Ti regalano un abbonamento in palestra? Sei ricco e potresti essere un'evasore.
Ti prendi cura di un animale? Chiedi il permesso a Befera.
Fai una donazione ad una Onlus? Manda la giustificazione e tante scuse ad Attilio.
Ecco il delirio di onnipotenza di quest'uomo che si permette di NEGARE che la lotta all'evasione si ripercuota unicamente sugli onesti.
Avvisate quei pensionati che solo ieri dichiaravano che smetteranno di mangiare per pagare le gabelle. Sono potenziali evasori se osano fare la spesa ed il pignoramento della pensione altro non è se non un giusto atto di ritorsione. Dobbiamo ancora credere alla leggenda che si debbano pagare le tasse per mantenere il welfare? Nel paese far west delle banche dove la legge la detta il più violento arrogante mangiare è considerato un oltraggio, un atto di lesa maestà. Non ne bastava uno di redditometro, la cui efficacia nonché logicità è da anni sotto
gli occhi di tutti, il vampiro Befera ne studia un secondo che "scansiona" (come un body scanner) ogni singola spesa del cittadino, dichiarato colpevole di evasione in anticipo. Non sarà assolutamente difficile dato che i c/c saranno a disposizione dell'Agenzia delle Entrate da ottobre. Apprendo quindi come sia completamente impossibile che l'Italia si emancipi verso la civiltà, propongo perciò al rapinatore per conto di Bankenstein Befera il sequestro di tutti i conti correnti, di tutti gli averi degli italiani. Fatto ciò, a sua discrezione, redistribuisca due piatti di lenticchie a chi il Re dell'esproprio vorrà, se vorrà, magari a chi compie azioni disperate. Personalmente mi sentirei presa meno per i fondelli. In una nazione dove il diritto ad un piatto di spaghetti viene considerato un insulto dalla Ministra del welfare ce lo vogliamo chiedere PERCHE' SI PAGANO LE TASSE? Capisco bene come sia stato nominato come possibile candidato del partito difensore degli ultimi e degli oppressi, alias Pd e suoi fidi alleati cortigiani de sinistra.
Barbara
«Guerra» all'evasione, il nuovo redditometro
Nel mirino colf, asili, palestre e automobili
Pronto entro fine ottobre. I commercialisti: «Rischio che studi di settore diventino strumento di repressione»
Quella contro l'evasione fiscale «è una guerra» e «mi devo convincere
che non siamo soli». Il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio
Befera, parla davanti alla commissione Finanze della Camera. I deputati
lo incalzano sulla solita questione, Equitalia, la severità dei
controlli. E lui, in Parlamento, è costretto quasi a difendersi: «Da
quando sono direttore abbiamo recuperato oltre 40 miliardi di euro di
evasione. Sentendo i vostri interventi ho la sensazione che questi soldi
li abbiamo presi a cittadini onesti, vessati. Credo non sia questa la
realtà». Una guerra, appunto. E il nuovo redditometro è una delle
battaglie. «Ci stiamo lavorando, spero a breve» di averlo a
disposizione, ha detto ieri Befera. «Preferisco ritardare un po' ma
avere uno strumento efficace. Stiamo facendo due forme di redditometro,
uno per la selezione preventiva e uno per le attività di controllo ». Un
meccanismo in due tempi che darà la possibilità al contribuente di
dimostrare la compatibilità delle proprie spese con il reddito
dichiarato prima di far scattare gli eventuali controlli.
Ma a quasi un anno dalla presentazione siamo ancora alla
sperimentazione. Il redditometro servirà a scovare gli evasori
confrontando il reddito dichiarato dal contribuente con il suo tenore di
vita, letto attraverso una serie di voci «spia»: non solo la barca o la
macchina di lusso, ma anche le spese per la colf, per il cellulare, per
l'asilo o l'università dei figli, fino all'abbonamento in palestra,
alla parcella del veterinario, alle donazioni alle onlus. In tutto cento
indicatori, divisi in sette grandi categorie, che disegnano la capacità
di spesa del contribuente e quindi stimano il suo reddito «presunto».
Se quel reddito presunto dovesse essere troppo al di sopra di quello
dichiarato, il Fisco potrà far scattare i controlli.
Il sistema è stato presentato la prima volta il 25 ottobre
scorso. La sperimentazione doveva durare pochi mesi, per essere pronti a
giugno. Ma restano ancora alcuni nodi da sciogliere, come il peso da
assegnare a ciascuna di quelle cento voci spia e la definizione di
quanto il tenore di vita debba essere più basso del reddito dichiarato
per far scattare i controlli. Non ci sono soltanto problemi tecnici,
però. La questione è anche politica. E c'è anche chi pensa che questo
strumento possa essere considerato troppo invasivo. Il timore vero,
infatti, è che il redditometro si trasformi in uno studio di settore
applicato a 22 milioni di famiglie e 50 milioni di contribuenti. Le
spese rilevate nelle categorie- campione avranno un peso nel calcolo del
reddito ma a questo verrà aggiunto anche un coefficiente di
moltiplicazione in base all'area geografica e al nucleo familiare. In
poche parole, il reddito di chi acquista un'auto in una regione dal
reddito medio- basso sarà conteggiato con un "peso specifico" superiore
rispetto a chi compra la stessa auto in una regione a reddito più alto. E
poi ancora bisognerà calcolare il numero dei familiari per un totale di
55 gruppi omogenei che genereranno il calcolo finale.
«Si tratta di un meccanismo concettualmente giusto — afferma
Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti — ma c'è un rischio
concreto: potenzialmente il redditometro può diventare strumento
automatico e assumere valore legale comportando l'inversione dell'onere
della prova a carico del contribuente. È vero che Befera,
meritoriamente, ha più volte ribadito che questo sarà solo uno strumento
che servirà a segnalare i casi più a rischio per far scattare
accertamenti più approfonditi. Ma il timore è che in futuro ci possa
essere un inasprimento del suo utilizzo. Si tratta di una preoccupazione
prospettica legata soprattutto alla presenza dei coefficienti, gli
stessi che tanti problemi hanno creato negli studi di settore. Stavolta
però non saremmo più in presenza di 5 milioni di partite Iva ma di 50
milioni di contribuenti». Il nuovo redditometro consentirà anche una
verifica «fai da te» a posteriori: grazie a un software messo a
disposizione dei singoli contribuenti e dei commercialisti, chi vorrà
potrà inserire i propri dati (e spese) e verificare se quanto ha
intenzione di dichiarare rientrerebbe nei parametri stimati o farebbe
accendere un campanello d'allarme al fisco. E magari ritoccare la
dichiarazione.
Lorenzo Salvia
Isidoro Trovato
Isidoro Trovato
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