Dalle ceneri non risorge la vita, risorgono però lucrosi affari per la partitocrazia bipartisan (anche il Pdl è complice della pratica dei piromani).
La partitocrazia UCCIDE e non è uno sloagan.
Barbara
Inceneritore Fenice e le carte proibite
Foggia – CI SONO voluti nove anni, svariati morti e ancor più malati, manifestazioni di piazza, la creazione di Comitati di cittadini, diverse interrogazioni parlamentari, l’interessamento della stampa di mezzo meridione, un fascicolo (scomparso) presso la Procura della Repubblica di Melfi (ora insabbiato a Potenza). Ci sono voluti nove anni, dunque, perchè un ufficio pubblico svelasse, un lustro di magagne dell’inceneritore La Fenice. L’Arpab ha infatti reso pubblici, attraverso il suo sito ufficiale, i dati dei rilevamenti dei pozzi piezometrici a valle dell’inceneritore sito nella zona industriale della città lucana. Ed è un avverbio, il finalmente, che lascia presto il posto alla preoccupazione.
BOLOGNETTI: “ANGOSCIA E INDIGNAZIONE” - Le cifre riportate nelle dieci pagine contenenti le 29 tabelle con i rilevamenti sulle acque sono una funesta conferma delle teorie avanzate, con fragore inascoltato dall’esponente dei Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti (e giornalista per conto della Radio del Partito di Marco Pannella ed Emma Bonino) e dal Comitato per la Salute sorto a Lavello proprio per opporsi all’attività dell’impianto della multinazionale Edf. “Lo sapevo, l’ho detto, l’ho ripetuto come un mantra. Eppure, nel leggere che i signori della monnezza della Edf hanno inquinato le matrici ambientali del vulture-melfese, la falda acquifera fin dal 2002, monta l’angoscia e l’indignazione”, piange di dolore Bolognetti. E’, il giornalista, uno di quelli più bersagliati della vicenda, messo in mezzo da amministrazioni e funzionari Arpab come sobillatore e provocatore.
DAL 2002 - E la realtà è proprio come lamentata da Bolognetti. L’inceneritore melfitano, la cui attività ha serie ripercussioni anche sul tratto pugliese del fiume Ofanto (la cui acqua viene utilizzata per irrigare i campi. A questo punto si apspetta una presa di posizione ufficiale anche dell’Autorità di bacino, tirata in ballo, un paio di mesi fa, dal Comitato foggiano d’opposzione all’impianto della multinazionale francesce), ha inquinato a tutto spiano sin dal 2002. Con la complicità di Arpa e Regione Basilicata e nel silenzio quasi totale delle amminstrazioni di Lavello e Melfi. Le cifre, d’altronde, non lasciano adito ad interpretazioni. A partire dal gennaio del 2002 e sino al luglio del 2007, i valori registrano un inquinamento perpetuo ed inquietante, con picchi mai raggiunti neppure nel periodo attuale. Le popolazioni del Vulture, in particolare, hanno dovuto fare i conti con le scomode convivenze di Cromo, Mercurio, Piombo, Cadmio e Nichel. Tutti elementi chimici estremamente pericolosi per la salute dell’individuo, molti dei quali, come il Nichel ed il cadmio, con grande incidenza su donne incinte e neonati e con altissimi tassi cancerogeni ed infiammatori.
L’INTERPRETAZIONE - Sostanze proibite, velenose e pericolose che attestano uno smaltimento “non ortosso”, sempre al di sopra dei parametri fissati già prima del (per nulla restrittivo) Decreto Legislativo 152 del 2006. Roba scottante, per un impianto che, da oltre 10 anni, è sotto l’occhio della popolazione e di un paio di associazioni ambientaliste e che opera con permessi ballerini, mai definitivi e concessi più sulla garanzia che nell’effettività dei riultati. E che, malgrado tutto, nel tempo ha ricevuto incomprensibili attestati di stima dagli stessi organi di controllo che, a stagioni alterne, l’hanno derubricato alla voce “risorsa” o a quello “opportunità”. Partendo dal circuito di posti di lavoro che, attorno all’inceneritore (ricordiamo, gestito, da inizio 2011, da una srl, che ha ereditato il testimone da una – identica – spa) ruota. “Qui parliamo di stato di diritto e legalità, di Costituzione (violata) e del diritto alla conoscenza negato”, ha commentato a caldo Bolognetti.
E allora eccole le famose carte nascoste. Cinque anni in cui i parametri vengono doppiati, triplicati, decuplicati, elevati a potenze superiori alla enne. Non c’è stato, lo dicono le carte, un solo mese in cui Fenice abbia limitato i danni.