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mercoledì 25 dicembre 2013

DANILO CALVANI: “BUON NATALE ALL’ITALIA CHE MUORE DI FAME”

Una deputata di Sel,  partito che dice essere dalla parte degli ultimi e dei deboli, chiede il rispetto dell'umanità degli eletti, che sono "costretti ai lavori forzati" secondo la povera parlamentare a 15 mila euro al mese. Ci sono almeno 7,3 milioni di italiani che non hanno di che vivere, e la signora esige ancora più "certezze" sulle festività per la casta. Dal palazzo piovono ancora offese orribili contro il popolo, la cui unica certezza garantita da questi passacarte delle banche sono le cartelle esattoriali. Pensioni sempre più da fame quando non sono cancellate, disoccupati SENZA REDDITO DI CITTADINANZA, per non parlare della precarietà che in nome del Dio Mercato è stata imposta senza che nessuno di cotanti paladini dei deboli avesse niente da eccepire, e la preoccupazione di questa donna (son tanto superiori le donne si dice, sono più "umane") consiste nell'avere certezze per le sue vacanze. E' una questione di umanità. A proposito di certezze, in una scuola di Brescia sono stati richiamati insegnati in pensione a lavorare GRATIS. Imperdibili invece, quanto estremamente serie e oneste, le parole di Danilo Calvani, lui sì, uno di noi. Anche il Papa finge che ogni italiano in quanto tale benefici di "vita degna" a sentire le sue parole di oggi. Gli italiani sono tutti ricchi e stanno bene, d'altronde il Ministro Saccomanni sostiene che la crisi globale è finita.
Barbara


Il Rappresentante del Comitato di Coordinamento 9 dicembre, usa parole fortissime nel fare un augurio all’Italia in vista delle festività natalizie: “Buon Natale all’Italia che muore di fame!”

ROMA 23 DICEMBRE – “Domani è la sera della vigilia di Natale e l’Italia muore di fame. Il mio augurio va alle persone che non possono mangiare, a quelle che non arrivano a fine mese, a coloro che non ricevono lo stipendio, ai disoccupati, alle persone in mobilità, agli imprenditori e a tutti coloro che resistono e che aspettano ancora il più grande dono da parte dello Stato: il riconoscimento dei propri diritti come il diritto al lavoro, alla casa e quindi il diritto alla vita!“.

Con queste parole, Danilo Calvani, portavoce del Coordinamento 9 dicembre che ha organizzato le manifestazioni del 9 e del 18 dicembre a Roma, saluta l’Italia
strozzata dalla crisi. Il suo invito è quello di resistere oltre ogni forma di ostruzionismo democratico. “L’Italia è un paese da riscrivere” – dichiara – “dalla legge di stabilità che finirà per fare inghiottire un boccone amaro a chi ha già un’ulcera allo stomaco, alla legge elettorale che si beffa del cittadino portando in Parlamento sempre i nominati, al lavoro che è ormai un miraggio. Molti gli imprenditori che si suicidano e moltissimi invece i disoccupati“.

Il Coordinamento 9 dicembre è nato ”per dare voce alla resistenza dei cittadini onesti“, dice Calvani che aggiunge: “Di noi hanno detto di tutto, hanno detto che siamo fascisti e si sono dimenticati che il nostro comitato prende il nome dalla Giornata Nazionale in difesa della Costituzione caldeggiata anche dall’ANPI (Associazione nazionale partigiani italiani). Alla faccia del golpe! Tra di noi ci son persone di destra, di sinistra e di centro. Al di là del credo politico, per noi è un dovere sociale insorgere contro un governo che non rispetta i nostri diritti. Per questo chi ha creato la crisi deve andarsene via, subito e il Parlamento dovrà essere riempito di quelle facce che il popolo ha voluto e votato democraticamente!

Danilo Calvani sottolinea anche che il sostegno alla manifestazione del 18 dicembre in Piazza del Popolo è stata doverosa oltre che un atto di coerenza: “L’allontanamento degli altri movimenti e comitati che ci avevano sostenuto all’inizio, ha finito per terrorizzare i cittadini con minacce di infiltrazioni estremiste rivelatesi inesistenti. Ma gli infiltrati sono dappertutto, nostro compito è isolarli collaborando con le forze dell’ordine. E’ un fatto di principio, di coerenza! La stessa coerenza dimostrata dai manifestanti che alla fine hanno ripulito la piazza! Per noi era troppo importante manifestare pacificamente senza tradire le aspettative del popolo invece di sedere al tavolo delle trattative con quello stesso governo che ci ha portato alla rovina“.

Alessandro Gallo, responsabile del coordinamento del Coordinamento 9 dicembre per la città di Udine afferma: “Siamo nel tempo in cui il popolo prende sempre più consapevolezza di come le cose vengono gestite a livello locale e globale. Preso atto che ci sono dei diritti costituzionali che in Italia non vengono rispettati e preso atto che la crisi globale è stata indotta, il popolo aspettava un segnale: questo segnale è arrivato dal mondo del lavoro, categorie come piccoli commercianti, artigiani, imprenditori hanno pensato di unirsi per combattere questo sistema in una ribellione che noi definiamo costituzionale. Ci siamo uniti tutti grazie alla rete per combattere coloro che, attraverso il meccanismo del debito, si son presi tutto il potere possibile soggiogando gli italiani con la sottoscrizione dei trattati internazionali. Finché non avremo un Parlamento scelto dal popolo non molleremo nella nostra battaglia”.

Simona Pedrazzini, responsabile del presidio di Piacenza e Presidente dell’associazione “Piccoli imprenditori e suicidi di stato” afferma: “Per troppi anni dimenticati da chi avrebbe dovuto tutelarsi, siamo diventati “gli invisibili”. Ora, grazie al coordinamento 9 dicembre gli italiani si sono come svegliati da quel torpore. Voglio incoraggiare tutti ad andare ai presidi nelle proprie città e sostenere i nostri ideali che sono quelli del popolo italiano“.

 Gabriele Baldarelli, responsabile della comunicazione nel web ha sottolineato: “I disfattisti dicono e vogliono far credere che la rivoluzione civile e costituzionale italiana è in una fase di stallo e di difficoltà: FALSO, è più viva che mai!

Infine il rappresentante del Coordinamento 9 dicembre lancia un messaggio governo, annunciando un imminente ritorno sulla scena: “I nostri presidi continueranno ad oltranza, resisteremo fino alla fine per dare voce a chi voce non ha più, per sostenere le famiglie di chi si è suicidato anche in questi giorni. Noi non molleremo mai, è bene che il governo lo capisca! E torneremo a manifestare! Chiunque sia in buona fede e animato da coscienza civile può unirsi a noi al di là del credo politico. Noi parliamo solo la lingua della tolleranza, della pace e della giustizia. Auguri all’Italia, soprattutto a quella che muore di fame!“.

Ufficio Stampa Comitato di Coordinamento 9 dicembre
Maria Melania Barone
Giornalista
3935715696

Fonte: you-ng.it

1 commento:

  1. Il primo esperimento di liberazione è andato male. Anche il secondo non andrà tanto bene. Ci sono ancora troppi soldi nelle pensioni dei piddini che girano. Aspettiamo un ribasso generalizzato anche di queste. Dopodiché cominceranno pure loro a grattarsi la testa. Alfine, si raggiungerà la massa critica. L'italiano ha proprio bisogno di essere scornato a dovere.

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