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giovedì 11 ottobre 2012

Creatività al governo: 1 meno 10 fa 12 miliardi in più

Come far crollare il benessere di tutti e razzolare altre tasse per soddisfare le fauci dell’usura

Ugo Gaudenzi

Incredibile.
Sul nuovo coniglio ammazza-Italia inventato dal governo dei maghi (della finanza) imposto al nostro popolo, ieri, i commenti e le cronache degli autorevoli opinionisti di regime - tutti - sono stati anodini, veloci e - in gran parte - bizantini. E cioè volti ad un fumoso ma “sobrio” panegirico. Nel coro codino si è in parte soltanto salvata la Cgil che - almeno - ha chiesto di “vedere le carte” prima di gioire sulle misure come tutti gli altri.
Guardiamo ai fatti. Questo governo aveva bisogno di dare una nuova “strizzatina” alle tasche dei cittadini. Ha dunque confezionato in un imballo il prelievo forzoso di 12 miliardi di euro coprendolo con una ciliegina
striminzita.
La ciliegina? Un teoricissimo calo delle tasse sui redditi per le due fasce di base.
L’imballo - o pacco, o truffa: come volete voi... - contiene di tutto un po’. Intanto un poderoso taglio alle detrazioni e agevolazioni fiscali che rendevano un po’ meno asfissiante il prelievo sui redditi. Quindi via libera 1) alla tassazione delle pensioni di invalidità e di guerra (e/o per cause di servizio), 2) al blocco degli aumenti nelle buste paga dei dipendenti pubblici fino al 2014, senza alcuna indennità, 3) al taglio dei benefici per l’assistenza ai disabili, 4) alla riduzione di servizi, beni e dispositivi medici nella Sanità (per 1,5 miliardi di euro), 5) alla stretta del rinnovo di impianti e attrezzature degli enti locali, 6) alla riduzione di un ulteriore miliardo per le regioni a statuto speciale, 7) alla (s)vendita dei beni demaniali (attraverso fondi immobiliari naturalmente gestiti dalle “amiche” banche), 8) alla limitazione dei rimborsi spese ai Caf dei patronati, 9) ad una gestione Equitalia (sic) delle multe sulle quote latte imposte dall’ue, 10) ad un divieto parziale dell’illuminazione notturna, nelle strade e nelle piazze.
E la misura-chiave, quella che arresterà del tutto l’economia nazionale: un aumento delle aliquote dell’Iva che andranno l’una, la maggiore, al 22%, e l’altra all’11.
Oltre al primo contentino, una serie di misure accessorie salva-Vaticano (per l’Imu), salva Tav, salva Università, salva Procure (un risparmio sulla tassa che grava sulle intercettazioni), 100 milioni per gli esodati (rapido calcolo: 100 mila (per difetto) esodati? Mille euro di mancia l’uno...), avare elemosine per i comuni in dissesto, “soltanto” il 10% cento di tasse imposto sugli aumenti salariali aziendali (beninteso fino ai 3000 euro lordi), sconti del fisco del 19% in caso di erogazioni liberali pro-fondo “debito pubblico”, una stangatina minore (0,15% sulle riserve tecncihe delle assicurazioni, posticipo deduzioni per le banche) all’amica finanza,
E, tanto per far cornuto e mazziato il popolo, una spruzzatina di “tobin tax” con un timido prelievo sulle speculazioni finanziarie.
Poi i Lorsignori si sono chiusi in conclave per stabilire le “riforme” al titolo V della Costituzione: per grattare altri denari da devolvere ai loro amici usurai che speculano sul debito pubblico nazionale.
A casa, dovete tornare. O a lavorare in miniera.


10 Ottobre 2012  - Rinascita

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