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venerdì 22 novembre 2013

Repressione made in Ue


Se fosse stato un European Christian Congress o un European Muslim Congress ad ordinare lo stesso provvedimento e polizia speciale, si sarebbe gridato allo scandalo ed istigazione all'odio religioso. Ma per non essere etichettati come anti semiti zitti e mosca. Possiamo immaginare cosa si intende per atteggiamenti intolleranti ed a favore di chi, visti i proponenti (European Jewish Congress.) C'è mica da dubitare di parzialità no? La congrega di affaristi riuniti nella sacra corona della Ue finge pure di interessarsi alla libertà di stampa quando ha imposto ormai tutta una serie di etichette da far scegliere a piacere ai magistrati come capi di imputazione per CENSURARE e bandire un'opinione (vedi omofobia, misoginia etc etc, antisemitismo, islamofobia -cristianofobia no, quella va salvaguardata). Come i numerosi programmi di spionaggio dimostrano, è tutto già predisposto per perseguire ogni parola contro il regime imposto, con la compiacenza dei governi e dei falsi tutori del diritto alla libera espressione.
Aggiornamento: il bello è che chi contesta l'EU è tacciato di euroscetticismo e di istigazione alle dittature che furono.....Vediamo se anche di questo provvedimento è "colpa della Germania", magari i politically correct applaudono

Follie d’Europa: I Governi Europei sono Autorizzati a Sciogliere le Società che non Mettono almeno il 40% di Donne in Posizioni Apicali


Intanto in Usa......vedi sotto


Arrivano dalla UE le “Unità Speciali di Vigilanza” per sorvegliare e reprimere chi dissente



Posted By Luciano Lago On 20 novembre 2013

Moshè Cantor in riunione [1]
Fonte: Alerta Digital
Traduzione di Luciano Lago




Una delle principali lobby di pressione nei paesi dell’eurozona è costituita dal CJE (“European Jewish Congress”). Come esempio di influenza nell’adottare le decisioni, con una azione senza precedenti, questo organismo ha chiesto ultimamente alla UE di  realizzare delle  ”Unità Speciali di vigilanza” per sorvegliare i cittadini che possano essere considerati “intolleranti” in uno qualsiasi dei 27 Stati membri.



l risultato di questa richiesta è stato  la creazione dell’organismo  “ European Council on Tolerance and Reconciliation”, assieme alla Commissione delle libertà civili del Parlamento Europeo.  Questo Consiglio prenderà il controllo e si farà carico delle “unità speciali di vigilanza” nei differenti governi, incaricandosi della supervisione e rielaborazione dei dati dei “sospetti” ed opererà preferibilmente all’interno del  Ministero della Giustizia di ogni Stato membro.



Per fare un esempio, a partire dall’anno che viene, si  abiliteranno in Spagna più di 50 procure (“fiscalias”)contro i “delitti di odio”, ciò significa che ci saranno più giudici che si dedicheranno a perseguire, a reprimere  e sanzionare quei cittadini spagnoli che abbiano opinioni politicamente non corrette che non i giudici che si dedichino a perseguire la corruzione istituzionale e/o politica.



Fra queste  opinioni “politicamente non corrette”, si potranno perseguire  legalmente coloro che abbiano opinioni contrarie al femminismo , al multiculturalismo, alla omosessualità,  all’egualitarismo, al separatismo o all’immigrazione massiccia. Anche  coloro che volessero denunciare il razzismo anti spagnolo, l’attacco alla tradizione, alla famiglia, alla endofobia istituzionale, la discriminazione positiva (negativa per gli spagnoli), ecc.. Di fatto queste leggi che si suppongono anti-discriminatorie ed anti -intolleranti sono elaborate in maniera tale che  si potrebbero anche perseguire coloro i quali abbiano opinioni contrarie (basta che siano opinioni) al globalismo-mondialismo-sionismo.



Il principio ispiratore di queste misure, secondo quanto afferma lo stesso Moshe Cantor (presidente del CJE), è che “non c’è  necessità di offrire tolleranza all’intollerante”. Rimane chiaro che con questa impostazione la principale vittima sarà la libertà di espressione che si vedrà ampiamente limitata visto  che qualsiasi espressione pubblica sarà filtrata da una correzione politica.



La richiesta del Congresso Ebraico Europeo risulta diversa  rispetto ai reati che si prevedevano nell”’Osservatorio Europeo per la Dignità “(OED), organismo che ha la sua sede a Bruxelles ed esamina la violazione dei diritti civili nell’Unione Europea. L’OED ha avvisato che l’EJC pretende di imporre un controllo governativo sui comportamenti sociali ed economici dei cittadini intolleranti nel senso più ampio possibile. Si osserva inoltre ed appare chiaro che questa posizione potrebbe dare luogo a situazioni nelle quali si potrebbero lanciare accuse poco chiare o ingiustificate contro persone o gruppi.



Le conseguenze dell’assunzione di questo requisito dalla  UE potrebbero essere molto serie e dolorose. Secondo l’OED: “Se si stabilisce questa come politica della UE, si potrebbe avere l’effetto di stabilire unilateralmente delle categorie di reati senza nessuna base legale. Il risultato sarà una drastica riduzione ( e possibile estinzione) della libertà fondamentale di espressione e che gli individui o i gruppi si auto censurino per paura di essere processati per esprimere i propri punti di vista morali o personali.



L’Osservatorio Europeo per la dignità conclude realizzando una critica molto chiara alle misure suggerite dal Congresso Ebraico Europeo: “qualsiasi approvazione di questo statuto a livello nazionale da parte degli Stati nazionali europei non solo sarebbe un gran passo indietro ma questo implicherebbe una supervisione sopranazionale, un qualcosa che supporrebbe un giorno nero per la democrazia europea”.



Questa medesima linea del Congresso Ebraico Europeo (i cui interessi non sono né le libertà né la tolleranza ma piuttosto seguire gli interessi del sionismo per creare un meccanismo di controllo e supervisione sopranazionale su ogni cittadino al di sopra dei propri stati) ha spinto ugualmente i rispettivi governi a far votare il progetto di legge antirazzista in Grecia, in Ungheria ed in altri paesi, quello descritto  in questo articolo, che è un progetto che essenzialmente consiste  nella privazione del diritto di parola e di espressione dei cittadini con la finalità di adempiere a direttive internazionali e subordinando gli interessi delle singole nazioni.











USA: Piano segreto contro la privacy online    
Nei giorni scorsi, gli Stati Uniti hanno distribuito agli alleati un documento riservato che fa appello a cambiare il testo della proposta brasiliana e tedesca, in cui i riferimenti ai diritti di privacy si riferiscano espressamente agli obblighi degli Stati sotto l'ICCPR e si elimini il suggerimento che tali requisiti si applichino in modalità extraterritoriale. In altre parole, gli Stati Uniti vogliono assicurarsi il diritto di spiare all'estero. 

Secondo il quotidiano 'Foreign Policy', gli Stati Uniti vogliono limitare l'attenzione globale sulla sorveglianza. La raccolta di informazioni sulle decine di milioni di persone in tutto il mondo, è perfettamente accettabile, ha detto l'amministrazione Obama in diverse occasioni. Tutto ciò è autorizzato dalla legge degli Stati Uniti, con la supervisione del Congresso e approvato dal tribunali statunitensi. 

La risoluzione sulla privacy, come la maggior parte delle decisioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non si applicherebbe per nessun tribunale internazionale. Ma gli avvocati internazionali dicono che è importante perché costituisce la base di un consenso internazionale ('legge blanda') che alla fine renderebbe più difficile per gli Stati Uniti sostenere la loro sorveglianza di massa. 

Il 1 novembre il Brasile e la Germania hanno presentato alle Nazioni Unite una risoluzione comune per la promozione del diritto alla privacy su Internet, dopo le accuse di spionaggio da parte degli Stati Uniti. Il documento esorta gli Stati membri ad "adottare misure per porre fine" alla violazione di tali diritti e per creare, attraverso la legislazione nazionale, le condizioni per garantire la conformità agli obblighi stabiliti dal diritto internazionale umanitario. 

Fonte: Voci dalla strada

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