Alle regionali emiliane e calabresi
l'affluenza è crollata sotto la soglia d'allarme del 50%,
fermandosi al 44% in Calabria e precipitando al 37% in
Emilia-Romagna. Specialmente qui, nell'Emilia tradizionalmente
rossa e impegnata, il risultato è clamoroso: l'ex bersaniano
oggi renziano Stefano Bonaccini diventerà governatore di
centrosinistra con appena il 19% degli elettori reali (lo ha
votato il 49% dei votanti). A Catanzaro si insedierà il compagno
di partito Oliverio Mario con un'investitura un po' più solida
(61% delle preferenze sul 44% dei votanti), ma il dato di fondo
è identico: la stragrande maggioranza dei cittadini considera
inutile il voto, specialmente di enti locali con fama di
sprechifici come le Regioni.
E considera inutile
il rito cartaceo non tanto, o non solo, perché non
rappresenta più una parte crescente di società, come
sostiene ad esempio un Civati per ragioni di bottega
anti-Renzi. Non essendo la prima volta - e di certo non sarà
neanche l'ultima - che masse sempre più numerose di italiani
snobbano le urne, il motivo sembra più radicale: il rifiuto
di un sistema politico e istituzionale che non rappresenta
più nessuno. Ripetiamo: nessuno. Cioè pochi, pochissimi.
Quelli che nonostante tutto credono ancora che esista una
democrazia rappresentativa con una delega equivalente ad un
contratto da rispettare, non il pezzo di carta che è,
che lorsignori politicanti di mestiere usano spudoratamente come
cambiale in bianco.
Ci saranno state senz'altro ragioni locali,
come gli scandali che hanno colpito la classe dirigente Pd in
terra emiliana. Senza contare la pessima fama che si son fatte
gli Enti Regioni in questi ultimi anni e in particolare
nell'ultimo periodo, con Renzi che le bastonava un giorno sì e
l'altro pure. Ma è il fatto in sé che conta: l'urna è stata
delegittimata, da elettorale è diventata funeraria. E
non è detto sia una cattiva notizia, anzi. Vuol dire che,
sommando astenuti menefreghisti e astensionisti consapevoli,
indifferenti e àpoti ("coloro che non se la bevono"), la
nostra democrazia si svela per quel che è: un'oligarchia, un
governo di pochi per pochi. Un'ennesima, salutare
operazione-verità. Il guaio è che questa
maggioranza rumorosamente silenziosa, se resta passiva a fare da
spettatrice, aiuta gli oligarchi, anziché scalzarli. È il
modello Usa, gente: voto disertato, casta garantita. Tutto
perchè resiste la convinzione che la delega sia decisiva. E
invece la truffa è tutta lì. La democrazia è governo del popolo
solo quando è autogoverno del popolo, democrazia diretta su base
locale in uno Stato federale - e magari in una Confederazione
dei Popoli Europei, non questa Unione Eurocratica diretta dalla
Bce.
Alessio Mannino
0 commenti:
Posta un commento