C'è molta preoccupazione a Gaza per il rapimento di Vittorio Arrigoni, ma da quanto è dato sapere il Governo di Hamas farà di tutto per la liberazione dell'Italiano.
L'impressione che trapela da un contatto della Striscia, conosciuto durante la missione umanitaria Hope Convoy, alla quale abbiamo partecipato io e Fernando Rossi, è quella che si tratti di un atto allo scopo di intimidire tutti gli attivisti che arrivano a Gaza, per bloccare l'assedio e portare aiuto alla popolazione palestinese. Un nostro amico di Khan Yunes, referente anche per il gemellaggio fra una scuola della Striscia e una di Bari, si è scusato con noi: "Qui siamo tutti riconoscenti verso gli Italiani impegnati a portarci aiuti umanitari e siamo mortificati per quanto successo."
Un nostro ulteriore contatto a Gaza manifestava i suoi dubbi rispetto ai reali autori del rapimento: "Al momento non ci sono certezze sulla reale matrice del gesto: qui non ci risulta che esista il gruppo che ha rivendicato l'atto, mentre di certo il rapimento viene già utilizzato per cercare di danneggiare l'immagine delle autorità di Gaza e sappiamo bene che a quest'obiettivo da tempo lavorano Israele, gli Stati Uniti e gli uomini del Mossad infiltrati in Fatah.Nessuno nella Striscia può apprezzare o sostenere chi ha fatto una cosa del genere." Il nostro amico fra l'altro indicava come anche la storia italiana abbia visto depistaggi, falsi indizi e falsi colpevoli. E in effetti ci è subito venuto in mente il periodo degli anni di piombo o la celata presenza di attori "sionisti" nella nostra penisola al momento di alcuni fra i peggiori attentati.
E quindi, mentre a Gaza si sta facendo di tutto affinché Vittorio possa essere presto liberato, noi continuiamo a cercare di informarvi, grazie al prezioso contributo dei nostri contatti a Gaza. Speriamo di avere presto buone notizie da comunicarvi.
L'impressione che trapela da un contatto della Striscia, conosciuto durante la missione umanitaria Hope Convoy, alla quale abbiamo partecipato io e Fernando Rossi, è quella che si tratti di un atto allo scopo di intimidire tutti gli attivisti che arrivano a Gaza, per bloccare l'assedio e portare aiuto alla popolazione palestinese. Un nostro amico di Khan Yunes, referente anche per il gemellaggio fra una scuola della Striscia e una di Bari, si è scusato con noi: "Qui siamo tutti riconoscenti verso gli Italiani impegnati a portarci aiuti umanitari e siamo mortificati per quanto successo."
Un nostro ulteriore contatto a Gaza manifestava i suoi dubbi rispetto ai reali autori del rapimento: "Al momento non ci sono certezze sulla reale matrice del gesto: qui non ci risulta che esista il gruppo che ha rivendicato l'atto, mentre di certo il rapimento viene già utilizzato per cercare di danneggiare l'immagine delle autorità di Gaza e sappiamo bene che a quest'obiettivo da tempo lavorano Israele, gli Stati Uniti e gli uomini del Mossad infiltrati in Fatah.Nessuno nella Striscia può apprezzare o sostenere chi ha fatto una cosa del genere." Il nostro amico fra l'altro indicava come anche la storia italiana abbia visto depistaggi, falsi indizi e falsi colpevoli. E in effetti ci è subito venuto in mente il periodo degli anni di piombo o la celata presenza di attori "sionisti" nella nostra penisola al momento di alcuni fra i peggiori attentati.
E quindi, mentre a Gaza si sta facendo di tutto affinché Vittorio possa essere presto liberato, noi continuiamo a cercare di informarvi, grazie al prezioso contributo dei nostri contatti a Gaza. Speriamo di avere presto buone notizie da comunicarvi.
Per il Bene Comune esprime totale solidarietà a Vittorio e alle Autorità di Gaza,
con la certezza che queste ultime faranno di tutto per salvargli la vita, consapevoli come sono che egli a Gaza rappresenta tutti gli Italiani che continuano a lottare contro i crimini di Israele e il feroce blocco imposto su Gaza.Vittorio Arrigoni è stato rapito.
InfoPal. Vittorio Arrigoni, il noto attivista italiano dell'Ism, che vive a Gaza ormai da anni, è stato rapito da un gruppo salafita, denominatosi "Hisham as-Su'eidani", alias Abu al-Walid al-Muqaddisi: http://www.youtube.com/watch?v=gCyA7A4pDXc&feature=youtu.be
Dal messaggio diramato nel sito, sembra che Vittorio sia in mano a un gruppo salafita legato ad al-Qa'ida.
Il video mostra Vittorio bendato e con delle abrasioni. Il testo del messaggio minaccia l'uccisione dell'attivista entro le prossime 30 ore (domani, venerdì) se il governo Hamas non rilascerà dei salafiti rinchiusi in carcere.
Il ministero degli Interni del governo di Gaza ha confermato la notizia e ha fatto sapere di aver avviato le ricerche, ma non ha escluso che il sequestro coinvolga realtà esterne alla Striscia di Gaza.
Al-Qa'ida a Gaza? Fonti ufficiali del governo di Gaza hanno dichiarato alla nostra redazione che non esiste alcuna organizzazione legata ad al-Qa'ida a Gaza, ma si tratterebbe, invece, di una realtà creata dall'intelligence israeliana per fomentare conflitti interni a Gaza, che si avvale di "manovalanza" locale, indottrinata e convinta di rappresentare il network di Bin Laden.
"Tutti i gazesi sanno che questa organizzazione non esiste davvero - ci ha spiegato un collega al telefono -. Ci sono degli individui che si dichiarano suoi aderenti, ma il regista è Israele. Questo gruppo 'salafita' ha rapito Arrigoni per chiedere la liberazione di loro commilitoni imprigionati. Ma perché proprio un occidentale? Un italiano? Piuttosto, per far pressioni sul governo di Gaza, avrebbero potuto rapire un militante o dirigente di Hamas.
Purtroppo, noi temiamo che dietro ci sia Israele, che vuole spaventare gli attivisti della Freedom Flotilla2, in partenza il mese prossimo. C'è molta rabbia tra la gente di Gaza: tutti conoscono e apprezzano Vittorio".
Questo è il primo rapimento a Gaza, dopo quello di Alan Johnston (si legga: http://www.infopal.it/leggi.php?id=4737; http://www.infopal.it/leggi.php?id=5727; http://www.infopal.it/leggi.php?id=5189)
Fonti all'interno della Freedom Flotilla2 hanno dichiarato all'agenzia Safa di "non escludere che ci sia Israele dietro il rapimento di Vittorio Arrigoni: può trattarsi di un piano per fare pressione sugli attivisti, e sulle varie organizzazioni in Europa impegnate nel tentativo di rompere l'assedio su Gaza, che dura da cinque anni. Due giorni fa, il primo ministro italiano, stretto collaboratore di Israele, ha dichiarato che lavorerà per impedire la partenza della flotta della libertà dall'Europa".
Sempre su Safa, le stesse fonti hanno aggiunto che "questi trucchi non faranno da deterrente per il nostro lavoro umanitario per rompere l'assedio di 1,7 milioni di palestinesi intrappolati, e le cui condizioni di vita sono pessime.
"Se Vittorio è stato invece sequestrato per fare pressioni sul fronte palestinese (sul governo di Gaza che ha incarcerato alcuni militanti del gruppo salafita, ndr), perché non hanno rapito dei membri di Hamas, allora? Ecco, allora, che siamo portati ad accusare Israele del rapimento".
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