e difatti la propaganda continua la sua opera con foto scattate in un altro momento, gli adepti al soldo Usa sono più numerosi dei marines vedi Soros-funded 'White Helmets' NGO caught faking 'civilian casualties of Russian airstrikes' in Syria
Come non dimenticare la povera blogger perseguitata perché omosessuale ed oppositrice del “regime”? Peccato che in realtà fosse un uomo, statunitense da Amina a Tom McMaster addetto alla propaganda della guerra.
O come non pensare al coro mediatico che sentenzia la colpevolezza di Assad al di là di ogni ragionevole dubbio per l’attacco con il gas a Ghouta? Peccato che le prove abbiano portato ai democratici ribelli finanziati dalla cia (come gli Usa proprio oggi ammettono, ovviamente quelli bravi non i tagliagole eh). Come mai i media in democrazia non possono essere perseguiti per propaganda di guerra?!?!?!?
Se i media occidentali dicono che Assad è un bruto ma chi siamo noi per dubitare no? vedi COME CREARE IL MOSTRO
Questa è un'altra perla, la monarchia saudita che minaccia la Russia, una monarchia tanto devota alla causa della "democrazia" yankee-jahidista in Siria: L'Arabia Saudita minaccia di attaccare la Siria se Assad non si dimette
Chissà perché l'Onu non incrimina la monarchia saudita per le continue stragi che compie in Yemen, ultima in ordine di tempo una festa di matrimonio che ha causato 130 vittime, la vita degli yemeniti non deve essere tanto importante come quella dei siriani che la propaganda vuole come martiri di Assad.
Chissà perché l'Onu non incrimina la monarchia saudita per le continue stragi che compie in Yemen, ultima in ordine di tempo una festa di matrimonio che ha causato 130 vittime, la vita degli yemeniti non deve essere tanto importante come quella dei siriani che la propaganda vuole come martiri di Assad.
Per continuare le lezioni sul doppio pesismo applicato, l'impero del bene a guida stelle e strisce in perenne lotta contro il terrorismo ben al di fuori dei suoi confini ovviamente, rimprovera ai russi di bombardare le fazioni dei ribelli moderati, mentre intanto la Nato in Afganistan bombarda un ospedale causando svariate vittime ma per loro sono solo effetti collaterali, quindi errori trascurabili e perdonabili. Basta leggersi l'articolo sulla busiarda per apprezzare l'abilità giornalistica dell'arrampicatura sugli specchi volta a giustificare l'attacco di una gravità inaudita.
Tornando ai russi, sono colpevoli (secondo le accuse di chi della lotta al terrorismo se ne intende) di non distinguere tra i terroristi bravi da quelli cattivi, come se indossassero una divisa diversa ed i primi combattano con le cerbottane come avrebbero insegnato i loro maestri della CIA mentre i secondi sono i bruti tagliagole. Basandosi su questo assunto, è lecito quindi supporre come in Usa se si formasse un gruppo armato che voglia despodestare Obama sia tutelato e convocato a negoziati in quanto portatore di democrazia???
Dato che la Cia ha fornito tanti armamenti, equipaggiamenti, addestratori e paghetta mensile perché non ha fornito anche magliettine stampate con l'etichetta in bella vista recante il nome del gruppo di appartenenza, cos'è i marchettari del dip di stato Usa ne hanno create talmente tante di siglette che ne hanno perso il conto???
Chi non riesce a distinguere un ospedale da una base di combattenti armati ha il diritto di impartire lezioni alla Russia che in poco tempo ha sì derattizzato?
Quanto è fastidioso lo starnazzare delle cornacchie guerrafondaie che, all'indomani della distruzione di basi dell'Isis urlano fermate i raid russi? Da fastidio che tali raid non colpiscano ospedali e matrimoni? Per questo si è ricordo nuovamente alla mistificazione parlando di vittime civili e/o "ribelli buoni"?
D'altronde dobbiamo sorbirci la paternale del compagno Hollande sui diritti umani, colui che non si è nemmeno scusato per la colonizzazione dell'Algeria definita dallo stesso come brutale, leader di una nazione che, come i suoi predecessori continua con la Francafrique, conscio che la Francia non sarà mai chiamata a rispondere dei suoi crimini? O pensate che la colonizzazione francese si sia svolta a suon di baguette?
Vi lascio all'imperdibile articolo di Blondet, un capolavoro.
Siria: un rovescio geopolitico Usa. Che avrà conseguenze.
1 ottobre 2015
Le bombe russe non avevano ancora toccato il suolo, che già tv e altri media occidentali urlavano la propaganda americana: “Hanno ammazzato dei bambini!”, “Hanno colpito non l’ISIS ma l’opposizione moderata”, (cioè Al Qaeda…). “Hanno sbagliato bersaglio! Usato bombe non guidate, sono schiappe!” (The Aviationist). Praticamente tutti i media americani, dovendo citare Assad, lo fanno precedere da sereni appellativi come: “Il boia di Damasco”, il “Mostro”, colui che “ha gassato il suo popolo” (accusa comprovata falsa già da due anni: nel 2013 furono i ‘ribelli moderati’ a gettare il gas nervino, apposta per provocare l’intervento occidentale).
La Francia “apre un’inchiesta contro Assad per crimini contro l’umanità”. Ha le prove. Come no: un “fotografo del regime”, nome in codice Cesar, incaricato dal regime medesimo di fotografare i morti e torturati dal suddetto e medesimo regime, è fuggito a Parigi con 55 mila foto di cadaveri straziati. Proprio adesso. Tutto vero: il Corriere lo mette a pagina 2.
Maria Zakharova, la portavoce di Lavrov, Ministro degli Esteri di Mosca, s’è stupita coi giornalisti della rapidità con cui sono comparse foto dei civili feriti. “Sappiamo come si fanno queste foto”, ha detto ricordando “Wag the Dog”, il film del ’97 con De Niro e Dustin Hoffman (in Italia, “Sesso e Potere”) che narra della fabbricazione di una guerra degli Usa contro l’Albania, tutta fatta al photoshop e con effetti speciali elettronici tv.
E’ tutto un gran dispiacere perché, come ha ammesso un think tank di Londra, “la Russia sta danneggiando Al Qaeda, il che è una brutta cosa” (a bad thing). Il think tank che s’è lasciato sfuggire il disappunto è il Royal United Services Institute (RUSI), una emanazione dei servizi. Al Qaeda (oggi Al Nusrah) è adesso “l’opposizione moderata”. Il noto generale Petraeus, solo due mesi fa’ ha apertamente spiegato al Senato che Al Qaeda è oggi l’alleato migliore degli Usa per “ debellare l’ISIS” (leggi: cacciare Assad) e va’ quindi armata ben bene.
Cosa un po’ difficile da far ingollare all’opinione pubblica americana, per quanto manipolata: scusate, ma non è Al Qaeda che – come ci avete detto voi – ha ucciso 3 mila americani nelle Twin Towers l’11 Settembre? E adesso dovremmo allearci con questi? Ma qualcuno l’ha pur ingollata: per esempio Radio Radicale, che mai come oggi s’è rivelato un asset neocon americanista, leggendo religiosamente solo i giudizi del New York Times, del Washington Post, ma soprattutto del Wall Street Journal, senza dimenticare l’organo francese dei Rotschild, Libération, il più scatenato (si sa, Putin è omofobo..).
La tesi generale della propaganda è: Putin, bombardando Al Qaeda, “aiuta l’ISIS” invece di combatterlo. “Getta benzina sul fuoco della guerra civile”, ha lamentato Washington (che ha gettato benzina sul fuoco di tutte le guerre civili che le piacciono, dall’Ucraina alla Libia, dall’Irak alla Somalia…).
In realtà, la ragione tattica delle prime azioni russe è trasparente: anzitutto, ha “ripulito gli angolini” attorno alla propria base aerea, l’aeroporto di Jableh. La prima ondata ha neutralizzato centri di comando, depositi di carburante e munizioni, nidi d’artiglieria e blindati di Al Qaeda (diciamo Cia) a Ghmam e Deir Hana, due città del governatorato di Latakia, a 25-30 chilometri da Jableh. La seconda ondata ha centrato Latamneh et Kafr Zita, nel governatorato di Hama, a 30-40 chilometri dal “suo” aeroporto. La terza ondata ha colpito bersagli nel governatorato di Homs, a 30-50 chilometri a sud-est diJableh. Così, Al Qaeda (o la Cia, diciamo) non potrà più curiosare o insidiare le seguenti operazioni.
Da qui il dispetto generale.
Del resto è comprensibile. La decisa azione russa ha denudato l’ipocrisia americana che, a capo di una “coalizione” che comprende i sostenitori dei terroristi takfiri (Sauditi, Katar, Erdogan) “bombarda l’ISIS” da due anni sì, ma con rifornimenti paracadutati, secondo il governo iracheno che lo sta combattendo davvero. Putin ha visto il bluff, ora ad Obama non resta che in qualche modo accodarsi, a parole, e rassegnarsi alla neutralizzazione dei suoi terroristi; ed accettare in qualche modo una “transizione” che non solo comporta la presenza di Assad (e delle minoranze che garantisce) nella futura sistemazione, ma il mantenimento delle strutture istituzionali. Il tutto, con un prevedibile trionfo non solo militare ma etico e politico di Mosca. In Europa, i tagliagole non hanno acquisito una gran popolarità, con le loro decapitazioni, ed il fatto che Putin li stia cercando di eliminare non può esser fatto passare come una violazione di “diritti umani” o un atto d’inciviltà.
In Medio Oriente, tutti i leader di quell’area hanno visto che Mosca non ha tradito l’alleato pericolante, ma lo sostiene con le sue armi; armi che, si può indovinare, avranno presto una più grossa quota di mercato. L’Iran trionfa, anzi tutto l’asse sciita. La Turchia è mal messa. In Israele si stanno certo chiedendo che fare se Mosca sostituisce Washington come egemone regionale…per fortuna tanti ebrei parlano russo.
Il rovesciamento del dato geopolitico è immenso. Le sue conseguenze si sono appena cominciate a vedere. “Riad non esclude il ricorso alla forza militare per cacciare Assad”, ha proclamato il ministro degli esteri saudita (si chiama Adel al-Jubeir) .
Patetico. L’orribile monarchia saudita che decapita e crocifigge giovani per reato d’opinione (strano che Parigi non apra un dossier per i crimini contro l’umanità per la crocifissione di Ali Al-Nimr:http://rhubarbe.net/blog/2015/ 09/18/ali-al-nimr-lislam-le- sabre-et-la-croix/) deve guardarsi dal nemico interno.
Anzi più che interno: la rivolta cova nel Palazzo.
Un nipote del fondatore della dinastia Abdulaziz Ibn Soud, anonimo ma sicuramente influente (e quasi certamente sostenuto dai “servizi” britannici) , ha scritto una lettera pubblica e pubblicata dal Guardian per chiedere la detronizzazione del re in carica, l’ottantenne Salman (“in condizioni instabili”, ossia moribondo) e per colpire il suo successore preferito, il figlio Mohammed ibn Salman, che il vecchio morente ha nominato ministro della difesa e insieme dello sviluppo economico: due cariche che dovrebbero dargli tranquillamente la successione, ma oggi sono invece due pietre al collo.
E’ infatti lui, come ministro della difesa, il responsabile della vergognosa guerra che la Saudia, lo stato più ricco della zona, ha sferrato contro lo stato più povero, lo Yemen, con grandi stragi (lì sì) di bambini musulmani. La diffusione sul web di foto di cadaverini yemeniti spiaccicati, maciullati, smembrati dalle bombe saudite sta provocando urti di vomito anche nel regno. Strano che La Stampa di Torino, che ha pubblicato la foto del piccolo profugo per commuoverci e farci accettare i migranti, non pubblichi queste, per farci urlare di indignazione verso la monarchia più mostruosa della storia. Non tutte sono impubblicabili.
Come ministro “dello sviluppo”, l’erede designato è il colpevole anche delle due stragi di fedeli pellegrini musulmani avvenute a La Mecca in rapida successione. Prima, la caduta della gru (200 morti, si dice) e poi, l ‘inimmaginabile eccidio prodotto, alla Mecca durante la Festa del Sacrificio: ufficialmente quasi 800 morti, secondo l’Iran fino a quattromila.
Certo è che i morti sono stati raccolti coi bulldozer. Erano iraniani (almeno 400), nigeriani, pakistani, egiziani , la cui morte diffonde nel mondo islamico la pubblicità meno auspicabile per la monarchia petrolifera e la sua gestione dei luoghi santi.
Tutti ormai sanno in Oriente che la calca dei pellegrini “é stata causata dall’improvviso passaggio del corteo di Mohammed bin salman al-Saoud, Ministro della Difesa di Riyadh, che, accompagnato da un ‘codazzo’ di 200 militari e 150 poliziotti ha ‘tagliato’ la folla dei pellegrini con una carovana di numerose automobili e furgoncini”, ossia lo stupido arrogante erede. E come fece Nerone quando la voce popolare lo accusò di aver incendiato Roma, lui incolpò i cristiani e li crocifisse, l’erede ha incolpato gli esecutori e i tecnici. Laddove tutti gli arabi sanno che la mostruosa e titanica ristrutturazione-distruzione della Mecca è un enorme affare con mazzette e bustarelle, per cui i fondi stanziati non arrivano alle maestranze. E la famiglia reale c’è dentro fino al collo.
Si aggiunga che il protettore americano ha stretto il noto accordo con l’Iran, e dunque la sopravvivenza dei Saud non è più una necessità geopolitica primaria per Washington.
Si aggiunga la caduta dei prezzi del barile, inizialmente voluto da Casa Saud contro gli sfruttatori dello shale in Usa e per tagliare le gambe al concorrente Russia, ma oggi inarrestabile – e che ha costretto la monarchia a mettere mano alle riserve, e i cui conti sono in deficit (secondo il FMI) per 107 miliardi di dollari, pari al 20% del Pil. Il che può obbligare la numerosa e dilapidatrice Famiglia a tagliare le “spese sociali” (diciamo) con cui i Saud comprano il consenso della popolazione, distribuendole in parte i benefici dell’introito petrolifero. Siccome nonostante queste regalie il 40 per cento della popolazione del paese più ricco del mondo arabo vive in povertà e il 40 per cento dei 20-24 enni sono dichiarati disoccupati, la rivolta contro i monarchi (e probabili dunmeh) cova. Il boia, con le sue 175 esecuzioni in otto mesi, riesce a raffreddarla. Ma adesso la rivolta è esplosa nella famiglia reale stessa, col pronunciamento dell’anonimo principe pubblicato dal Guardian – si noti la maligna astuzia – anche in arabo, per il consumo locale e rinfocolare le discordie.
L’anonimo principe dice che anche i capi tribali stanno dalla sua parte nella critica al re e al suo erede. Notabili vari, e persino elementi della famiglia reale: “un sacco di nipoti, una quantità di seconda generazione sono ansiosi”, ha scritto con scherno. Secondo Khairallah Kairallah, ex direttore del giornale Al Hayat, il sistema di potere saudita non può durare, seduto su questo vulcano, più di un anno o un anno e mezzo. Salvo qualche miracolo come la salita del greggio, che però favorirebbe i nemici (Iran, Russia, gli estrattori del gas da scisto americani).
L’azione di Putin ha ridistribuito le carte in Oriente. Gli americani, a meno che non s’inventino qualcosa, non ne hanno in mano di buone. I mostri sauditi le hanno pessime.
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