223 milioni di euro alla scuola privata. 10 milioni di euro per Radio Radicale. 570 milioni di euro per la Tav. 57 milioni di euro per la “partecipazione italiana alla costruzione del nuovo Quartier Generale Nato a Bruxelles”. Ecco alcune delle misure previste dalla legge di stabilità in uscita. Un contraltare molto discutibile alle misure in entrata previste dal governo Monti.
di Carmine Gazzanni
Legge-di-stabilitaLe parole sono molto importanti. Quella che continuano
di Carmine Gazzanni
Legge-di-stabilitaLe parole sono molto importanti. Quella che continuano
ormai da tre anni a chiamare legge di stabilità – il nome è decisamente rassicurante - altro non è che una Finanziaria. Un modo, insomma, per fare cassa e, al contempo, ridistribuire il denaro pubblico. Basta leggere, d’altronde, la scheda tecnica del ddl presentato dal consiglio dei ministri per rendersene conto: contrariamente a quanto si possa pensare, infatti, non sono previsti solo importanti tagli, ma anche uscite altrettanto notevoli.
Se infatti leggiamo di un aumento dell’Iva (a partire da luglio dal 21 al 22% e dal 10 all’11%) che – come d’altronde si dichiara anche nella stessa scheda tecnica del provvedimento - praticamente nullifica la riduzione prevista dell’Irpef soprattutto per le famiglie più deboli che saranno decisamente le più penalizzate; se sono previsti ulteriori tagli a sanità, pubblica amministrazione ed enti locali; se sono stati stanziati solo 100 milioni per gli esodati (troppo pochi dato che, per coprire tutti, ci vorrebbero 12 miliardi circa: praticamente quanto vale tutto il ddl stabilità); se si taglia ben 721 milioni alla scuola pubblica; ebbene, se da una parte ritroviamo tutte queste importanti entrate, dall’altra il capitolo “uscite” non è meno forbito.
Come Infiltrato.it ha già documentato la scorsa settimana, a fare da contraltare ad una riduzione delle spese per la scuola pubblica che dal 2014 si attesterebbe appunto sui 721 milioni di euro, ritroviamo un finanziamento alle strutture private (le cosiddette scuole paritarie) che tocca i 223 milioni di euro. Ma non è questa l’unica spesa prevista dal governo Monti. Si va dai 600 mila euro per tre anni messi in palio per l’Itpo, l’Investment and Techonology Promotion Office di Roma (ovvero l’Ufficio per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti), fino ai 300 milioni stanziati per una non specificata “realizzazione di opere pubbliche di interesse nazionale” , passando per i 15 milioni di euro che in due anni finanzieranno la “difesa del mare” e il “servizio inquinamento”.
Spese, dunque, più o meno condivisibili. Al contrario, però, di altre che qualche dubbio in più, come nel caso delle scuole private, certamente lasciano. Così come previsto, infatti, nessun taglio è stato apportato al fondo per la Tav Torino-Lione: in totale, dal 2013 al 2015, sono 570 i milioni che lo Stato spenderà per l’opera (solo nel 2015, 400 milioni). Occhio di riguardo anche per Radio Radicale che riceverà l’anno prossimo ben 10 milioni di euro. E ancora tre milioni di euro saranno stati stanziati semplicemente per “mettere in moto” la Società di gestione del risparmio che dovrebbe poi rendere operativo il piano di dismissioni. Tra le voci di uscita anche l’importante progetto del Mo.S.E.: in tre anni lo Stato spenderà ben 550 milioni di euro.
Ma non è finita qui. Tra le altre spese ne spunta una ancora più interessante. È prevista, infatti, la “partecipazione italiana alla costruzione del nuovo Quartier Generale Nato a Bruxelles”. Il finanziamento è a salire: 11 milioni l’anno prossimo e nel 2014, circa 35 nel 2015. Per un totale di 57 milioni di euro in tre anni.
Ecco spiegato, allora, il motivo per cui sembrerebbe che il trio della strana maggioranza Alfano-Bersani-Casini si sia ricompattato, ma questa volta non per plaudire alle scelte sagge e responsabili di Mario Monti, ma per chiedere radicali cambiamenti ad un testo che, così com’è, è impresentabile (le elezioni, d’altronde, si avvicinano sempre di più). Come ha detto alcuni giorni fa Pierluigi Bersani, sono necessarie “modifiche significative” soprattutto per quanto riguarda fisco e scuola. Pensiero, appunto, pienamente condiviso anche da Pierferdinando Casini e Angelino Alfano. Non a caso oggi a pranzo il Professore vedrà il leader dell’Udc, mentre martedì sera riceverà il segretario Pdl con Silvio Berlusconi e Gianni Letta. Al centro degli incontri proprio la legge di stabilità che, peraltro, comincerà questa settimana – mercoledì – il suo iter di approvazione in commissione Bilancio alla Camera.
Se infatti leggiamo di un aumento dell’Iva (a partire da luglio dal 21 al 22% e dal 10 all’11%) che – come d’altronde si dichiara anche nella stessa scheda tecnica del provvedimento - praticamente nullifica la riduzione prevista dell’Irpef soprattutto per le famiglie più deboli che saranno decisamente le più penalizzate; se sono previsti ulteriori tagli a sanità, pubblica amministrazione ed enti locali; se sono stati stanziati solo 100 milioni per gli esodati (troppo pochi dato che, per coprire tutti, ci vorrebbero 12 miliardi circa: praticamente quanto vale tutto il ddl stabilità); se si taglia ben 721 milioni alla scuola pubblica; ebbene, se da una parte ritroviamo tutte queste importanti entrate, dall’altra il capitolo “uscite” non è meno forbito.
Come Infiltrato.it ha già documentato la scorsa settimana, a fare da contraltare ad una riduzione delle spese per la scuola pubblica che dal 2014 si attesterebbe appunto sui 721 milioni di euro, ritroviamo un finanziamento alle strutture private (le cosiddette scuole paritarie) che tocca i 223 milioni di euro. Ma non è questa l’unica spesa prevista dal governo Monti. Si va dai 600 mila euro per tre anni messi in palio per l’Itpo, l’Investment and Techonology Promotion Office di Roma (ovvero l’Ufficio per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti), fino ai 300 milioni stanziati per una non specificata “realizzazione di opere pubbliche di interesse nazionale” , passando per i 15 milioni di euro che in due anni finanzieranno la “difesa del mare” e il “servizio inquinamento”.
Spese, dunque, più o meno condivisibili. Al contrario, però, di altre che qualche dubbio in più, come nel caso delle scuole private, certamente lasciano. Così come previsto, infatti, nessun taglio è stato apportato al fondo per la Tav Torino-Lione: in totale, dal 2013 al 2015, sono 570 i milioni che lo Stato spenderà per l’opera (solo nel 2015, 400 milioni). Occhio di riguardo anche per Radio Radicale che riceverà l’anno prossimo ben 10 milioni di euro. E ancora tre milioni di euro saranno stati stanziati semplicemente per “mettere in moto” la Società di gestione del risparmio che dovrebbe poi rendere operativo il piano di dismissioni. Tra le voci di uscita anche l’importante progetto del Mo.S.E.: in tre anni lo Stato spenderà ben 550 milioni di euro.
Ma non è finita qui. Tra le altre spese ne spunta una ancora più interessante. È prevista, infatti, la “partecipazione italiana alla costruzione del nuovo Quartier Generale Nato a Bruxelles”. Il finanziamento è a salire: 11 milioni l’anno prossimo e nel 2014, circa 35 nel 2015. Per un totale di 57 milioni di euro in tre anni.
Ecco spiegato, allora, il motivo per cui sembrerebbe che il trio della strana maggioranza Alfano-Bersani-Casini si sia ricompattato, ma questa volta non per plaudire alle scelte sagge e responsabili di Mario Monti, ma per chiedere radicali cambiamenti ad un testo che, così com’è, è impresentabile (le elezioni, d’altronde, si avvicinano sempre di più). Come ha detto alcuni giorni fa Pierluigi Bersani, sono necessarie “modifiche significative” soprattutto per quanto riguarda fisco e scuola. Pensiero, appunto, pienamente condiviso anche da Pierferdinando Casini e Angelino Alfano. Non a caso oggi a pranzo il Professore vedrà il leader dell’Udc, mentre martedì sera riceverà il segretario Pdl con Silvio Berlusconi e Gianni Letta. Al centro degli incontri proprio la legge di stabilità che, peraltro, comincerà questa settimana – mercoledì – il suo iter di approvazione in commissione Bilancio alla Camera.
Infiltrato
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Anch'io Sono caduta nella trappola della Nestlè. Non ho mai comprato una Coca Cola, mi limito al massimo nell'acquisto di alcuni suoi prodotti, ma il chirurgo, considerando la mia perdita di peso a causa di un tumore al fegato da operare entro pochi giorni, mi ha prescritto IMPACT della Nestlè per non perdere peso ulteriore, regalandomene qualche campione, per allettarmi. Ogni BRIK costa 15 €. E' un ladrocinio!
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