Il merito della vittoria dell'ultimo referendum ricade tutto sui partiti che oggi ci tengono a mostrare alla pubblica opinione il loro impegno contro la privatizzazione dell'acqua e il ritorno al nucleare, come Pierluigi Bersani,per esempio, che nel 2007 firmò con il Segretario USA all' Energia Bodman, un accordo bilaterale di partneship sulla ricerca e lo sviluppo dell'energia nucleare.
Si esulta finalmente per la vittoria del si anche in Puglia, dove il 15 giugno è stata approvata una legge per la ripubblicizazione dell Acquedotto , i maligni pensano che il varo della legge sia concomitante con l'enorme strabordante manifestazione popolare di assenso spingendo la giunta verso la modifca della configurazione legislativo-amministrativa dell'Aqp da società per azioni a totale partecipazione pubblica, voluta da D'alema nel 1999 con l' assetto proprietario ripartito tra la regione Puglia ( 87% circa) e la regione Basilicata ( 13% circa), in azienda pubblica regionale. Una legge che rappresenta una svolta epocale, ma che è stata varata con discutibile ritardo soprattutto in considerazione della sua storia alquanto complicata e controversa . Ricordiamo i sistematici annuali aumenti del costo del servizio, prima giustificati dall'esigenza delle opere di risanamento della rete, poi col dover adeguare i costi, e così via. Fino all'apertura delle paratie dei laghi artificiali più volte stracolmi di acqua che stavano per tracimare, riversando l'acqua potabile a mare rendendola inutilizzabile;
in elusione di ogni legge di mercato (maggiore offerta - minor prezzo) , ivece di distribuirla a minor prezzo si gettava via l'acqua e si invitava la gente a non sprecarla . Né va dimentica la disputa feroce tra Petrella ,l'allora presidente dell'Aqp pugliese , e Vendola ancora attuale presidente della Regione Puglia Si esulta finalmente per la vittoria del si anche in Puglia, dove il 15 giugno è stata approvata una legge per la ripubblicizazione dell Acquedotto , i maligni pensano che il varo della legge sia concomitante con l'enorme strabordante manifestazione popolare di assenso spingendo la giunta verso la modifca della configurazione legislativo-amministrativa dell'Aqp da società per azioni a totale partecipazione pubblica, voluta da D'alema nel 1999 con l' assetto proprietario ripartito tra la regione Puglia ( 87% circa) e la regione Basilicata ( 13% circa), in azienda pubblica regionale. Una legge che rappresenta una svolta epocale, ma che è stata varata con discutibile ritardo soprattutto in considerazione della sua storia alquanto complicata e controversa . Ricordiamo i sistematici annuali aumenti del costo del servizio, prima giustificati dall'esigenza delle opere di risanamento della rete, poi col dover adeguare i costi, e così via. Fino all'apertura delle paratie dei laghi artificiali più volte stracolmi di acqua che stavano per tracimare, riversando l'acqua potabile a mare rendendola inutilizzabile;
"Non sono riuscito, in diciotto mesi," affermava Petrella, " a far accettare dalla Regione Puglia, che é il socio esclusivo (insieme alla Regione Basilicata) del capitale dell'Aqp e che esercita de jure e de facto un "potere" d'intervento forte sull'Acquedotto, l'idea di costituire un gruppo di lavoro incaricato di esaminare e proporre delle soluzioni.
L'abbandono dello statuto di S.p.A. non é stato considerato un atto prioritario e di attualità"(Petrella novembre 2006)
Ma questa è storia vecchia oggi spunta una nuova legge, promessa da diverso tempo, che si orienta verso la ripubblicizzazione che però si rileva piuttosto ambigua proprio nella materia più importante , ovvero l'apertura ai privati( art. 5, comma 4)
"l'Aqp può gestire attività strettamente connesse alla gestione del servizio idrico integrato attraverso la costituzione di società anche miste nel rispetto della normativa comunitaria e statale, in regime di pubblicità delle procedure e concorrenza, destinando gli utili propri ad investimenti diretti al miglioramento del servizio idrico integrato " sostanzialmente viene rimaneggiato quel decreto Ronchi sulla privatizzazione bocciato dai cittadini, ma soprattutto rimane poco chiara la questione del profitto del servizio idrico. La giustificazione è stata addotta da Losappio (capogruppo Sel Regione Puglia) che teme il riconoscimento della rilevanza economica del servizio integrato da parte della Corte Costituzionale,aprendo un conflitto tra la legislazione nazionale e quella regionale, la legge è stata fatta ma .... nel frattempo si è legittimati ad aprire ad altre attività molto remunerative come i rifiuti per esempio
Sempre nell'ottica delle buone idee che vengono distrutte , la legge stabilisce anche l'erogazione dei 50 litri al giorno fissati dalle Nazioni Unite come diritto inalienabile, un diritto scritto a riconosciuto dalla normativa regionale , a patto che sia subordinato all'attivo in bilancio!!! alquanto difficile se per garantire il minimo vitale di acqua gratis a tutti (50 litri al giorno), l'Acquedotto Pugliese dovrebbe avere un avanzo di amministrazione di 400 milioni di euro l'anno
In pratica un altro spottone elettorale che oltre a non rispettare la volontà popolare determina un sistema oligarchico , infatti l' AQP sarà guidato da un amministratore unico, che sarà nominato dal Presidente delle Giunta regionale entro un mese, tra candidati in possesso di comprovate esperienze e competenze professionali o in possesso di rilevante esperienza nel settore dell'organizzazione e gestione delle risorse idriche. , svuotando di fatto il Consiglio Regionale della residuale capacità decisionale
Questa è l'ultima espressione del laboratorio politico pugliese che oltre la facciata non è riuscito a dare risposta legislativa ed amministrativa concreta alla volontà popolare emersa dalla recente consultazione referendaria , andando oltre gli equilibrismi retorici l'acquedotto pugliese rimane principalmente un appetibile serbatoio di enormi risorse finanziarie, solo nel 2009 il Margine Operativo Lordo è cresciuto fino a 87,3 milioni di Euro rispetto ai circa 61 milioni di Euro del 2008, con un incremento del+43%, E' chiaro che chi gestisce queste risorse, pubblico o privato o misto, acquisisce un forte potere per il raggiungimento dei suoi interessi, da qui il feroce conflitto che si è sviluppato , soprattutto nella sfera politica, e più in generale tra i vari blocchi di potere, che non rinunceranno facilmente al dominio e al controllo degli utili, da qui una legge che lascia aperti spazi di intervento ai privati e il netto rifiuto a introdurre e discutere i vari emendamenti presentati anche dagli stessi dipendenti dell' Acquedotto.
Allo stato attuale si rimane scettici anche rispetto alla possibilità i poter sciogliere i nodi prodotti dalla confusione dei ruoli delle amministrazioni al tempo stesso pubblici , in rappresentanza dei cittadini e privati in quanto possessori delle quote patrimoniali; un doppiogioco che ha favorito e promosso la concorrenza ma soprattutto radicalizzato la rete di potere clientelare a cui il sistema difficilmente potrà rinunciare, nemmeno di fronte ai risultati inequivocabili del referendum
Scritto da Adele Dentice
Per il Bene Comune
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