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mercoledì 10 aprile 2013

Decreto PA, come consentire a banche di lucrare ancora

Mentre gli italiani emigrano nell'aldilà, unico luogo nel quale è possibile cercare stabilità, dignità e serenità, gli sciacalli ed avvoltoi  CONTINUANO A SACCHEGGIARE le esigue risorse delle famiglie PER LE BANCHE. Senza vergogna e senza freni, "capitalizzano" i debiti che la PA ha nei confronti delle imprese che hanno fornito merci o servizi allo stato. Chissà se il Pd  che manifesta contro la povertà insieme al suo fido alleato con la ELLE in più che tanto sbraita contro le tasse ed Equitalia revocheranno immediatamente almeno quei provvedimenti che consentono alla ciurma di Befera di lucrare ancora di più sui debiti, il primo che consente l'aumento al 15% degli interessi di mora, l'altro la totale pignorabilità di pensioni e stipendi. E' già successo che una persona si sia suicidata causa blocco totale del conto corrente, leggere la testimonianza QUI. Miss Diritti Civili Boldrini che dice?
Barbara

A seguire 40 miliardi per pagare anche gli sprechi dello Stato…a vantaggio di lobby, banche e grandi aziende 
dal quale si evince una DISCRIMINAZIONE INAUDITA
E appare curioso che le aziende con meno di 20 addetti che appaiono escluse dai contratti più onerosi della P.A. e che rappresentano il 98% della totalità delle imprese sul territorio nazionale – osserva l’associazione degli artigiani di Mestre

Finito il CDM, gabbato lo Grillo
8 aprile 2013 di 

di Uriel Fanelli
I giornali italiani vi stanno rifilando una grossa, gigantesca PALLA. Vi stanno raccontando una palla perche’ vi raccontano che i 40 miliardi appena stanziati con un atto inutile per un processo di ordinaria amministrazione andranno alle aziende. Se infatti leggeste bene la legge, scoprireste che:
Quei soldi finiranno in un fondo gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, cioe’ una entita’ che – ma andro’ dopo nei dettagli – e’ partecipata dalle principali banche italiane.
Adesso voi direte voi che quei soldi dopo andranno alle aziende, ma le cose non stanno cosi’: perche’ le imprese possano ricevere i soldi occorre che le amministrazioni locali inizino un complicato processo di compartecipazione alla CDP , che innanzitutto non e’ obbligatorio, e in secondo luogo le indebita inibendo l’arrivo di nuovi fondi.
Poiche’ le amministrazioni dovrebbero farlo usando il nuovo sistema informatico costruito ad hoc per fare questo, e solo 2000 amministrazioni si sono iscritte su 22.000, alla fine il processo di distribuzione dei soldi iniziera’, forse, verso settembre.
Il problema e’ che per iniziare questa compartecipazione le amministrazioni locali DEVONO avere i soldi in cassa, e i soldi in cassa disponibili sono 14 miliardi in due anni.
Questa e’ la cifra REALE che potrete vedere: 7 miliardi l’anno. Lo sblocco sara’ esecutivo il 15 maggio, poi i comuni dovranno iniziare le procedure – ma non sono obbligati – e se gli va di buttare soldi nella CDP potranno comparteciparvi, avendo cosi’ i soldi in cassa per pagare – senza sforare i patto di stabilita’.
 Su 100 miliardi di debiti alle imprese, ne erano stati ottenuti 40 che dovranno essere presi dal mercato, facendo altro debito. Di questi 40, pero’, nei prossimi due anni non ne arriveranno – realisticamente – piu’ di 14.
Che fine faranno i rimanenti 26? E dico 26, ma in realta’ saranno probabilmente di piu? Ufficialmente , rimarranno in un fondo gestito dalla CDP, cioe’ dalla cassa depositi e prestiti. Allora direte : ma allora rimangono allo stato? No, perche’ la CDP, attraverso alcuni giochi di scatole cinesi, e’ compartecipata da tutte le banche italiane, sia “direttamente” che attraverso le rispettive fondazioni.
Andiamo nel dettaglio. Chi sono i partecipatori del CDP (Cassa Depositi e Prestiti?) continua su FREE YOUR MIND



Un’altro raggiro della legge per meglio depredare il popolo, ma da questa classe di tecnocrati non ci si meraviglia più di niente. Ma i sindacati, le associazioni dei consumatori, le associazioni di categoria che fanno? Dormono ?
No, sono semplicemente complici.
Se ancora avete delle tessere vi consigliamo di bruciarle, tanto servono solamente a farvi fuori altri soldi per mantenere un altro esercito di burocrati che pensano solo ai cavolacci loro.
Diceva il Marchese del Grillo: “ Popolo, io so io, e voi non siete un ca….o “
Claudio Marconi

Anche se per legge i pignoramenti su stipendi e pensioni non possono superare la soglia di un decimo per debiti fino a 2.500 euro, un settimo per debiti da 2.500 euro a 5.000 euro e un quinto per debiti superiori a 5.000 euro, i riscossori hanno trovato il modo di aggirare le norme.
Con l’entrata in vigore del decreto Salva (?) Italia infatti, CONTINUA SU FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI

Secondo dati diffusi dall'Aran flessione dell'1,6%

(ANSA) - ROMA, 9 APR - La spesa per le retribuzioni dei dipendenti pubblici nel 2011 e' stata di 170 miliardi in calo dell'1,6% sul 2010. E' il primo calo - sottolinea l'Aran - dopo 31 anni di crescita ininterrotta. Nel 2012 le anticipazioni evidenziano un ulteriore calo della spesa del 2,3% a 165,36 miliardi. La spesa e' prevista in calo anche per il 2013.
http://www.wallstreetitalia.com/article/1541329/statali-spesa-stipendi-2011-170mld-primo-calo-da-79.aspx

40 miliardi per pagare anche gli sprechi dello Stato…a vantaggio di lobby, banche e grandi aziende


Il governo sblocca i pagamenti della pubblica amministrazione e gli imprenditori potranno tirare un sospiro di sollievo. Ci indebiteremo di più per pagare anche forniture di beni e servizi inutili a vantaggio di lobby, banche e grandi aziende
Via libera del governo per saldare i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il tanto agognato decreto legge che prevede il rimborso di 40 miliardi di euro nei confronti di imprese che in passato han no fornito beni e servizi di vario genere alla pubblica amministrazione. In concreto, le amministrazioni potranno cominciare a pagare i debiti subito dopo la pubblicazione del decreto – ha spiegato il ministro dell’Economia Vittorio Grilli – precisando che entro il 30 aprile saranno resi noti gli spazi finanziari e entro il 15 maggio avverrà la ripartizione delle risorse rispetto alle richieste. I rimborsi verranno quindi spalmati sull’arco di due anni e troveranno adeguata copertura attraverso l’emissione di titoli di stato, la compensazione fra debiti e crediti delle aziende e l’allentamento dei vincoli di bilancio degli enti locali, oltre che con tagli lineari che saranno praticati ai vari ministeri. Per non ritardare nemmeno di un secondo i pagamenti – dice Grilli – gli enti territoriali che hanno disponibilità finanziarie, potranno cominciare a pagare immediatamente partendo dai debiti più anziani senza aspettare il riparto.

Secondo l’Ocse occorrerà comunque una manovra finanziaria. Altre tasse?

La manovra, a conti fatti, non dovrà sforare il vincolo del 3% imposto dal Patto di stabilità e crescita (rapporto deficit-pil) sul quale Bruxelles non transige. E qui già sorgono i primi dubbi e montano le preoccupazioni, perché se è vero che a conti fatti tale soglia non dovrebbe andare oltre il 2,9%, l’Ocse teme che tale parametro non potrà essere rispettato dall’Italia nel 2013 con una previsione di crescita negativa per i dodici mesi in corso. L’Organizzazione prevede infatti che, a fronte di un calo delle ent rate fiscali e di un ulteriore ritardo della ripresa economia del paese, non considerando il pagamento di 40 miliardi di euro di debiti della pubblica amministrazione, l’Italia chiuderà l’anno con un rapporto defici pil del 3,4%, quindi nuovamente al di sopra della soglia di Maastricht. Il che costringerà lo Stato a varare una manovra finanziaria correttiva per non incorrere in nuove infrazioni. Sul punto sono pienamente concordi anche gli analisti e l’economista ed esponente del Pdl Renato Brunetta prevedendo che lo Stato dovrà ridurre la spesa pubblica di almeno 80 miliardi in 5 anni.

Sblocco debiti PA….nessun impulso alla crescita

Vane appaiono in ogni caso le previsioni di impulso alla crescita economica con il pagamento di 40 miliardi della pubblica amministrazione. In primo luogo perché si tratta solo di una parte del rimborso dei crediti che la Cgia di Mestre stima in 120-130 miliardi di euro e che gran parte delle piccole e medie imprese non si vedranno riconoscere per il momento, poiché escluse da un primo monitoraggio. In secondo luogo perché una buona percentuale di tali somme andranno inevitabilmente a finire nelle casse delle banche che hanno già anticipato soldi alle imprese con la cessione in tutto o in parte dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Insomma, questi 40 miliardi alla fine non finiranno in circolazione, ma nei depositi (vuoti) delle banche e l’economia non ripartirà. Per far ripartire l’economia, serve muovere la macchina dei consumi e quindi – dice il premio Nobel Joseph Stiglitz – occorre fare una cosa molto semplice: abbassare la pressione fiscale in Italia che ha ormai raggiunto il 52% ed è la più alta al mondo. Tutto il resto – ribadisce Stiglitz – sono palliativi e perdite di tempo perché le banche sono stracariche di assets tossici e crediti incagliati o inesigibili per cui non torneranno a prestare denaro alle imprese sapendo che, per via della crisi o per colpa della lentezza dello Stato, tale denaro non rientrerà tanto facilmente.

Grandi sprechi per fare gli interessi di lobby e banchieri

Parole sante alle quali vanno aggiunte le analisi riportate lo scorso autunno da “Il Sole 24 Ore” riguardo agli sprechi dello Stato. Premesso che i debiti vanno sempre onorati, occorre osservare che con il recente decreto del governo Monti si va a pagare anche una valanga di spese inutili contratte in passato dalla pubblica amministrazione coi i privati. Non ci riferiamo ovviamente agli acquisti della cancelleria per far funzionare gli uffici degli enti locali o alle divise delle forze dell’ordine, ma alle consulenze d’oro o d’argento stipulate con tanta leggerezza, agli studi settoriali o ai progetti legati agli appalti commissionati per far girare soldi nelle tasche di amici e parenti, agli abbondanti approvvigionamenti nel settore della Difesa o ai servizi di auto blu, scorte, forniture di mezzi e servizi al settore sanitario che spesso non vengono utilizzati, ecc. L’elenco è lungo e sterminato. Ebbene, il governo Monti con questo decreto ha ancora una volta fatto (in parte) gli interessi di lobby e corporazioni che da anni succhiano soldi dallo Stato. Con questo non vogliamo dire che tutto il sistema sia sballato, ma una buona parte sì.

Pagamento debiti pubblica amministrazione: piccole e medie imprese escluse dal riparto dei 40 miliardi

E appare curioso che le aziende con meno di 20 addetti che appaiono escluse dai contratti più onerosi della P.A. e che rappresentano il 98% della totalità delle imprese sul territorio nazionale – osserva l’associazione degli artigiani di Mestre – non siano state incluse nel monitoraggio sulla ripartizione dei 40 miliardi di euro che la pubblica amministrazione andrà a pagare. In pratica verranno escluse. Possibile che in tutti questi anni il governo Monti non abbia trovato il tempo per statisticare e rilevare tutti i crediti in essere, mentre è riuscito a trovare in tempi da primato mondiale, con la scusa dello spread, la quadra per vessare cittadini e imprenditori di tasse? Si spera – conclude Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – che il parlamento in fase di conversione del decreto in legge possa apportare le dovute m odifiche per rendere giustizia a tutti coloro che onestamente attendono tali rimborsi per sopravvivere. Sempre che il parlamento non venga sciolto prima.

Fonte:Investire Oggi6 Aprile 2013

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