Segue una serie di links ed articolo, utili a comprendere la reale situazione in Mali al di là della narrazione mainstream utile alla propaganda, volta a benedire l'ennesima operazione di colonizzazione dell'Africa.
Tutto questo mentre lo stesso Occidente crede di lavarsi la coscienza dai crimini sistematici, per derubare ancora gli africani delle proprie risorse rifugiandosi dietro squallide operazioni di facciata nelle quali condanna il razzismo. Ma il colonialismo va bene, viene portato avanti per il bene degli africani, non è razzismo di cui solo i tifosi sarebbero responsabili.
Checché ne scrivano sul Manifesto, il Mali ha risorse che i francesi reclamano come proprie, leggersi Il Mali, un paese ricco di petrolio, gas e di miniere d’oro. Inoltre la Francia non ha scavalcato i fantocci Onu ed Ecowas:
.......Quindi, non furono i leader di al-Qaida, ma piuttosto i militari del Mali ad essere minacciati dalle sanzioni del Consiglio di sicurezza! Infine, la risoluzione 2085 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite venne adottata il 20 dicembre 2012, autorizzando l’intervento militare nel paese. (7) La missione di supporto internazionale africana in Mali (AFISMA) ebbe il permesso di schierarsi. La forza comprende militari del Mali (5000 uomini) e internazionali (3300). Il concetto è stato elaborato dalle autorità del Mali insieme a dei “partner”, e approvato dall’Unione africana e dall’ECOWAS. Ora, chi sono i partner del Mali? Stati Uniti, Francia, Germania, Canada, Algeria, Mauritania e Niger......FONTE
LA NOTA 7 dello stesso articolo di Strategic Culture tradotto per Aurora sito riporta:
Sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, resoconto integrale, 20 dicembre 2012. In realtà il ministro degli esteri del Mali fa sapere che la Francia è dietro l’approvazione della risoluzione! Per esempio, ha detto “Vorrei in particolare ringraziare la Francia, il suo popolo, presidente e governo, che subito hanno capito che la presenza nel nord del Mali di combattenti, estremisti e terroristi di AQMI, MUJAO e affiliati, rappresenta una minaccia immediata per la pace e la sicurezza internazionali. La Francia non ha risparmiato alcuno sforzo per assicurare che il Consiglio di sicurezza si assuma le proprie responsabilità.” (Documento ONU: S/PV.6898). Secondo il ministro del Mali, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite avrebbe mancato di assumersi le proprie responsabilità senza la Francia! Si tratta di un fatto molto importante, che testimonia chi in realtà ha sostenuto la decisione dell’azione militare in Mali.
Di quale Africa per gli africani stia cianciando il Manifesto non è chiaro. Dopo Sankara e Ghedafi, dovrebbe essere chiaro come ogni tentativo sovranista africano venga sistematicamente abortito dai colonialisti. L'Unione Africana si espresse contro l'intervento in Libia ma fu ascoltata? Quindi quale sarebbe la considerazione autorevole che ha creduto di vedere il Manifesto, attribuita a tale organismo, tanto da far credere che la sua "autorità" sia scavalcata dalla Francia? Gli occidentali tanto antirazzisti censurarono la posizione dell'UA sulla Libia, erano troppo impegnati a diffondere il verbo dei piani del Pentagono per stare ad ascoltarla. Per non parlare dell'Onu che appunto, ha approvato sotto dettatura francese proprio la risoluzione 2085 lo scorso 20 dicembre. Nessuno allora ne parlò, ora si finge stupore.
E cosa comporta per l'Italia lo riferisce brevemente il Tg3. A quanto pare i media hanno svolto il loro lavoro di rendere edotto il popolino in merito alla prossima missione di guerra che sarà addebitata sul suo conto corrente. Due milioni di euro per inviare 25 militari, guardacaso era prevista proprio in Mali una missione di addestramento...Il tono infatti è quello usato per sottolineare che era tutto deciso, ah sì certo senza il consenso del popolo sovrano ed ovviamente a spregio dell'art 11 della tanto elogiata ed abolita costituzione italiana.
Ecco il servizio andato in onda il 16/01/2013 Mali. La Francia ha dato inizio all'offensiva di terra.
Il Ministo degli esteri Le Drian ha scelto di giustificare questa crociata sostenendo che l'intervento viene fatto per ridare sovranità al Mali. Certo, OCCUPANDOLO. A quanto pare l'Unità, ritenendo esaurito il copione della guerra umanitaria non ha certo contraddetto il ministro francese. D'altra parte, è espressione del partito guerrafondaio di Bersani.
Al di là delle bugie ed approssimazioni, consiglio vivamente di leggere i segg. articoli. La situazione purtroppo è decisamente più complessa di come intendono darci a bere per ottenere il "consenso popolare" alla guerra. Neanche ci interpellassero realmente.
L'Huffington Post non perde certo l'occasione di strumentalizzare i profughi che incolpano tanto i fondamentalisti quanto i membri del Movimento di liberazione dell'Azawad che con gli jiahidisti non hanno niente a che spartire. Ma perché precisare? L'importante è far credere che l'aggressione al Mali abbia una parvenza buonista, altruista e disinteressata.
Certi giornalacci, sempre per indurre una maggiore condivisione verso l'operazione di spartizione del Mali tirano in mezzo la Russia. Vedi titoli di Repubblica che riporta le dichiarazioni del ministro degli esteri francese Fabius e Ticino News. Quest'ultimo cita come fonte Le Figaro secondo il quale la Russia appoggerebbe l'operazione in Mali inviando un Antonov e degli uomini. Nessuna dichiarazione dei ministri russi viene riportata e questo getta più di un sospetto sulla veridicità di tale appoggio.
Su Russia Oggi però emerge tutta un'altra prospettiva, decisamente più credibile:
L'Huffington Post non perde certo l'occasione di strumentalizzare i profughi che incolpano tanto i fondamentalisti quanto i membri del Movimento di liberazione dell'Azawad che con gli jiahidisti non hanno niente a che spartire. Ma perché precisare? L'importante è far credere che l'aggressione al Mali abbia una parvenza buonista, altruista e disinteressata.
Certi giornalacci, sempre per indurre una maggiore condivisione verso l'operazione di spartizione del Mali tirano in mezzo la Russia. Vedi titoli di Repubblica che riporta le dichiarazioni del ministro degli esteri francese Fabius e Ticino News. Quest'ultimo cita come fonte Le Figaro secondo il quale la Russia appoggerebbe l'operazione in Mali inviando un Antonov e degli uomini. Nessuna dichiarazione dei ministri russi viene riportata e questo getta più di un sospetto sulla veridicità di tale appoggio.
Su Russia Oggi però emerge tutta un'altra prospettiva, decisamente più credibile:
La partecipazione russa di trasporto aereo all'operazione "Serval" è stata confermata da fonti di Kommersant presso il Ministero della Difesa, che hanno dichiarato che effettivamente due An-124 della "224ma Brigata volante" sono stati coinvolti nel trasferimento di truppe francesi e attrezzature in Mali.
Tuttavia, secondo queste fonti, i velivoli sono stati precedentemente presi in affitto dal Ministero russo della Difesa da una società privata e il dicastero non avrebbe stipulato nessun accordo con i francesi.
Secondo i dati ufficiali della società "224ma Brigata volante", l'azienda ha vinto a fine 2010 una gara d'appalto e ha firmato un contratto di quattro anni per il trasporto di merci militari per conto del Ministero della Difesa francese.
Francia impone censura mediatica sulla guerra in Mali
La Francia imperialista ha voluto assassinare Chavez?
Questo articolo non riguarda direttamente il Mali ma illustra la bontà dei cugini d'oltralpe
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Mali…ziosi pensieri
Mali, Francia e polli
Ottima raccolta su Oltre la coltre
Nel Mali la Francia cerca di punire l’Algeria
Honni soit qui Mali y pense: l’Operazione “Serval”
In Amenas: rivelazioni sull’attacco terroristico
Il Mali, un paese ricco di petrolio, gas e di miniere d’oro
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MALI : DALLA GUERRA ASIMMETRICA, ALLA GUERRA CONTAGIOSA E – SORPESA – TUTTI E DUE I CONTENDENTI SI PREPARAVANO DA TEMPO ALLO SCONTRO
di Antonio de Martini
La guerra dall’Afganistan ha tracimato in Pakistan ; dalla Siria , in Turchia e Libano; dal Mali, in Algeria e Burkina Faso; dalla Somalia, in Kenia.
Se non conoscete la storia della rana ( cinese ) nell’acqua calda, ditemelo che ve la racconto.
In Algeria, intanto, lo scontro prosegue: oltre l’impianto di produzione propriamente detto, esiste una sorta di villaggio costruito per gli addetti. I due ” compound ” distano circa 600 metri ( stando alla cartina) e uno dei due – la fabbrica – è ancora sotto il controllo degli attaccanti.
A questo punto, trenta morti in più o meno, non fanno differenza ai fini della valutazione politica che è molto complessa. Vediamola.
a) L’Algeria è ormai circondata da milizie e truppe potenzialmente ostili dai quattro punti cardinali, non ha mai avuto buoni rapporti col Marocco, con la Libia è in tensione per via degli aiuti dati a Gheddafi, il mare è in mano occidentale e a sud , adesso ci sono i francesi e 60 carri armati in arrivo dalla Costa d’Avorio che andranno ad aggiungersi ai 40 blindati della Forza Liocorno dell’esercito transalpino stazionati in Mali, al Sud.
Questo significa che un eventuale attaco contro l’Algeria potrebbe venire da qualsiasi direzione e , viste le distanze ( il sito degli scontri è a 1.200 Km da Algeri) un attaccante incontrerebbe una difesa debolissima data la dispersione delle forze che sarà costretto a dislocare senza poter ipotizzare la direzione da cui verrà la minaccia.
La Germania non può non vedere in questo dispiegamento una minaccia al suo faraonico progetto da 500 miliardi ( mi pare si chiami Solartec) di creare nel Sahara un serbatoio di energia solare ( e pulita) con cui rifornire l’Europa, rendendo obsoleta la politica e la strategia petrolifera con cui gli USA regolano gli equilibri del mondo fin dalla guerra mondiale.
b) gli americani hanno mandato un aereo per prelevare i propri cittadini, anche se non è chiaro che ce ne siano. Gli attaccanti dicono di averne catturati 7 gli USA 3. Credo sia inutile cercare i numeri esatti. Gli alleati, spedire 3300 soldati africani con la benedizione dell’ assemblea ONU di settembre e a ottobre inviare le truppe subito dopo la stagione delle piogge . Adesso devono adattarsi all’accelerazione dei tempi.
c) la situazione di isolamento politico del governo Boutlefika si è ulteriormente accentuata a causa della generale esecrazione per le vittime provocate e se persino il governo giapponese ha convocato l’ambasciatore algerino responsabilizzandolo per i 17 suoi cittadini. L’accusa è di non aver fatto della salvezza degli ostaggi, una priorità assoluta.
In questo campo, solo l’Italia ha le carte in regola, avendo sempre profumatamente pagato i riscatti richiesti da AQIM .
Nessuno sembra notare che gli ultimi due tentativi armati dei francesi – ultimo quello somalo – sono finiti con la morte degli ostaggi e anche quello delle SAS britanniche per liberare l’ostaggio italiano Franco Lamolinara e l’inglese Christofer Mac Manus in Nigeria, si è concluso con il rimpatrio di un paio di cadaveri.
c) È evidente che il concentramento di ” Tecniche” , circa centocinquanta, che hanno attaccato il sud Mali non si è realizzato in un giorno ed ha certo richiesto una preparazione logistica accurata in termini di carburante, munizioni, manutenzione e viveri, senza parlare dello sforzo politico per riunire i gruppi finora indipendenti. Serve moltissimo denaro. Quello che abbiamo dato noi per il riscatto delle due italiane, non credo sia stato sufficiente. Se seguiamo i soldi, troviamo il produttore di questo film horror.
d) a proposito di denaro, il prezzo di un barile di greggio è salito, nella sola giornata di oggi, di un dollaro e venticinque centesimi, giungendo a superare i 95 US. sul mercato di New York.
e) sul blog di Maurizio Barbero ( mercatoliberonews.blogspot.com ) vediamo un decreto presentato al Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2012 all’art 1 commando 17 e leggiamo “È autorizzata, a decorrere dal 1º gennaio 2013 e fino al 30 settembre 2013, la spesa di euro 1.900.524 per la partecipazione di personale militare alla missione dell’Unione europea denominata EUCAP Sahel Niger, di cui alla decisione 2012/392/PESC del Consiglio del 16 luglio 2012 ” questo significa che persino gli italiani questa volta sono stati messi al corrente con grande anticipo e hanno versato l’obolo e – contrariamente a quanto dichiarato dal governo al Parlamento – invieranno 24 militari.
f) gli argomenti della propaganda occidentale sono gli stessi , stucchevoli, pistolotti sul terrorismo, ula democrazia, la libertà che ci furono ammanniti per la guerra di Libia. Il nostro sottosegretario Staffan De Mistura ha persino dichiarato che ” non si può lasciare a Al Kaida un territorio grande come la Francia” dimenticando di dire che quel territorio ha scarsi 3 milioni di abitanti e che i TOUAREG non sono gli islamisti che si dice. Tra i TOUAREG, ad esempio, sono le donne a scegliere gli uomini e la rarefazione sul territorio impedisce il controllo sociale tipico attrezzo di ogni controllo religioso.
g) altro elemento inspiegabile è che erano in corso e stavano avendo un esito positivo i negoziati di pace tra il Mali ( reduce da un colpo di stato) e i secessionisti del Nord rappresentati dal capo carismatico dei touareg stava conducendo nel vicino Burkina Faso a Ouagadougou ( la capitale) un negoziato che sembrava finalmente sbloccato, parlando di autonomia dei Touareg e di dissociazione rispetto ai movimenti estremisti di AQIM e MUJAO. La riunione successiva e forse decisiva era prevista per il 10 gennaio. Il giorno dell’attacco.
h) un risultato certamente raggiunto è che , per fare la guerra a Al Kaida, bisogna allearsi col governo golpista del Mali e quindi riconoscerlo ufficialmente e mentre prima si parlava di pace, adesso il negoziato è accantonato.
È successo come la scorsa settimana coi Kurdi: i turchi si erano decisi a trattare con – ricordate?- Abdullah Ocalan , l’ergastolano rimasto capo carismatico del PKK e in loro mani. I negoziati proseguivano bene, quando la scorsa settimana a Parigi qualcuno ha ucciso tre donne appartenenti al movimento creando un sicuro rallentamento a causa dei sospetti che hanno avvelenato l’atmosfera.
Decisamente, qualcuno non vuole la pace, in nessun posto.
Jeremy Keenan, vedere su wikipedia , studioso inglese della marteria da anni, sostiene che dietro queste manovre dei Touareg ci sono gli Algerini ( alleati tradizionali dei nomadi in funzione antimarocco) d’accordo con la CIA. Mi pare azzardato e sono alla ricerca di una spiegazione migliore.
Va trovato qualcuno al corrente di entrambi i negoziati ( Burkina Faso e Turchia) , scontento degli attuali equilibri e ricco tanto da pagare per una guerra.
A proposito di Burkina Faso, anche da qui la radio di oggi ha dato notizia che è iniziata la caccia al Touareg.
In Libano , a Tripoli, hanno annaffiato di pallottole l’auto del ministro per la gioventù ( Faisal Karamé nipote del più famoso Rashid , numerose volte primo ministro sunnita negli anni 53/70.)
Il ministro ne è uscito illeso, ma ha deciso di non comprare più biglietti della lotteria, avendo esaurito la scorta di fortuna. Il clan Karamé è filo siriano e ha rifiutato di fare commenti su mandanti ed esecutori. Nelle scorse settimane ci sono stati due attentati a due importanti deputati Cristiani Geagea e Harb. Il governo annunzia un ampio rimpasto che sa di crisi. In Libano, le consultazioni si fanno all’arma bianca.
Mali. Rasmussen appoggia Parigi
L’esercito maliano annuncia di aver ripreso il controllo di Konna e blocca l’accesso a Medici senza Frontiere
Francesca Dessì
L’esercito maliano ha annunciato di aver ripreso il controllo della città di Konna, “dopo aver inflitto pesanti perdite al nemico”. A dare la notizia è stato l’esercito nazionale in un comunicato diffuso giovedì sera a Bamako. Ma non ci sono conferme “attendibili”. La zona non è ancora accessibile a giornalisti e osservatori indipendenti. Le autorità maliane non hanno permesso nemmeno agli operatori di Medici senza Frontiere di raggiungere Konna. Lo ha denunciato il direttore dell’organizzazione non governativa, Malik Allaouna. “Malgrado le nostre ripetute richieste, ci è stato ancora negato l’accesso alla regione” ha spiegato Allaouna, invitando “tutte le parti in conflitto non soltanto la popolazione civile, ma anche il lavoro degli enti umanitari”. “Fin dall’inizio dell’offensiva da parte delle forze francesi e maliane, non siamo stati in grado di oltrepassare le linee del fronte nonostante la nostra neutralità. Intere aree sono così tagliare fuori dagli aiuti dall’esterno” ha concluso.
Già pochi giorni fa le forze armate avevano annunciato il loro ingresso nella città, salvo poi essere smentite dal ministro della Difesa francese, Jean-Yves le Drian. È stata la caduta di Konna che ha spinto la Francia ad intervenire l’11 gennaio con raid aerei, ufficialmente per arginare una possibile avanzata degli islamici verso Mopti e Bamako al sud del Mali.
Nel frattempo, si fanno sempre più cruenti gli scontri tra le forze speciali francesi e i miliziani islamici nel fronte occidentale del Paese. La città di Diabali, nonostante i bombardamenti a tappeto e i combattimenti “corpo a corpo”, rimane ancora in mano agli jahadisti.
La Francia non ce la può fare da sola. La comunità internazionale plaude all’operazione militare, loda “il lavoro francese”, ma non ha ancora inviato truppe. Si continua a parlare di “aiuto logistico”.
Per questo, il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, ha deciso di partecipare al vertice di emergenza della Comunità economica dell’Africa occidentale, in programma oggi ad Abidjan, nel tentativo di accorciare i tempi di dispiegamento della forza africana. Lo ha confermato lo stesso Fabius: “Andrò là con un attacché militare e insieme ai nostri amici africani esamineremo come si possa accelerare il dispiegamento della Misma”. Sul terreno, per ora, sono arrivate truppe nigeriane, togolesi e ciadiane. Troppo poche per dare slancio all’offensiva francese.
Oggi gli Stati Uniti hanno accettato ufficialmente di mettere a disposizione di Parigi degli aerei da trasporto. Lo ha reso noto il segretario di Stato Hillary Clinton, aggiungendo: “sosteniamo l’operazione in Mali con i servizi segreti e il trasporto aereo”. La Casa Bianca ha spiegato di condividere “l’obiettivo francese di impedire ai terroristi di un nuovo santuario nella regione”.
A favore della Francia è sceso in campo anche il segretario generale dell’Alleanza atlantica Fogh Rasmussen, secondo il quale nel Paese africano “era necessario agire rapidamente”. In una lunga intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, Rasmussen ha “approvato” il rapido intervento di Parigi, ma ha anche precisato che “la Nato non interverrà”, in quanto “non può andare di Paese in Paese a fare il poliziotto del mondo per risolvere tutti i problemi. Nel 2011 abbiamo agito in Libia su mandato delle Nazioni Unite. Nel caso del Mali l’Onu ha dato incarico agli africani di dare qualcosa”. Non alla Francia. Le Nazioni Unite non le hanno mai dato l’autorizzazione a intervenire in Mali. L’Eliseo ha approfittato della situazione per difendere i suoi interessi economici e strategici nel Paese africano, ricco di oro, diamanti, uranio e petrolio.
Sulla necessità dell’intervento si è espresso anche il ministro italiano della Cooperazione internazionale, Andrea Riccardi, che in un intervista a Repubblica, ha spiegato che l’Italia “non ha alternative”: “Lo stato di crisi in Mali e nel Sahel è pericolosissimo per l’intera Europa”. Pertanto, Roma si è detta pronta a fornire aiuto logistico alla Francia. Quanto alle accuse di atteggiamento “coloniale” dei cugini transalpini, Riccardi ha replicato: “I primi a chiedere di fermare la minaccia di Al Qaida sono gli Stati dell’Africa; i governi, le fragili e magari imperfette democrazie della regione. Il Mali è una miccia accesa per i Paesi dell’area. Guerra coloniale quella della Francia? No è l’Africa che chiede aiuto, dicendoci che lo strumento militare non risolve ma per ora tampona: non abbiamo alternative”.
C’è una voce fuori dal coro internazionale. Quella di Marine Le Pen, la leader del Front National, che ha attaccato Parigi e l’Unione Europea attribuendo loro la “pesante responsabilità” di aver armato i fondamentalisti islamici nel Sahel.
Intervistata da France Info, Le Pen ha detto che “l’esercito francese sta cercando di riparare in Mali le conseguenze di gravi errori politici e geostrategici da parte dei nostri leader, sia sotto il regno di Nicolas Sarkozy sia di Franois Hollande”.
Il partito di centrodestra Ump e il Partito socialista, ha aggiunto la leader del FN, “erano d’accordo per fare la guerra in Libia, e anche in Siria. Queste guerre hanno contribuito ad armare i fondamentalisti islamici che oggi sono nel nord del Mali”. Pertanto, i politici non potranno sottrarsi alle loro responsabilità, ha avvertito Le Pen, secondo cui “anche l’Europa dovrà fare mea culpa, visto che ha pesanti responsabilità nella situazione attuale”.
Infine l’ex candisdata alla presidenza ha affermato: “Tunisia, Libia, Siria erano dei regimi probabilmente criticabili nel loro funzionamento, ma erano dei regimi laici che contribuivano a contenere la minaccia islamista”.
18 Gennaio 2013 Rinascita
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