di John W. Whitehead
Ormai abbiamo una quarta branca del governo. Come documento nel mio nuovo libro “Battlefield America: The War on the American People” (Campo di battaglia America: la guerra al popolo americano), questa quarta branca è venuta in essere senza alcun mandato elettorale o referendum costituzionale, eppure possiede superpoteri molto al di sopra di qualsiasi altra agenzia governativa tranne l’esercito. E’ onniscente, onnivedente e onnipotente. Opera al di fuori della portata del presidente, del Congresso e dei tribunali, e marcia di pari passo con l’elite delle compagnie che comandano davvero a Washington.
Potremmo chiamare questa nuova branca Sorveglianza, ma io preferisco “tecnotirannide”, termine coniato dal giornalista investigativo James Bamford per indicare un’era di tirannide tecnologica resa possibile dai segreti, le menzogne, le spie e i legami aziendali del governo.
Attenti a ciò che vedete, leggete, scrivete, a dove andate e con chi parlate, perché verrà tutto registrato, archiviato e alla fine usato contro di voi, nel luogo e nel momento scelti dal governo. La riservatezza è morta.
Lo stato di polizia sta per passare la staffetta a quello di sorveglianza.
Dopo aver già trasformato la polizia locale in un’estensione dell’esercito, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, il Dipartimento di Giustizia e l’FBI si stanno preparando per trasformare i poliziotti-soldato del paese in tecno-guerrieri completi di scanner dell’iride e del corpo, dispositivi radar Doppler agli infrarossi, programmi di ricognizione facciale, lettori di targa, dispositivi Stingray per i cellulari e tanto altro ancora.
Questo sta per diventare il nuovo volto della sorveglianza in America.
La National Security Agency è stata la distrazione perfetta per distoglierci dalla più vasta campagna tecnologica del governo che ci renderà impotenti di fronte ai suoi occhi indiscreti. Di fatto molto tempo prima che la NSA diventasse l’agenzia che amavamo odiare, il Dipartimento di Giustizia, l’FBI e la Drug Enforcement Admnistration stavano portando avanti la propria segreta sorveglianza di massa sulla popolazione ignara.
Praticamente ogni branca del governo, dal Servizio Postale al Dipartimento del Tesoro e tutti quelli in mezzo, ha ora il proprio settore di sorveglianza autorizzato a spiare il popolo americano. Poi ci sono i centri di fusione e antiterrorismo che raccolgono tutti i dati dalle spie governative più piccole (polizia, ufficiali sanitari, trasporti ecc) e li rendono accessibili a chi è al potere. Senza ovviamente parlare della complicità delle compagnie, che ci comprano e vendono dalla culla alla bara finché non abbiamo più dati da fornire.
Il dibattito infuocato sul destino dei programmi di sorveglianza interna, palesemente incostituzionali, illegali e continui, è solo rumore, ciò che Shakespeare definiva “suono e furia, con nessun significato”.Perché non significa nulla: le leggi, le rivelazioni, le task force e gli ostruzionisti. Il governo non sta rinunciando né cedendo. Ha smesso di darci retta. Ha smesso da molto tempo di prendere ordini da “noi popolo”.
Se non ve ne siete ancora accorti, niente di tutto questo (le simulazioni militari, la sorveglianza, la polizia militarizzata, le perquisizioni, le palpatine casuali, perfino le telecamere indossate dalla polizia) è per combattere il terrorismo. E’ tutto per controllare la popolazione. Nonostante il fatto che l’attività di spionaggio si sia dimostrata inefficace nel rilevare, figuriamoci fermare, qualsiasi effettivo attacco terroristico, la NSA continua ad operare largamente in segreto, portando avanti sorveglianza di massa senza mandato su centinaia di milioni di telefonate, email, sms e simili, aldilà del controllo del Congresso e dei contribuenti, costretti a finanziare il suo bilancio multimiliardario per le operazioni segrete.
Leggi come il Patriot Act servono solo a legittimare le azioni di un’agenzia segreta gestita da un governo ombra. Perfino il proposto e alla fine sconfitto Freedom Act, che si proponeva di limitare la portata del programma di sorveglianza telefonica della NSA, almeno sulla carta, dispondendo che l’agenzia necessitasse di un mandato prima di sorvegliare i cittadini americani e proibendo la conservazione di qualsiasi dato raccolto sugli americani, ammontava a poco più che una tigre di carta: in apparenza minacciosa, ma priva di morso reale.
La questione di come fare con la NSA, un’agenzia che opera al di fuori del sistema di controlli e contrappesi stabiliti dalla costituzione, è un argomento divisivo che polarizza perfino quanti si sono opposti alla sorveglianza senza mandato della NSA fin dall’inizio, costringendoci tutti, cinici, idealisti, politici e realisti, a vedercela con una “soluzione” politica profondamente dubbia e insoddisfacente a un problema che si situa aldilà della portata degli elettori e dei politici: come confidare che un governo che mente, bara, ruba, aggira la legge e poi si auto-assolve, in effetti ubbidisca alla legge?
Dalla sua nascita ufficiale nel 1952, quando il presidente Harry S. Truman emanò un ordine esecutivo segreto istituendo la NSA quale centro delle attività di intelligence estera del governo, l’agenzia ha operato nell’ombra, senza responsabilità di fronte al Congresso pur usufruendo dei dollari del contribuente per finanziare le sue operazioni segrete. Fu solo quando nel 1969 l’agenzia giunse a impiegare 90.000 impiegati, facendone la più grande agenzia di intelligence del mondo, con un notevole spazio occupato fuori Washington, che diventò più difficile negarne l’esistenza.
In seguito al Watergate del 1975 il Senato tenne incontri sotto il Comitato Church per stabilire esattamente in quale tipo di attività illegali l’apparato di intelligence americano fosse impegnato sotto la direzione del presidente Nixon, e come impedire future violazioni della legge. Era la prima volta che la NSA veniva esposta allo scrutinio pubblico fin dalla sua creazione. L’investigazione rivelò un’operazione sofisticata, i cui programmi di sorveglianza si curavano ben poco della costituzione. Per esempio, sotto il Progetto Shamrock la NSA spiava i telegrammi da e per gli USA, così come la corrispondenza dei cittadini americani. Inoltre, come riporta il Saturday Evening:
“Sotto il Progetto Minaret la NSA monitorava le comunicazioni dei leader dei diritti civili e di quanti si opponevano alla guerra in Vietnam, compresi Martin Luther King Jr, Mohammad Ali, Jane Fonda e due senatori statunitensi. La NSA aveva lanciato questo programma nel 1967 per monitorare sospetti terroristi e trafficanti di droga, ma i presidenti successivi lo usarono per sorvegliare qualsiasi dissidente politico.”
Il senatore Frank Church (democratico dell’Idaho), che servì come presidente del comitato d’Intelligence che investigò la NSA, capiva benissimo i pericoli intrinseci nel permettere al governo di oltrepassare la sua autorità in nome della sicurezza nazionale. Church riconobbe che tali poteri di sorveglianza “potevano essere rivolti contro il popolo americano in qualsiasi momento, e nessun americano avrebbe avuto più alcuna riservatezza, tanta era la capacità di monitorare tutto: conversazioni telefoniche, telegrammi, non importa. Non ci sarebbe stato alcun posto per nascondersi.”
Constatando che la NSA avrebbe potuto rendere un dittatore capace “di imporre la totale tirannide” a un popolo americano completamente indifeso, Church dichiarò che non voleva “mai vedere questo paese attraversare il ponte” della protezione costituzionale, della supervisione parlamentare e della richiesta di riservatezza da parte del popolo. Egli dichiarò che “noi”, ovvero sia il Congresso che gli elettori, “dobbiamo fare in modo che questa agenzia e tutte le agenzie che possiedono questa tecnologia operino all’interno del diritto e sotto adeguata supervisione, affinché non oltrepassino mai quell’abisso. Quello è un abisso dal quale non c’è ritorno.”
Il risultato fu l’approvazione del “Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) e la creazione del Tribunale FISA, che avrebbe dovuto supervisionare il modo in cui le informazioni d’intelligence venivano raccolte e archiviate. La legge prevede che la NSA ottenga l’autorizzazione del Tribunale FISA, un tribunale segreto di sorveglianza, prima di poter effettuare la sorveglianza dei cittadini americani. Arriviamo ai nostri giorni e la cosiddetta soluzione al problema posto dagli enti governativi che effettuano sorveglianza ingiustificata e illegale, ovvero il Tribunale FISA, è diventato inconsapevolmente ciò che permette tali attività, approvando quasi ogni richiesta gli venga sottoposta.
Gli attacchi dell’11 settembre sono serviti come spartiacque nella storia della nostra nazione, inaugurando un’era in cui attività governative immorali e/o illegali come la sorveglianza, la tortura, le perquisizioni corporali, le incursioni delle squadre d’assalto vengono sancite come parte dell’impegno a mantenerci “sicuri”.
In seguito all’11 settembre, George W. Bush autorizzò segretamente la NSA a condurre sorveglianza senza mandato sulle telefonate ed email degli americani. Tale programma di intercettazioni venne riportato come concluso nel 2007, in seguito al resoconto del New York Times che aveva provocato l’indignazione generale.
Con Barack Obama nulla cambiò. Di fatto le violazioni peggiorarono, in quanto la NSA venne autorizzata a raccogliere segretamente i dati telefonici e internet di milioni di americani e anche di governi stranieri.
Solo dal 2013, con le rivelazioni di Edward Snowden, gli americani hanno compreso appieno fino a che punto erano stati ancora una volta traditi.
Ciò che appare chiaro da questa breve storia della NSA è che la NSA non si può riformare. Finché al governo sarà permesso beffarsi della legge, che sia essa la costituzione, il FISA Act o qualsiasi altra norma intesa a limitare il suo potere e restringere le sue attività, e finché gli sarà permesso di operare a porte chiuse, affidandosi a tribunali segreti, bilanci segreti e interpretazioni segrete delle leggi, non ci sarà alcuna riforma.
Presidenti, politici e sentenze sono andati e venuti nel corso dei 60 anni di storia della NSA, ma nessuno di loro ha ottenuto granché per porre fine alla “tecnotirannide” della NSA. La bestia è diventata più grande delle sue catene. Non si farà imprigionare.
La crescente tensione che si vede e si sente nel paese è una tensione tra quanti esercitano il potere per conto del governo (presidente, Congresso, tribunali, esercito, polizia militarizzata, tecnocrati, i burocrati non eletti e senza volto che ubbidiscono ciecamente ed eseguono le direttive del governo, non importa quanto immorali o ingiuste, e le compagnie) e quanti nella popolazione si stanno alla fine rendendo conto delle crescenti ingiustizie, della corruzione che imperversa e delle tirannie senza fine che stanno trasformando il nostro paese in uno stato di polizia tecnocratico.
Ad ogni svolta siamo stati danneggiati, nella nostra ricerca di trasparenza, responsabilità e democrazia rappresentativa, da una cultura di segretezza dell’establishment: agenzie segrete, esperimenti segreti, basi militari segrete, sorveglianza segreta, bilanci segreti e sentenze segrete, tutti esistenti aldilà della nostra portata, operanti al di fuori della nostra conoscenza e non responsabili di fronte a “noi popolo”.
Quello che non siamo riusciti a capire davvero è che la NSA è solo una piccola parte dei un oscuro governo permanente costituito da burocrati non eletti che marciano di pari passo alle compagnie guidate dal profitto, quelle che di fatto governano Washington, e lavorano per tenerci sotto sorveglianza e, perciò, sotto controllo. Per esempio, Google lavora apertamente con la NSA, Amazon ha costruito un enorme database di intelligence per la CIA, da 600 milioni di dollari, e l’industria delle telecomunicazioni sta ottenendo grossi profitti proprio spiandoci per il governo.
In altre parole, l’America delle compagnie sta ottenendo abbondanti profitti lavorando come complice del governo nei suoi sforzi di sorveglianza interna. Guarda caso, come di recente rivelato dall’Intercept, molti dei più vocali difensori della NSA hanno legami finanziari con gli appaltatori della NSA.
Perciò, se questo regime segreto non solo esiste ma prospera, è perché lo abbiamo permesso con la nostra ignoranza, apatia e ingenua fiducia in politici che prendono ordini dall’America delle compagnie anziché dalla costituzione.
Se questo governo ombra persiste, è perché dobbiamo ancora scandalizzarci abbastanza da reagire alle sue prese di potere e mettere fine alle sue tattiche autoritarie.
E se questa burocrazia non eletta riuscirà a calpestare le nostre ultime vestigia di riservatezza e libertà, sarà perché ci saremmo scioccamente lasciati convincere che la politica conta, che votare fa la differenza, che i politici in effetti rappresentano i cittadini, che i tribunali hanno a cuore la giustizia e che tutto viene fatto nel nostro interesse.
In realtà, come avverte il politologo Michael J. Glennon, potete votare chi volete, ma le persone che eleggete non sono quelli che prendono davvero le decisioni. “Il popolo americano si illude… che le istituzioni che fanno da facciata decidano davvero la politica di sicurezza nazionale,” affermò Glennon. “Credono che quando votano per un presidente o membro del Congresso o quando riescono a portare un caso in tribunale, quella politica cambierà. Ma… in materia di sicurezza nazionale la politica è fatta da istituzioni nascoste.”
In altre parole, non importa chi occupa la Casa Bianca: il governo segreto con le sue agenzie segrete, i suoi bilanci e programmi segreti non cambierà. Semplicemente continuerà a operare nel segreto finché qualche talpa verrà fuori e per un po’ solleverà il velo e noi di dovere (e per poco) reciteremo la parte di pubblico scandalizzato, pretendendo responsabilità e sbattendo le nostre gabbie, portando però ben poche riforme vere.
Quindi la lezione della NSA e della sua vasta rete di partner per lo spionaggio interno è semplicemente questa: una volta che permettete al governo di cominciare a violare la legge, per quanto giustificabile ne appaia il motivo, rinunciate al contratto tra voi e il governo, quello che stabilisce che il governo lavora per voi e ubbidisce a voi, i cittadini, i datori di lavoro, i padroni.
Una volta che il governo di Washington comincia a operare al di fuori della legge, senza rispondere a nessuno ma solo a se stesso, non c’è modo per farlo tornare al suo posto, tranne una rivoluzione. E per “rivoluzione” intendo l’eliminazione dell’intera struttura, perché la corruzione e l’illegalità sono diventate pervasive.
Fonte: The Rutherford Institute
Traduzione: Anacronista