paradisi fiscali eccetera eccetera. Cos’è questa secondo lei, caro Gad, se non un’azione criminale di stampo massonico mirata a portarci in rovina? Ci spieghi e ci motivi con compiacenza i benefici di questa operazione. Ci “illumini”, per favore, nella sua “modesta ignoranza“!
Finché non lo farà, io personalmente, rimarrò un estimatore della nostra vecchia liretta e, le dico in tutta franchezza, che se mai ci sarà un referendum sull’euro (benché i trattati attuali non lo consentano), voterò a favore di un ritorno alla sovranità monetar ia nazionale. Questa è una mia posizione personale, ribadita in molti post. Nel Movimento non so cosa pensano di questa materia. In qualità di consulente della comunicazione, non mi toccherà convincere i deputati in tal senso. Non rientra nelle mie competenze.
L’essere stato trombato alle parlamentarie del mio collegio, come lei una volta tanto sottolinea giustamente, non ha nulla a che vedere con le mie posizioni sull’euro. Mi hanno trombato perché del Movimento non sono mai stato attivista (controlli anche questa definizione). Ma non è stato un problema. Come non lo fu per il giovane Einstein essere trombato all’esame di ammissione al politecnico di Zurigo. Dunque se “Grillo&Casaleggio hanno imposto un trombato a sovrintendere sui deputati scelti dagli iscritti e eletti dal popolo“, lo hanno fatto perché in materia di comunicazione spetta ai titolari del logo politico decidere a chi affidarla. Anche qui, caro Gad, sarebbe bastato leggersi Statuto e regolamenti dei candidati al Movimento per documentarsi e diminuire “modestia e ignoranza” che purtroppo palesa nel suo scritto a mio carico. Il “Porcellum al massimo livello” che lamenta essere applicato ne i miei confronti, è la realtà ribaltata dei quotidiani finanziati con fondi pubblici all’editoria, di cui beneficia anche lei in barba alla volontà popolare (massoneria?) e in barba alle leggi del libero mercato. Su questo, sono sicuro, i deputati del Movimento non avranno bisogno di molti giri di parole spesi in comunicazione fritta. Tireranno diritti all’obiettivo di azzerarli. E qui, mi perdoni la partigianeria, tifo per loro. Cordialità.
fonte Link


Imprese strozzate dallo Stato, ridotto in bolletta dall’euro
Scritto il 21/3/13
Il problema numero uno si chiama euro – tecnicamente: impossibilità di emettere moneta sovrana – ma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, preferisce parlare di uno dei suoi effetti più vistosi, cioè la mancata liquidazione dei crediti delle imprese da parte della pubblica amministrazione, ridotta in bolletta. Il saldo, secondo gli industriali italiani, potrebbe portare a 250.000 posti di lavoro nel giro di cinque anni, con una crescita del Pil dell’1% per i primi tre anni, per arrivare all’1,5% nel 2018. Robetta, in confronto ai centomila posti di lavoro “immediati” ipotizzati da Luciano Gallino se solo si ricorresse a finanziamenti speciali per i giovani, o ai 200.000 occupati nell’edilizia che secondo Maurizio Pallante, presidente del Movimento per la Decrescita Felice, scatterebbero senza costi aggiuntivi con un semplice piano nazionale di riconversione degli edifici, orientato al risparmio energetico.
Per Squinzi, l’immissione di liquidità nel sistema delle imprese «innescherebbe un circolo virtuoso portatore di posti di lavoro e, quindi, maggiori consumi». Confindustria auspica che il governo in carica «provveda tempestivamente ad adottare, già dal prossimo Consiglio dei ministri, tutti i provvedimenti necessari per la liquidazione di quanto spetta alle imprese». Per la cronaca, il “governo in carica” è ancora quello presieduto daMario Monti, il commissario liquidatore dell’Italia inviato da Bruxelles per la più suicida delle missioni: imporre l’austerity in regime di recessione, in ossequio alla teologia economica che, dalla Bocconi ad Harvard, professa una fede grottesca nell’ossimoro “più rigore, più crescita”. Monti, tecnocrate dell’Eurozona già al lavoro per la Goldman Sachs, esponente del Gruppo Bilderberg e della Commissione Trilaterale: denunciato da Paolo Barnard per “attentato alla Costituzione”, dopo il “golpe bianco” promosso da Napolitano alla fine del 2011. “Capolavoro” immediato: il taglio sanguinoso delle pensioni, predisposto da un’insider come Elsa Fornero, che – come lo stesso Barnard documenta – “lavora” da oltre dieci anni per le grandi compagnie assicurative, quelle che presidiano il mercato delle pensioni private.
Così, prosegue senza freni il crollo dell’economia reale italiana, non più supportata dalla necessaria leva della moneta sovrana: secondo la Cgia di Mestre, nel 2012 un fallimento su tre è stato causato proprio dai ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Sono ben 12.463 le imprese italiane che hanno chiuso per fallimento, e di queste quasi 4.000 si sono arrese di fronte «all’impossibilità di incassare le proprie spettanze in tempi ragionevoli, sia da committenti pubblici che da committenti privati». Di questo passo, si scende negli scantinati infernali della crisi: «La mancanza di liquidità che attanaglia le aziende sta facendo crescere il numero degli sfiduciati», denuncia Giuseppe Bortolussi, portavoce dell’associazione che rappresenta artigiani e piccole imprese. In tanti, ormai, hanno deciso di non ricorrere più alle banche: «E’ un segnale preoccupante, che rischia di indurre molte aziende a rivolgersi a forme illegali di accesso al credito, con il pericolo che ciò dia luogo a un aumento dell’usura e del numero di infiltrazioni malavitose nel nostro sistema economico».
Mentre il ministro Vittorio Grilli “rassicura” Confindustria sul recupero dei crediti alle imprese – perlomeno, quelle sopravvissute al regime artificiale di penuria imposto dall’Eurozona a guida tedesca – nelle trattative per il nuovo ipotetico governo italiano non è ancora stato intavolato, in modo determinante, quello che per Giorgio Cremaschi sarà il vero referendum sul nostro futuro: dire sì o no al Fiscal Compact. E’ evidente che, col preteso “pareggio di bilancio”, lo Stato sarà costretto a spremere ulteriormente cittadini e aziende. Sempre Barnard cita il caso della Gran Bretagna, che pure è «in recessione e con 60 miliardi di euro da prendere in prestito in più». Eppure, proprio grazie al controllo dello Stato sulla sterlina, anche in un momento come questo riesce a «tagliare la tassa sulle aziende di 8 punti percentuali», e allo stesso tempo a «promettere 12 miliardi di sterline di garanzie ai detentori di mutui a rischio, che beneficeranno di 130 miliardi di sterline di mutui». Avendo evitato di finire nella trappola dell’euro, il governo sovrano di Londra arriva persino a «richiedere alla banca centrale britannica di fregarsene dell’inflazione e di aiutare la crescita».



ei nostri europarassiti che paghiamo con sacrifici ce ne è uno che parla in difesa davvero degli sfruttati?

Golpe europeo, Murphy: giù la maschera, signor Draghi
Giù la maschera, “signor Draghi”: la Bce non è un’autorità finanziaria neutrale, ma una organizzazione “golpista” al servizio dell’élite europea. Archiviato Mario Monti, il finto salvatore della patria ridicolizzato di fronte a tutta l’Europa dal misero risultato elettorale rimediato in Italia, brilla di nuova luce la straordinaria perfomance del giovanissimo Paul Murphy, l’eurodeputato socialista irlandese che già il 5 dicembre 2011 fece letteralmente a pezzi l’ammutolito presidente della Bce, rinfacciandogli il famigerato diktat per l’austerity firmato con Jean-Claude Trichet per ottenere lo scalpo di Berlusconi e la capitolazione dell’Italia di fronte al ricatto telecomandato dello spread. «Ognuna di queste misure – tuonò Murphy – porta ad attacchi contro i diritti e le condizioni di vita dei lavoratori». La “nota” della Bce terminava con una frase che Murphy definì inquietante: “Abbiamo fiducia che il governo metterà in campo azioni appropriate”. Esplicita, quindi, «la minaccia di non comprare i titoli di Stato italiani», facendo precipitare il paese nella crisi.
«All’interno della Troika – continuò Murphy nella sua energica requisitoria – la Bce ha premuto fortemente per l’applicazione di misure di austerità che hanno spinto la gente verso la miseria in Irlanda, in Portogallo e in Grecia. La Banca Centrale Europa ha anche ricoperto il ruolo di co-cospiratore centrale nell’organizzazione dei colpi di Stato silenziosi che sono stati condotti in Grecia e in Italia, dove governi eletti sono stati sostituiti da governi composti da banchieri». Violazione allora segnalata da Paolo Barnard e dall’avvocato Paola Musu, seguiti da migliaia di cittadini, pronti a denunciare Napolitano e Monti per “attentato alla Costituzione”, nel silenzio generale dei media, impegnati – insieme al centrosinistra – a supportare l’operazione Napolitano-Monti. Oggi, un economista come Bruno Amoroso denuncia apertamente Draghi: da direttore del Tesoro approvò le privatizzazioni delle banche, poi emigrò alla Goldman Sachs che inondò di titoli-spazzatura gli istituti di credito europei, quindi “se ne meravigliò” una volta a capo della Banca d’Italia, per poi completare l’opera – dal vertice della Bce – attuando una sorta di “riciclaggio” di quei titoli-spazzatura.

Inutile stupirsi della catastrofica inerzia della politica, aggiunge Amoroso: scandali come quello del Montepaschi dimostrano quanto la finanza-canaglia abbia letteralmente infiltrato partiti e sindacati, inondati da fiumi di denaro purché tacessero e lasciassero campo libero alla speculazione. Palesemente speculativi, secondo tutti gli osservatori indipendenti, anche gli obiettivi di grandi opere completamente assurde come la linea Tav Torino-Lione, “bancomat dei partiti” e affare d’oro per le banche, con tutti quei miliardi da prestare allo Stato, con fior di interessi. Lungi da qualsiasi ravvedimento, il Pd non ha esitato ad espellere i propri esponenti valsusini vicini al movimento No-Tav, salvo poi subire – con il tracollo elettorale – l’altolà dei “grillini”.

Ne sa qualcosa lo stesso Paul Murphy, che accorse in valle di Susa nell’agosto 2011 insieme a Paolo Ferrero per esprimere solidarietà alla popolazione. Pochi mesi dopo, affrontò direttamente Draghi al Parlamento Europeo con queste parole: «Potrebbe cortesemente abbandonare la pretesa che è stata ripetuta qui oggi, secondo cui la Banca Centrale Europa sarebbe in qualche modo indipendente?». In realtà, la Bce «è indipendente da qualsiasi controllo democratico, da qualsiasi responsabilità nei confronti della gente comune: è uno strumento al servizio degli interessi dei capitalisti e dei ricchi nei paesi dominanti dell’Unione Europea, di cui in questa crisi gioca il ruolo di gruppo d’assalto». Parole che allora circolavano clandestine solo sul web, e che oggi cominciano a penetrare nell’agenda europea, costretta a fare i conti con un paese come l’Italia, di cui gli amici di Draghi hanno perduto il completo controllo politico.




3 commenti:

  1. Chissa' se ce ne rendiamo conto;siamo allo sfascio piu' totale,eppure non siamo uniti per prendere una decizione seria,ponderata,coraggiosa.Non esistono piu' ITALIANI VERI,senza valori,senza amore per il nostro paese stupendo siamo destinati a soccombere ,con tutte le devastanti conseguenze.

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  2. L’unica chance, e ci sarebbero tutti gli strumenti per imporla a livello europeo, è che:
    1. la Bce svaluti la moneta (come hanno fatto la Fed, la Boe , la Boj ecc.);
    2. la Bce acquisti i titoli di stato di tutti i paesi portando il costo del finanziamento del debito vicino a zero anche per l’Italia;
    3. i 70 miliardi di € risparmiati annualmente con gli interessi venissero utilizzati per abbattere immediatamente le tasse di famiglie e imprese
    In questo modo passeremmo da una depressione economica ad un … boom economico. Ma forse è troppo difficile da capire … per chi ci dovrebbe governare.

    Oppure uscire dall'euro

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  3. Ciao jridosky,
    è così. E teme che qualora emergessero, sarebbero assassinati come Moro e Mattei....

    Ciao Eleonora,

    forse prima bisogna proprio liberarsi dal giogo della Bce e delle banche. Che che ne dica Monti, non sono enti di beneficenza e non perseguiranno mai il bene della società. Mai. Una volta, prima del divorzio nel 1981 tra tesoro e Banca d'Italia non c'erano problemi di collocare i titoli né eravamo sottoposti a speculazione né dovevamo mendicare dai Mercati. Si dovrebbe "rinnovare" tornando al passato, paradossalmente.
    Il progresso si è visto chi ha arricchito e chi ha affamato.
    Un salutone a tutti e due..
    Barbara

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