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giovedì 31 ottobre 2013

Violare la privacy è un diritto? Le autorità (ed altri soggetti) tutte come la NSA

Ormai è chiaro che il decreto sul femminicidio serviva da paravento per introdurre o meglio, tutelare approfittatori e mafiosi vari. Di 11 articoli solo 5 riguardano il contrasto al femmicidio. Confindustria è stata accontentata. I nostri dati saranno quindi alla mercé di chi che sia senza che si possa essere in alcun modo tutelati? Qui la nebbia si fa estremamente densa. Purtroppo, oggi pare si debba consegnare anche una TAC che sveli tutto di noi, se si vuole accedere a qualsiasi tipo di servizio, anche il più banale. Quando i dati non sono per fini commerciali, naturalmente lo sono per fini fiscali, come ben sappiamo dallo spionaggio in atto da parte dell'agenzia delle entrate sui nostri conti correnti. Dobbiamo giustificare ogni movimento, se interpellati. La scusa è la solita, se non vogliamo condividere tutto della nostra vita privata significa che si ha qualcosa di losco da nascondere. Sei colpevole a prescindere. E pensare che  l'assurdo è che chi stabilisce queste regole, i nostri o meglio camerieri delle banche, sono tutti membri di logge massoniche, club privati (Trilateral, Bilderberg, Bruegel, Industrial Roundtable, Open Society, Aspen...etc etc etc) che fanno di noi comuni mortali ciò che vogliono e certo, per la privacy loro, noi non possiamo mica "ficcare il naso". Sono coloro che, ad esempio con la scusa dell'antimafia si arrogano il diritto di interrogarti su movimenti di esigue cifre, mentre dall'altra ti obbligano a finanziare con le tue tasse un'opera che non vuoi come il TAV e per proteggere i cantieri della mafia addirittura si potrà procedere con l'incriminazione per spionaggio contro chi volesse fotografare l'area interessata da LAVORI PUBBLICI in questione. L'ironia dei gremiulini (legge del contrappasso) che amano avvalersi della criminalità organizzata è decisamente infantile quanto patetica, ma tant'è. Loro sono al potere (massoni e mafiosi) e, paradossalmente, perseguitano chi li ostacola con le accuse che noi muoviamo a loro. Per screditare il movimento notav, un tempo venne diffusa la panzana che si era finanziati dalla "lobby dei trasportatori", noti mafiosi secondo la leggenda. Così come al Crocetta scappò detto che tra i NOMUOS si muoveva la criminalità organizzata per i suoi interessi (ed intanto i suoi rimangono tutelati dalla "privacy"). Se non sarà più peseguibile chi abusa del trattamento dei dati personali, PERCHE' sono autorizzati a richiederli?????
Barbara

Dai reati 231 spariscono quelli contro la privacy
legge 15.10.2013, n. 119 di convers. D.L. n. 93/2013 (art. 9)

app I delitti contro la privacy pesano sul portafoglio delle imprese
   
In vigore da oggi la legge di conversione n. 119/2013 del cosiddetto D.L. sulla lotta contro il femminicidio n. 93/2013. Soppresso l'intero comma 2 dell'articolo 9 che, il 16 agosto scorso, aveva introdotto nel novero dei reati 231 tre nuove fattispecie di reato-presupposto: il trattamento illecito dei dati, la falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al Garante privacy e l'inosservanza dei provvedimenti da questi disposti (artt. 167-168-170 codice privacy D.Lgs. n. 196/2003).

Per quanto riguarda l'incriminazione per spionaggio a carico di chi fotografa il cantiere, ci
sono delle diverse interpretazioni. Ma sembra decisamente probabile che la legge, dia facoltà di poter muovere quest'accusa.

Grave provvedimento del Governo a “protezione” del cantiere Tav di Chiomonte
WRITTEN BY: FABRIZIO SALMONI - OTT• 11•13
Fotografie e filmati equiparati allo spionaggio in un emendamento nel decreto sul femminicidio.

Dal momento in cui entrerà in vigore il decreto sul femminicidio, approvato oggi definitivamente dal Senato con i voti di tutti i partiti  (145 si/3 no) tranne  Cinque Stelle, Lega e Sel che non hanno partecipato al voto, non si potrà più fotografare o filmare le attività nel cantiere di Chiomonte. Degli undici articoli che compongono il provvedimento, solo cinque si riferiscono alla violenza sulle donne, uno dei numerosi emendamenti inseriti “fuori tema” prevede di equiparare ad attività di spionaggio la documentazione di quanto avviene nel “sito di interesse strategico nazionale”. Si rischieranno quindi pene fino a 5 anni di reclusione e diventerà di conseguenza normale venire fermati per verificare quali immagini contengano le videocamere o le macchine fotografiche. L’emendamento proviene dalle lamentele della Questura torinese che non tollera più da tempo le intrusioni mediatiche e la permanente sorveglianza del cantiere da parte dei valsusini, e probabilmente dalle ossessioni del Procuratore Caselli che ormai vede terroristi  ed eversori sbucare da sotto ogni pietra. Non si esclude che a “disturbare” la lobby del Tav abbia contribuito l’ennesimo esposto sulla sicurezza relativo alle reti paramassi fuori norma Cipe preannunciato da ProNatura. Insomma, un fastidio g
rete paramassi
eneralizzato. La provenienza dell’emendamento è il Senato per cui si presume che l’emendamento “pirata” sia stato generato dalla fervida fantasia del pluridenunciato Esposito. Una pregiudiziale di costituzionalità del M5S è stata bocciata.

Inutile commentare se non per sottolineare quanto la militarizzazione proceda per avvolgere il cantiere in una bolla inavvicinabile e invisibile e quanto la democrazia abbia a che fare con la verità e la trasparenza. (F.S. 11.10.2013)

Link ad articoli:




Nuove leggi contro i No Tav?

Tanto tuonò che non piovve. Le nuove norme annunciate in estate per chiudere in una morsa d'acciaio il cantiere/fortino di Chiomonte, ad un'analisi attenta del testo definitivo approvato dal Parlamento, pur stringendo ancora il cordone securitario, non introducono nessuna sostanziale novità nell'ordinamento.

La scorsa estate il decreto sul femminicidio divenne l'occasione per mettere insieme altre questioni (dal furto di rame all'arresto in differita per gli ultras) del tutto estranee alla violenza di genere. Un pacchetto sicurezza camuffato.
In agosto si diffuse la diceria che ci fossero nuove leggi costruite apposta per colpire i No Tav. In occasione della recente conversione del decreto, questa "notizia" è stata diffusa sia da alcuni siti di movimento sia da qualche testata main stream.
Il testo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 ottobre. Lo puoi scaricare qui.

Anarres ne ha parlato con Roberto Lamacchia, avvocato del collegio difensivo degli attivisti No Tav sotto processo.


La legge omnibus varata dal parlamento tocca gli attivisti No Tav in tre punti.
In tutti i casi si tratta di un'estensione degli ambiti di applicazione di norme, che, all'occorrenza potevano già essere usate contro i No Tav.

Vediamo come.
La prima è una modifica di una legge securitaria del 2009, che consente qualche margine di intervento in più alla polizia. Si estendono le prerogative delle forze dell'ordine alla vigilanza di siti e obiettivi sensibili. Poiché il cantiere/fortino di Chiomonte è stato dichiarato area strategica sin dal luglio del 2011, questa specificazione da loro maggiore potere di interdizione nell'area.

La seconda è una modifica dell'articolo 260 del codice penale, quello che tratta dell'"ingresso clandestino in aree di interesse militare e al possesso di mezzi di spionaggio". Questa norma prevede per chi vi incappa la reclusione da uno a cinque anni. Viene inserito il seguente comma: "le disposizioni del presente articolo si applicano, altresì, agli immobili adibiti a sedi di ufficio o di reparto o a deposito di materiali dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, l’accesso ai quali sia vietato per ragioni di sicurezza pubblica".

Facile immaginare che, all'interno del cantiere di Chiomonte vi siano zone che svolgono questa funzione. La Procura torinese ha uno strumento in più per tentare di applicare una norma già esistente agli attivisti No Tav che avessero la sfortuna di essere pizzicati all'interno del cantiere, dopo esserci entrati di nascosto.

Lo stesso comma viene inserito all'interno della legge 682, quello di "ingresso arbitrario in luoghi ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato". Si tratta di un reato molto più lieve, punito con l’arresto da tre mesi a un anno, ovvero con l’ammenda da 51 a 309 euro.

Che differenza c'é nel concreto tra l'articolo 260 e l'articolo 682?

Nel primo caso la legge colpisce chi entra di nascosto nel cantiere, nel secondo si applica a chi lo fa a viso aperto ma senza alcuna autorizzazione.

Si tratta indubbiamente di un cambiamento del quadro normativo che offre ulteriori strumenti alla repressione, ma non ha nulla a che fare con le fantasie di chi teme di essere arrestato perché scatta una fotografia.

Il gioco è già grave da molto tempo, da quando per aprire un cantiere hanno dovuto impiegare migliaia di uomini in armi, da quando reti, filo spinato a jersey hanno stretto l'area in una morsa di ferro, da quando la zona rossa è diventata permanente, da quando per raccogliere l'uva bisogna passare un check point ed essere muniti di lasciapassare.

Le norme infilate nella legge sul femminicidio aggiungono solo un altro tassello.

L'appuntamento è per tutti il 16 novembre alle ore 13 a Susa.

anarresinfo.noblogs.org


NON CITTADINI DI GOOGLE, MA SUDDITI DEI RICATTATORI NSA
Tratto da : libere idee.org
«Scusate, di quale sovranità parliamo? Oggi sappiamo cha la National Security Agency degli Stati Uniti ci spiava, ci spia e – aggiungo – ci spierà: non penseremo mica che sia finita qui», dice Giulietto Chiesa. E la Nsa «ci spierà dall’alto della sua tecnologia, quella che qualcuno anche sul web esalta come il futuro della democrazia». Solo in Francia, racconta Snowden, 70 milioni di comunicazioni telefoniche raccolte in un mese: non certo per spiare la vita privata dei parigini. I motori di ricerca, macchine spionistiche, controllano il flusso dei meta-dati: chi ha chiamato chi, da dove è partita la telefonata, e quando. Poi interviene la selezione: qualcuno estrae dettagli specifici dalla massa delle comunicazioni. «Esempio: andiamo a vedere con chi ha parlato la signora Angela Merkel l’altro ieri». Idem per tutti gli altri “alleati”: «Con la scusa di combattere il terrorismo, hanno messo sotto controllo tutti i nostri leader politici, che io continuo a chiamare “maggiordomi”, perché – essendo tutti ricattati, e sapendo di esserlo (se non lo sanno è ancora peggio) – sono stati ben zitti».

L’arma del ricatto: ti controllo, so con chi hai parlato, quando, e di cosa. Se l’agenda del grande alleato riparlasse di guerra, sarebbe più difficile opporsi. «Vale per Enrico Letta, vale per la presidente brasiliana Dilma Rousseff, come sappiamo. Vale per Hollande, il burattino di Francia. Vale per l’ex presidente messicano Felipe Calderon e per l’attuale presidente messicano, Enrique Peña Nieto. Vale probabilmente anche per il Papa», aggiunge Chiesa, in un video-editoriale su “Megachip”. «Forse non vale per Xi-Jingping, il presidente cinese, e per il presidente russo Vladimir Putin, i quali – non essendo alleati degli Stati Uniti – hanno probabilmente pensato di tutelarsi, cioè di innalzare le misure difensive». Come scrive persino il “New York Times”, la questione non è certo quella della privacy dell’uomo della strada: «Il programma di sorveglianza ha investito la politica, il business, la diplomazia, le banche». Per prima cosa, spiano con molta attenzione le mosse dei partner. «Begli alleati, che abbiamo». Controllare il cellulare della Merkel: per proteggerla dai terroristi, come dice Obama? No: «Per ricattarla, all’occorrenza, nel caso decidesse di fare qualcosa che “non deve” decidere di fare».

Non sfugge nessuno: «Se Enrico Letta va a prostrarsi a Washington, pensate che lo faccia perché è un fedele seguace del dio dollaro? Forse, anche. Ma soprattutto: teme la punizione, se sgarrasse». Dunque: «Possiamo fidarci di un alleato di questo genere? Cioè di un’America che ci spia facendo i propri interessi, contro di noi?». Per questo, Chiesa insiste nel chiedere l’uscita dalla Nato: «Non è una questione ideologica, ma pratica: voglio salvare la pelle, la mia e quella dei nostri figli. E se questi signori decidono che per i loro interessi occorre fare la guerra, diranno ai loro servi – i nostri governanti – di portarci in guerra. E se non capiamo questo, noi in guerra ci andremo ancora, finché non ci lasceremo la pelle». Date un’occhiata al grande problema americano: la finanza. «Il loro debito in realtà è il nostro: tocca a noi pagarlo, attraverso la subordinazione dell’euro». Eppure, c’è ancora chi pensa che stiamo entrando nell’era della libertà digitale, in cui potremo decidere tutto premendo un pulsante sul computer e votare insieme ai cinesi e agli indiani su come si gestisce il mondo. «Non siate ingenui, il controllo di queste macchine non ce l’avete voi. Non facciamoci illusioni: non diventeremo cittadini di Google, ma della Nsa».

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