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domenica 29 giugno 2014

Le tasse confiscano il diritto ad esistere

vedi anche Intervento di Monia Benini sulle tasse e il fisco, a FeStella, Milano, 15 giugno 2014


Le tasse servono per dare servizi ed aiutare i meno abbienti, dicono i moralmente superiori. La realtà, noi della plebe, la constatiamo perciò non ha senso nemmeno che confuti con dati questa fandonia atta a legittimare l'esproprio coatto e continuo delle sanguisughe al potere.
Giovani che emigrano, per i giovani e meno giovani che non possono farlo devono mendicare un posto che non c'è. Cosa si cerca in un paese dove chiudono oltre 1000 aziende al mese? Prodi, vicario della finanza, colui che ha fatto truccare i conti a Goldman Sachs per consegnarci alla troika,  ha detto chiaramente che le piccole e medie imprese devono sparire. Volevi provare ad aprire una partita Iva, magari approfittando di una tua abilità? Guai, è un reato fare impresa in Italia, con la pressione fiscale che c'è. Solo con l'aiuto degli anziani di famiglia si può sperare di saltare un pasto, ma se anche molti pensionati sono ridotti in miseria e, dato che sono colpevoli di vivere a lungo secondo le logiche di mercato, si deve trovare un modo per riprendersi quel maltolto che gli sciuscià della finanza considerano come un diritto estorto, come? Tassando, anche più volte lo stesso oggetto. Possedere una casa, ad esempio, non è mai stato un diritto, ma una maledizione, in Italia. O paghi o ti scateno contro Equitalia che ha il diritto di vita e di morte. Mentre si profila una ovvia nuova "manovra", cioè un furto con destrezza.
Ogni cosa si risolve tassando, sostiene la parte sana del paese. Poi dicono sia la dottrina cattolica che inculca il senso di colpa....

Pensionati tartassati dalle tasse, perdono 118 euro al mese
sabato, 28, giugno, 2014

Il Presidente di Confesercenti, Marco Venturi, in occasione dell’annuale incontro estivo dei pensionati della Fipac-Confesercenti, tenutosi a Brindisi rende noti alcuni dati economici. “Nel 2014 un pensionato ‘medio’ perdera’ 1.419 euro di potere d’acquisto rispetto al 2008. Sono oltre 118 euro in meno al mese, sottratti ai consumi e ai bilanci delle famiglie. Che sempre piu’ spesso sono sostenuti proprio dai pensionati, diventati durante la crisi pilastri del welfare familiare”.

“Siamo l’unico Paese – spiega Venturi – dove i pensionati pagano, in proporzione, piu’ tasse di quando erano attivi. Accade cosi’ che il pensionato subisca un maggior prelievo rispetto al dipendente e che tale extra-imposta sia piu’ forte tanto piu’ la pensione e’ bassa: 72 euro per una pensione pari a tre volte il minimo e 131 rispetto alle pensioni d’importo inferiore. Nel resto d’Europa non e’ cosi’; anzi, avviene il contrario. In tutti i Paesi, a parita’ di reddito, un pensionato paga in misura inferiore del dipendente”.

“In generale – continua Venturi – i nostri pensionati sono i piu’ tartassati d’Europa. Lo possiamo verificare confrontando innanzitutto quanto paga il pensionato italiano rispetto ai suoi ‘colleghi’ europei: su una pensione corrispondente a 1,5 volte il trattamento minimo Inps, un italiano paga in tasse il 9,17% dell’assegno previdenziale, mentre i suoi colleghi di Germania, Francia e Spagna e Regno Unito nulla.

Ma non meno dirompente e’ il risultato che emerge nel caso di un trattamento pensionistico pari a tre volte il minimo: il pensionato italiano e’ soggetto ad un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese e, infine, incommensurabilmente superiore a quello tedesco: si va dagli oltre 4 mila euro sopportati dal pensionato italiano ai 39 a carico del pensionato tedesco”. E’ ora, conclude Venturi, “di dare una svolta definitiva a questa ingiustizia, ripensando il sistema fiscale. Soprattutto si deve tener conto dell’erosione del potere d’acquisto dei pensionati, estendendo anche a loro, come primo passo, il bonus fiscale, in modo tale da ridurre almeno la perdita su base mensile. Essere anziani non puo’ essere considerato un peso sociale: dobbiamo reagire rivendicando rispetto, dignita’ sociale ed economica per i nostri pensionati”.  agi

eh come faremmo a tirare avanti senza le risorse a lavorare al posto nostro per il nostro beneficio?

Con tutto sto lavoro...
Imprese: oltre 1.000 fallimenti al mese nel 2014 (+18,9%)

Picco in Abruzzo (+67,1%). In controtendenza Molise e Calabria. In Lombardia 1.404 chiusure, 600 a Milano


di red/ban - 20 giugno 2014 13:13
Oltre mille fallimenti al mese: è il bilancio dei primi cinque mesi del 2014, che ha visto crescere in Italia le procedure fallimentari del +18,9% rispetto allo stesso periodo del 2013. Vale a dire che da gennaio a maggio 6.342 imprese sono entrate in fallimento. È quanto rileva una indagine dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese. A livello territoriale, si registra una variazione più evidente di nuovi fallimenti in Abruzzo con un aumento del 67,1% rispetto allo scorso anno, seguono la Liguria e l’Umbria (rispettivamente +46,2% e +44,4% di fallimenti). Molise e Calabria si discostano dal trend nazionale con diminuzioni del 18,2% e del 15,7% del numero di imprese entrate in fallimento rispetto allo stesso periodo del 2013. L’incidenza è più elevata in Lombardia, dove si sono iscritte tra gennaio e maggio dell’anno in corso 1.404 procedure fallimentari (+15,9% rispetto al 2013).

Dopo la Lombardia, seguono Lazio, Veneto e Campania che fanno rilevare il dato più alto per nuovi fallimenti con rispettivamente 652, 537, e 510 imprese entrate in questa procedura concorsuale dall’inizio dell’anno ad oggi. Nello specifico della Lombardia su 1.404 imprese entrate in procedura fallimentare, circa 600 sono concentrate nel capoluogo di Regione dove si registra un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2013. Monza e la Brianza in controtendenza rispetto al dato regionale, con 99 nuovi fallimenti dall’inizio dell’anno ad oggi, registra rispetto al 2013 una diminuzione dell’1% delle procedure. Diminuzioni anche a Como (-28,6% le procedure fallimentari rispetto allo scorso anno) e a Lodi (-31,0%). A Mantova si registra l’incremento maggiore di fallimenti rispetto al 2013 (61 fallimenti, +144% rispetto al 2013).

Le imprese italiane pagano ogni anno oltre 110 miliardi di tasse
sabato, 28, giugno, 2014

Le imprese italiane pagano la bellezza di 110,4 miliardi di tasse all’anno. In Europa solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti piu’ delle nostre, anche se va ricordato che la Germania conta oltre 80 milioni di abitanti: 20 piu’ dell’Italia.
Il calcolo e’ della Cgia di Mestre, secondo cui la pressione fiscale e’ destinata ad aumentare toccando nel 2014 il record del 44%. Se calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale, spiega la Cgia, a guidare la classifica europea e’ il Lussemburgo, con il 17 per cento. Sul secondo gradino del podio si posiziona il nostro Paese, con il 16 per cento, mentre al terzo troviamo l’Irlanda, con il 12,3 per cento. Tra i nostri principali competitor la Germania fa segnare l’11,6 per cento, il Regno Unito l’11,2 per cento, la Francia il 10,3 per cento, mentre la media dell’Ue dei 15 e’ pari all’11,3 per cento.
”Alle nostre imprese – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – viene richiesto lo sforzo fiscale piu’ pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione sia la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedelta’ fiscale delle nostre imprese e’ al top”.
Imola oggi

Ma quale flessibilità? La UE avverte l’Italia: pareggio di bilancio entro il 2015, non 2016
sabato, 28, giugno, 2014

C’è un negoziato parallelo  a Bruxelles in queste settimane, cui i soliti media non stanno dando alcun risalto (Fondo straordinario per l’editoria, Renzi stanzia 120 milioni di euro). In effetti non si tratta di vacue chiacchiere come quelle su vincoli e flessibilità sì o no, ma di fatti molto piu’ seri basati su precisi dettagli tecnici, piuttosto che su plateali incroci di dichiarazioni tra premier.

Ma per l’Italia e per le dimensioni della manovra finanziaria in arrivo a ottobre, fa un’enorme differenza. E per il momento non sta andando come il governo avrebbe voluto: i documenti ufficiali dicono che sul proprio specifico piano di finanza pubblica il governo non ha ottenuto la “flessibilità” che chiedeva
La verità che pochi hanno avuto il coraggio di sbattere in prima pagina è che, nel vertice appena concluso, la proposta del governo di rinviare il pareggio di bilancio per ora è stata respinta. Addirittura i leader, incluso il premier Matteo Renzi, hanno dato il loro “endorsement” (appoggio, approvazione) a un documento ufficiale che raccomanda all’Italia di fare l’opposto di ciò che aveva chiesto: il pareggio già l’anno prossimo, non nel 2016

da Repubblica

Con lo slittamento degli obiettivi, la correzione da imporre con la Legge di bilancio in arrivo a ottobre poteva essere meno pesante. 
Senza la manovra d’autunno rischi di profilarsi invece come un’operazione da 25 miliardi…

Quella raccomandazione contiene una sorpresa importante, perché è più intransigente persino di quanto suggerito dalla Commissione europea. Quest’ultima aveva chiesto all’Italia il due giugno: “Nel 2015 (bisogna, ndr) rafforzare in modo significativo la strategia di bilancio per garantire le esigenze di riduzione del debito”. Quel testo ora è stato inasprito e ieri i capi di Stato e di governo hanno dato il loro “endorsement” al più alto livello politico-legale in Europa.


Finita la sanatoria, Equitalia torna all'attacco
Venerdì 27 Giugno 2014

La sanatoria di Equitalia è finita: la notizia, riportata oggi da varie testate, ne annuncia un'altra più cupa tra le righe, ovvero la ripresa di riscossioni selvagge, pignoramenti e cartelle esattoriali che - a detta della stessa agenzia di riscossione - andranno a colpire «una rilevante platea di contribuenti».

La sanatoria era stata approvata sul finire del 2013 e prevedeva la possibilità di saldare i conti senza interessi per circa sei mesi. Una sorta di "contentino" inserito all'interno della legge di stabilità del 2014 per tentare di indorare l'amara pillola dei debiti che gravano su migliaia di persone e cercare di mettere a tacere le polemiche sullo strozzinaggio legalizzato portato avanti da Equitalia. Basterebbe infatti ripercorrere la cronaca degli ultimi anni per vedere che purtroppo sono stati tanti i casi di suicidio all'arrivo di una cartella esattoriale, presentati sempre come "tragici eventi" ma in realtà conseguenza portata all'estremo di un sistema del debito predatorio e senza scrupoli.

Ora, dal 15 giugno, l'agenzia è tornata a battere cassa e nei prossimi mesi arriveranno decine di migliaia di avvisi e solleciti, ai quali seguiranno poi pignoramenti e decurtazioni di salari e pensioni per chi non avrà la possibilità di onorare i propri debiti con Equitalia.

Che però, fa sapere, non c'è da preoccuparsi: su diversi articoli usciti oggi sulle pagine online dei maggiori quotidiani (che in alcune parti sembrano quasi un volantino informativo di Equitalia), l'agenzia informa che per venire incontro ai contribuenti intensificherà il servizio dello "sportello amico".... Segue poi l'elencazione delle modifiche introdotte con la mini-riforma dell'ente varata nel 2013, un vano tentativo di dare un volto più "umano" mettendo dei fragili argini alla possibilità di pignorare tutto il pignorabile.

Una ben misera garanzia per chi da qui ai prossimi mesi si troverà ad affrontare il ritorno alla carica di Equitalia, tenuta a freno per qualche mese, e a ritrovarsi stretto nella macchina del debito.

InfoAut

sabato 28 giugno 2014

La Presidentessa argentina ammonisce: non ci sottometteremo all'estorsione da parte degli avvoltoi

Il 16 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di ascoltare l'appello presentato dall'Argentina contro la sentenza di un tribunale Americano che impone a Buenos Aires di pagare 1,3 miliardi di dollari agli hedge fund NML Capital ed Aurelius Capital, anche se il pagamento potrebbe condurre al default del debito sovrano argentino. I due fondi speculativi erano tra i tanti che nel 2003 acquistarono il debito argentino in mora per pochi centesimi al dollaro e continuarono a farci spudorati profitti. Ma contrariamente al 93% dei creditori, si rifiutarono di partecipare ai piani di ristrutturazione del debito stilati dal governo nel 2005 e nel 2010, esigendo invece il pagamento dell'intero valore nominale dei titoli in default.

E ora chiedono ai tribunali americani di emettere ordinanze per confiscare le proprietà argentine all'estero in risarcimento. Se ci riusciranno, altri creditori esigeranno lo stesso trattamento.

La Presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha reagito immediatamente con un discorso alla TV nazionale, ammonendo che "nessun presidente di una nazione sovrana può sottomettere la propria nazione ed il proprio popolo all'estorsione".

Ha anche aggiunto di non essere sorpresa dalla sentenza: "Me l'aspettavo... perchè questo non è un problema economico o finanziario, e nemmeno un problema legale". La Corte Suprema USA ha difeso "una forma di dominio globale dei derivati finanziari che mira a mettere in ginocchio le nazioni". Se questo modello economico globale continuerà indisturbato, "produrrà tragedie inimmaginabili" come "il sangue, la fame e l'esclusione di milioni di giovani in tutto il mondo che non hanno un posto di lavoro e nessun accesso all'istruzione".

Il suo governo ha negoziato responsabilmente pagando i creditori e continuerà a farlo, ha detto, ma non cederà ai fondi speculativi che si nascondono nei paradisi fiscali, dove non pagano nemmeno le tasse.

Il giorno dopo, il ministro delle Finanze argentine Axel Kicilloff ha annunciato che il governo intende trasferire la disputa con gli obbligazionisti che hanno partecipato alla ristrutturazione del debito nel 2005 e 2010, da New York a Buenos Aires, agli stessi termini concordati, per le stesse cifre e la stessa valuta, ma retti dal diritto argentino e non da quello americano.

"Se una sentenza ci chiede di suicidarci, non ci suicideremo" ha detto ai giornalisti.


Nel frattempo, il governo sta preparando altre due opzioni in sua difesa. In tutti questi anni, la Fernandez ha promosso rapporti economici, scientifici e commerciali sia con la Russia che con la Cina e le altre nazioni del BRICS, che si sono rivelate partner più affidabili degli Stati Uniti o dei paesi europei. E su invito personale di Vladimir Putin, la Fernandez parteciperà al vertice del BRICS che si terrà il 15 luglio a Fortaleza, in Brasile, a cui seguirà una visita di stato del Presidente cinese in Argentina.

Fonte: www.movisol.org
27.06.2014

Piccola ribellione Argentina verso USA e alta finanza
Di Salvatore Santoru

Come riportato da un articolo di Repubblica, l'Argentina è entrata nuovamente in rotta di collisione con gli USA decidendo di scegliere prima di rimborsare i "tango bond" a chi ha accettato l'accordo sulla ristrutturazione del debito tra il 2005 e il 2010 e solo dopo agli hedge funds, mentre per la Corte di Giustizia statunitense i fondi speculativi devono avere la priorità.
Come ho già spiegato in un recente articolo, l'alta finanza internazionale intende mettere nuovamente le mani sul paese, per imporre i propri diktat.

Inoltre questi fondi speculativi intendono ottenere l'intero valore dei titoli di Stato argentini che acquistarono negli anni 90, ovvero durante la presidenza Menem, che com'è noto adottò delle politiche fortemente impopolari per volere del Fondo Monetario Internazionale e della stessa finanza internazionale, politiche che portarono l'Argentina sull'orlo del baratro e da cui con l'avvento dei Kirchner, piano piano il paese è uscito.
Il Ministro dell’Economia,Axel Kicillof, ha detto chiaramente che il pagamento del debito: “probabilmente ci spingerà al default tecnico, ma in qualunque caso questa sentenza spinge l’Argentina al rischio di una crisi economica. Spinge il nostro popolo a una situazione già vissuta e ditemi se un debito che sia il doppio di quello attuale non significa di nuovo un 2001 per la Repubblica Argentina”.
L'insistenza da parte della finanza internazionale e dell'imperialismo USA, sul voler far pagare un debito accumulato da un loro "burattino" risulta senz'altro cinica e opportunista, e chiaramente ha lo scopo di portare nuovamente al disastro l'Argentina.

Argentina che storicamente ha assai brutte esperienze con gli "avvoltoi" dell'alta finanza mondiale e dell'imperialismo USA.
Difatti non bisogna dimenticare il ruolo che gli USA hanno avuto nel foraggiamento delle dittature militari che per tanto tempo hanno insanguinato il paese, o nella lotta contro i Peron e il peronismo, che tutto sommato tra alti e bassi hanno rappresentato una forte rottura contro i dittatori "burattini" degli USA e dell'alta finanza, lotta che oggi intraprendono in modo più indiretto contro i Kirchner, anch'essi punto di rottura rispetto ai corrotti governi succedutisi negli anni novanta e sostanzialmente alla mercè del Fondo Monetario Internazionale e degli altri organismi dell'alta finanza mondiale.

Fonte: Informazione consapevole

Fondi avvoltoio: posizione ufficiale di Cuba

Dichiarazione del MINREX

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba ha conosciuto la denuncia realizzata dalla Presidentessa della Repubblica Argentina, Cristina Fernández de Kirchner, sulle sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti e di una Corte d’Appello in questo paese,contrarie non solo agli interessi della fraterna nazione sudamericana, ma anche al 92 per cento dei creditori che hanno acconsentito a ristrutturare il debito.

L’Argentina è stata posta oggi al bordo di un’inedita crisi di debito sovrano, superiore a quella del 2001 che lasciò la metà degli argentini nella povertà e una quarta parte disoccupata, hanno denunciato il Governo e il Congresso Nazionale.

Non è la prima volta che Corti di paesi industrializzati emettono sentenze a favore dei padroni dei “fondi avvoltoio”.

Questo fenomeno è stato descritto e denunciata nel 1986 dal leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro Ruz, durante la sua battaglia contro il debito esterno del Terzo Mondo.

Premi Nobel d’economia, come Joseph Stiglitz y Paul Krugman, economisti come Anne Kruger, Thomas Palley e Nouriel Rubini, organismi internazionali e governi di differente segno hanno denunciato la condotta speculativa e corrotta dei padroni dei “fondi avvoltoio” e dei giudici statunitensi, che collocano i tribunali degli Stati Uniti al di sopra del Diritto Internazionale e delle leggi nazionali degli Stati.

Il Ministero delle Relazioni Estere denuncia che siamo in presenza di una nuova forza d’aggressione contro le nazioni del sud, che si alimenta delle condizioni economiche generate dal debito esterno e dalla crisi del capitalismo.

Venti paesi sono stati vittime di questo tipo d’azione indirizzata soprattutto contro governi progressisti che difendono la loro sovranità, com’è stato rivelato nel recente Vertice del Gruppo dei 77 più la Cina, realizzato in Bolivia.

Questa aggressione contro l’Argentina s’indirizza anche contro tutta Nuestra America e soprattutto contro i processi d’integrazione latinoamericani e caraibici.

Difendendo l’Argentina difendiamo il diritto delle nazioni del sud allo sviluppo sostenibile e ad un ordine economico internazionale giusto.

L’Avana, 26 giugno del 2014.

visto su CDC

venerdì 27 giugno 2014

La curiosa vendita dell’oro ucraino all’Iraq

All’alba del 7 marzo, in segreto e procedendo nel buio della notte, a Borispol, l’aeroporto di Kiev, un grosso aereo, senza distintivi e con una forte scorta armata, caricava 40 casse di lingotti d’oro della Banca Centrale ucraina. L’operazione fu annunciata dal giornale russo Iskra, inizialmente smentito dalla FED, ma l’aereo si diresse negli Stati Uniti. I media europei non ne parlano nonostante il grande sostegno al colpo di Stato e al governo ad interim del primo ministro Arsenij Jatsenjuk. Era il prezzo della “liberazione” dell’Ucraina per mano di UE e USA? 40 pallet con lingotti d’oro sono molto più delle riserve auree dell’Ucraina. Secondo il World Gold Council, nel febbraio di quest’anno l’Ucraina aveva 42,3 tonnellate di riserve auree nelle casse della banca centrale. Ogni pallet contiene 290 lingotti d’oro da 400 once, cioè 3,6 tonnellate per pallet, e a 1300 dollari l’oncia sono 150 milioni di dollari per pallet. Dieci pallet fanno 36 tonnellate di oro che ammontano a poco più di 1,5 miliardi di dollari.

1,5 miliardi
Il 25 marzo, il Financial Times informava che l’Iraq ha acquistato 36 tonnellate di oro per un valore di circa 1,5 miliardi di dollari. La Banca centrale irachena ha riferito sul suo sito web che l’oro acquistato è volto a “rafforzare la politica monetaria e la valuta (il dinaro) iracheni”. L’Iraq ha acquistato 36 tonnellate di oro, aggiungendole alle 29,8 tonnellate della riserva, al prezzo di 1,5 milioni di dollari. Ora ha 65,8 tonnellate di oro e ciò significa la promozione che vedremo sul prossimo numero di World Gold Council. Sulla mappa delle riserve auree, l’Iraq si trova ora tra Brasile, Egitto ed Indonesia. Tuttavia, anche se nessun governo ha acquistato tanto oro in una sola volta, negli ultimi tre anni, tale acquisto non ha generato reazioni sul prezzo dell’oro. Quando l’anno scorso Cipro fu costretta a vendere parte parte delle sue 13,9 tonnellate di oro delle riserve, vi furono grandi convulsioni sui mercati. Questa volta, con una operazione quasi tre volte più grande, i mercati sono calmi. Ciò forse per la segretezza con cui l’operazione è stata condotta (Reuters e Financial Times confermano l’acquisto, ma non ne indicano l’origine), e gli speculatori della City di Londra sono in stato di shock dopo le sanzioni per la manipolazione dei Tibor e Libor; i tassi di cambio e dei prezzi delle derrate e delle materie prime.

La domanda globale di oro
La domanda globale di oro è diretta da Cina e India, principali consumatori di prodotti di gioielleria, elettronica e finanziari. Come mostra questa lista della WGC, la Cina l’anno scorso ha acquistato 1066 tonnellate di oro, e l’India 975 tonnellate, anche sul mercato nero. Questa era la domanda di oro nel 2013, secondo WGC:
L’oro ucraino è stato acquistato dall’Iraq? Essendo l’Ucraina appena divenuta un satellite degli Stati Uniti, sulla giusta via della “liberazione”, e Baghdad “liberata” dagli Stati Uniti da dieci anni, è lecito sospettarlo: l’Iraq acquista oro dall’Ucraina. Ora dobbiamo vedere se l’Ucraina ha ricevuto 1,5 miliardi di dollari. Almeno, gli Stati Uniti hanno offerto una garanzia di 1 miliardo sui prestiti da concedere all’Ucraina. Secondo GoogleMaps, il viaggio in aereo da Kiev a Baghdad dura 6 ore e 55 minuti:

Come sottolineato qui, ciò che veramente dovrebbe riguardare l’Europa, e soprattutto la Germania, è la velocità con cui gli Stati Uniti spostano l’oro dall’Ucraina alla Federal Reserve o a Baghdad, e la lentezza che dimostrano nel restituire alla Germania 33 tonnellate di oro in un anno, su 1500 tonnellate custodite dalla Federal Reserve a Fort Knox. Un altro fatto non privo di significato è l’assenza d’interesse dell’Unione europea su tali informazioni e la mancanza di trasparenza nel sapere il motivo per cui, a un paio di giorni dalla presa del potere, il primo ministro ad interim Jatsenjuk s’arroga il diritto di liquidare le riserve auree del Paese. L’unica certezza è che gli ucraini sono stati espropriati delle loro riserve auree, e forse per sempre. Benvenuti nel mondo occidentale.


Marco Antonio Moreno El Blog Salmon
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


L’Austria ignora le direttive di Bruxelles e sigla l’accordo con la Russia per il gasdotto South Sream

L’Austria ignora le direttive di Bruxelles e sigla l’accordo con la Russia per il gasdotto South Sream

L’AUSTRIA SE NE FREGA DELLA UE (DI CUI FA PARTE) E SIGLA ACCORDO CON LA RUSSIA PER GASDOTTO DA 32 MILIARDI DI METRI CUBI

di Giuseppe De Santis – Londra

I parassiti di Bruxelles da un po di tempo giocano a fare gli imperialisti tant’e’ che, dopo aver creato disordini in Ucraina, adesso stanno facendo di tutto per costringere Serbia e Bulgaria a fermare il progetto del South Stream che consentirebbe di trasportare gas dalla Russia all’Europa senza passare per l’Ucraina.

Tale politica ha lo scopo di isolare la Russia ma fino ad ora gli unici che rischiano di pagarne il prezzo sono i cittadini europei visto che esiste il rischio concreto di un taglio delle forniture che creerebbe enormi danni economici senza contare i tanti che questo inverno potrebbero morire assiderati e questo e’ chiaramente inaccettabile.

Per fortuna c’e’ chi ha detto di no e a tale proposito il governo austriaco proprio in questi giorni ha firmato un’accordo con la Russia che prevede la creazione di una societa’ che avra’ lo scopo di costruire un gasdotto in Austria che potra’ trasportare 32 miliardi di metri cubi di gas direttamente dalla Russia.

Tale societa’ sara’ posseduta per meta’ dalla Gazprom e per l’altra meta’ dalla societa’ austriaca OMV. I lavori per la costruzione di questo gasdotto inizieranno nel 2015 e iniziera’ ad essere operativo nel 2017.

Questa decisione ovviamente non andra’ a genio ai burocrati di Bruxelles e sicuramente faranno di tutto per punire l’Austria ma il governo austriaco ha deciso di andare avanti per la sua strada e fare gli interessi dei propri cittadini.

D’altra parte nessuno tra coloro che appoggia le sanzioni e’ riuscito a spiegare dove i paesi europei dovrebbero approvvigionarsi qualora decidessero di boicottare la Russia e chiunque abbia un poco di cervello capirebbe che costruire impianti per importare gas liquefatto o sfruttare giacimenti di gas di scisto non sarebbero una soluzione fattibile non solo perche’ ci vorrebbero anni ma anche perche’ i rischi ambientali sarebbero altissimi.

Per questo motivo sarebbe opportuno che gli altri paesi, a cominciare dall’Italia, prendessero esempio dall’Austria e iniziassero a ignorare i diktat dei parassiti bi Bruxelles.

Tratto da Il Nord

giovedì 26 giugno 2014

"Control it"....anche l'umano?

Ma quante belle cose comode ci da la scienza.....

Solo per il semplice "progresso umano", per ridare le funzioni motorie a chi è affetto da paralisi, così come la genetica doveva sconfiggere malattie ereditarie, invece si sono moltiplicati gli istituti che "forniscono"  bambini con caratteristiche genetiche indicate dal cliente, davvero devo pensare sia un'innovazione per il solo bene dell'umanità??
In casa, una volta che si ha un chip in testa, chi ci garantisce che queste multinazionali non controllino anche le "menti" ed i movimenti a distanza?

Controllano a distanza gli aerei,  saranno immuni da "interferenze" chi si doterà di un chip nel cervello?
 Un estratto significativo:

Quella mattina di Halloween è decollato da New York JFK il volo Egypt Air 990, un Boeing 767 diretto in Egitto, al Cairo. L’aereo aveva a bordo 22 militari egiziani di alto rango che avevano appena ricevuto una formazione speciale negli Stati Uniti -- attirati in questa trappola dall’esca dell’inconsueta condivisione di informazioni militari. Verso le 2:00 am, secondo il registratore vocale il pilota dice di andare in bagno. Il pilota e il copilota sono egiziani e parlano in arabo. Ma improvvisamente si sente una voce in inglese nella registrazione: “control it” (“controllalo”). Poi l’aeromobile cambia rotta mentre c’è ancora il pilota automatico. Il pilota risponde a questo evento esclamando una preghiera: “Taw ak kalt ala Allah”, più o meno equivalente a “Che Iddio ci aiuti!” “che Iddio ci protegga!”, se non proprio “Gesù Cristo!”. Il copilota tenta di disattivare il pilota automatico, ma chi esercita il controllo a distanza dell’aereo non cede. Il copilota è entrato nel panico e ancora chiede disperatamente aiuto. L’aereo ancora con il pilota automatico inserito va in picchiata. Dopo 16 secondi di dirottamento telecomandato il pilota rientra in cabina di pilotaggio e chiede al copilota quello che sta succedendo. Entrambi cercano di riprendere quota e mentre fanno questo l’aereo va alla massima velocità. Il copilota interrompe le linee di alimentazione. Poi ancora gli equilibratori di destra e di sinistra controllati a distanza si muovono in direzione opposta. Gli alettoni su entrambe le ali si aprono al massimo. Il pilota ordina in arabo “spegnere i motori”. Il copilota risponde: “sono spenti!” le ultime parole che si sentono sono quelle del pilota che urla, sempre naturalmente in arabo “tirare! tirare!” Poi, esattamente come è successo per il volo 587 schiantatosi sul Queens, i registratori vocali vengono spenti a distanza -- prima del disastro. L’NTSB è giunto alla conclusione -- nonostante tutte queste prove -- che fosse responsabile in qualche modo il copilota FONTE
ERA IL IL 31 OTTOBRE DEL 1999 

Paralizzato, torna a muovere la mano grazie ad un chip nel cervello 

Qualcosa di molto simile ad un miracolo, nel quale l'unico vero miracolo è la scienza: non si corre il rischio di scadere nel retorico descrivendo in questo modo quanto alcuni scienziati statunitensi siano riusciti a fare con Ian Burkhart, un ragazzo di 23 anni che dal 2010, a causa di un banale incidente al mare e della conseguente lesione spinale, non ha potuto più muovere nulla al di sotto dei suoi gomiti. Fino ad oggi. 

Dopo anni nei quali ha avuto bisogno di assistenza per svolgere anche i più piccoli compiti quotidiani, Ian è infatti riuscito a muovere la sua mano grazie a Neurobridge, un dispositivo descritto come un bypass neurale in grado di riconnettere il cervello direttamente ai muscoli, permettendo di riprendere il controllo volontario degli arti paralizzati. 

"È all'incirca come un bypass cardiaco, ma anziché bypassare il sangue, in effetti stiamo bypassando segnali elettrici", ha spiegato Chad Bouton, ricercatore di Battelle, l'organizzazione no-profit che insieme al Vexner Medical Center della Ohio State University ha condotto la sperimentazione. "Stiamo prendendo questi segnali dal cervello, aggirando il danno ed andando direttamente ai muscoli". 

La tecnologia di Neurobridge combina degli algoritmi in grado di apprendere come decodificare l'attività cerebrale, ed utilizza una manica per la stimolazione muscolare che traduce gli impulsi provenienti dal cervello in segnali da inviare all'arto paralizzato, come nel caso di Ian. Il ragazzo ha deciso di entrare nei trial cliinici del Wexner nella speranza di aiutare anche altre persone nella sua stessa condizione. 

"Inizialmente la cosa ha attratto la mia attenzione perché mi piace la scienza, e questo è piuttosto interessante. Ho pensato: 'Sai una cosa? Questa è la situazione. Devi trarne il meglio'. Puoi stare seduto e lamentarti, ma questo non ti aiuterà affatto. Per cui puoi lavorare duramente, fare ciò che puoi ed andare avanti con la vita". 

Uno degli elementi centrali di questa tecnologia è un minuscolo chip, impiantato nella corteccia motoria del cervello di Ian nel corso di un intervento chirurgico di tre ore effettuato il 22 aprile. È questo chip ad interpretare i segnali provenienti dal cervello e ad inviarli ad un computer, che li ricodifica e li manda alla manica di stimolazione ad alta definizione, che agisce sui muscoli in modo che eseguano l'azione richiesta dal cervello. Questo processo molto complesso viene eseguito in meno di un decimo di secondo. 

La manica per la neurostimolazione non invasiva è stata sviluppata da Battelle per attivare con precisione piccoli segmenti muscolari nel braccio, in modo da permettere movimenti delle singole dita. L'organizzazione ha anche sviluppato il software che crea una sorta di "midollo spinale virtuale", favorendo la coordinazione dei movimenti polso/mano. 

Il vero "giorno del giudizio" per Ian è stato il 23 giugno, quando questa tecnologia è stata messa alla prova. Per settimane il ragazzo ha "insegnato" al chip nella sua corteccia motoria ad interpretare i segnali inviati dal suo cervello: l'addestramento prevedeva guardare i movimenti di una mano su uno schermo, ed immaginare di muovere la sua mano nello stesso modo. Il computer avrebbe interpretato i segnali, e fatto muovere un'altra mano sullo schermo secondo i pensieri di Ian. 

Finalmente, dopo tanta pratica e con un cavo agganciato in testa che lo faceva sembrare uno dei protagonisti di Matrix, Ian era pronto a fare sul serio. "Stiamo per vedere se Ian riesce ad aprire a chiudere la sua mano", ha spiegato Bouton ai giornalisti presenti, per poi rivolgersi al ragazzo dicendogli: "Nessuna pressione". Pochi secondi dopo, Ian è riuscito a muovere le sue dita per la prima volta dopo anni. Sembra un miracolo, ma è "soltanto" scienza. 


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Mio Commento: 

Anche i più scettici devono prendere atto che i chip cerebrali esistono e funzionano. Io credo che la tecnologia è anche maggiormente testata e avanzata di quanto vogliono far credere in considerazione del fatto che quando una tecnologia viene offerta alla gente comune e pubblicizzata attraverso i media è già utilizzata in ambito sperimentale o militare da anni (e abbiamo moltissimi esempi nel passato tra cui Internet). 

Attraverso questo tipo di articoli (la stessa notizia si trova un po' ovunque con gli stessi toni trionfalistici) abbiamo inoltre la conferma che gli ingegneri sociali (quindi anche i media) lavorano sempre sul lato emozionale del grande pubblico per fargli accettare qualsiasi cosa, qualsiasi cambiamento. 
In questo caso abbiamo la triste storia di un ragazzo paralizzato a causa di un grave incidente, storia che naturalmente viene narrata con abbondanza di particolari proprio per coinvolgere e commuovere il lettore bypassando le sue difese (a dire il vero solitamente abbassate) logico-razionali per far breccia sul lato emozionale, emotivo, intuitivo. 
Naturalmente si inizia con questi casi poi gradualmente nel corso degli anni si amplia il raggio d'azione inglobando sempre più categorie di possibili utilizzatori. 
I potenziali utilizzi di questi chip sono tali che quando sarà deciso un loro utilizzo di massa avranno mille possibilità per farceli accettare: dall'idea di vivere qualche decennio in più, alla sicurezza personale, alla cura dei malati gravi, alla possibilità di vivere in una "fantastica" società cashless dove nessuno potrà più evadere un centesimo di tasse, fino ai motivi più ludici e futili che sicuramente non mancheranno anch'essi di attrarre folte schiere di tecnoentusiasti.
visto su CDC

martedì 24 giugno 2014

PAROLA D'ORDINE: COSTRUIRE DRONI CATTIVI

Skunk è un drone anti-sommossa dotato di quattro lanciatori di paintball, ma può impiegare anche proiettili e munizioni di ogni genere

Il drone anti-sommossa esiste già ed è di fabbricazione sudafricana: si chiama Skunk (puzzola). È stato svelato ieri dalla Desert Wolf durante la Fiera della Sicurezza (IFSEC) di Johannesburg. Si tratta di un drone volante dotato di quattro lanciatori di paintball (proiettili innocui pieni di vernice), ma volendo può impiegare munizioni di diverso tipo.

Il compito di Skunk dovrebbe essere quello di controllare la folla prevenendo eventuali rischi per le forze di polizia.Luci strobo e altoparlanti dovrebbero consentire comunicazioni dirette con le persone, dopodiché in caso di emergenza è in grado di sparare proiettilicoloranti (per ora), per marcare gli indumenti delle persone. Volendo può essere dotato con proiettili diogni genere. Insomma, è una "puzzola" pericolosa.

Non mancano poi due videocamere HD e una videocamera termica FLIR (quella che montano anche i caccia). Per altro è prevista anche la registrazione in tempo reale di ogni attività dell'operatore remoto.

I primi 25 modelli saranno forniti quest'estate all'industria dell'estrazione mineraria, dove spesso si registrano scioperi violenti. Ogni Skunk completo costerà circa 340mila euro (CHI PAGHERA'? LO SAPPIAMO BENECHE SONO SEMPRE SOLDI PUBBLICI)

C'è da rimanere scioccati a sentir parlare di scioperi violenti e droni anti-sommossa, ma ormai la battaglia nelle manifestazioni avviene anche nei cieli. In Turchia la Polizia sparava sui droni dei manifestanti di Gezi Park per bloccare le riprese delle violenze. Domani con gli Skunk i rapporto di forze cambierebbe. Sempre che i white hat (hacker etici) non riescano a craccarli.Ma non finisce qui...

Cyber-drone con GoPro: stabilisci qual'è il "target" e lui fa da solo
Che ne direste di un drone volante dotato di smart cam che vi segue e inquadra in automatico come farebbe un regista in un colossal (o meglio come un Killer di professione che vi insegue per uccidervi? - ndr)? Si chiama HEXO+ e potrebbe davvero rivoluzionare l'intero settore, perché mette insieme la ripresa aerea con le esigenze di spettacolarizzazione. Il tutto per di più gestibile tramite un'app Android e iOS per smartphone o tablet.

La startup californiana che si nasconde dietro al progetto ha già superato la soglia minima per la produzione sul sito di crowdfunding KickStarter: puntava a 50mila dollari, ed è già a quota 214mila. Per prenotarne una ci vogliono 599 dollari. A maggio 2015 saranno consegnati i primi droni completi di app e sospensione cardanica per la propria GoPro. La versione compelta con GoPro Hero 3 White Edition HD costa 699 dollari. Il top di gamma con GoPro Hero 3+ Black Edition 4K arriva a 999 dollari.

Tramite la comoda interfaccia della app in pratica si può definire l'inquadratura che il drone dovrà tenere durante la ripresa. Il tracking del soggetto, magari in bicicletta o su una moto o semplicemente in corsa, è possibile grazie al costante dialogo tra il drone e uno smartphone – che si dovrà montare sul mezzo oppure tenere in tasca. Il protocollo wireless di riferimento è MAVLINK, ormai standard con licenza LGPL, già visto anche sui Parrot.

Dopodiché il drone volante fa tutto da solo: evita ostacoli, si muove in aria, accelera e rallenta, eccetera. Il suo unico obiettivo è tenervi al centro della scena, come avete stabilito via app.



Le riprese sono a dir poco impressionanti anche perché HEXO+, grazie a sei pale, è capace di una velocità massima di 70 km/h. Ovviamente non è molto ingombrante: misura 62 x 52 x 12 centimetri e pesa 980 grammi. Per di più la cosiddetta "sospensione cardanica" per la videocamera è stata progettata per ridurre al minimo le vibrazioni. Peccato solo per l'autonomia a pieno carico che è di soli 15 minuti.

L'ultima nota curiosa è che è ancora disponibile il kit fai-date-te. Per 299 dollari vendono il dispositivo di guida automatica e i file che consentono la stampa 3D del drone.

A parte il potenziale legato all'intrattenimento è evidente ...(!) che HEXO+ potrebbe essere usato in occasioni diverse. Immaginate in campo giornalistico magari durante una manifestazione oppure in sede di reportage. E che dire poi in ferie, mentre si fa una camminata in montagna, oppure ancora in barca a vela durante qualche manovra.
E che dire se usato per scopi di"Ordine Pubblico"? Vi inseguirà fino a casa!
E non finisce ancora quì...

Robot Raptor: corre come un dinosauro e batte Usain Bolt
Una cosa è sicura: se i robot dovessero sfuggire al nostro controllo, difficilmente riusciremo a seminarli correndo. La prima dimostrazione l'abbiamo avuta con il "Cheetah" di Boston Dynamics, poi è stata la volta dell'Outrunner e ora ecco il Raptor.

È il nuovo progetto su cui stanno lavorando i ricercatori dell'istituto sudcoreano KAIST. Diversamente dal Cheetah (che vuol dire ghepardo), il modo in cui corre questo robot non s'ispira a un mammifero contemporaneo, bensì al Velociraptor, il temibile dinosauro del Cretaceo che ha fatto passare tante notti insonni a chi ha visto il primo Jurassic Park.

Le due gambe robotiche si sono spinte su un tapis roulant fino a 46 chilometri orari. Anche in questo caso, come per il Cheetah, una velocità di poco superiore a quella raggiunta dall'uomo più veloce del pianeta: Usain Bolt (circa 44 chilometri orari). E dato che noi dinosauri da poltrona non ci avviciniamo ai record di Bolt neanche lontanamente, in caso di rivolta robotica sarebbe meglio stare fermi e difendersi piuttosto che tentare di scappare.


Il Raptor è molto differente dal Cheetah. Il primo è leggero e piccolo, mentre il secondo è più grande e apparentemente più pesante. Il robot Cheetah ha inoltre due "piedi" solidi, mentre il Raptor ha due protesi in fibra di carbonio flessibili su gambe che hanno un solo motore a testa. Un tendine consente alle gambe di recuperare parte dell'energia che consumano.

C'è anche una sorta di coda che fornisce equilibrio. Anche se non sembra la coda di un Velociraptor, funziona in modo simile: oscilla quando il robot corre, fornendo un contrappeso per evitare che cada in avanti o indietro. Entrambi i robot devono essere collegati a una guida per evitare di cadere, quindi non sono del tutto indipendenti. Almeno per ora… in futuro chissà.

Ne abbiamo già parlato per molti anni (dal 2007 precisamente), potete leggere tutto dentro il Blog cliccando su questo link, e oggi inizia la fine dell'uomo attraverso le stesse cose che sta costruendo ispirato da spiriti maligni, eh sì, sono tutte tecnologie aliene alla bellezza e all'amore veri. Pensateci se ci riuscite!

Comunque questo piccolo riassunto non può darvi nemmeno lontanamente l'idea di ciò che stanno facendo nei laboratori di tutto il mondo e che qualcosa di GRANDE è ormai dietro l'angolo di casa vostra.. ma non voltatevi mai indietro!

Bojs - Lion of Yahuda

Gli Stati Uniti hanno formato l'ISIS in una base segreta in Giordania

vedi anche LA NUOVA MODALITA' DI INVASIONE IMPERIALE: IL TERRORISMO ISLAMICO
 
GERUSALEMME - I membri dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, o ISIS, sono stati formati nel 2012 da istruttori americani che lavoravano in una base segreta in Giordania, secondo le informazioni dei funzionari giordani.

I funzionari hanno detto che decine di membri ISIS sono stati addestrati, al momento come parte di un aiuto segreto ai ribelli, rivolti al regime del presidente siriano Bashar al-Assad in Siria. I funzionari hanno detto che la formazione non è stata pensata per essere utilizzata per qualsiasi futura campagna in Irak.

I funzionari giordani hanno detto che tutti i membri di ISIS che hanno ricevuto una formazione dagli Stati Uniti per combattere in Siria sono stati controllati per eventuali collegamenti a gruppi estremisti come al-Qaida.

Nel febbraio 2012, WND è stato il primo a riferire che gli Stati Uniti, la Turchia e la Giordania erano in possesso di una base di addestramento per i ribelli siriani nella città giordana di Safawi nella regione desertica del nord del Paese.

Tale relazione è stata successivamente confermata da numerosi altri resoconti dei media.

Nel marzo scorso, il settimanale tedesco Der Spiegel ha riportato che gli americani stavano addestrando i ribelli siriani in Giordania.

Citando quello che è stato riferito non è ancora chiaro se gli organizzatori, erano dell'esercito americano oppure erano imprese private USA, ma la rivista ha detto che alcuni organizzatori e istruttori indossavano uniformi. La formazione in Giordania è stato riferito essersi focalizzata sull'uso di armi anti carro.

La rivista tedesca ha registrato che circa 200 uomini hanno ricevuto tale formazione nel corso dei tre mesi precedenti i piani statunitensi per addestrare un totale di 1.200 membri dell'Esercito siriano libero in due campi nel sud e est del Giordano.

In Gran Bretagna il quotidiano Guardian ha anche riferito che lo scorso marzo i formatori statunitensi sono stati visti aiutare i ribelli siriani in Giordania insieme con istruttori inglesi e francesi.

Reuters ha riferito che un portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha rifiutato un commento immediato sulla relazione della rivista tedesca. Il ministero degli Esteri francese e i ministeri degli esteri e della difesa della Gran Bretagna, inoltre, non hanno voluto commentare la Reuters.

I funzionari giordani hanno parlato a WND della violenza settaria in Iraq e lamentavano preoccupazioni riguardo uno sconfinamento nel loro paese, così come in Siria.

ISIS in precedenza ha pubblicato un video su YouTube minacciando di andare avanti fino in Giordania e di arrivare a "macellare" il Re Abdullah, che vedono come un nemico dell'Islam.

WND ha segnalato la scorsa settimana che, secondo fonti del regime giordano e siriano, l'Arabia Saudita sta armando ISIS e i sauditi sono una forza trainante nel sostenere il gruppo collegato ad al-Qaida.

WND inoltre ha riferito che, secondo una fonte sciita in contatto con un alto funzionario del governo del primo ministro iracheno Nouri al-Maliki, l'amministrazione Obama è consapevole da ben due mesi che il gruppo di ispirazione Qaidista è in Iraq e ultimamente ha preso più di due città irachene e ora sta minacciando Baghdad.

La fonte ha detto a WND che almeno uno dei campi di addestramento del gruppo iracheno dello Stato Islamico dell'Iraq e della Siria, l'ISIS, è nelle vicinanze di Incirlik la Air Base nei pressi di Adana, in Turchia, dove si trovano personale e attrezzature americane.

Ha chiamato Obama "complice" negli attacchi che minacciano il governo Maliki e che gli Stati Uniti hanno contribuito a creare con la guerra in Iraq.

La fonte ha detto che dopo l'allenamento in Turchia, migliaia di combattenti ISIS sono andati in Iraq attraverso la Siria per unirsi allo sforzo per stabilire un califfato islamico soggetta alla legge islamica.

Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality

lunedì 23 giugno 2014

Un terzo delle banche europee ha bisogno di nuovi capitali per sopravvivere agli stress test. WSJ


Urge stampare....parola di FMI. Ma no, è per porre fine all'austerità che la Bce deve diventare come la Fed....dicono certi strani europeisti...

Consiglio anche MOSSA DISPERATA DI DRAGHI, L’EURO SULL’ORLO DELL’ABISSO

I NUOVI "REGALI" DI DRAGHI (BCE) PER IL 2014-2015

Un terzo delle banche europee ha bisogno di nuovi capitali per sopravvivere agli stress test. WSJ    
Circa un terzo delle banche della zona euro hanno bisogno di una ricapitalizzazione per sopravvivere all'ultimo round di stress test da parte della Banca centrale europea. Lo riporta il Wall Street Journal. 

Secondo un'indagine condotta da Ernst and Young, le banche spagnole sono quelle più in difficoltà, con, al contrario, gli istituti tedeschi chehanno minor necessità di protezione a livello di liquidità.
 Notizia del: 23/06/2014

Le Otto proposte di Prodi per il rilancio dell’industria

Fanno il paio con le strabilianti proposte di Van Rompouy per una "nuova Europa", simile all'Altra europa di Tsipras

Le Otto proposte di Prodi per il rilancio dell’industria
Roba da ridere (per non piangere)
Un consiglio:  cari amici lettori  leggete  subito le Otto proposte ( o "mosse") di Prodi per il rilancio dell’industria (*). Certo, ci si rovina la colazione...  Ma ne vale la pena,  perché rappresentano la riprova del semianalfabetismo economico  del ex Premier,  ben  innaffiato, come prevedibile,  da ovvietà dirigiste nel peggiore  stile  sinistra democristiana.  Roba da ridere (per non piangere) Vediamole  da vicino.
Primo punto. Se le imprese non ricevono  denari  dalle banche, la colpa è delle imprese  che - scoperta dell' acqua calda-  devono  imparare ad autofinanziarsi…  E come?  Se la pressione fiscale è a livelli proibitivi? 
Secondo punto: vanno incentivate le fusioni e  concentrazioni. Le piccole imprese devono sparire. Perfetto. Come uccidere il modello economico italiano.
Terzo punto. Servono più fondazioni, per favorire la discontinuità dell’imprese italiane, di tipo “famigliare”,  e  aprire  a nuovi apporti esterni. Certo, per come sono andate male  le Fondazioni è  proprio il caso di insistere…  
Quarto punto. Bisogna aiutare gli imprenditori falliti a tornare in campo. E chi paga? Lo Stato, of course…   Ergo nuove  tasse…
Quinto punto.  Per incrementare  gli investimenti esteri in Italia, oltre alle  solite  semplici-semplici-semplici cose  da fare ( più flessibilità, meno burocrazia, più sicurezza),  vanno subito  costruite  buone scuole per i  figli dei collaboratori esteri…  Si commenta da sé…
Sesto punto. Bisogna scegliere tra meccanica strumentale ed elettronica di consumo.   E chi decide? Il mercato? Non sia mai... Decide lo Stato,  come accadeva nei paesi del socialismo reale...
Settimo punto. Nuova politica energetica.  Anche qui, chi decide?  Lo Stato, ovviamente…  Ergo nuove  tasse…
Ottavo punto.   Vanno  subito create reti  di ricerca alla tedesca (Fraunhofer)   destinate a risolvere i problemi di innovazione della imprese…  Così come per incanto…  E chi paga?   Lo Stato, naturalmente… Ergo nuove  tasse…
Insomma, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore…  Quindi tasse-tasse-tasse-tasse...  Prodi è una specie di disco rotto (statalista).   
Esistono due tipi  di cretinismo economico.  Quello di chi non conosce  l’economia  e parla a vanvera. E quello di chi conosce una sola teoria e  pretende di sapere tutto… Quest’ultimo è il caso di Prodi, un semianalfabeta.  Dell'ovvio democristiano, con "scappellamento" a sinistra...