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mercoledì 20 agosto 2014

Bridgewater, l'hedge fund che ci ha comprati

vedi anche L’Unione Europea è l’antitesi dell’Europa che consiglio di leggere interamente, qui un abstract:
L’Unione Europea era all’origine una grande opportunità, difficile è capire se lo possa essere ancora, di certo perché ciò sia possibile si dovrebbe eludere ogni richiesta, da parte delle istituzioni UE, di cessioni di sovranità, anzi i singoli Stati membri dovrebbero fare ogni sforzo per riconquistare ognuno la propria e poi, volendo ancora perseguire una politica europeista, trovare piuttosto un modo di sommare sovranità e forze, cosi da poter divenire davvero un attore globale.

Consiglio anche I conti e le tasse di Renzi
"Con il debito pubblico al 135% del Pil, gli spazi di manovra sono inesistenti e il destino dell'Italia è segnato. Ci vuole una manovra aggiuntiva tuonano dai Palazzi europei e dal Fondo monetario internazionale."

intanto la Spagna ha ancora il reddito di cittadinanza, COSA CHE IN ITALIA CON cotanti lottatori per gli ultimi ed i debolo IN 20 anni non hanno trovato stranamente il tempo di introdurlo. Ma sarà colpa della Germania.La mafia italo ammmmerikana chiede di taglieggiare......la "finanza" ha investito, deve essere remunerata.
La mafia non poteva che non andare d'accordo con i liberatori, stessa pasta. Ed ora il paese è in mano loro. Non è una novità dell'ultima ora anche se la soc civile per lavarsi la coscienza finge che tutto nacque nel 1994- (amato e ciampi non davano fastidio, all'intellighenzia serva della finanza)
Quindi questi "invstitori" ci han portato 160 miliardi.....ma che ce li han regalati? Li avete visti voi? E si aspettano qualcosa in cambio. QUESTO NON E' INVESTIRE, QUESTO E' COMPRARE

20 AGO 2014 10:57
1. ECCO COSA PENSA DI NOI BRIDGEWATER, IL PIÙ GRANDE HEDGE FUND DEL MONDO, IN UN RAPPORTO DEDICATO ALL’ITALIA DOVE HA INVESTITO OLTRE 160 MILIARDI DI DOLLARI: “GLI SPREAD DELL’ITALIA NON RIFLETTONO LA SITUAZIONE IN DETERIORAMENTO DEL PAESE” E CHE “MENTRE L’ITALIA CONTINUA A PEGGIORARE, DIVENTERÀ SEMPRE PIÙ IMPORTANTE CAPIRE FINO A CHE PUNTO LA BCE SARÀ DISPOSTA A SOSTENERE I COSTI DI FINANZIAMENTO DEL PAESE” - 2. AMORALE DELLA FAVA E DELLA RAVA: SIAMO DEI MIRACOLATI DELLO SPREAD, GRAZIE ALLA BCE DI DRAGHI, MA NON POSSIAMO ANDARE AVANTI COSÌ.

CI CHIEDONO TUTTI DI FARE UNA RIFORMA DEL LAVORO E I GRANDI INVESTITORI ESTERI CI INDICANO IL MODELLO DELLA SPAGNA, DOVE SONO SCESI TUTELE E SALARI. ABBIAMO IL CORAGGIO DI FARLO, O VIVACCHIEREMO TRA UN TAGLIO DI SPESA E UN PRELIEVO SULLE PENSIONI, PRIMA DEL GRANDE BOTTO? -



1. AVVISI AI NAVIGATI
Bridgewater è il più grande hedge fund del mondo ed è guidato da un italoamericano, Ray Dalio, che per sé e per i suoi clienti ha guadagnato oltre 50 miliardi di dollari. Lo scorso 12 agosto, in un rapporto dedicato all’Italia, ha messo nero su bianco che cosa pensa di noi.

Lo riferisce oggi Repubblica e non è una lettura piacevole. Bridgewater dice senza peli sulla lingua che “gli spread dell’Italia non riflettono la situazione in deterioramento del Paese” e che “mentre l’Italia continua a peggiorare e la sensibilità al debito aumenta, diventerà sempre più importante capire fino a che punto la Bce sarà disposta a sostenere i costi di finanziamento del Paese”.
Si tratta di un avvertimento pesante, perché l’hedge fund americano fa parte di quei grandi investitori esteri che dal 2012 hanno riportato in Italia oltre 160 miliardi di dollari e che ora potrebbero ripensarci in qualunque momento. Anche perché il modello virtuoso citato dal report è quello della Spagna, che ha fatto una severa riforma del lavoro e ha recuperato quote di export.
Gli spagnoli hanno esportazioni del 10% sopra i livelli del 2008, mentre noi italiani siamo sotto del 3% e continuiamo a perdere quote di mercato. Per questo motivo, scrive crudamente Bridgewater, “una correzione al ribasso dei salari in Italia deprimerebbe ulteriormente i redditi e la spesa, partendo da livelli già depressi, ma non affrontare questo passaggio metterebbe la manodopera italiana in una condizione ancora peggiore nel lungo periodo”.
 
Ecco, abbiamo riportato queste parole perché sta tutto qui il vero dilemma di Renzie. Siamo dei miracolati dello spread, grazie alla Bce di Draghi, ma non possiamo andare avanti così. Ci chiedono tutti di fare una riforma del lavoro e i grandi investitori esteri ci indicano il modello della Spagna, dove sono scesi tutele e salari. Abbiamo il coraggio di farlo, o vivacchieremo tra un taglio di spesa e un prelievo sulle pensioni?
 
 2. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Con una serie di tweet, ieri Renzie ha precisato l’agenda del suo governo e pare che non ci sia spazio per gli interventi sulle pensioni dei quali ha parlato il ministro Poletti, ma la situazione resta confusa. Repubblica: “Pensioni, scontro nel governo sul contributo di solidarietà. I sindacati: ‘Troppa confusione’. Polemiche sul piano allo studio al ministero del Lavoro. Baretta (Tesoro): tranquillo chi prende meno di 2.000 euro”. Renzi: “Proposta già bocciata”, ma l’idea prima gli piaceva. Poletti tira dritto, cerca fondi per esodati e cassintegrati. Anche Cottarelli propose un taglio ai trattamenti più ricchi, ma l’ipotesi sul tavolo è quella di Gutgeld” (pp. 2-3).
Anche il Corriere prende atto delle smentite del premier, ma dedica ancora molto spazio alle pensioni per sconsigliare interventi: “La tentazione di tagli e balzelli. I no della Consulta e i conti sbagliati. I dubbi sulla possibilità di ricalcolare gli importi con il sistema contributivo. Oggi le pensioni sono calcolate ancora con il metodo retributivo per il 98%: un nuovo balzello peserebbe su quasi tutte. La metà dell’Irpef pesa su meno di 2 milioni di pensionati con assegni oltre i 30mila euro: un contributo li penalizzerebbe due volte” (p. 7).
 Sulla Stampa si fa vivo ancora una volta Lorenzo Bini Smaghi. Dopo l’intervento sul Corriere dei giorni scorsi, l’ex membro della Bce invita a copiare la riforma spagnola del mercato del lavoro e a fare le riforme per aumentare la competitività italiana (p. 5).
Sul Messaggero, le indiscrezioni su altri tagli: “Stangata statali. Il Tesoro studia un nuovo blocco biennale dei salari. Un congelamento della busta paga consentirebbe risparmi per 4-5 miliardi. Dal 2010 a oggi tagli al settore per 11 miliardi” (p. 2).

3. IL RAID AEREO DEL PREMIER CAZZARO
Botta d’immagine per il premier in vacanza a Forte dei Marmi, che oggi fa un giro in Iraq, rigorosamente in giornata. La Repubblica dei renziani titola: “Renzi, visita lampo in Iraq a Bagdad e dai profughi. ‘Anche a nome della Ue’. Colloqui con le autorità, poi a Erbil nella zona curda. Il premier e il fronte estero: ‘Italia attiva nelle crisi, pure la Libia avrà bisogno” (p. 6).
Il Corriere va oltre e spiega: “Blitz iracheno e alleanze: lanciata la volata di Mogherini. Mancano dieci giorni al vertice sulle euronomine. Berlino non si oppone, c’è l’intesa con Parigi. In crescita le chance di ottenere il ruolo di Mrs Pesc. Per la responsabile degli Esteri restano l’opposizione dell’Est e le difficoltà sul dossier russo. L’Eliseo favorevole a un binomio della candidata italiana con l’ex ministro Moscovici a cui andrebbe un importante portafoglio economico” (p. 5).
 
4. GIUSTIZIA À LA CARTE
Prosegue il dibattito sulla riforma della giustizia che il ministro Orlando sta mettendo a punto con sapienza democristiana. Sul civile è già quasi tutto pronto, ma restano problemi aperti sul penale: “Scontro sulle intercettazioni. Aut aut di Ncd: o si approvano anche le norme sugli ascolti oppure chiediamo anche la separazione delle carriere. Oggi vertice di maggioranza con il ministro Orlando. Il viceministro Costa: il premier rispetti i patti stipulati. Il governo vuole organizzare prima una tavola rotonda con i direttori dei giornali” (Repubblica, p. 11). Già solo la caccia all’invito sarà uno spettacolo.
Per il Messaggero, problemi anche su altri fronti: “Ma sulle regole del nuovo Csm è scontro nella maggioranza. Tensione Pd-Ncd anche sulla responsabilità civile dei magistrati. Oggi vertice con Orlando. Berlusconi alla finestra, gli azzurri: pronti a discutere, ma nessuna cambiale in bianco” (p. 5)
 
 
5. L’ABBRACCIO DEL CAINANO
Giustizia a parte, Berlusconi aspetta Renzie sulle ricette economiche, come racconta oggi il Giornale: “Il piano di Berlusconi: un’agenda economica per unire il centrodestra. Il leader azzurro al lavoro su un progetto anti crisi da presentare a Renzi ma anche a Ncd, Fdi e Lega. L’idea della flat tax: per l’ex premier è la ricetta vincente come in Spagna e Gran Bretagna” (p. 8). In autunno si vedrà se il premier ha i voti per portare a casa le sue riforme economiche. Sulla riforma del Senato non li aveva e ha avuto bisogno di Forza Italia.
 
6. ARIA DI DIVORZIO IN LUXOTTICA
Andrea Guerra potrebbe lasciare Luxottica, ma non per fare il ministro. Il Corriere spiffera il grande gelo al vertice con il patròn Leonardo Del Vecchio: “Luxottica, Guerra verso l’uscita. Divergenze con Del Vecchio. In primavera 35 milioni di guadagno con le stock option. Le incomprensioni sull’alleanza con Google per gli occhiali hi-tech e sulla chiamata pubblica di Renzi per fare il ministro” (p. 25). Anche il Sole 24 Ore fiuta aria di divorzio e racconta: “Luxottica, in uscita l’ad Guerra. I contrasti con il presidente e azionista Leonardo Del Vecchio sono alla base del prossimo cambio al vertice del gruppo. Verso una transizione-soft nei prossimi mesi” (p. 1 dorso Finanza & Mercati).
 
7. LINGOTTI IN FUGA
Sembra complicarsi la partita della fusione Fiat-Chrysler, con Torino che rischia di dover rifare l’operazione daccapo per l’esercizio dei diritti di recesso. Repubblica riporta: “La speculazione si scatena su Fiat, -3% in Borsa. Stasera scade il recesso” .Report di Credit Suisse alla vigilia della scadenza che parla di azione sopravvalutata: “l’istituto di Zurigo scommette sulla necessità di una ricapitalizzazione. Norges Bank torna ad acquistare azioni del Lingotto e risale oltre il 2 per cento” (p. 24). L’investitore scandinavo aveva votato contro la fusione. A Torino restano ottimisti e credono che alla fine il diritto di recesso non farà saltare l’operazione.
 
8. TELECOM-MEDIA DO BRASIL
Si avvicinano i giorni della verità per la battaglia brasiliana tra Telecom e Telefonica. Per il Corriere, “Telecom-Vivendi, il rebus dei soci italiani. Fiammata in Borsa. Il mercato scommette sull’offerta. Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali dovranno ora decidere se vendere o allearsi con il nuovo partner francese” (p. 27).
La Stampa apre un nuovo fronte: “Telecom, resta il rischio aumento di capitale. Per gli analisti di Soc Gen è tra le opzioni sul tavolo dell’ex monopolista e potrebbe superare il miliardo. Prosegue la sfida tra italiani e spagnoli per conquistare la brasiliana Gvt. Il 28 agosto la decisione finale a Parigi. Da Telefonica probabile una controfferta dell’ultimo minuto” (p. 22). Il Sole spiega: “Telecom-Vivendi, offerta in azioni e cash. Advisor al lavoro per una proposta mista con cassa e azioni della holding e di Tim Brasil” (p. 1 Finanza&Mercati). Bollorè nella posizione migliore possibile per decidere quanto entrare da padrone nelle telecomunicazioni italiane.
Dagospia

Visto sul blog di Luciano Davì



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