Questa "nuova Libia" non era difficile da immaginare, dopo i tentativi di pochi coraggiossisimi giornalisti finiti sotto il tiro dei cecchini Nato e dei colleghi della BBC, CNN e vari, come Joe Fallisi, Mahdi Darius Nazemroaya, Thierry Meyssan e pochissimi altri di raccontare ciò di cui erano testimoni. Tutto questo in totale solitudine e censura dei media mainstream incluse le testate "umanitarie" ed "antirazziste", solo grazie a siti come Eurasia e Aurora si è avuto contezza con dovizia di particolari delle "imprese" dei "ribelli vittime di Ghedafi", su chi fossero e da chi fossero armati. Ma costoro sono considerati "fascisti" perciò, nonostante riportassero testimonianze sia dei locali che dei giornalisti di Voltaire.net, non affidabili.Gli stessi umanitaristi che ora si interrogano sulla censura che la stessa stampa riserba ai rapporti di Amnesty e Medici senza frontiere hanno usato la stessa contro i reportage che giungevano dalle voci "alternative" (anche Sos Libya, Gil Guy Sparks, Russia Today ) erano troppo impegnati all'epoca a pregare di far cessare i crimini di Ghedafi a riportare tutte le "veline" della Nato senza verificarle (se questi son
giornalisti) come era oltretutto possibile verificare perfino via web. Ma hanno scientemente preferito optare di avallare la propaganda di guerra, come ha fatto ad esempio il Manifesto, non da solo certo ma con la sostanziale differenza che quando vuole sa denunciare la strumentalizzazione dei gendarmi del mondo come fece all'epoca dell'Iraq ad esempio (ma non solo). Unica eccezione Marinella Correggia che nonostante documentasse la natura dei ribelli e la loro propensione alle esecuzioni sommarie giustificate dall'accusa di essere "mercenario di Ghedafi", nonostante il genocidio dei neri di Tawerga non è riuscita a suscitare alcun dubbio nei suoi colleghi come nel mondo pacifista riguardo alla "necessità dell'intervento umanitario".
Pensate abbiano imparato la lezione nonostante le domande retoriche sulla nuova Libia?
Basta leggere di nuovo i loro giornali per capire che si sono buttati a capofitto nel sostenere ora un'intervento umanitario in Siria, sempre per il bene dei siriani s'intende, che importa se è ciò che vuole Washington, pura casualità, cominciando intanto vigliaccamente e da bravi razzisti ad infamare una legittima protesta dei siriani pro-Assad definendoli "fascisti" a Bologna.
La Jamahiria avrebbe dovuto essere l'obiettivo per i difensori degli ultimi, avrebbe dovuto rappresentare un baluardo da attuare nella propria nazione per i propri cittadini invece i pennivendoli umanitaristi hanno scelto di accodarsi alla demonizzazione dello "stato canaglia" di turno decisa da Washington.
Ecco, giusto un indizio, peccato sia troppo tardi o vi aspettate che i pupazzi del CNT che intendono ripristinare la Sharia siano intenzionati ad agire meglio del Rais?
Davvero un gran peccato che il leader della Grande Giamahiria Muammar Gadafi non potrà ritirare il premio di Amnesty (già, proprio una delle Ong che lo aveva imputato di essere un criminale) come "Eroe per i diritti umani".
Peccato sia troppo tardi e che i suoi assassini non pagheranno mai, sarebbe quantomeno opportuno documentarsi sulle accuse strumentali che hanno portato alla distruzione della Libia onde evitare di far fare la stessa fine ai siriani e non doversi domandare dopo "l'operazione umanitaria" prossima ventura "E' questa la nuova Siria"?
Intanto cominciate a chiedervi come mai la decisione di attaccare la Siria fu presa nel 2001, da chi e perché prima di ripetere a pappagallo le veline, o sarebbe esigere troppo?
Intanto cominciate a chiedervi come mai la decisione di attaccare la Siria fu presa nel 2001, da chi e perché prima di ripetere a pappagallo le veline, o sarebbe esigere troppo?
Se questo passo non venisse fatto, risparmiateci l'ipocrisia "dei diritti umani" della Nato.
Barbara
Vedi Barbara, il punto è gran parte della popolazione è "partecipe" quando c'è da abbattere il cattivo di turno ma non vive con altrettanta partecipazione il momento politico della cosa.
RispondiEliminaQuesto perché la guerra è vissuta come un avvincente film d'azione mentre il discorso politico e materia noiosa da professionisti.
E pur sapendo bene che la Libia è stata distrutta e non liberata le persone si sentono molto più attratte da un nuovo film d'azione gratis contro la Siria che non dalle riflessioni sulle conseguenze politiche e sociali della cosa.
Nel presente c'è da aiutare Aisha a sapere se Saif è realmente vivo e in quali condizioni fisiche, fargli avere un avvocato, farlo uscire dalla Libia dove un eventuale processo si concluderebbe con una sentenza capitale
RispondiEliminahttp://mcc43.wordpress.com/2012/02/01/aisha-gheddafi-salvate-mio-fratello/