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sabato 28 giugno 2014

La Presidentessa argentina ammonisce: non ci sottometteremo all'estorsione da parte degli avvoltoi

Il 16 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di ascoltare l'appello presentato dall'Argentina contro la sentenza di un tribunale Americano che impone a Buenos Aires di pagare 1,3 miliardi di dollari agli hedge fund NML Capital ed Aurelius Capital, anche se il pagamento potrebbe condurre al default del debito sovrano argentino. I due fondi speculativi erano tra i tanti che nel 2003 acquistarono il debito argentino in mora per pochi centesimi al dollaro e continuarono a farci spudorati profitti. Ma contrariamente al 93% dei creditori, si rifiutarono di partecipare ai piani di ristrutturazione del debito stilati dal governo nel 2005 e nel 2010, esigendo invece il pagamento dell'intero valore nominale dei titoli in default.

E ora chiedono ai tribunali americani di emettere ordinanze per confiscare le proprietà argentine all'estero in risarcimento. Se ci riusciranno, altri creditori esigeranno lo stesso trattamento.

La Presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha reagito immediatamente con un discorso alla TV nazionale, ammonendo che "nessun presidente di una nazione sovrana può sottomettere la propria nazione ed il proprio popolo all'estorsione".

Ha anche aggiunto di non essere sorpresa dalla sentenza: "Me l'aspettavo... perchè questo non è un problema economico o finanziario, e nemmeno un problema legale". La Corte Suprema USA ha difeso "una forma di dominio globale dei derivati finanziari che mira a mettere in ginocchio le nazioni". Se questo modello economico globale continuerà indisturbato, "produrrà tragedie inimmaginabili" come "il sangue, la fame e l'esclusione di milioni di giovani in tutto il mondo che non hanno un posto di lavoro e nessun accesso all'istruzione".

Il suo governo ha negoziato responsabilmente pagando i creditori e continuerà a farlo, ha detto, ma non cederà ai fondi speculativi che si nascondono nei paradisi fiscali, dove non pagano nemmeno le tasse.

Il giorno dopo, il ministro delle Finanze argentine Axel Kicilloff ha annunciato che il governo intende trasferire la disputa con gli obbligazionisti che hanno partecipato alla ristrutturazione del debito nel 2005 e 2010, da New York a Buenos Aires, agli stessi termini concordati, per le stesse cifre e la stessa valuta, ma retti dal diritto argentino e non da quello americano.

"Se una sentenza ci chiede di suicidarci, non ci suicideremo" ha detto ai giornalisti.


Nel frattempo, il governo sta preparando altre due opzioni in sua difesa. In tutti questi anni, la Fernandez ha promosso rapporti economici, scientifici e commerciali sia con la Russia che con la Cina e le altre nazioni del BRICS, che si sono rivelate partner più affidabili degli Stati Uniti o dei paesi europei. E su invito personale di Vladimir Putin, la Fernandez parteciperà al vertice del BRICS che si terrà il 15 luglio a Fortaleza, in Brasile, a cui seguirà una visita di stato del Presidente cinese in Argentina.

Fonte: www.movisol.org
27.06.2014

Piccola ribellione Argentina verso USA e alta finanza
Di Salvatore Santoru

Come riportato da un articolo di Repubblica, l'Argentina è entrata nuovamente in rotta di collisione con gli USA decidendo di scegliere prima di rimborsare i "tango bond" a chi ha accettato l'accordo sulla ristrutturazione del debito tra il 2005 e il 2010 e solo dopo agli hedge funds, mentre per la Corte di Giustizia statunitense i fondi speculativi devono avere la priorità.
Come ho già spiegato in un recente articolo, l'alta finanza internazionale intende mettere nuovamente le mani sul paese, per imporre i propri diktat.

Inoltre questi fondi speculativi intendono ottenere l'intero valore dei titoli di Stato argentini che acquistarono negli anni 90, ovvero durante la presidenza Menem, che com'è noto adottò delle politiche fortemente impopolari per volere del Fondo Monetario Internazionale e della stessa finanza internazionale, politiche che portarono l'Argentina sull'orlo del baratro e da cui con l'avvento dei Kirchner, piano piano il paese è uscito.
Il Ministro dell’Economia,Axel Kicillof, ha detto chiaramente che il pagamento del debito: “probabilmente ci spingerà al default tecnico, ma in qualunque caso questa sentenza spinge l’Argentina al rischio di una crisi economica. Spinge il nostro popolo a una situazione già vissuta e ditemi se un debito che sia il doppio di quello attuale non significa di nuovo un 2001 per la Repubblica Argentina”.
L'insistenza da parte della finanza internazionale e dell'imperialismo USA, sul voler far pagare un debito accumulato da un loro "burattino" risulta senz'altro cinica e opportunista, e chiaramente ha lo scopo di portare nuovamente al disastro l'Argentina.

Argentina che storicamente ha assai brutte esperienze con gli "avvoltoi" dell'alta finanza mondiale e dell'imperialismo USA.
Difatti non bisogna dimenticare il ruolo che gli USA hanno avuto nel foraggiamento delle dittature militari che per tanto tempo hanno insanguinato il paese, o nella lotta contro i Peron e il peronismo, che tutto sommato tra alti e bassi hanno rappresentato una forte rottura contro i dittatori "burattini" degli USA e dell'alta finanza, lotta che oggi intraprendono in modo più indiretto contro i Kirchner, anch'essi punto di rottura rispetto ai corrotti governi succedutisi negli anni novanta e sostanzialmente alla mercè del Fondo Monetario Internazionale e degli altri organismi dell'alta finanza mondiale.

Fonte: Informazione consapevole

Fondi avvoltoio: posizione ufficiale di Cuba

Dichiarazione del MINREX

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba ha conosciuto la denuncia realizzata dalla Presidentessa della Repubblica Argentina, Cristina Fernández de Kirchner, sulle sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti e di una Corte d’Appello in questo paese,contrarie non solo agli interessi della fraterna nazione sudamericana, ma anche al 92 per cento dei creditori che hanno acconsentito a ristrutturare il debito.

L’Argentina è stata posta oggi al bordo di un’inedita crisi di debito sovrano, superiore a quella del 2001 che lasciò la metà degli argentini nella povertà e una quarta parte disoccupata, hanno denunciato il Governo e il Congresso Nazionale.

Non è la prima volta che Corti di paesi industrializzati emettono sentenze a favore dei padroni dei “fondi avvoltoio”.

Questo fenomeno è stato descritto e denunciata nel 1986 dal leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro Ruz, durante la sua battaglia contro il debito esterno del Terzo Mondo.

Premi Nobel d’economia, come Joseph Stiglitz y Paul Krugman, economisti come Anne Kruger, Thomas Palley e Nouriel Rubini, organismi internazionali e governi di differente segno hanno denunciato la condotta speculativa e corrotta dei padroni dei “fondi avvoltoio” e dei giudici statunitensi, che collocano i tribunali degli Stati Uniti al di sopra del Diritto Internazionale e delle leggi nazionali degli Stati.

Il Ministero delle Relazioni Estere denuncia che siamo in presenza di una nuova forza d’aggressione contro le nazioni del sud, che si alimenta delle condizioni economiche generate dal debito esterno e dalla crisi del capitalismo.

Venti paesi sono stati vittime di questo tipo d’azione indirizzata soprattutto contro governi progressisti che difendono la loro sovranità, com’è stato rivelato nel recente Vertice del Gruppo dei 77 più la Cina, realizzato in Bolivia.

Questa aggressione contro l’Argentina s’indirizza anche contro tutta Nuestra America e soprattutto contro i processi d’integrazione latinoamericani e caraibici.

Difendendo l’Argentina difendiamo il diritto delle nazioni del sud allo sviluppo sostenibile e ad un ordine economico internazionale giusto.

L’Avana, 26 giugno del 2014.

visto su CDC

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