MA CHE GENTE SIETE ?
DI MARINA PETRILLO
(AP via HuffPost)
C’è da mettersi le mani nei capelli. Come testimonia la spillcam, il petrolio continua a fuoriuscire forse peggio di prima, la BP prova a incappucciare la falla mentre le sue quotazioni in borsa crollano, Sarah Palin dice che è colpa degli ambientalisti, gli animali muoiono, MotherJones fotografa le insegne delle botteghe e dei negozi in Louisiana (“chiuso per colpa della BP”), Obama cancella il viaggio in Australia e Indonesia per tornare nel Golfo, si è aperta la stagione degli uragani, i commentatori di sinistra lamentano che il disastro oscuri la sua presidenza, mentre scienziati di tutto il mondo ed esperti degli abissi marini sono chiamati a dare il loro parere, fianco a fianco con deputati repubblicani che siedono nei CdA della compagnie petrolifere. E mentre noi ricicliamo le bottiglie di plastica, la macchia di greggio potrebbe arrivare all’Atlantico. Ma potrebbe esserci un simbolo più chiaro della fine di un’epoca e dell’urgenza di cambiare modo di vivere?DI MARINA PETRILLO
(AP via HuffPost)
Jacqueline Leo, direttrice del Fiscal Times, posta per HuffingtonPost su come la BP abbia comprato i risultati di ricerca di Google in modo da comparire sempre per prima nelle ricerche su “perdita di petrolio”, “petrolio nel golfo”, “perdita sulla costa della Louisiana”, “pulizia del petrolio” (ma non “disastro da petrolio”) spingendo verso le pagine secondarie i risultati delle associazioni non-profit (vi traduco quanto più possibile di questi post nel podcast qui sotto)
Anderson Cooper della Cnn trasmetteva ieri sera dopo il suo sopralluogo in mare nel Golfo. Maureen Miller, della sua redazione, anticipava che la BP ha il coraggio di dire che l’avvelenamento dei pulitori sulle spiagge potrebbe non essere dovuto alle sostanze chimiche che stanno maneggiando ma a un “avvelenamento da cibo”.
Rick Outzen per Daily Beast racconta come mentre tanti pescatori senza lavoro aspettano con le mani in mano, la BP paga i turisti ricchi perché li aiutino con le loro motobarche superveloci.
James McKinley Jr posta per il New York Times su cosa sta accadendo all’industria della pesca nel Golfo.
James Cameron, che per Abyss e Titanic ha lavorato con le troupe di sommozzatori più esperte del mondo, dice che la sua offerta di aiuto è stata rimbalzata dalla BP.
Nel frattempo, dopo che la sega dalla lama di diamante si è incastrata nel condotto, la BP è riuscita a liberarla e sta usando un paio di forbici giganti. Sì. Deve tagliare il tubo per provare a “incappucciarlo”, in attesa che siano completati i pozzi di sfogo (per agosto?). generosamente paga lei le barriere di sabbia con cui la costa della Louisiana sta cercando di proteggersi.
La dimensione delle punizioni civili per la BP – cioè le multe – dipende da quanto petrolio versano in mare, perciò è di assoluta importanza calcolare esattamente quanto petrolio sia stato disperso. Kate Sheppard qui. nel frattempo è investita da una valanga di richieste private di risarcimento, racconta Andrew Clark.
Elisabeth Rosenthal esamina il problema della fede nel governo-che-tutto-ripara.
Finlo Rohrer cerca di capire quanta rabbia ci sia negli Stati Uniti, dalle iniziative individuali contro la Bp alle 350 mila persone che protestano su Facebook.
Ecco la puntata di oggi:
Per scaricarla sul tuo computer clicca qui.
Marina Petrillo
Fonte: http://mir.it/servizi/radiopopolare/blogs/alaska
Link: http://mir.it/servizi/radiopopolare/blogs/alaska/?p=2608
Marea nera. Ce ne è un'altra, e c'è anche un blackout.
RispondiEliminaPubblicato da Debora Billi alle 10:15
La notizia del giorno è la scoperta di un secondo pozzo nel Golfo da cui fuoriesce greggio, e che non si riesce a fermare. Le informazioni di Simmons sembrano precise come sempre.
Si tratta della Ocean Saratoga, una piattaforma che era stata già danneggiata dall'uragano Ivan nel 2005. Qualcuno sostiene che il pozzo sottostante abbia continuato a buttar fuori petrolio per ben cinque anni (seppure in quantità modeste), altri, su TOD, che lo sversamento risalirebbe allo scorso 30 aprile, da 5 settimane insomma. L'azienda smentisce, sostenendo che la Saratoga si limita ad effettuare operazioni di chiusura di vecchi pozzi, ma viene smentita a sua volta da un suo stesso report del 2008 in cui si afferma che la Ocean Saratoga ha generato ricavi per 65 milioni di dollari nel 2008.
In ogni caso, la fuoriuscita è confermata sia da foto aeree che da una nota del NOAA risalente appunto al 30 aprile.
I guardoni delle webcam, la notte scorsa, hanno commentato moltissimo l'indaffarato affaccendarsi di un robottino attorno al BOP, a cui sembrava applicare lo stetoscopio come a un paziente cardiopatico. Qualcuno sostiene che si trattasse di un inclinometro, per misurare appunto l'inclinazione del BOP, altri che si stesse usando uno scanner per scoprire eventuali microfratture. Non si sa.
Ma l'altro argomento notturno è stato il cosiddetto "media blackout". Qui si tratta ovviamente solo di voci che si rincorrono, si parla di giornalisti fermati o arrestati e di una militarizzazione delle coste della Louisiana. C'è un articolo su OilPrice che ne parla, ma soprattutto un interessante racconto dal San Francisco Chronicle in cui ci si chiede come mai nessuno trasmette o pubblica le tragiche immagini relative ai delfini morti e alla catastrofe ambientale in generale. Un contractor anonimo ha dichiarato:
C'è in atto un cover up da parte della BP. Ci hanno esplicitamente detto che non vogliono queste foto di animali morti. Sanno che l'oceano finirà col nascondere gran parte delle prove.
Le più clamorose rivelazioni arrivano però dal network televisivo ABC, che racconta come fin dall'inizio fosse stato impedito alla Guardia Costiera di rendere pubbliche le immagini video già esistenti del pozzo. Agli ufficiali era stato intimato di non parlare dell'entità dello sversamento durante interviste e conferenze stampa, e continuare ad aderire alla versione dei 5000 barili al giorno. E come mai tutto ciò? Pura cattiveria? Niente affatto, prosegue la ABC: la legge prevede una multa di 1000 dollari per barile al giorno, e la differenza tra 5 mila e 20 mila barili sono ben 15 milioni di dollari al giorno. Ecco spiegato finalmente il mistero che circonda l'entità del disastro.
Per gli appassionati di webcam, arriva uno splendido video in alta risoluzione dello sversamento in atto. Lo trovate qui.
Fonte: http://petrolio.blogosfere.it
"Vi sono inoltre i dettagli della vicenda, emersi di recente, a smentire definitivamente l’ipotesi della catastrofe intenzionale. Come sappiamo, undici persone che lavoravano sulla piattaforma sono morte nell’incidente, ma altre cinque si sono salvate, e man mano che passano i giorni queste ritrovano la forza per raccontare non solo quello che è successo al momento della tragedia, ma anche nelle ore e nei giorni che l’hanno preceduta.
RispondiEliminaLa trivellazione di quel pozzo era quasi conclusa, ma si era rivelata molto più ostica del previsto. “Sembrava che questo pozzo non volesse farsi scavare” ha detto uno dei sopravvissuti. “It felt as if we were messing with Mother Nature” (sembrava che stessimo disturbando Madre Natura), ha detto un altro. Le difficoltà avevano causato un ritardo complessivo di cinque settimane sul programma originale, ed ogni giorno di trivellazione aggiuntivo stava costando alla società imprenditrice (BP) circa 750.000 dollari, oltre mezzo milioni di Euro.
Il giorno prima dell’incidente si è presentato sulla piattaforma un dirigente della BP, che ha imposto agli uomini della Transocean (gli operatori materiali della trivellazione) un cambiamento nel programma, che prevedeva l’immissione nei condotti idraulici di semplice acqua marina, al posto della normale fanghiglia che proviene dal sottosuolo. Questo avrebbe accelerato le operazioni conclusive, ma avrebbe anche aumentato il rischio di un’esplosione, poichè l’acqua marina – molto meno densa del fango – non è in grado di esercitare la stessa pressione sulle uscite del pozzo.
Il responsabile della piattaforma (Transocean) si sarebbe opposto, citando motivi di sicurezza, ma l’uomo della BP è stato irremovibile: “Si fa così e basta”, avrebbe detto alla fine della riunione. Alla fine, sono loro che pagano, e nessuno ha potuto obiettare."
tratto da Luocomune
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3557
interessante dettaglio, chissà se alla Goldman usano facoltà extrasensoriali....(tono ironico..)
RispondiEliminahttp://neovitruvian.wordpress.com/2010/06/03/goldman-sachsha-venduto-250-milioni-di-dollari-di-azioni-della-bp-prima-del-disastro-petrolifero/
Goldman Sachs:Ha venduto 250 milioni di dollari di azioni della BP prima del disastro petrolifero
Pubblicato da neovitruvian on 3 giugno 2010
E’ stata la vendita di azioni che ha superato di quasi due volte le transazioni degli altri enti; Queste azioni Rappresentano il 44 per cento del totale degli investimenti sulla BP.
Secondo le dichiarazioni normative, si è scoperto che Goldman Sachs ha venduto 4.680,822 mila parti di BP nel primo trimestre del 2010. Le vendite della Goldman sono state le più grandi di ogni impresa in quel periodo. Goldman avrebbe intascato poco più di 266 milioni dollari stando al prezzo medio delle azioni di BP nel corso del trimestre.
Se Goldman aveva venduto queste parti oggi, il loro investimento avrebbe perso il 36 per cento del suo valore, o meglio avrebbe guadagnato “solo” 96 milioni dollari.La vendità dei dividendi rappresentato il 44 per cento delle partecipazioni di Goldman – il che significa che le aziende rimaste di Goldman hanno ancora perso decine di milioni in valore.
La vendita e la sua stessa portata non è inusuale per una grande impresa di gestione patrimoniale. Wall Street brokerages acquista e vende di routine enormi blocchi di azioni per sé e per i loro clienti. Questa transizione potrebbe accendere i riflettori ulteriormente su Goldman. Goldman è anche un frequente bersaglio di liberali e giornalisti, tra cui Matt Taibbi diRolling Stone, che notoriamente ha soprannominato l’azienda un “calamaro vampiro”.