Durante l'era del Silvio, ogni proposta di intervento su editoria e su internet era stata veemente contestata (a ragione) dalle non meglio precisate opposizionei dal popolo viola a IDV. travaglini e manifestini vari etc etc ...Ora quel mondo, tanto amante dell'Europa tace accondiscendente alla ratifica di un accordo rimasto perfin segreto per oltre un anno e mezzo, tutto sopra la testa dei cittadini che in Europa sono solo polli da spennare e spiare. Se non altro svela ancora una volta (come se ce ne fosse bisogno) la loro ipocrisia strumentale e a quale tipo di "democrazia" anelano ed inneggiano.
Barbara
L’Italia aderisce all’Acta: a rischio libertà della rete
28 gennaio 2012
Enrico Piovesana
“Immagina il tuo internet provider che controlla tutto ciò che fai online. Immagina farmaci generici, che potrebbero salvare delle vite, messi al bando. Immagina semi che potrebbero nutrire migliaia di persone tenuti bloccati nel nome dei brevetti? Tutto questo diventerà realtà con Acta: l’accordo commerciale anti-contraffazione negoziato in segreto da 39 Paesi”.
Dal 26 gennaio questa inquietante prospettiva, descritta in un video di denuncia che circola in rete*, da giovedì ha iniziato a tradursi in realtà. Giovedì scorso a Tokyo i rappresentanti di 22 Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno firmato l’adesione all’Acta, che dovrà essere ratificata l’11 giugno dal Parlamento europeo. Usa, Cana, Giappone, Australia e altri hanno già aderito lo scorso ottobre. Per l’Italia, a nome del ministro degli Esteri ‘tecnico’ Giulio Terzi, la firma è stata apposta dall’ambasciatore Vincenzo Petrone.
Di questo ‘monstrum’ legislativo internazionale si è parlato molto poco (il testo dell’accordo è rimasto segreto per un anno e mezzo, inaccessibile perfino al Parlamento europeo) nonostante le pesanti limitazioni che, una volta in vigore, esso avrà sulla privacy e la libertà degli utenti di internet e sul diritto alla salute e al cibo: diritti fondamentali che verranno sacrificati in nome della tutela dei diritti d’autore e dei brevetti gestiti dalle multinazionali dell’industria musicale, cinematogarfica, farmaceutica e agroalimentare. In una parola, in nome del profitto.
Non è un caso che, in coincidenza con la firma di Tokyo, il relatore dell’Acta per il Parlamento europeo, l’europarlamentare socialista francese Kader Arif, si sia
clamorosamente dissociato e dimesso dal suo
incarico, “allertando l’opinione pubblica” e denunciando “nel modo più
vivo” la “mancanza di trasparenza nei negoziati” che hanno portato a un
accordo che “può avere grosse conseguenze sulla vita dei nostri
concittadini” e che “pone problemi per l’impatto sulle libertà civili,
per le responsabilità che si fanno gravare sui provider, per le
conseguenze che avrà sulla fabbricazione di medicinali generici”.
28 gennaio 2012
Enrico Piovesana
“Immagina il tuo internet provider che controlla tutto ciò che fai online. Immagina farmaci generici, che potrebbero salvare delle vite, messi al bando. Immagina semi che potrebbero nutrire migliaia di persone tenuti bloccati nel nome dei brevetti? Tutto questo diventerà realtà con Acta: l’accordo commerciale anti-contraffazione negoziato in segreto da 39 Paesi”.
Dal 26 gennaio questa inquietante prospettiva, descritta in un video di denuncia che circola in rete*, da giovedì ha iniziato a tradursi in realtà. Giovedì scorso a Tokyo i rappresentanti di 22 Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno firmato l’adesione all’Acta, che dovrà essere ratificata l’11 giugno dal Parlamento europeo. Usa, Cana, Giappone, Australia e altri hanno già aderito lo scorso ottobre. Per l’Italia, a nome del ministro degli Esteri ‘tecnico’ Giulio Terzi, la firma è stata apposta dall’ambasciatore Vincenzo Petrone.
Di questo ‘monstrum’ legislativo internazionale si è parlato molto poco (il testo dell’accordo è rimasto segreto per un anno e mezzo, inaccessibile perfino al Parlamento europeo) nonostante le pesanti limitazioni che, una volta in vigore, esso avrà sulla privacy e la libertà degli utenti di internet e sul diritto alla salute e al cibo: diritti fondamentali che verranno sacrificati in nome della tutela dei diritti d’autore e dei brevetti gestiti dalle multinazionali dell’industria musicale, cinematogarfica, farmaceutica e agroalimentare. In una parola, in nome del profitto.
Non è un caso che, in coincidenza con la firma di Tokyo, il relatore dell’Acta per il Parlamento europeo, l’europarlamentare socialista francese Kader Arif, si sia
Grandi Ong internazionali, come Oxfam e Action Aid, hanno pubblicamente denunciato il devastante impatto che l’Acta avrebbe sulla produzione e commercializzazione di farmaci e vaccini generici a basso costo, massicciamente utilizzati nei Paesi poveri. Stesso discorso per la libertà di utilizzo di sementi e prodotti agricoli brevettate dalle multinazionali del settore.
Ma l’effetto dell’Acta che tocca più da vicino i cittadini italiani ed europei riguarda la privacy e la libertà degli utenti di internet. L’accordo, infatti, rende le aziende che offrono accesso alla rete (in Italia, ad esempio, Telecom, Vodafone, Infostrada, Tiscali, Tele2, Fastweb, ecc.) legalmente responsabili per ciò che fanno i loro utenti online non di fronte alla magistratura nazionale, ma di fronte alle multinazionali titolari di diritti d’autore.
A questi soggetti privati l’Acta riconosce il potere di agire direttamente, senza autorizzazione di un giudice, a tutela dei propri interessi commerciali, facendosi consegnare dai provider informazioni per l’identificazione dei loro utenti sospettati di violazione del copyright. In quanto legalmente corresponsabili della condotta dei loro utenti, i provider saranno spinti a monitorare preventivamente e costantemente l’attività di tutti i loro utenti.
Ricorrendo a sistemi di filtraggio degni delle peggiori dittature, le aziende che offrono accesso alla rete si trasformeranno così in poliziotti del web al sevizio delle multinazionali titolari dei diritti, censurando le proprie reti per evitare guai legali, con evidenti conseguenze sulla riservatezza e la libertà di espressione degli utenti.
L’accordo Acta è, in sostanza, la versione globale delle proposte di legge statunitensi Sopa e Pipa (contro cui lo scorso 18 gennaio è stato indetto il primo sciopero del web della storia), con l’aggravante di riguardare anche i brevetti farmaceutici e agroalimentari e di essere stato negoziato senza alcuna trasparenza, il che non è mai un buon segnale.
L’adesione all’Acta dei Paesi europei ha scatenato proteste in rete (in Italia Agorà Digitale ha lanciato una petizione online). Solo in Polonia la mobilitazione è uscita dal mondo virtuale con grandi manifestazioni di piazza e un’originale iniziativa dei parlamentari dell’opposizione di sinistra, che hanno indossato in aula maschere di V per Vendetta.
Video Cos'è Acta
E il mensile
L’UE firma ACTA, trattato globale sulla censura Internet
Rady Ananda
Activist Post
Oggi, l'Unione Europea e 22 Stati membri hanno firmato L'accordo contro la Contraffazione Commerciale - Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), ha annunciato il Ministero giapponese degli Affari Esteri. Si sono uniti ora agli Stati Uniti e ad altre sette nazioni che hanno firmato il trattato lo scorso ottobre.
Questa cerimonia della firma ha semplicemente formalizzato l'adozione di ACTA da parte dell'UE il mese scorso, durante un incontro del tutto estraneo su agricoltura e pesca, riferisce Techdirt .
Anche se avviato dagli Stati Uniti, il Giappone è il depositario ufficiale del trattato.
La rimozione della clausola Three Strikes, secondo cui gli utenti colpiti da tre capi d’accusa riguardanti la pirateria verrebbero esclusi da internet, ha aperto la strada all’adozione di ACTA da parte dell'UE il mese scorso.
Collegato ad ACTA, un capitolo dell'Accordo di Partenariato Trans Pacifico - Trans Pacific Partnership Agreement (TPP) - "i firmatari avrebbero adottato misure sul copyright ancora più restrittive rispetto a quelle di ACTA", riferisce la Electronic Frontier Foundation .
Sia ACTA che il TPP sono stati sviluppati senza il contributo pubblico e al di fuori dei gruppi del commercio internazionale, come l'Organizzazione mondiale del commercio e l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Cabli trapelati, pubblicati da Wikileaks nel 2009, hanno portato allo scoperto le prime bozze di ACTA, provocando una tempesta di polemiche. Questi cabli, insieme alle versioni successive, hanno dimostrato che i negoziati ACTA sono iniziati nel 2006 e hanno suscitato controversie anche tra gli stati partecipanti. Una sintesi storica dei progressi del trattato nel mese di dicembre può essere trovata qui .
ACTA viola la Magna Carta e la Costituzione degli Stati Uniti
Come PIPA e SOPA, due leggi nazionali sulla censura di Internet che hanno spinto i siti principali ad oscurare il loro dominio o sito web in una Protesta del 18 gennaio, ACTA permette agli accusatori di violazione del copyright di bypassare il potere giudiziario. La mancanza di un "giusto processo" rende questi disegni di legge e ACTA incostituzionali e viola la Magna Carta, una carta firmata nel 1215 su cui si basa la maggior parte della legislazione occidentale, inclusa la Costituzione degli Stati Uniti. Viene spesso citata come il più importante documento legale nella storia della democrazia.
(I PATRIOT Act USA, il programma di assassinio di Obama, e il National Defense Authorization Act che permette la detenzione a tempo indeterminato sono alcune delle numerose recenti leggi approvate negli Stati Uniti che violano direttamente la Magna Carta.)
"La Costituzione stabilisce un’unica direttiva due volte", spiega Peter Strauss della Cornell University Law School, elaborando ulteriormente:
Il quinto emendamento dice al governo federale che nessuno può essere 'privato della vita, della libertà o della proprietà senza un giusto processo legale.' il Quattordicesimo Emendamento, ratificato nel 1868, utilizza le stesse undici parole, chiamate Clausola del Giusto Processo, per descrivere un obbligo giuridico di tutti gli stati. Queste parole hanno come promessa centrale la garanzia che tutti i livelli del governo americano devono operare nel rispetto della legge ('legalità') e fornire procedure eque.
Non solo il giusto processo, l'adozione di ACTA da parte degli Stati Uniti viola anche l'articolo II, sezione 2 della Costituzione statunitense, che prevede che il presidente "ha il Potere, da e con il Consiglio e Consenso del Senato, di fare trattati, a condizione che i due terzi dei Senatori siano presenti. "
Il Senato non ha votato su ACTA.
Durante il black-out di Internet del 18 gennaio, Darrell Issa (R-CA) ha introdotto OPEN ( H.R. 3782, Protezione Online e l'Applicazione della Legge sul Commercio Digitale). Heather Callaghan fa notare che anche se OPEN mira a siti web stranieri,
La formulazione di legge proposta è aperta a perseguire siti americani. Solo un esempio: quando descrivendo un sito illegale, inizia con quelli 'a cui si accede attraverso un nome dominio non nazionale,' ma continua nella sezione ( (A) (ii) per qualsiasi sito che 'svolge la sua attività rivolta ai residenti degli Stati Uniti. '
Dato che questa sfilza di disegni di legge per censurare internet e trattati si avviano a diventare legge, "gli Stati Uniti hanno perso 27 posti sul decimo annuale Indice della libertà di stampa del 2011 di Reporters sans frontières su complessivi 47," riporta Activist Post.
I firmatari di oggi includono l'UE, Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Lo scorso ottobre, Australia, Canada, Giappone, Corea del Sud, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore e gli Stati Uniti hanno firmato ACTA.
Anche se coinvolti nei primi negoziati ACTA, Svizzera e Messico non l'hanno ancora ratificato. Tuttavia, "Dal momento che l'accordo rimane aperto alla firma fino a maggio del 2013, è possibile che altri stati possano fare una mossa per aderire ad esso", ha detto Maira Sutton di EFF.
Rady Ananda è un reporter investigativo e ricercatore nel campo della sanità, dell'ambiente, della politica e delle libertà civili. I suoi due siti web, Food Freedom e COTO Report sono una lettura indispensabile.
Fonte: Activist Post 26 Gennaio 2012
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com
I lupi di Einstein
Rady Ananda
Activist Post
Oggi, l'Unione Europea e 22 Stati membri hanno firmato L'accordo contro la Contraffazione Commerciale - Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), ha annunciato il Ministero giapponese degli Affari Esteri. Si sono uniti ora agli Stati Uniti e ad altre sette nazioni che hanno firmato il trattato lo scorso ottobre.
Questa cerimonia della firma ha semplicemente formalizzato l'adozione di ACTA da parte dell'UE il mese scorso, durante un incontro del tutto estraneo su agricoltura e pesca, riferisce Techdirt .
Anche se avviato dagli Stati Uniti, il Giappone è il depositario ufficiale del trattato.
La rimozione della clausola Three Strikes, secondo cui gli utenti colpiti da tre capi d’accusa riguardanti la pirateria verrebbero esclusi da internet, ha aperto la strada all’adozione di ACTA da parte dell'UE il mese scorso.
Collegato ad ACTA, un capitolo dell'Accordo di Partenariato Trans Pacifico - Trans Pacific Partnership Agreement (TPP) - "i firmatari avrebbero adottato misure sul copyright ancora più restrittive rispetto a quelle di ACTA", riferisce la Electronic Frontier Foundation .
Sia ACTA che il TPP sono stati sviluppati senza il contributo pubblico e al di fuori dei gruppi del commercio internazionale, come l'Organizzazione mondiale del commercio e l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Cabli trapelati, pubblicati da Wikileaks nel 2009, hanno portato allo scoperto le prime bozze di ACTA, provocando una tempesta di polemiche. Questi cabli, insieme alle versioni successive, hanno dimostrato che i negoziati ACTA sono iniziati nel 2006 e hanno suscitato controversie anche tra gli stati partecipanti. Una sintesi storica dei progressi del trattato nel mese di dicembre può essere trovata qui .
ACTA viola la Magna Carta e la Costituzione degli Stati Uniti
Come PIPA e SOPA, due leggi nazionali sulla censura di Internet che hanno spinto i siti principali ad oscurare il loro dominio o sito web in una Protesta del 18 gennaio, ACTA permette agli accusatori di violazione del copyright di bypassare il potere giudiziario. La mancanza di un "giusto processo" rende questi disegni di legge e ACTA incostituzionali e viola la Magna Carta, una carta firmata nel 1215 su cui si basa la maggior parte della legislazione occidentale, inclusa la Costituzione degli Stati Uniti. Viene spesso citata come il più importante documento legale nella storia della democrazia.
(I PATRIOT Act USA, il programma di assassinio di Obama, e il National Defense Authorization Act che permette la detenzione a tempo indeterminato sono alcune delle numerose recenti leggi approvate negli Stati Uniti che violano direttamente la Magna Carta.)
"La Costituzione stabilisce un’unica direttiva due volte", spiega Peter Strauss della Cornell University Law School, elaborando ulteriormente:
Il quinto emendamento dice al governo federale che nessuno può essere 'privato della vita, della libertà o della proprietà senza un giusto processo legale.' il Quattordicesimo Emendamento, ratificato nel 1868, utilizza le stesse undici parole, chiamate Clausola del Giusto Processo, per descrivere un obbligo giuridico di tutti gli stati. Queste parole hanno come promessa centrale la garanzia che tutti i livelli del governo americano devono operare nel rispetto della legge ('legalità') e fornire procedure eque.
Non solo il giusto processo, l'adozione di ACTA da parte degli Stati Uniti viola anche l'articolo II, sezione 2 della Costituzione statunitense, che prevede che il presidente "ha il Potere, da e con il Consiglio e Consenso del Senato, di fare trattati, a condizione che i due terzi dei Senatori siano presenti. "
Il Senato non ha votato su ACTA.
Durante il black-out di Internet del 18 gennaio, Darrell Issa (R-CA) ha introdotto OPEN ( H.R. 3782, Protezione Online e l'Applicazione della Legge sul Commercio Digitale). Heather Callaghan fa notare che anche se OPEN mira a siti web stranieri,
La formulazione di legge proposta è aperta a perseguire siti americani. Solo un esempio: quando descrivendo un sito illegale, inizia con quelli 'a cui si accede attraverso un nome dominio non nazionale,' ma continua nella sezione ( (A) (ii) per qualsiasi sito che 'svolge la sua attività rivolta ai residenti degli Stati Uniti. '
Dato che questa sfilza di disegni di legge per censurare internet e trattati si avviano a diventare legge, "gli Stati Uniti hanno perso 27 posti sul decimo annuale Indice della libertà di stampa del 2011 di Reporters sans frontières su complessivi 47," riporta Activist Post.
I firmatari di oggi includono l'UE, Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Lo scorso ottobre, Australia, Canada, Giappone, Corea del Sud, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore e gli Stati Uniti hanno firmato ACTA.
Anche se coinvolti nei primi negoziati ACTA, Svizzera e Messico non l'hanno ancora ratificato. Tuttavia, "Dal momento che l'accordo rimane aperto alla firma fino a maggio del 2013, è possibile che altri stati possano fare una mossa per aderire ad esso", ha detto Maira Sutton di EFF.
Rady Ananda è un reporter investigativo e ricercatore nel campo della sanità, dell'ambiente, della politica e delle libertà civili. I suoi due siti web, Food Freedom e COTO Report sono una lettura indispensabile.
Fonte: Activist Post 26 Gennaio 2012
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com
I lupi di Einstein
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