COMUNICATO EQUIVITA
28/06/10
COMMISSIONE EUROPEA: AMBIGUITA’ E PROMESSE “FITTIZIE”
*******************
La Commissione europea, nella proposta di regolamentazione delle autorizzazioni agli Ogm, che domani verrà discussa al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura, non fornisce basi legali per i divieti nazionali agli Ogm: non rispetta dunque l’impegno di consentire agli Stati membri una “libera scelta”.
La Commissione europea ha pubblicato il 15 giugno un pacchetto di proposte per regolamentare le autorizzazioni alle colture Ogm, (elaborato in segreto con il WTO, Organizzazione Mondiale del Commercio e l’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare), senza rispettare la procedura democratica prevista dalla legge, e senza la partecipazione del Parlamento, delle Ong e di scienziati indipendenti.
La Commissione ha chiesto agli Stati membri di inviare, entro lunedì 28, commenti sulla proposta sulla quale si voterà nel Consiglio dei ministri dell’Agricoltura, martedì 29 giugno. Secondo la Commissione la proposta risolverà la controversia europea sul cibo e l’agricoltura transgenica: gli Stati membri dovranno accettare un’autorizzazione accelerata di nuove colture Ogm (che includono 16 varietà di vegetali gm già in attesa) a fronte di una (presunta) autorizzazione a emanare divieti nazionali sul loro territorio.
Come hanno rilevato anche esperti legali di Greenpeace e Friends of the Earth:
la proposta della Commissione abilita gli Stati membri a vietare la coltivazione di Ogm NON per i loro rischi ambientali, sanitari e socio-economici (settori nei quali si riscontrano gli effetti più negativi delle colture biotech), ma solo per ragioni “etiche”,
Pages - Menu
▼
lunedì 28 giugno 2010
domenica 27 giugno 2010
Seimila morti all'anno per le polveri sottili
Il dato è stato reso noto da Nomisma, che ha effettuato uno studio sulle 15 città italiane più popolose. La cifra nazionale è presumibilmente molto più elevata
Terra Nuova
Qui sopra quanto riporta l'Ansa ripresa da Terra Nuova, possibile che ci si debba accorgere delle morti causate dal nostro "progresso" solo quando possono essere strumentalizzate per vendere un filtro antiparticolato o promuovere le auto elettiche?
Devo constatare ancora una volta con amarezza come le morti per inquinamento, bellamente ignorate quando si tratta di riconoscere la dannosità di un inceneritore, acciaieria, centrali a turbogas e a carbone e tutte le altre diavolerie del nostro "sviluppo",
balzino invece agli onori della cronaca quando si tratta di sponsorizzare il filtro antiparticolato e auto elettriche come ricette miracolose e salvavita.
Qui il resoconto di Adnkronos del Vert
e qui ciò che non dicono sul filtro antiparticolato di un ricercatore con la R gigante, il Dott. Stefano Montanari della Nanodiagnostics
Barbara
Inceneritore di rifiuti Marcegaglia: Lannes incalza e Vendola fugge
Da Italia Terra Nostra Fuga dalla realtà. Il governatore Vendola, incalzato dal giornalista Lannes – dal novembre 2009 – sfugge atterrito il confronto pubblico sul tema dell’inceneritore autorizzato illegalmente ed abusivamente dalla regione Puglia. Il divo Nichi non risponde al cellulare e si nega sempre quando l’interlocutore è Lannes. Lo smemorato di Terlizzi teme il dialogo e si rifugia nei salotti televisivi dove abbondano i giornalisti addomesticati venduti ai potenti di turno. Il 21 giugno 2010 alle ore 10,50 il direttore – accompagnato da due collaboratori e da una delegazione di cittadini di Borgo Tressanti – ha incontrato l’assessore all’ecologia Nicastro negli uffici dell’ente. Il noto cronista ha chiesto ufficialmente all’assessore uno stop definitivo all’operazione affaristica della Marcegaglia che farà tabula rasa della Capitanata, avvelenando 700 mila cittadini. Era presente anche l’ingegnere Antonicelli: secondo il dirigente che ha curato la pratica nei dettagli tecnici e non solo… “è tutto a posto”. L’ex magistrato Lorenzo Nicastro ha promesso un concreto interessamento. Vedremo a breve, se alle parole politiche seguiranno fatti concreti. Un dato è certo: la mobilitazione popolare e l’interessamento della corte dei diritti dell’Uomo. A Massafra la Marcegaglia ha già costruito un inceneritore altrettanto fuorilegge in base al quale l’Italia è stata sanzionata dall’Europa, mentre a Modugno l’impianto di Emma è stato sequestrato dalla procura della Repubblica di Bari. Il giornale ITALIA TERRA NOSTRA – ai sensi del Decreto Legge numero 4/2008 – ha chiesto alla regione Puglia, l’elenco esaustivo del centinaio di progetti in itinere (alcuni già approvati) di impianti (inceneritori di rifiuti, “termovalorizzatori”, centrali a biomasse, rigassificatori, cementifici). Nella stessa area è previsto in mare (off shore) a Margherita di Savoia e Trinitapoli un mastodontico rigassificatore della Sorgenia (De Benedetti, L’espresso, La Repubblica, Cir), un inceneritore Fiat a Borgo Incoronata e un altro inceneritore Sangalli a Manfredonia. Per non dire del progetto Enterra (società immobiliare di Bergamo) a Borgo Eridania (Rignano Scalo, a 30 metri dalle case), di quello Falck a Torremaggiore, Ansaldo a San Severo, Edison a Candela, Grigolin ad Apricena e di tutti quelli previsti a Lucera e nei paesi del Subappenino dauno. I poteri forti (confindustria, logge massoniche, clan partitici e sindacali) intendono grazie all’avallo politico, trasformare l’antica Daunia in un tombino industriale a cielo aperto.
sabato 26 giugno 2010
L'UE CONTROLLERA' I CITTADINI CON OPINIONI RADICALI
di Irene Lozano
Lo scorso 26 aprile, il Consiglio dell’UE riunito a Lussemburgo, affrontato il punto all'ordine del giorno dal titolo: "Radicalizzazione nell’UE", che si è concluso con l’approvazione del documento 8570/10. L'iniziativa fa parte della strategia di prevenzione del terrorismo in Europa, e inizialmente concepito per gruppi terroristici islamici. Tuttavia, il documento estende il sospetto in una tale forma ed in termini così generici che dà la possibilità alla polizia di controllare qualsiasi individuo o gruppo sospettato di essere radicalizzato.
Così, un’attivista di un’organizzazione civile, politica o cittadina, senza rapporti col terrorismo, potrebbe essere spiato nel quadro di un programma che invita ad investigare dal "grado di impegno ideologico o politico" del sospettato, fino alla sua situazione economica di “disoccupato, deterioramento, perdita di una borsa di studio o di aiuto finanziario”.
27 6 2010 NO NUCLEARE DAY
Prestigiacomo, il Ministro radioattivo contro gli Italiani
di Marianna Gambino
Tra i commenti alla decisione della Corte Costituzionale di non prendere in considerazione i ricorsi di 10 regioni contro la legge delega del Governo sul nucleare ci lascia particolarmente perplessi quello del Ministro dell’Ambiente.
Il Ministro apprezza la decisione della Corte Costituzionale e promette di accellerare la corsa dell’Italia per infilarsi nuovamente nel tunnel nucleare. Ma, se 10 regioni hanno fatto ricorso e se il Governo ammette di aver bisogno di una campagna di informazione per convincere gli Italiani che il nucleare è bello, pulito e sicuro, siamo di fronte ad un netto rifiuto del nucleare da parte del popolo italiano. Si tratta di un dato incontrovertibile.
Imporre alle Comunità locali il nucleare con forzature politiche e istituzionali, oltre a smentire ogni propaganda federalista del Governo, è quanto di più sbagliato si possa fare. Il nucleare ha un costo sproporzionato rispetto ai benefici e coinvolge generazioni di Italiani per tempi lunghissimi, basti pensare che ancora non siamo riusciti a smantellare le nostre vecchie centrali dei primi anni 60. Ricordiamo che anche le altre Nazioni che hanno scelto di uscire dal tunnel nucleare, oggi hanno enormi difficoltà tecniche ed economiche per attuare questa loro decisione. Di fronte ad una scelta così impegnativa non si può ignorare la volontà popolare.
Al Ministro Prestigiacomo, che sembra più interessato al parere di Confindustria che a quello degli Italiani, ricordiamo che ancora non sono note le motivazioni che hanno portato la Corte Costituzionale a non accogliere i ricorsi delle Regioni. Al momento sappiamo solo che non c’è stato un pronunciamento sulla legittimità costituzionale poichè i ricorsi non sono stati valutati nel loro contenuto. Affermare, quindi, che “La decisione della Corte Costituzionale di rigettare l’impugnativa delle Regioni sulla legge delega per il nucleare fuga ogni dubbio sulla legittimità della impostazione del Governo su questo tema chiave per lo sviluppo del paese.” è un atto propagandistico ed ideologico.
Fare Verde, intanto, sarà impegnata nelle decine di manifestazioni che si stanno organizzando in Italia per spiegare le ragioni di una politica energetica che non preveda l’impraticabile opzione nucleare.
Tra i prossimi appuntamenti:
sabato 26 giugno ore 14:00- 18:00 a Milano, in piazza Fontana
NO NUCLEARE DAY
NO NUCLEARE DAY
domenica 27 giugno ore 15:30 a Minturno (LT),
sala consiliare, via Principe di Piemonte 21
CONVEGNO - Nucleare: pretesti civili e interessi militari
Segreteria Nazionalesala consiliare, via Principe di Piemonte 21
CONVEGNO - Nucleare: pretesti civili e interessi militari
infoATfareverde.it
06 7005726
06 7005726
Fonte: www.fareverde.it
venerdì 25 giugno 2010
Un oceano di plastica
di Pietro Greco - 22/06/2010
C'è una discarica di plastiche a cielo (e mare) aperto, grande due volte il Texas, che galleggia in pieno Oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii, coprendo un'area nota per la sua perenne bonaccia. Il primo a scoprirla, nel 1997, è stato Charles Moore, velista e scienziato. Che la fece conoscere al grande pubblico con una serie di interviste televisive: al Late Show with David Letterman, a The Oprah Show, a Good Morning America. Navigando per giorni a vela in quella zona, rivelò Moore, ho incontrato una bottiglia di plastica in media ogni ora.
Da allora i media di tutto il mondo hanno parlato a più riprese di un'enorme distesa flottante di bottiglie, contenitori, fogli, buste, spezzoni di reti per la pesca e di ogni altro genere di materiale polimerico, plastico e gommoso, assurgendolo a simbolo dell'insensata «società dei rifiuti».
Il carrello ha preso il posto della cabina elettorale?
di Cinzia Picchioni - 23/06/2010
Recensione dell'interessante libro "Shock Shopping"
La domanda se la sono posta al settimanale «Economist».
Il marketing da un lato educa a non affezionarsi in modo duraturo ai beni […] dall’altro, incentiva uno scontento per le identità preesistenti, che causa il ricorso alla chirurgia plastica per adeguarsi ai nuovi canoni estetici […]Mantenere un’insoddisfazione permanente, perché «la strada tra il negozio e il secchio della spazzatura deve essere sempre più breve e veloce».[…]Si determina la metamorfosi dall’homo politicus in homo consumens, da cittadino a consumatore[…] (p. 91)
In Manoscritti economici filosofici (1884) Marx scriveva: «Ogni uomo s’impegna a procurare all’altro uomo un nuovo bisogno, per costringerlo a un nuovo sacrificio, per ridurlo a una nuova dipendenza e spingerlo a un nuovo modo di godimento e quindi di rovina economica» (p. 7); non vi sembra che calzi perfettamente come descrizione di un nuovo centro commerciale?
Il libro si chiama Shock Shopping, e lo shock è assicurato quando scopriamo che esistono dei microchips, grandi come un granello di sabbia, inseriti nelle confezioni, che contengono le informazioni sul prodotto, così la Grande Distribuzione Organizzata (questo vuol dire GDO, la sigla che trovate ogni tanto negli articoli e anche in questo libro) potrà seguire il prodotto dal magazzino allo scaffale, dallo scaffale alla casa del consumatore, da qui alla spazzatura e controllare e studiare le preferenze d’acquisto di tutti noi! Ho già sperimentato questo progetto
Noi ci siamo.Voi?
E' un paradosso, eppure, in un mondo in cui le notizie viaggiano con quella bizzarra espressione che è “in tempo reale” e comunicare con tutto il mondo via Internet non costa niente ed è alla portata, almeno teorica, di chiunque, ciò che manca è l’informazione. Informazione e non notizia: due aspetti del reale profondamente diversi.
L’informazione è essere informati, è conoscere freddamente le cose, è saper leggere attraverso la valanga di notizie, è saper “diligere” dicevano i latini, saper scegliere, per virare sull’evangelico, il grano dal loglio.
Nulla di nuovo:
già nella Mesopotamia o nella Cina di tremila anni fa chi gestiva il potere sapeva perfettamente quanto il poter manipolare l’informazione fosse efficace per timonare i sudditi a proprio piacimento e, nulla essendo cambiato nella testa degli uomini, la tecnica conserva tutta la sua potenza, la sua applicabilità e la sua applicazione anche nel XXI secolo.
Così, ogni giorno siamo subissati da “informazioni” (virgolette d’obbligo) sull’ambiente, l’argomento più importante che possa esistere. L’ambiente è il pianeta Terra, ormai di gran lunga troppo piccolo per poter reggere all’assalto che da qualche decennio gli stiamo sferrando con violenza crescente e della Terra, di qui l’importanza, tutti siamo prigionieri. Un’aria avvelenata avvelena chiunque, e così un’acqua o un cibo, e questo molto democraticamente passando sopra alle razze, ai censi e alle opinioni. Ad aggravare la cosa, gl’inquinanti che continuiamo a scaricare sono in gran parte “eterni”, vale a dire che la Natura non sa immetterli in alcun circolo virtuoso e il loro destino è quello di accumularsi, né esistono tecnologie efficaci per contrastare i guai che noi stessi provochiamo.
Siamo subissati da “informazioni”, ma una maggioranza schiacciante è falsa e, dunque, non può uscire dalle virgolette.
Con la serata del 25 giugno al Teatro Tendastrisce di Roma si è inteso introdurre all’informazione sullo stato dell’ambiente, un’informazione senza virgolette e senza aggettivi, chiunque non si accontenti di pur tranquillizzanti bugie. Lo si farà in un modo particolare, unendo l’azione teatrale a momenti di vera e propria conferenza scientifica: un tentativo per sollevare qualche coperchio e per mettere in condizione soprattutto i giovani che si preparano ad essere la classe dirigente di agire finalmente per il bene di tutti.
In platea ci saranno parecchi politici, molti dei quali si augurano il fiasco di una platea assente.
Così, questa volta più che mai, esserci è l’occasione per dimostrare che non siamo disponibili ad essere carne da macello.
25 giugno, ore 21 – Teatro Tendastrisce – Via Perlasca – Roma.
I biglietti (10 Euro) si prenotano telefonando al numero 328 6368628
I biglietti (10 Euro) si prenotano telefonando al numero 328 6368628
PUNTI VENDITA BIGLIETTI SPETTACOLO 25 GIUGNO:
*Parrucchiere Lello: via Pescara 14, Pavona (RM); *Tabaccheria Alessandra e Gianluca: via Angelo Emo 25, Roma (fermata metro A Cipro); *Bar Segafredo C.C. Leonardo al pian terreno, Fiumicino, sig. Amedeo
*Parrucchiere Lello: via Pescara 14, Pavona (RM); *Tabaccheria Alessandra e Gianluca: via Angelo Emo 25, Roma (fermata metro A Cipro); *Bar Segafredo C.C. Leonardo al pian terreno, Fiumicino, sig. Amedeo
Sindaco Chiamparino, perché?
Sindaco Chiamparino, perché non spegne le luci della Mole anche per la Freedom Flotilla e per i 10 mila prigionieri palestinesi?
Scritto il 2010-06-24 in News
Egregio Sindaco Sergio Chiamparino,
apprendo con perplessità che lei ha accettato la proposta della Comunità ebraica (http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/post/2501849.html) di far spegnere le luci della Mole Antonelliana, questa sera e in occasione della Festa di San Giovanni, in onore del soldato israeliano Gilad Shalit.
Le rammento che il caporal Shalit venne catturato (non rapito, perché solo per i civili si usa il termire "rapire") in territorio palestinese, mentre si trovava in missione di guerra e non certo di pace, e armato di tutto punto.
Signor Sindaco, a lei che fu eletto in quanto espressione dei valori politici, culturali e umanitari del centro-sinistra, non pare importante ostentare analoga solidarietà anche ai 10 mila prigionieri politici palestinesi, imprigionati da Israele perché partigiani resistenti contro l'occupazione della propria terra?
Israele, la guerra con fondi Ue
di Michele Paris - 24/06/2010
Quando il 31 maggio scorso le forze armate israeliane si resero protagoniste del massacro sul convoglio umanitario “Freedom Flotilla” diretto a Gaza, l’Unione Europea si unì al coro di condanne levatosi da ogni angolo del pianeta. Alle proteste fecero seguito le richieste per un immediato allentamento del blocco esercitato da Tel Aviv sulla striscia di territorio palestinese. Durante questi eventi, tuttavia, la stessa Unione Europea stava valutando l’opportunità di assegnare un finanziamento di svariati milioni di euro alla principale compagnia israeliana che produce aerei da guerra utilizzati, tra l’altro, proprio per seminare morte e distruzione a Gaza.
I fondi che Bruxelles stanzierà a breve rientrano nell’ambito di 26 progetti di ricerca scientifici che la Commissione Europea sta tuttora vagliando. Se sono 34 le compagnie israeliane che fanno parte della rosa dei candidati a ricevere il denaro, è soprattutto su una che si è concentrata l’attenzione delle organizzazioni a difesa dei diritti umani. La compagnia in questione è la Israel Aerospace Industries (IAI), cioè la più importante produttrice di sistemi aerei per impiego civile e militare.
La IAI realizza per il mercato militare israeliano ed estero i famigerati droni, gli aerei senza pilota che vengono impiegati in azioni ricognitive e per condurre incursioni militari che dovrebbero teoricamente limitare le perdite civili. Il drone più conosciuto uscito dalle officine della IAI è il cosiddetto Heron, in grado di volare ad altitudini medie con un’autonomia di 52 ore. Proprio questo velivolo sarebbe stato massicciamente impiegato, in un sorta di test di collaudo, nel corso dell’aggressione israeliana alla striscia di Gaza tra la fine del 2008 e gli inizi del 2009, causando circa 90 vittime civili.
I fondi che Bruxelles stanzierà a breve rientrano nell’ambito di 26 progetti di ricerca scientifici che la Commissione Europea sta tuttora vagliando. Se sono 34 le compagnie israeliane che fanno parte della rosa dei candidati a ricevere il denaro, è soprattutto su una che si è concentrata l’attenzione delle organizzazioni a difesa dei diritti umani. La compagnia in questione è la Israel Aerospace Industries (IAI), cioè la più importante produttrice di sistemi aerei per impiego civile e militare.
La IAI realizza per il mercato militare israeliano ed estero i famigerati droni, gli aerei senza pilota che vengono impiegati in azioni ricognitive e per condurre incursioni militari che dovrebbero teoricamente limitare le perdite civili. Il drone più conosciuto uscito dalle officine della IAI è il cosiddetto Heron, in grado di volare ad altitudini medie con un’autonomia di 52 ore. Proprio questo velivolo sarebbe stato massicciamente impiegato, in un sorta di test di collaudo, nel corso dell’aggressione israeliana alla striscia di Gaza tra la fine del 2008 e gli inizi del 2009, causando circa 90 vittime civili.
giovedì 24 giugno 2010
Angela Lano: la strage e le minacce perderanno con il giornalismo "non embedded"
di Davide Pelanda - 23/06/2010
martedì 22 giugno 2010
« Le banche le chiudo, i banchieri li rinchiudo! »
« Le banche le chiudo, i banchieri li rinchiudo! »
(Vincent Auriol)
Le banche continuano a fare i loro porci comodi. Quanti disoccupati e conflitti sociali ancora per capire che a costoro bisogna fargli la pelle ? Charles Wyplosz, prof di macro in Svizzera, tutt’altro che «sinistro », scriveva che bisognava disgustare per sempre le persone a diventare banchieri. Tassare a morte i trader e altri padroni di banche, perché vadano a esercitare i loro talenti nella produzione, l’industria, le arti, l’informatica, l’agricoltura biologica, tutto tranne che nel commercio dei soldi. In questo momento Trichet, padrone della BCE, presta denaro all’1% ai banchieri. In altre parole un regalo (il padrone della Banca d’Inghilterra, lui, presta allo 0,5% ! Provate a chiedere un mutuo allo 0,5% !!). Trichet ha prestato circa 450 miliardi di euro e cosa fanno queste baldracche con tutta quella grana ? La collocano immediatamente allo 0,25% da.. Trichet ! Alla BCE ! Potrebbero finanziare l’economia? Neanche per sogno… “Sterilizzano” il denaro preso in prestito come i coraggiosi contadini che lo mettono sotto il materasso, non sia mai che un giorno….
Con il resto, acquistano titoli pubblici dal rendimento del 3% (Germania), del 6% (Spagna), dell’8% (Grecia) e così via dicendo.
(Vincent Auriol)
Le banche continuano a fare i loro porci comodi. Quanti disoccupati e conflitti sociali ancora per capire che a costoro bisogna fargli la pelle ? Charles Wyplosz, prof di macro in Svizzera, tutt’altro che «sinistro », scriveva che bisognava disgustare per sempre le persone a diventare banchieri. Tassare a morte i trader e altri padroni di banche, perché vadano a esercitare i loro talenti nella produzione, l’industria, le arti, l’informatica, l’agricoltura biologica, tutto tranne che nel commercio dei soldi. In questo momento Trichet, padrone della BCE, presta denaro all’1% ai banchieri. In altre parole un regalo (il padrone della Banca d’Inghilterra, lui, presta allo 0,5% ! Provate a chiedere un mutuo allo 0,5% !!). Trichet ha prestato circa 450 miliardi di euro e cosa fanno queste baldracche con tutta quella grana ? La collocano immediatamente allo 0,25% da.. Trichet ! Alla BCE ! Potrebbero finanziare l’economia? Neanche per sogno… “Sterilizzano” il denaro preso in prestito come i coraggiosi contadini che lo mettono sotto il materasso, non sia mai che un giorno….
Con il resto, acquistano titoli pubblici dal rendimento del 3% (Germania), del 6% (Spagna), dell’8% (Grecia) e così via dicendo.
Mozzarelle blu
Alle giuste domande che si pone Iacuelli e che pare assurdo doverci ancora porre data l'immensa normativa, i numerosi uffici ed enti che dovrebbero tutelare il consumatore, aggiungo anch'io una mia riflessione, ma per la gente comune, questa UE che presume di tutelarci sancendo per legge quanto grossa e rossa debba essere una fragola per essere considerata tale, ma che ci impone di smantellare la nostra sovranità alimentare in virtù di accordi commerciali, vale la pena? Mentre siamo costretti ad importare il latte, dobbiamo sanzionare i nostri allevatori perché ne producono troppo, abbattere i bovini per delibere UE, sempre per ordine dell'Unione Europea nel 2006 nel comparto dello zucchero sono state fatte scomparire 46mila aziende, mi sfugge sempre di più la leicità e la bontà della UE per la gente comune, per i popoli.
Barbara
Link ad articolo sullo smantellamento comparto barbabietole da zucchero qui
Arrivano le mozzarelle blu
di Alessandro Iacuelli - 21/06/2010
Possiamo solo immaginare la sorpresa che ha attraversato la mente di una signora torinese di 76 anni, quando e tornata casa, dopo aver fatto la spesa in un discount, e nell'aprire la confezione di mozzarella appena comprata, l'ha vista diventare di un vivace colore blu al solo contatto con l'aria. Possiamo solo immaginarla, quella sorpresa, perché certe esperienze per essere comprese vanno purtroppo fatte dal vivo, anche in campo alimentare. La signora non si è fatta mettere al tappeto da quella sorpresa, magari gettando nei rifiuti quel prodotto, ma ha preferito chiamare i nipoti adolescenti, che con i loro cellulari hanno filmato la strana mozzarella blu. Poi, cellulari alla mano, ha contattato i carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni.
lunedì 21 giugno 2010
L'acqua entra in borsa
Giulia Cerino
Il titolo sarà gestito dalla multiutility Iride guidata da Ettore Gotti Tedeschi indagato, e poi prosciolto, durante il processo Parmalat.
L'accordo è fatto. L'acqua volerà in borsa e la gestione sarà affidata a Iride, una multiutility, nata dalla fusione di tre società. Gli azionisti principali sono i comuni di Genova e Torino, ma l'accordo porta anche la firma di F2i: una società italiana titolare del fondo per gli investimenti nel settore delle infrastrutture a cui patecipano istituti bancari, casse previdenzali, fondazioni, assicurazioni, istituzioni finanziarie dello Stato, sponsor e management...
Il presidente si chiama Ettore Gotti Tedeschi, vecchio banchiere ora a capo dello Ior, la Banca Vaticana, che è stato prosciolto dopo esser stato scritto tra 71 indagati del processo Parmalat. L'amministratore delegato di F2i è Vito Gamberale, una carriera tra Autostrade Italia, Eni, Banca Italia, Benetton, e un arresto durante Mani Pulite.
Il presidente si chiama Ettore Gotti Tedeschi, vecchio banchiere ora a capo dello Ior, la Banca Vaticana, che è stato prosciolto dopo esser stato scritto tra 71 indagati del processo Parmalat. L'amministratore delegato di F2i è Vito Gamberale, una carriera tra Autostrade Italia, Eni, Banca Italia, Benetton, e un arresto durante Mani Pulite.
Il Fondo Monetario Internazione ha imposto la sua politica neoliberale
18 giugno 2010
IL FMI HA IMPOSTO LA SUA POLITICA NEOLIBERALE
UN URAGANO DI AUSTERITA' INCOMBE SULL'EUROPA
Di Jérôme Duval, Damien Millet e Sophie Perchellet
Gli autori, membri del Comitato per l'Annullamento del Debito del Terzo Mondo (CADTM) spiegano come il Fondo Monetario Internazionale, dopo aver imposto misure di adeguamento nei paesi del Sud, ora impone le sue ricette neoliberiste in Europa tagliando i diritti dei lavoratori in favore di politiche liberali che perpetuano il sistema capitalista.
La crisi attuale è il mezzo ideale affinchè il FMI applichi in Europa le sue sofisticate ricette ultra-liberali imponendo ai paesi in via di sviluppo a partire dai primi anni '80. Screditato nel corso di tre decenni di piani di aggiustamento strutturale imposti brutalmente ai popoli del Sud, il FMI diventa il centro del gioco politico a partire dal momento in cui il G20 ha assunto la gestione della crisi nel 2008.
Identità e immigrazione
di Manuel Zanarini - 15/06/2010
«Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Man mano che cadendo, passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: fin qui tutto bene, fin qui tutto bene! Il problema non è la caduta; ma, l'atterraggio» (L'odio, 1995, di Mathieu Kassovitz)
«Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Man mano che cadendo, passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: fin qui tutto bene, fin qui tutto bene! Il problema non è la caduta; ma, l'atterraggio» (L'odio, 1995, di Mathieu Kassovitz)
I fatti di Rosarno e di Milano avevano riacceso il dibattito pubblico sui problemi legati alla gestione dell'immigrazione. Pochi giorni dopo, l'attenzione di tutti si è spostata nuovamente su ballerine, reality e partite di calcio...the show must go on!
Passate le giornate degli strilli isterici di pennivendoli e intellettuali da bottega, penso sia l'occasione giusta per una breve riflessione sull'enorme questione delle migrazioni di massa. Per prima cosa, vanno analizzati i motivi che spingono milioni di persone ad abbandonare il proprio paese natio e a cercare fortuna nel cosiddetto Occidente. La causa primaria è da ricercare nella “politica del debito” portata avanti dai centri dei “padroni della globalizzazione” (Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, in primis) in favore delle multinazionali.
Passate le giornate degli strilli isterici di pennivendoli e intellettuali da bottega, penso sia l'occasione giusta per una breve riflessione sull'enorme questione delle migrazioni di massa. Per prima cosa, vanno analizzati i motivi che spingono milioni di persone ad abbandonare il proprio paese natio e a cercare fortuna nel cosiddetto Occidente. La causa primaria è da ricercare nella “politica del debito” portata avanti dai centri dei “padroni della globalizzazione” (Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, in primis) in favore delle multinazionali.
Eco-villaggi, manuale per una vita sostenibile
di Eduardo Zarelli - 20/06/2010
«Se tutti vivessero come gli statunitensi, la Terra potrebbe sostenere solo 1,4 miliardi di individui. Il che significa che il modello di vita occidentale non può essere esteso a tutto il pianeta, pena la sua stessa sopravvivenza». Lo afferma il rapporto annuale State of the World 2010 del Worldwatch Institute, promosso dal Wwf che da 23 anni è il curatore dell'edizione italiana...
«Se tutti vivessero come gli statunitensi, la Terra potrebbe sostenere solo 1,4 miliardi di individui. Il che significa che il modello di vita occidentale non può essere esteso a tutto il pianeta, pena la sua stessa sopravvivenza». Lo afferma il rapporto annuale State of the World 2010 del Worldwatch Institute, promosso dal Wwf che da 23 anni è il curatore dell'edizione italiana...
In pratica, ha commentato il direttore scientifico del Wwf e curatore dell'edizione italiana dello studio, Gianfranco Bologna, è come se «ogni giorno l'uomo prelevasse dal Pianeta risorse con le quali si potrebbero costruire 112 Empire State Building». Per evitare il collasso della civiltà umana è quindi indispensabile una profonda trasformazione dei modelli culturali dominanti.
Scalfari, Ciampi e l'onda lunga del 1992
di Alfredo Musto - 20/06/2010
L’onda lunga del 1992, l’onda lunga della morsa che stringe l’Italia, l’onda lunga della destabilizzazione e della penetrazione dei poteri che stanno sfibrando il tessuto politico, economico e sociale del Paese, mostra la sua forza d’urto riversandosi in ogni campo.
Naturalmente, infiltrandosi nei meccanismi dell’informazione e della propaganda, anzi dominandoli.
L’establishment della stampa e dell’editoria ricalca l’impronta di azione e controllo dei soggetti strategici che da decenni reggono le fila di un continuum oramai chiaramente ideologico e caricaturale.
Ne costituiscono una formidabile incarnazione Eugenio Scalfari e la sua emanazione Repubblica, espressioni di quel coacervo laico-azionista-massonico che ha caratterizzato fortemente i passaggi storici di questo Paese e a cui si ricollegano personaggi e vicende di primo piano, negli avamposti della politica, della finanza, della cultura così come dietro le quinte dei circoli e degli ambienti di comando e pressione.
Naturalmente, infiltrandosi nei meccanismi dell’informazione e della propaganda, anzi dominandoli.
L’establishment della stampa e dell’editoria ricalca l’impronta di azione e controllo dei soggetti strategici che da decenni reggono le fila di un continuum oramai chiaramente ideologico e caricaturale.
Ne costituiscono una formidabile incarnazione Eugenio Scalfari e la sua emanazione Repubblica, espressioni di quel coacervo laico-azionista-massonico che ha caratterizzato fortemente i passaggi storici di questo Paese e a cui si ricollegano personaggi e vicende di primo piano, negli avamposti della politica, della finanza, della cultura così come dietro le quinte dei circoli e degli ambienti di comando e pressione.
Israele commissione inchiesta: 81 domande che non si possono porre
Uri Avnery - 12.06.10
Se una vera Commissione di Inchiesta fosse stata istituita (invece della patetica scusa per una commissione), ecco alcuni degli interrogativi che le rivolgerei:
1. Quale è il vero obiettivo dell’embargo sulla Striscia di Gaza?
2. Se l’ obiettivo è impedire l’affluenza di armi nella Striscia, perché sono solamente 100 i prodotti autorizzati (se paragonati agli oltre 12 mila in un supermercato Israeliano medio)?
3. Perché è vietato introdurre cioccolata, giocattoli, materiale per scrivere, molti generi di frutta e verdura (e perché cannella ma non coriandolo)?
4. Che rapporto c’è fra la decisione di vietare l’importazione di materiali da costruzione per la ricostruzione o la riparazione delle migliaia di edifici distrutti o danneggiati durante l’operazione Piombo Fuso e l’argomento che essi potrebbero servire ad Hamas per costruire rifugi sotterranei – quando sono piu’ che sufficienti i materiali che per questo scopo vengono portati nella Striscia attraverso i tunnels?
5. E’ il vero obiettivo dell’embargo trasformare le vite di 1.5 milione di esseri umani nella Striscia in un inferno, nella speranza di spingerli a rovesciare il regime di Hamas?
6. Sicccome questo non è successo, ma – al contrario – Hamas è diventata piu’ forte nei tre anni di embargo, il governo avra’ mai un ripensamento sulla questione?
7. C’è speranza con l’embargo che è stato imposto di liberare il soldato Israeliano Gilad Shalit catturato?
8. Se si’, l’embargo ha contribuito in qualche cosa alla realizzazione di questo obiettivo, o è stato controproducente?
9. Perché il governo Israeliano ha rifiutato di scambiare Shalit con centinaia di prigionieri Palestinesi, quando Hamas è d’accordo con un’operazione di questo genere?
1. Quale è il vero obiettivo dell’embargo sulla Striscia di Gaza?
2. Se l’ obiettivo è impedire l’affluenza di armi nella Striscia, perché sono solamente 100 i prodotti autorizzati (se paragonati agli oltre 12 mila in un supermercato Israeliano medio)?
3. Perché è vietato introdurre cioccolata, giocattoli, materiale per scrivere, molti generi di frutta e verdura (e perché cannella ma non coriandolo)?
4. Che rapporto c’è fra la decisione di vietare l’importazione di materiali da costruzione per la ricostruzione o la riparazione delle migliaia di edifici distrutti o danneggiati durante l’operazione Piombo Fuso e l’argomento che essi potrebbero servire ad Hamas per costruire rifugi sotterranei – quando sono piu’ che sufficienti i materiali che per questo scopo vengono portati nella Striscia attraverso i tunnels?
5. E’ il vero obiettivo dell’embargo trasformare le vite di 1.5 milione di esseri umani nella Striscia in un inferno, nella speranza di spingerli a rovesciare il regime di Hamas?
6. Sicccome questo non è successo, ma – al contrario – Hamas è diventata piu’ forte nei tre anni di embargo, il governo avra’ mai un ripensamento sulla questione?
7. C’è speranza con l’embargo che è stato imposto di liberare il soldato Israeliano Gilad Shalit catturato?
8. Se si’, l’embargo ha contribuito in qualche cosa alla realizzazione di questo obiettivo, o è stato controproducente?
9. Perché il governo Israeliano ha rifiutato di scambiare Shalit con centinaia di prigionieri Palestinesi, quando Hamas è d’accordo con un’operazione di questo genere?
domenica 20 giugno 2010
Appuntamento con Angela Lano, lettera Freedom Flotillia e navi da guerra verso il Golfo Persico
Mercoledì 23 Giugno, ore 21.00 Sala Consigliare di Sant'Ambrogio (TO)
Israele e Palestina:pace impossibile?
La tragedia delle navi per Gaza: la testimonianza diretta della giornalista Angela Lano |
Con la partecipazione di :
· Elvio Arancio, artista sufi e collaboratore di InfoPal
· Gianluca Gobbi, caporedattore Radioflash e corrispondente di radio popolare network
Lettera alla stampa sulla vicenda mediatica della Freedom Flotilla
Infopal
Gentili colleghi,
vogliamo esprimere un ringraziamento forte, sentito e particolarmente apprezzato alle e ai poche/i giornaliste/i che, rompendo a proprio rischio il muro della comunicazione a senso unico, ci hanno aiutato nel difficile compito di far passare informazioni, e informazioni corrette, nella vicenda seguita dal nostro ufficio stampa , relativa alla Freedom Flotilla.
Ma prima che un dramma come quello che si è consumato pochi giorni fa nelle acque internazionali prospicienti Gaza venga ricoperto da un velo di ipocrita silenzio, ci preme, come ufficio stampa,condividere con voi qualche considerazione....
Infopal
Gentili colleghi,
vogliamo esprimere un ringraziamento forte, sentito e particolarmente apprezzato alle e ai poche/i giornaliste/i che, rompendo a proprio rischio il muro della comunicazione a senso unico, ci hanno aiutato nel difficile compito di far passare informazioni, e informazioni corrette, nella vicenda seguita dal nostro ufficio stampa , relativa alla Freedom Flotilla.
Ma prima che un dramma come quello che si è consumato pochi giorni fa nelle acque internazionali prospicienti Gaza venga ricoperto da un velo di ipocrita silenzio, ci preme, come ufficio stampa,condividere con voi qualche considerazione....
sabato 19 giugno 2010
Toglietemi tutto ma non la nutella
Marco Cedolin
L’Europa dei burocrati e dei banchieri ci ha tolto ogni ambizione di sovranità monetaria, attraverso l'euro e la BCE, ha sradicato qualsiasi parvenza di sovranità nazionale, “sovrascrivendo” la Costituzione per mezzo del Trattato di Lisbona e dal prossimo anno provvederà (come confermato dal ministro Tremonti ) perfino a redigere in prima persona le nostre manovre finanziarie.
Il tutto nel silenzio mediatico più assoluto e nell’acquiescenza generale, senza che nessuno si sia sentito in dovere di esprimere una critica, senza che qualcuno abbia ritenuto giusto palesare un qualche moto di ribellione per essere stato defraudato di quasi tutto quello che ci apparteneva. Senza che un solo elemento del folto gruppo di politici, giornalisti, economisti, intellettuali, filosofi ed opinionisti, che a vario titolo si abbuffano al baccanale offerto dal contribuente, sia stato pervaso da un moto di orgoglio che lo inducesse a spiegare a chi paga il desco, i termini della “svendita” a Bruxelles di un’intera nazione.
Ci è voluta la Nutella, perché rinascesse dalle ceneri l’italico orgoglio e si levassero in alto gli scudi nei confronti della UE....
venerdì 18 giugno 2010
Dittatura e totalitarismo non sono sinonimi
di Luciano Fuschini
Dittatura e totalitarismo non sono sinonimi. La dittatura è il governo assoluto di un uomo o di una oligarchia, che non comporta necessariamente l’imposizione di un’ideologia unica a tutto il tessuto sociale. Si possono dare spazi di autonomia a chiese, a correnti artistiche e letterarie, a ricercatori scientifici, purché non disturbino il manovratore; le comunità locali possono continuare a vivere secondo i loro costumi e tradizioni. Il totalitarismo invece pretende di imporre un’ideologia onnipervasiva. Le chiese devono piegarsi, gli artisti, gli scrittori, i registi devono adottare i temi e i moduli espressivi dettati dagli ideologi del Potere, la ricerca scientifica non può pervenire a conclusioni che mettano in dubbio gli schemi dominanti; la visione del mondo che si vuole diffondere e i comportamenti conseguenti sono imposti anche nella vita delle comunità, nel privato, nel costume, addirittura nell’abbigliamento. La dittatura si accontenta di impedire l’espressione del dissenso, il totalitarismo vuole impadronirsi delle menti.
La liberal-social-democrazia, giunta all’attuale stadio estremo, è un totalitarismo. L’ideologia liberal-social-democratica, coi suoi corollari progressisti, scientisti, tecnicisti ed economicisti, pervade ogni àmbito, occupa ogni spazio. Le religioni sono inaridite, artisti, scrittori e registi sono emarginati se non si adeguano ai gusti del mercato, a loro volta imposti, la legge del profitto governa anche la ricerca scientifica; costumi, usanze, modi di vivere sono omologati attraverso tecniche pubblicitarie e processi di emulazione accuratamente sperimentati e messi a punto. Si tratta di un totalitarismo tanto più insidioso per le nostre menti in quanto non imposto con la coercizione poliziesca ma facendo uso di strumenti raffinati che ci fanno credere di essere liberi mentre subiamo un continuo lavaggio del cervello.
Anche tutto il sistema dell’informazione politica ovviamente si muove sotto la cappa totalitaria, esercitata non nel senso della proibizione di dire certe cose ma con le tecniche manipolatorie che le rendono inoffensive e impossibilitate a giungere alla coscienza delle grandi masse. Negli ultimi venti anni però l’oscuramento dei fatti ha assunto una tale profondità e sistematicità che si può parlare di salto qualitativo. La mia tesi è che è già in corso il massiccio martellamento tipico della propaganda di guerra.
dal Giornale del ribelle
La liberal-social-democrazia, giunta all’attuale stadio estremo, è un totalitarismo. L’ideologia liberal-social-democratica, coi suoi corollari progressisti, scientisti, tecnicisti ed economicisti, pervade ogni àmbito, occupa ogni spazio. Le religioni sono inaridite, artisti, scrittori e registi sono emarginati se non si adeguano ai gusti del mercato, a loro volta imposti, la legge del profitto governa anche la ricerca scientifica; costumi, usanze, modi di vivere sono omologati attraverso tecniche pubblicitarie e processi di emulazione accuratamente sperimentati e messi a punto. Si tratta di un totalitarismo tanto più insidioso per le nostre menti in quanto non imposto con la coercizione poliziesca ma facendo uso di strumenti raffinati che ci fanno credere di essere liberi mentre subiamo un continuo lavaggio del cervello.
Anche tutto il sistema dell’informazione politica ovviamente si muove sotto la cappa totalitaria, esercitata non nel senso della proibizione di dire certe cose ma con le tecniche manipolatorie che le rendono inoffensive e impossibilitate a giungere alla coscienza delle grandi masse. Negli ultimi venti anni però l’oscuramento dei fatti ha assunto una tale profondità e sistematicità che si può parlare di salto qualitativo. La mia tesi è che è già in corso il massiccio martellamento tipico della propaganda di guerra.
dal Giornale del ribelle
Obama campione del marketing
di Franco D'Attanasio
Riporto stralci dell’intervista (ripresa da comedonchisciotte.org) che il linguista Noam Chomsky, in occasione della sua breve permanenza a Parigi su invito di Le Monde Diplomatique e del Collège de France, ha rilasciato a Al-ahram Weekly sulla situazione attuale nel Medioriente e sulla politica americana nei confronti di Israele, la Palestina e la regione intera. Il noto linguista americano, grande fustigatore, da sempre, della politica che il suo paese proietta al di là dei propri confini per scopi puramente di egemonia e supremazia, getta uno squarcio di luce “sull’effettivo cambiamento” apportato alla stessa dal presidente democratico Obama.
Tutto ciò è rivolto in maniera particolare agli ottusi di “sinistra”, i quali avendo mandato oramai il proprio cervello all’ammasso, avendo un bisogno quasi vitale di credere che esista ancora qualcosa di positivo nella propria parte politica (e che vedono di buon occhio l’attuale amministrazione americana), non hanno la minima voglia e capacità di scavare oltre la spessa coltre delle apparenze di cui Obama rappresenta un esempio lampante di abile costruttore.
Davvero significativo il fatto, come sottolinea Chomsky nell’intervista, che Obama sia stato premiato, con merito, dall’industria pubblicitaria per la miglior campagna di marketing del 2008.
Tutto ciò è rivolto in maniera particolare agli ottusi di “sinistra”, i quali avendo mandato oramai il proprio cervello all’ammasso, avendo un bisogno quasi vitale di credere che esista ancora qualcosa di positivo nella propria parte politica (e che vedono di buon occhio l’attuale amministrazione americana), non hanno la minima voglia e capacità di scavare oltre la spessa coltre delle apparenze di cui Obama rappresenta un esempio lampante di abile costruttore.
Davvero significativo il fatto, come sottolinea Chomsky nell’intervista, che Obama sia stato premiato, con merito, dall’industria pubblicitaria per la miglior campagna di marketing del 2008.
Diritto internazionale: due pesi e due misure
Le sanzioni all’Iran e le violenze israeliane
di Tiberio Graziani* - 18/06/2010
Fonte: eurasia [scheda fonte]
«Le nuove sanzioni dell’ONU contro l’Iran – ha affermato il direttore Graziani – rientrano nella strategia statunitense del “nuovo Grande Medio Oriente” volta a creare un frattura all’interno della massa eurasiatica lungo la direttrice che partendo dal Marocco attraversa il Mar Mediterraneo giungendo fino alle repubbliche centroasiatiche. L’Iran viene colpita perché, geostrategicamente, rappresenta una barriera alla marcia statunitense verso l’Asia Centrale.
Fonte: eurasia [scheda fonte]
«Le nuove sanzioni dell’ONU contro l’Iran – ha affermato il direttore Graziani – rientrano nella strategia statunitense del “nuovo Grande Medio Oriente” volta a creare un frattura all’interno della massa eurasiatica lungo la direttrice che partendo dal Marocco attraversa il Mar Mediterraneo giungendo fino alle repubbliche centroasiatiche. L’Iran viene colpita perché, geostrategicamente, rappresenta una barriera alla marcia statunitense verso l’Asia Centrale.
Le motivazioni di queste nuove sanzioni sono risibili sul piano della cosiddetta legalità internazionale. Ma, d’altra parte, in questi giorni abbiamo avuto modo di vedere come il diritto internazionale valga solo per gli alleati di Washington: mi riferisco all’assalto degli israeliani contro la Mavi Marmara, un vero e proprio atto di pirateria.
giovedì 17 giugno 2010
Il socialismo è un carattere degli stati nazionali o non è nulla
di Stefano D'Andrea - 17/06/2010
Appello al popolo
Prendendo spunto dal caso Pomigliano, Luciano Gallino ha scritto recentemente su Repubblica: “La crisi economica esplosa nel 2007 ha fatto cadere i veli della globalizzazione. Politici, industriali, analisti non hanno più remore nel dire che il problema non è quello di far salire i salari e le condizioni di lavoro nei paesi emergenti: sono i nostri che debbono, s’intende per senso di responsabilità, discendere al loro livello”.
Ebbene, i salari e le condizioni di lavoro nei paesi emergenti non li possono cambiare né i nostri analisti, né gli industriali (nostri o stranieri), né i nostri politici. Gli agenti del cambiamento possono essere soltanto i lavoratori e i politici stranieri. Né possiamo fingere di ignorare che il passaggio che avvenisse, in uno stato straniero “in via di sviluppo”, da un regime di lavoro “da sole a sole” in cambio del mero sostentamento per la famiglia dell’operaio ad un regime di “dieci ore al giorno” per sei giorni a settimana, con salario dignitoso in relazione al basso costo della vita, potrebbe essere vissuto dagli operai di quello Stato come un evento epocale, che potrebbe soddisfarli per un paio di decenni. Quanto tempo sono durate le lotte operaie in Europa, per giungere allo Statuto dei lavoratori e ad altre leggi analoghe? Per quale ragione le lotte operaie in Cina, Messico, India o Tailandia dovrebbero avere una storia più breve? E se, almeno in alcuni stati, la storia fosse più lenta? E se, comunque, in linea di principio, fosse necessario oltre un secolo, come lo è stato in Europa?